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38: Una luce ai Gentili

Marco 7:24-30

Cristo chiese alla donna sirofenicia di riconoscere il patto di Dio con Israele. Solo quando ebbe ammesso, nei termini della parabola, che i Giudei erano i figli e i non-giudei erano i cani, Cristo l’aiutò. Dio non sparpaglia in giro i suoi benefici casualmente ma li da per mezzo del suo patto. Senza un riconoscimento di quel patto non ci può essere conoscenza di Dio e non può esserci speranza per la sua benedizione.

Non dovremmo dire che questa donna abbia creduto al posto di sua figlia. Sua figlia posseduta non era in grado di credere da sé. In fede la donna pregò per la benedizione di Dio sulla sua casa da dimostrarsi nella guarigione della figlia. La donna sapeva che questa disgrazia era caduta su di lei e sulla sua casa. La faccenda la concerneva e pertanto lottò perché la maledizione fosse rimossa.

          Concetto principale: Cristo è una luce ai Gentili.

          Il pane dei bambini. In Galilea grandi folle seguirono Gesù, molti solo per i miracoli che faceva. La gente non credeva veramente in Lui come mandato da Dio per rivelarne la grazia. I capi del popolo lo contrastavano, c’erano infatti già stati dei conflitti tipo quello sul lavacro delle mani. La sua opera sarebbe forse stata vana? Non sarebbe dunque stato capace di conquistare la gente al Padre? Che lo seguissero solo per i miracoli deve averlo rattristato profondamente perché significava che la gente stava eludendo il vero scopo della sua venuta.

Perciò si ritirò da Israele. Israele avrebbe dovuto rinsavire e imparare a scegliere. Coi suoi discepoli attraversò il confine settentrionale del paese ed entrò nel territorio di Tiro e Sidone. Lì voleva rimanere nascosto per un periodo.

La gente avrebbe prima dovuto prendere una decisione riguardo a Lui ma sentì che quella decisione non avrebbe dovuto essere presa sull’onda dell’eccitazione mentre i sentimenti volavano alto per quello che vedevano e udivano perché una tale decisione sarebbe potuta venire non dal cuore. Ecco perché Gesù dimorò a Nord in una casa, probabilmente con un  conoscente.

Lo stesso non riuscì a rimanere nascosto. Una donna non giudea della zona udì di Gesù. Ella era disperata perché aveva una figlia che era penosamente posseduta da un demone. A quanto pare la condizione della povera ragazza era assai infelice perché il demone faceva di lei quello che voleva. La madre aveva interpretato questo fatto come una maledizione sulla propria famiglia. A suo tempo aveva udito parlare del ministero di Gesù in Israele e vide qualcosa della grazia che Dio stava esibendo al suo popolo in quel ministero. Alla luce di quella grazia, i potere del diavolo su sua figlia le divenne ancor più intollerabile.

Ora aveva sentito che Gesù era nelle vicinanze. Si recò alla casa dove dimorava, s’inginocchiò davanti a lui e lo pregò discacciare il demone da sua figlia.

Ricevette una risposta che sembrò negativa. Gesù disse che non era bene dare ai cani il pane che era destinato  ai figli. Per figli intendeva il popolo d’Israele, il popolo del patto, per il quale al tempo era destinata la grazia del Signore. Solo dopo che la salvezza fosse stata pienamente rivelata a Israele e Israele avesse preso la propria decisione, la grazia sarebbe giunta a tutte le genti.

Vero che il Signore Gesù si era nascosto per un tempo ma non aveva ripudiato il suo popolo. Non poteva farlo perché non poteva negare il patto di Dio con loro. Dio avebbe prima dovuto adempiere le proprie promesse a Israele. Dio è eternamente fedele al proprio patto e concede la propria salvezza per mezzo di quel patto.

          Il riconoscimento del patto. La donna comprese immediatamente cosa intendesse Gesù. Dimostrò una sorprendente perspicacia. E inoltre, non fu offesa dalla comparazione dei gentili coi cani. Riconobbe Israele come il popolo privilegiato di Dio e s’inchinò umilmente davanti all’elezione di Dio di Israele.

Ma sebbene lo abbia fatto, la sua fede speranzosa non demorse. Credette che, siccome aveva rivelato la sua grazia a Israele, Dio voleva dare una benedizione anche ai gentili. Espresse quella fede dicendo che anche i cani mangiano le briciole che cadono dalla tavole dei figli.

Qui Gesù fu confrontato da un miracolo, ovvero dall’opera del Padre. Tale perspicacia, tale umiltà, tale fede potevano essere state date solo dal Padre. Il Padre aveva fatto accadere questo mediante le voci sul Signore Gesù che erano state sparse oltre i confini di Canaan.

Come deve aver gioito! Lo vide come l’indicazione del Padre che doveva aiutare quella donna. E lui poteva certamente aiutarla perché lei aveva riconosciuto il patto di Dio. Quando la gente disprezza o ignora il patto, nessuna salvezza è possibile perché Dio dà sempre mediante il suo patto.

          Il pieno numero dei gentili. A questo segno da suo Padre Gesù disse alla donna di tornare a casa perché sua figlia era guarita. Poiché pronunciò quelle parole con autorità il demone fu scacciato. La donna credette e non lo sollecitò ad andare con lei ma tornò a casa e trovò la figlia che stava bene.

Questo incidente ebbe per Gesù un grande significato. Il suo popolo Israele, avrebbe presto dovuto prendere la sua decisione. Quando lo avrebbero fatto, molti di essi lo avrebbero rigettato. L’opera che il Padre stava facendo tra i Gentili, e la benedizione che lui già era riuscito a dare, fu per lui una profezia di ciò che sarebbe presto avvenuto.

Il vangelo sarebbe andato a tutte le nazioni e la fede sarebbe stata risvegliata in molti a perdono dei peccati e per la redenzione della vita dalla sua schiavitù a satana. Il completo numero dei gentili sarebbe stato raggiunto (vedi Romani 11:25).

Questo segno fu per lui indubbiamente un grande conforto e una gioia. Inoltre, mediante questo fatto i discepoli poterono imparare qualcosa della grande opera a cui più tardi Gesù li invierà.


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