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78: La redenzione della vita

Luca 24

Luca descrive Cristo come il vero uomo. In lui la vita umana fu redenta. Questa redenzione fu vista specialmente nella sua resurrezione. Gli angeli rimproverarono le donne per aver cercato il Vivente tra i morti. Infatti ora aveva ottenuto la vita eterna e stava dall’altra parte del peccato e della morte. Era anche il dispensatore della vita e di tutti i tesori nella vita. Lo dimostrò quando agì da padrone di casa alla tavola degli uomini di Emmaus. Fu esattamente in quel momento che lo riconobbero come il Cristo.

Credere in lui in questo modo significa sempre che abbiamo anche noi la vita e che anche noi siamo dall’altra parte del peccato e della morte. Una fede meramente storica nella resurrezione non è possibile. Dapprincipio, credere in lui per la loro vita, fu troppo per i discepoli. Considerarono il messaggio delle donne completamente privo di senso. E quando Cristo apparve in mezzo a loro furono così soverchiati dalla gioia che ancora non poterono crederlo.

Credere nella resurrezione non deve dipendere dal suo apparirci ma dalla Parola di Dio, o in quello che è la stessa  cosa: nella Parola del Cristo. È degno di nota quante volte siamo mandati alla Parola di Cristo in questo capitolo e alla Parola di Dio nel Vecchio Testamento. Mosè e i profeti avevano predetto questa resurrezione della vita. Doveva arrivare a questo: il Cristo sarebbe dovuto passare attraverso la sofferenza e la morte. Era stato profetizzato di lui. Ma poi, dopo la resurrezione egli era lo stesso che prima della morte. La vita umana aveva realmente vinto.

Solo che lui non era più soggetto alle leggi del nostro universo. Poteva, per esempio, scomparire improvvisamente e poteva ascendere al cielo. Poteva anche rivelarsi in un’altra forma (Marco 16:12) perché ora aveva un corpo spirituale (1 Corinzi 15:44). E tuttavia mangiava ancora davanti ai loro occhi. In più, si incontrò ancora con loro presso il Mar di Tiberiade. Forse che questa glorificazione del suo corpo era solo parziale, da essere completata alla sua ascensione?

          Concetto principale: Cristo resuscita come il redentore della vita.

          Liberato dai legami della morte. Il Signore Gesù era stato seppellito in fretta il venerdì sera. Successivamente, le donne che lo avevano accompagnato avevano preparato le spezie per imbalsamare il corpo. La domenica mattina, molto presto, si recarono alla tomba e trovarono la pietra rotolata via. Osservarono che il corpo non c’era. Cos’altro potevano pensare se non che il corpo fosse stato rubato?

Improvvisamente videro due uomini in vesti splendenti come la folgore. Furono grandemente impaurite perché compresero che questi uomini non erano meri esseri umani. Stettero lì con la loro tristezza, le loro tenebre e il loro peccato alla luce della grazia di Dio come era rivelata loro dagli angeli. Tennero le loro facce chinate a terra.

Udirono la voce degli angeli: “Perché cercate il Vivente tra i morti?”. Gli angeli le informarono che era risorto. Non aveva predetto il suo soffrire, la sua morte e la sua resurrezione quando erano ancora in Galilea? Esse si ricordarono improvvisamente le sue parole che dal momento non avevano capito e non avrebbero potuto credere. Ora furono confrontate col compimento quando udirono la voce degli angeli.  Cominciarono a vivere nella Parola del Signore Gesù Cristo che ora per loro era diventata la Parola di vita. Tutto d’un tratto divenne loro chiaro come fosse rimasto sopra a tutte queste cose e le avesse volute fin dal principio. Era tutto parte dell’opera che il Padre gli aveva dato da fare. Perciò credettero benché trovassero ancora difficile accettare che tutto quello che stavano sperimentando fosse vero.

Ritornate a Gerusalemme, le donne raccontarono queste cose agli undici discepoli e agli altri. I discepoli semplicemente non lo credettero. Considerarono le loro parole come prive di senso. Le donne erano ovviamente sovreccitate e l’una infiammava l’altra. Ecco quanto poco i discepoli avevano precedentemente compreso le parole del Signore Gesù. Che fosse risorto era semplicemente più di quanto potessero accettare.

Siamo tutti confrontati con l’apparentemente invincibile potere della morte. Tutti noi finiamo nella tomba. Ogni giorno che passa è sepolto nella tomba del passato. E nessuno può far risorgere la nostra vita. Se Gesù era risorto significava che il potere della morte era stato spezzato e che anche le loro vite non sarebbero perite: significava che avevano vita eterna, che le loro vite avevano valore per Dio. Il potere della morte risiede nel peccato, nella nostra colpa. Se la morte era stata vinta, la potenza del peccato era stata spezzata e la colpa rimossa, liberandoci per vivere nel favore di Dio. Tutto questo era contenuto nella resurrezione del Signore Gesù. Però era un qualcosa che i discepoli non potevano credere. Spesso non lo crediamo neppure noi. Pensiamo così spesso che il regno della morte sia ancora integro.

Pietro, comunque, si recò alla tomba e vide le lenzuola che giacevano da sole. Neanche lui riusciva a credere. Ma si allontanò grandemente meravigliato per ciò che era accaduto. Fu confrontato col miracolo della grazia di Dio sebbene non gli fosse ancora chiaro. Gesù non aveva ancora radunato tutte queste persone distrutte e perdute e portate alla vita nel favore di Dio mediante la fede in lui. Lo fece a modo suo.

          Il redentore d’Israele. Quella sera due seguaci del Signore Gesù stavano andando a piedi da Gerusalemme a casa loro a Emmaus. Era una camminata di due o tre ore. Erano impegnati in un’animata discussione su tutto ciò che era accaduto. Uno si chiamava Cleopa e potrebbe essere stato uno zio di Gesù e un fratello di Giuseppe.

Mentre camminavano insieme qualcuno li raggiunse e si accostò. Era il Signore Gesù. Però non lo riconobbero. Il suo aspetto era diverso da prima e, in più, Dio li trattenne dal riconoscerlo. Non avrebbero dovuto credere che era risorto solo sulla base della sua apparizione ma avrebbero dovuto riconoscere che che Dio lo aveva detto. Dovevano credere la parola di Dio. La Parola di Dio è il fondamento di ogni nostra certezza.

L’estraneo chiese loro di cosa stessero discutendo. Era costui il solo straniero, si chiesero, che non sapeva cosa fosse accaduto in quei giorni? Quando chiese a cosa si riferissero gli raccontarono di Gesù e delle loro aspettative. Egli era un profeta, potente in opere e parole davanti a Dio e davanti a tutto il popolo. Ma ora era stato messo a morte dagli anziani. Tutto giaceva sepolto con lui: le loro speranze per la loro vita, la loro speranza per la restaurazione d’Israele e la loro speranza per la benedizione che sarebbe dovuta venire sulle nazioni attraverso Israele.

Tuttavia, a causa delle loro aspettative, non potevano toglierselo di mente. Era il Redentore d’Israele. Avevano creduto in lui ma ora era morto. Era già il terzo giorno da quando era morto e non era  ritornato dai morti né si era rivelato all’intera nazione per resuscitare i morti dalle loro tombe. In effetti alcune donne avevano riportato che degli angeli avevano detto loro che era vivo e anche alcuni dei discepoli avevano trovato la tomba vuota ma lui non l’avevano visto. Se fosse stato vivo si sarebbe sicuramente mostrato all’intera nazione d’Israele.

A quel punto lo straniero prese a parlare. Li rimproverò per la loro incredulità e disse loro: “Non avevano detto le Scritture che il Cristo doveva soffrire tali cose, e cosí entrare nella sua gloria?” Dovette soffrire la morte per poter distruggere il potere della morte per tutto il suo popolo. In questo modo sarebbe entrato nella sua gloria che però, non sarebbe stata immediatamente rivelata a tutti gli uomini. Quelli che avrebbero creduto in lui avrebbero visto la sua gloria per fede. Queste cose che disse loro le sostenne citando le Scritture. Non potevano credere ai loro orecchi. Le Scritture venivano loro spiegate. Non le avevano mia viste in quella luce prima di adesso. Che fosse vero che era risorto? La speranza ardeva nei loro cuori ma nella loro gioia non riuscivano a crederlo. La sua redenzione avrebbe significato la completa redenzione della vita!

Nel frattempo stavano arrivando a Emmaus e lo straniero fece come se volesse proseguire. Lo sollecitarono a rimanere da loro visto che era già tardi. Non riuscivano più a stare senza le sua parole: significavano vita stessa per loro.

Una volta che furono in casa si sedettero per mangiare. Immediatamente il loro ospite prese l’iniziativa. Rese grazie e pregò, spezzò il pane della pasqua e lo porse loro. All’istante videro chi era: era il Signore stesso! Infatti, con la sua resurrezione aveva tutte le cose in suo potere: egli dà la vita e provvede per i suoi bisogni. Distribuisce il suo favore e il favore di suo Padre. Nella vita lui è il padrone di casa. Con grande stupore lo riconobbero. Noi non conosciamo mai il Cristo se non nella meraviglia.

Proprio in quel momento scomparve alla loro vista. Dopo la sua resurrezione il Signore Gesù aveva quel potere su se stesso: poteva apparire e scomparire come voleva. Si guardarono l’un l’altro e dissero: “Non ci sembrava famigliare quando ci apriva le Scritture in quel modo?” Era come se lo avessimo sentito ancora parlare. E tuttavia non lo riconoscemmo. Com’è stato possibile? Non potevamo credere ancora.

Perché Gesù scomparve così improvvisamente? Non voleva darsi qui e là a individui isolati ma voleva riunire la propria cerchia, la comunità del suo popolo. E ci riuscì perché questi due uomini non riuscirono a stare a Emmaus. Ritornarono immediatamente a Gerusalemme. Prima che potessero pronunciare una sola parola il circolo che era riunito già annunciava: “Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone!”. Al che essi raccontarono ciò che era loro accaduto. Il circolo dei credenti era di nuovo radunato in fede. Lì dentro dobbiamo prendere il nostro posto.

          Sono io. Mentre ancora stavano parlando assieme Gesù stette in mezzo a loro e li salutò alla sua maniera solita: “Pace a voi!”. Questo li terrorizzò perché pensarono di vedere un fantasma. Dopo tutto ciò che avevano udito, come erano poco pronti per la vittoria sulla morte. Non scordiamoci, però, che anche noi siamo spaventati dal regno della morte. Gesù disse loro che potevano guardarlo e toccarlo, era realmente un uomo e non un fantasma.

Deliranti di gioia ancora non potevano crederlo. Stupiti si meravigliarono di questo grande avvenimento. Era veramente il Gesù che avevano conosciuto prima? Se era così, la vita che aveva in comune con loro era passata attraverso la morte: lui l’aveva condotta alla vittoria. Com’era diventata improvvisamente diversa la vita! Erano liberi dalla colpa e dal potere della morte. Stavano vivendo alla luce dell’eterno favore di Dio. Ora erano al di sopra della morte. Certamente ancora dovevano morire ma la loro vita sulla terra non era vana. La vita non poteva essere distrutta per sempre. La vita aveva valore agli occhi di Dio perché avevano il privilegio di vivere in comunione con Lui. Un giorno sarebbe stata restaurata quando Cristo avrebbe resuscitato i morti a gloria.

Testimoni della vita. Gesù parlò delle Scritture e mostrò loro come esse avessero predetto tutte queste cose. Fondò la loro fede fermamente sulle Scritture. A questo fine aprì i loro occhi affinché comprendessero ciò che le Scritture insegnavano. Per anni avevano conosciuto quelle Scritture ma prima non avevano mai compreso il loro significato. Non erano stati capaci di vedere la larghezza e la profondità della grazia di Dio che redime la vita. Ora lo Spirito santo illuminò le loro menti per comprendere le Scritture.

Mostrò loro anche come fosse stato predetto nelle Scritture che la redenzione della vita doveva essere predicata dappertutto. La vita veniva redenta perché la gente si pentiva, perché si volgeva a Dio e viveva in comunione con Lui, e perché partecipava nel perdono dei peccati. Tutto questo era reso possibile mer mezzo suo, del Signore risorto. Questo messaggio doveva essere predicato a tutte le nazioni cominciando da Gerusalemme.

Quello doveva essere il contenuto della testimonianza dei discepoli riguardo a Lui. Per esserne capaci avrebbero ricevuto lo Spirito santo che aveva loro promesso. Comandò loro di aspettare quello Spirito a Gerusalemme. E testimoniare testimoniarono: è per mezzo della loro testimonianza che noi oggi possiamo credere. Come risultato possiamo anche vedere e sperimentare la vittoria della vita che abilita anche noi a diventare testimoni.

          La riconciliazione della vita in cielo. Quaranta giorni dopo la sua resurrezione Gesù apparve ancora ai sui discepoli a Gerusalemme. Li condusse fuori della città in direzione di Betania. Lì, in una delle colline si fermò, alzò le mani e li benedisse. E mentre li benediceva li lasciò e fu assunto in cielo.

Cosa avrebbe fatto lì in cielo? Sulla terra aveva dato la sua vita in sacrificio per i suoi. Ora, da sacerdote, andò a presentare quel sacrificio al Padre. Sulla base di quel sacrificio può portare una comunione durevole tra Dio e noi. In quella comunione siamo benedetti. Per quella ragione ascese al cielo mentre benediceva i suoi discepoli.

La vita è ancora redenta dalla benedizione di Cristo. I discepoli ebbero il privilegio di esserne i messaggeri. Dovrebbe quindi sorprenderci che, benché se ne fosse andato, siano ritornati a Gerusalemme con grande gioia? Erano continuamente nel tempio, lodando e ringraziando Dio. Videro finalmente la completa redenzione della vita che viene elargita in Cristo. E se noi la vediamo, non dovremmo anche noi essere pieni di gioia dato che sappiamo che Gesù è sempre occupato a nostro favore in cielo?


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