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68: Edificare l’eterna comunità dei santi

Luca 16:1-13

Questa parabola è collegata con quella precedente. Nella parabola precedente il figlio più vecchio non era mai stato veramente un figlio ma solo un servo e perciò era vissuto per se stesso e perciò che possedeva. I discepoli non devono essere così. Devono edificare l’eterna comunità dei santi.

Il padrone lodò il fattore disonesto malgrado avesse dissipato le sue proprietà. Ma lo aveva compreso nella sua astuzia. Apprezzò la sua mossa scaltra. I figli di questo mondo si capiscono bene a vicenda in queste cose.

I figli di questo mondo, o come il testo effettivamente legge: i figli di questa era, sono i non-credenti. Anche i credenti vivono in quest’era ma vivono qui alla luce dell’era a venire che è cominciata con la venuta di Cristo. Non sono “figli” di questa era; la loro vita non scaturisce da essa né è vissuta solo per essa.

Una persona non si fa amici con le ricchezze ingiuste facendo, per esempio, una donazione al fondo diaconale. Noi dobbiamo trovarci a edificare la nuova eterna comunità dei santi in Cristo. A quel fine dobbiamo usare anche il nostro denaro. Quando edifichiamo tale comunità ne saremo anche membri eterni nell’era a venire.

Cristo definisce il denaro ricchezze ingiuste perché in genere è adorato e servito. Quando un uomo serve mammona è portato all’ingiustizia. Per il credente, se vive dalla fede, il denaro non è mammona, certamente non ricchezza ingiusta.

          Concetto principale: L’eterna comunità dei santi è in costruzione
                                                  in questa epoca.

          Figli di questa era. Il figlio più vecchio nella parabola che il Signore Gesù aveva appena raccontato viveva per se stesso e per i suoi possedimenti. Era un servitore del denaro. I discepoli non dovevano vivere in quel modo. Ovviamente, anche loro dovevano maneggiare del denaro ma dovevano usarlo per uno scopo interamente diverso che arricchire. Il Signore lo rese chiaro per loro con ancora un’altra parabola.

C’era una volta un ricco che aveva un fattore. Ricevette dei rapporti su questo fattore, sostenuti da prove, che dicevano che stava dissipando i possedimenti del suo padrone e che c’erano ammanchi considerevoli. Il suo padrone lo fece chiamare e gli disse di consegnare i registi affinché qualcun altro prendesse il suo posto.

Questo amministratore si rese conto che presto sarebbe stato sulla strada. Decise dunque di fare così: fece chiamare i debitori del suo padrone, strappò le loro cambiali e ne redasse altre con sconti dal 20 fino al 50%. Il suo calcolo fu che a breve questi debitori lo avrebbero ricevuto ed aiutato perché lui era stato così generoso.

Quando il padrone seppe come questo amministratore lo aveva derubato, potè comunque apprezzare la sua astuzia. Il fattore si era fatto degli amici e con ciò si era assicurato il futuro.

          I figli della luce. Gesù attirò l’attenzione dei suoi discepoli su quel fattore, non perché seguissero il suo esempio nella frode, ma perché fossero edotti della sua scaltrezza nel farsi degli amici. I discepoli, e i credenti in generale, dovrebbero esibire una simile arguzia. Anche loro dovrebbero farsi degli amici, ma solo in senso più alto. Dovrebbero edificare la comunità dei santi. A quello scopo dovrebbero anche usare il loro denaro e le loro possessioni. Denaro, che il mondo non-credente adora come dio e col quale è commessa così tanta ingiustizia, dovrebbe essere messo ad uso per costruire l’eterna comunità dei santi. E se in questa vita hanno lavorato alla costruzione di quella eterna comunità, allora, nella vita futura, quando il Signore Gesù sarà ritornato, saranno ricevuti con gioia come membri di quella comunità.

Questo era l’unico modo giusto che avrebbero avuto per usare il loro denaro. E il denaro era la cosa meno importante. Se non erano capaci di usarlo correttamente, Dio certamente non avrebbe affidato loro i doni maggiori di poteri spirituali. Anche questi, infatti, servivano alla costruzione dell’eterna comunità dei santi.

Se non potevano usare i soldi in questo modo, anche loro sarebbero diventati servi del loro denaro: il loro denaro sarebbe diventato il loro signore e padrone in cui avrebbero posto la loro fiducia. L’uomo non può servire due padroni: Dio e mammona, dovrà scegliere l’uno o l’altro.


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