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26: Colui che ha autorità

Matteo 28

Quando è resuscitato Gesù ha assunto ogni autorità in cielo e sulla terra. Ha accettato quest’autorità in veste de il Cristo, l’unto, l’investito di quella funzione. In quanto Dio e uomo insieme, era venuto nel mondo come Colui che è mandato dal Padre, come l’Unto: il Cristo. In questa veste, ogni autorità gli era stata data e pertanto l’ha accettata.

Possiamo dire che ha assunto quell’autorità alla sua resurrezione benché l’avesse già esercitata sulla terra anche prima in virtù dell’opera che doveva compiere per la redenzione del mondo (vedi sopra, capitolo 11).

Quindi, quella che esercita è la potenza della grazia. Temporaneamente, essa include il potere sui suoi nemici, sul peccato sulla morte e su satana, di conquistarli e di portare la grazia dentro la vita e di renderla vittoriosa. Il controllo su tutte le cose è ora nelle mani della sua grazia in modo che la vita sia liberata. Al suo ritorno rimetterà questa autorità al Padre. Allora verrà il regno eterno di pace nel quale avrà anche autorità sulla creazione insieme a quelli che gli appartengono.

Credere nella resurrezione di Cristo implica credere nella liberazione della vita dal peccato e dalla morte. E se lo crediamo ciò include anche la salvezza della nostra vita. Sulla base dei fatti cosiddetti storici non possiamo accettare la resurrezione di Cristo. Tutti i discepoli ne sono prova, specialmente Tommaso.

          Concetto principale: Il Signore risorto ha ogni autorità in cielo
e
sulla terra.

          Alla resurrezione Gesù assume ogni autorità. I capi sacerdoti e i farisei avevano sigillato la tomba e posto davanti ad essa guardie armate. Gesù non c’era più ed ora non c’era alcuna possibilità che i suoi discepoli fossero neppure in grado di spargere la voce che fosse risorto.

I capi sacerdoti e i farisei devono essersi sfregati le mani congratulandosi con se stessi per come erano andate le cose. In tutte le sue parole e le sue azioni Gesù aveva detto che con Dio c’è grazia per gli uomini. Ma essi non avevano voluto nessuna grazia e nessuna rivelazione della grazia. Vivevano mediante la loro saggezza e la loro virtù. Se la grazia c’era, la loro propria saggezza sarebbe crollata e avrebbero dovuto rendere conto per  le loro vite “virtuose”. Ma se loro erano in controllo, non c’era posto per Gesù. Ecco perché gioirono del fatto che sarebbe stato dimenticato nella tomba. Il seggio della loro autorità aveva riacquistato solidità.

Anche i discepoli erano a Gerusalemme che non sapevano cosa fare o dove andare. Per loro era tutto l’opposto. Se la grazia non c’era, se tutto il ministero di Gesù era finito in delusione, la vita non era più possibile. E Gesù era effettivamente stato crocefisso: era come se Dio avesse pronunciato una maledizione sulla sua intera vita.

Trascorsero il sabato in Gerusalemme in questo stato mentale. La domenica all’alba alcune delle donne che lo avevano seguito non poterono più sopportare di stare a Gerusalemme. Il corpo di Gesù aveva ricevuto frettolosa sepoltura il venerdì sera. Ora vollero prendere ancora delle spezie per ungere il suo corpo ancora un po’.

Mentre presero la strada non pensarono neppure della pietra che sigillava la tomba. Questo dimostra che le spezie non erano la cosa principale che avevano nella testa. Volevano stare vicino alla tomba perché non potevano starci lontane. Non avevano pensieri di resurrezione. Non avevano ascoltato quello che aveva detto della sua resurrezione. Quello era ancora ben al di là dell’orizzonte della loro esperienza. Se il Signore Gesù fosse risorto ci sarebbe stata la totale liberazione della vita e un crogiolarsi in una vita rinnovata nel favore di Dio. Allora ci sarebbe stata una completa riconciliazione e una nuova vita: un nuovo mondo in cui anch’esse sarebbero vissute.

Nessuno può credere nella resurrezione del Signore Gesù senza credere anche nella redenzione della vita, una redenzione in cui anche lui, anche lei, condivide. La resurrezione, questo ottenimento del favore di Dio, può essere creduto dall’uomo solo col cuore. Questa è la ragione per cui non avevano sentito cosa Gesù aveva detto della sua resurrezione. Non avevano ascoltato in fede e perciò la sua affermazione non li aveva colpiti.

Quando erano quasi alla tomba ci fu un grande terremoto. Cosa l’aveva causato? Cristo era uscito dalla tomba. La vita era liberata dalle catene della colpa e della morte. Nessuno lo vide perché le guardie fuggirono ai primi rimbombi. Ci piacerebbe aver visto la scena!

Pensate cosa la resurrezione deva aver significato per il Signore Gesù! Era stato tenuto giù dal peso della colpa dei nostri peccati ma poi era entrato nella piena e gloriosa comunione col Padre. Per noi pure, entrò in quella comunione. Per i credenti la colpa non c’era più e la vita era libera.

Ma allora accettò pure l’autorità su tutte le cose. Avrebbe regnato nella grazia che aveva ottenuta. Ora assunse autorità nel Regno della grazia. Ciò avrebbe significato il rinnovamento del mondo intero. Ecco il perché del terremoto come segno. E gli angeli lo avrebbero servito nel suo regnare sovrano. Avvenne così che un angelo venne dal cielo per rotolargli via la pietra. Fin dall’inizio gli angeli mostrarono la loro voglia di servirlo nell’opera del suo Regno che si apprestava ora a intraprendere. E continuano a servirlo in quell’opera. Nel loro servizio esibiscono la potenza della sua grazia.

          Il messaggio della resurrezione. Le donne giunsero alla tomba e videro l’angelo seduto sulla pietra. Le sue sembianze erano come quelle di folgore e la sua veste candida come neve. Non meraviglia che le donne si siano impaurite! Ma l’angelo disse: “Non abbiate timore, io so che cercate Gesù che è stato crocefisso”. Queste donne, che dopo tutto erano delle peccatrici, non dovevano avere timore della gloria risplendente dell’angelo. Che risplendeva dall’angelo era la gloria del favore di Dio ottenuto per noi di nuovo da Cristo. Questa donne erano attaccate al Signore Gesù, per questo lo stavano cercando. A motivo del Signore Gesù noi possiamo stare dinanzi alla luce del volto di Dio.

Lì, davanti alla tomba, le donne udirono dall’angelo il messaggio dellea resurrezione. “Egli è risorto”, vale a dite, ha spezzato la potenza del peccato e  della morte. Egli ora sta dall’altro lato della colpa e della morte e regna nella potenza della sua grazia. Perché redime il mondo queste donne potevano ora partecipare della sua gloria. Potevano stare con lui dall’altra parte della morte perché in lui erano conquistatrici.

Quel messaggio era così straordinario che l’angelo diede loro un segno: fece loro vedere la tomba vuota. Solo per fede quello è un segno. Dove non c’è fede i segni non hanno valore. Uno potrebbe chiedere se qualcuno potesse magari aver rimosso il corpo. Ma la fede è confermata dal segno.

L’angelo mandò le donne a portare ai discepoli il messaggio della resurrezione. Dovevano dire loro di andare in Galilea perché il Signore Gesù sarebbe loro apparso lì. In Galilea! Aveva predicato lì così tante volte e fatto così tanti miracoli!  Lì aveva mostrato loro come redime la vita mediante la sua grazia. Era sembrato tutto finito in insuccesso ma ora avrebbe stabilito un collegamento col suo precedente ministero. Ora la corona sarebbe stata posta su tutto quel lavoro. Ora avrebbe continuato a piena forza e sarebbe stato esteso a tutte le nazioni. In segno di conferma, l’angelo disse: “Ecco, io ve l’ho detto”. Disse così in modo che le donne credessero veramente. L’angelo garantì d’aver parlato a nome di Dio.

          Comunione col Signore risorto. Le donne lasciarono prontamente la tomba e tornarono a Gerusalemme. Nei loro cuori c’era timore e grande gioia. Non poteva essere vero! Non poteva essere vero che stavano vivendo in un mondo nuovo, e tuttavia, era vero perché l’aveva detto l’angelo e avevano visto il segno. Così fluttuavano tra la speranza e il timore nel loro combattimento interiore.

Lungo la via, improvvisamente Gesù andò loro incontro e le salutò. Nell’incontro Gesù disse loro parole di pace ed estese loro il suo favore. Con ciò vinse l’ultimo pezzetto d’esitazione che c’era ancora in loro. Era vero! Il nuovo mondo, nel quale il pieno favore di Dio risplende su tutte le cose si apriva davanti a loro. Gli andarono incontro, gli toccarono i piedi e l’adorarono. Ebbero comunione col Signore risorto e in lui parteciparono del pieno favore di Dio.

Sebbene il Signore Gesù non sia più sulla terra come uomo, vuole ancora mostrarsi a noi nella sua Parola. Ci incontra nella sua Parola. Vuole lui stesso parlarci del suo favore. Allora, per fede, abbiamo altrettanta comunione con lui di quelle donne. Allora ogni esitazione scompare e il nuovo mondo si apre anche a noi.

Il Signore Gesù diede loro le stesse istruzioni dell’angelo. Quando lo incontriamo per fede nella sua Parola dobbiamo diventare messaggeri di salvezza.

          Il potere della menzogna. Nel frattempo, le guardie armate erano fuggite a Gerusalemme e avevano raccontato l’accaduto ai capi sacerdoti. I sacerdoti discussero la cosa con gli anziani. Insieme corruppero i soldati romani e dissero loro di spargere la voce che i discepoli avevano rubato il corpo del Signore Gesù durante la notte mentre loro dormivano. I capi sacerdoti e gli anziani garantirono ai soldati che non avrebbero avuto problemi con Pilato se la cosa gli fosse giunta all’orecchio.

Ecco quanto induriti erano i capi sacerdoti e gli anziani. Questo era non solo un ingannare altri ma anche se stessi. Non avrebbero permesso che fosse vero che dopo tutto la Parola del Signore Gesù avesse trionfato perché nella loro mente non c’era posto per la grazia su questa terra. Non potevano concedere che fosse vero e perciò non poteva essere vero. Così convinsero se stessi. Escogitarono una bugia e la sparsero.

La potenza della bugia che nega la grazia si oppose alla potenza della verità della grazia. Perfino il denaro era al servizio della potenza della bugia. Queste due potenze si scontrano ancora nel mondo. Anche oggigiorno il denaro è posto al servizio della potenza della bugia. Ma il Signore Gesù continua a rivendicare tutto per il suo servizio, per il servizio della potenza della verità. E la vittoria è sua.

          Al servizio di Colui che ha autorità. In seguito, Gesù fissò coi suoi discepoli che sarebbe apparso loro in un certo tempo su una certa montagna in Galilea. Gli undici discepoli non furono i soli che si riunirono lì: insieme a loro c’era una grande folla di persone che aveva creduto in lui. Improvvisamente fu in mezzo a loro! In quei giorni dopo la resurrezione egli era ancora sulla terra ma viveva una vita completamente diversa di quella di prima della sua morte. Di essa non possiamo farci alcuna idea.

Tutto ad un tratto lo videro. Benché lì ci fossero solo credenti ce n’erano alcuni che ancora dubitavano che si trattasse veramente del Signore Gesù. Dubitavano ancora la sua resurrezione. Se l’avessero accettata avrebbero dovuto credere che la grazia aveva vinto sulla colpa e sulla morte e che la vita e il mondo intero ora sarebbero stati rinnovati. Fu bello che gli altri lo adorarono come il Figlio di Dio, come Colui che conferiva loro la vittoria totale della grazia. Come risultato della loro adorazione furono conquistati anche i dubbiosi.

Lì il Signore apparve loro come Re con la maestà della sua potenza. Disse loro: “Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra”. Gli è stata data per governare tutte le cose nella sua grazia, per redimere tutte le nazioni e tutte le relazioni tra le nazioni. Avrebbe redento l’intera loro vita, concesso loro perdono dei peccati e li avrebbe ricondotti a Dio.

A quello scopo mandò i suoi discepoli nel mondo. Avrebbero dovuto fare discepoli tutte le nazioni mediante la predicazione del vangelo così che tutti i popoli avrebbero saputo della sua grazia. Il battesimo sarebbe stato il segno dell’innesto di questi popoli nel suo regno. Nel battesimo i discepoli dovevano dare loro il segno della loro comunione con Dio Padre, col Figlio e con lo Spirito santo.

Non tutte le persone in quelle nazioni avrebbero creduto e avrebbero imparato a vivere per grazia. Molti si sarebbero induriti. Ma il Signore Gesù avrebbe nondimeno accompagnato l’avanzata del vangelo col suo Spirito. In questo modo la Parola avrebbe avuto grande potenza. Gli eletti sarebbero stati salvati e negli eletti anche le nazioni. Gli eletti formano il reale nucleo delle nazioni: sono come la crema del latte.

Così sarebbe stata influenzata l’intera vita delle nazioni, e l’esercizio di quella potenza del Cristo non cesserà fino alla fine dei tempi. Oggi, perciò, anche se il vangelo è rigettato da così tanta gente, dobbiamo continuare a proclamare la Parola di Colui che regna su tutte le cose nella sua grazia.


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