INDICE:

74: Inerme

Luca 22:35-53

Per una discussione più completa dell’agonia nel Getsemani vedi la trattazione nel vangelo di Marco (p. ???). Viene ora introdotta una prospettiva diversa da quando Gesù aveva mandato i suoi discepoli a predicare in Galilea. Ora devono aspettarsi resistenza. Ciò si applica al tempo in cui predicheranno il vangelo in Israele e nel mondo. Anche se non devono mai difendere se stessi, devono difendere il nome e la Parola del Signore. Gesù ha guadagnato per noi il diritto di difendere la sua Parola col proprio essere inerme, con la sua volontaria resa a essere l’espiazione per i nostri peccati.

          Concetto principale: Perché Cristo fu inerme noi ora possiamo essere
                                                   spiritualmente all’offensiva.

          La chiamata a difendere la sua Parola e il suo Nome. Dopo il suo ingresso a Gerusalemme la domenica, quella settimana Gesù parlò nel tempio ogni giorno e fu attaccato da tutti i lati dagli anziani del popolo. Giovedì sera mangiò coi suoi discepoli sapendo che sarebbe stato l’ultimo pasto con loro prima del suo patire. Durante quella cena li salutò e li preparò all’incontro con lui dopo la sua resurrezione. Al momento di uscire nella notte diede loro uno scorcio del futuro.

“Vi ricordate” disse, “che vi mandai in Galilea a predicare e che doveste andare senza soldi o sacca perché vi dissi che la gente vi avrebbe ricevuto e avrebbe provveduto a tutte le vostre necessità. E che voi dovevate accettare perché eravate andati in mio nome. Vi mancò qualcosa in quel viaggio?” Risposero di no. Molti li avevano ricevuti perché erano andati nel nome del Cristo.

“Da questo momento in poi” disse, “sarà diverso. Ora andrete in un mondo ostile. Spesso la gente non vi riceverà perciò dovrete fare in modo d’avere con voi ciò di cui avrete bisogno. Procuratevi il denaro e indumenti di ricambio e se non avete una spada, vendete la veste e compratene una”.

In questo modo preparò i suoi discepoli per la grande opposizione che avrebbero incontrato nel mondo. Ma non avrebbero mai dovuto difendere se stessi, solo il suo nome e la sua parola. Ciò avrebbe determinato anche i mezzi che avrebbero dovuto usare in quella lotta nel mondo. Se riguardava loro stessi, disse che non dovevano resistere il malvagio. Ma dovevano prendere posizione per il suo nome.

Quella tensione nel mondo sarebbe stata determinata da ciò che presto gli sarebbe accaduto. Come era stato profetizzato di lui sarebbe stato annoverato tra i trasgressori perché la sua vita presente stava per giungere al termine. Sarebbe stato conosciuto come il rifiutato. Per questo gli uomini lo avrebbero deriso e odiato e avrebbero odiato anche il suo vangelo.

I discepoli gli risposero: “Signore, ecco due spade!”. Forse intendevano i grandi coltelli che alcuni di loro portavano per preparare il cibo.  I discepoli avevano ancora una volta frainteso le sue parole. Pensarono di doversi armare per difendersi dai pericolo che li  minacciavano. Quante volte non aveva loro detto che avrebbe dovuto patire secondo le Scritture e in modo che la grazia di Dio potesse essere sparsa su di noi? Ma questa volta non contraddisse più la loro nozione sbagliata. Sarebbero stati gli eventi a insegnare loro. Mise perciò fine alla conversazione dicendo: “Ora basta!” Fu un modo per porre fine al discorso. Non avrebbero dovuto difendere Gesù perché avrebbe patito in espiazione dei nostri peccati.

          La sua vittoria su se stesso. Dopo questa conversazione uscì coi suoi discepoli dirigendosi verso il Monte degli ulivi. Era stato lì così tante volte! Si era ritirato in quel posto molte volte per stare solo coi discepoli o per pregare.

Quando fu giunto dove voleva, disse ai suoi discepoli di pregare di non cadere in una tentazione che fosse troppo forte per loro. Lui stesso si ritirò a distanza di un tiro di sasso più avanti.  Voleva pregare per tutta la sofferenza che gli sarebbe venuta addosso. Fu assalito dall’orrore della morte sotto l’ira di Dio. E più di qualsiasi uomo, lui, che aveva sete di vita e di comunione con Dio, si tirò indietro da tale morte. Questo soffrire andava contro la sua intera natura umana. La sua natura umana pregò il Padre che gli risparmiasse questo calice di sofferenza.

Ma sapeva che, per fare espiazione, doveva soffrire. Nella sua obbedienza di fede voleva essere uno col Padre perciò continuò: “Tuttavia non sia fatta la mia volontà, ma la tua”. Con la stessa obbedienza di Fede doveva ora vincere la propria natura affinché anch’essa accettasse volentieri la sofferenza. Gesù combatté in una preghiera talmente drenante che rischiò di soccombervi. Gli apparve un angelo che lo rafforzò affinché non ne morisse. Non rese più facile il combattimento. Era così gravoso che il sudore gli cadde a terra dalla fronte  come grosse gocce di sangue.

Lì Gesù lottò per accettare volentieri con la sua intera natura ciò che il Padre aveva decretato. Lì coprì ed espiò il rifiuto sia di Adamo sia il nostro attraverso Adamo di rendere obbedienza a Dio. E dopo un lungo combattimento ottenne la vittoria. Era pronto a consegnarsi ai suoi nemici in resa totale al fine di compiere la missione del Padre per la nostra salvezza.

Alzandosi dalla preghiera, tornò ai suoi discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. Avevano percepito qualcosa della perplessità del Cristo e condividevano il suo sgomento e il suo dolore. Ma non potevano fronteggiare quella lotta mortale. Non riuscivano a combattere insieme a lui ma lo lasciarono invece a combattere da solo. Se non l’avesse portato a termine lui, se non avesse obbedientemente deciso per noi, nessuno di noi sarebbe mai capace di combattere e ottenere la vittoria su di sé. Ciò non altera il fatto che i suoi discepoli avrebbero dovuto combattere insieme a lui mediante la sua forza. Pertanto li rimproverò di essersi addormentati e li esortò a stare svegli e pregare per non cadere in una tentazione che poteva inghiottirli. Ma non furono capaci di farlo. Nessuno dei suoi discepoli fu con lui durante il suo momento di crisi. E tutta via, per la sua grazia, noi possiamo essere con lui nella sua vittoria.

          Inerme per lo Spirito.  Mentre ancora stava parlando coi suoi discepoli giunse una folla capeggiata da Giuda che era diventato un traditore. Giuda si avvicinò e lo baciò come segno ai suoi amici cospiratori che era lui. Gesù sii sottopose a quello spregevole tradimento. Come deve aver aborrito quel bacio. Pronunciò solo un rimprovero per cercare di riportare in sé il traditore: “Giuda, tradisci il Figlio dell’uomo con un bacio?”

I discepoli compresero che questo era il momento. Perciò chiesero se avessero dovuto difenderlo con la spada. E prima che potesse rispondere uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Quanto poco i discepoli compresero la sua resa spontanea, quanto si concesse inerme per il nostro bene! Che significato ha un amore che non comprende? In effetti, la loro perspicacia era molto limitata. Egli perciò disconobbe il loro comportamento, addirittura toccò l’orecchio ferito e lo guarì. Perfino in quella notte del tradimento c’era ancora il potere di guarire della grazia. Non avrebbe dovuto essere chiaro a tutti che semplicemente si arrendeva senza difendersi per ottenere il potere di vincere il peccato e le sue conseguenze? Sottolineò di essere inerme indicando le spade e i bastoni della turba. Non aveva insegnato ogni giorno nel tempio? Ora lo cercavano nel profondo della notte e in questo luogo buio perché questo era il tempo e il luogo delle loro opere delle tenebre. Eppure non oppose loro resistenza ma si consegnò nelle loro mani.

Col suo essere indifeso guadagnò per noi il diritto di uscire in difesa del suo nome. Possiamo difendere solo il suo nome e la sua parola, il suo diritto e il suo onore. A volte può essere necessario che anche noi ci consegnamo indifesi per lui. Possiamo perseguire solo ciò che serve la venuta del suo regno. Noi  non possiamo fare quello che lui fece perché lui si consegnò per la nostra riconciliazione. Tuttavia, il nostro intento, come il suo, deve essere null’altro che la venuta del Regno di Dio in cui Egli regna supremo.


Altri Studi che potrebbero interessarti