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54: Esodo

Luca 3:1-20

La profezia di Isaia qui citata ci rammenta del ritorno di Israele (esodo) dalla cattività babilonese. Come un altro Giosuè, Giovanni Battista condusse il popolo fuori dalla terra di schiavitù. In questo caso si trattava di un’uscita dalla schiavitù della ricerca della propria giustizia autonoma e dentro la libertà di vita per grazia di Dio. Giovanni doveva annunciare che il Signore stava per venire a redimere il suo popolo, pertanto doveva condurre la gente a incontrare il Signore.

L’avvertimento che il Signore era capace di suscitare dei figli di Dio anche dalle pietre, non dovrebbe farci concludere che mentre nel Vecchio Testamento la comunità pattizia stava sempre a fondamento, il Nuovo Testamento enfatizzi la responsabilità personale.  Farlo significherebbe trascurare il fatto che Dio suscita quei figli ad Abrahamo e pertanto li incorpora nella comunità pattizia. (Vedi le osservazioni fatte nella prima traccia di questo volume.) Troviamo già segni di un concetto magico dei sacramenti in quelle persone che si facevano battezzare da Giovanni per sfuggire l’ira a venire e, da parte loro, anche un’incapacità di comprendere il patto con le sue promesse e requisiti. Giovanni protestò contro queste cose.

           Concetto principale: Giovanni Battista porta le persone a incontrare il Signore.

          Ogni carne vedrà la gloria del Signore. Il figlio di Zaccaria ed Elisabetta era cresciuto e aveva ora Trent’anni. Era giunto per lui il tempo di cominciare il suo ministero pubblico in Israele. Nel deserto dove viveva Dio gli parlò, probabilmente per mezzo di un’ispirazione nel cuore. Doveva richiamare la gente al Signore. La grazia del Signore sarebbe apparsa gloriosamente nel Messia. La gente avrebbe dovuto voltare le spalle ai loro peccati e alla loro fiducia in se stessi e volgersi al Signore in fede. Allora il Signore si sarebbe mostrato loro come un Dio che perdona il peccato.

Come segno del loro pentimento la gente doveva essere battezzata da Giovanni. Dovevano scendere nelle acque del Giordano come segno che erano morti alla loro vita di peccato e uscire dalle acque come segno che la nuova vita col Signore era cominciata. Il Signore volle conferire quel beneficio al suo popolo nel suo patto. Il lavacro con l’acqua significava la rimozione dei loro peccati. Alla Parola del Signore Giovanni iniziò questo ministero. Lo faceva nel deserto, presso i guadi del Giordano dove avrebbe incontrato molta gente.

Il tempo del suo ministero sembrava tutt’altro che favorevole per il suo appello al pentimento e alla fede nella grazia del Signore. Israele era soggetto ai romani, i quali governavano gran parte del territorio mediante il governatore Ponzio Pilato. I romani erano completamente estranei alla promessa di Israele. Un’altra parte del territorio più a Nord era governato da Erode Antipa il tetrarca che regnava sotto supervisione romana. A causa della sua vita di peccato, Erode era ostile all’idea dell’elezione di Israele e alla grazia del Signore nel suo patto con Israele.

A peggiorare le cose, i capi spirituali del popolo, il sommo sacerdote Caiafa e suo suocero Anna, odiavano il vangelo.  Odiavano la buona novella che Dio nella sua grazia voleva essere tutto per il proprio popolo. Quegli uomini pensavano di potersela cavare da soli con la loro religiosità.

Eppure il Signore sapeva quello che stava facendo. Il vangelo della grazia, quello che Giovanni stava predicando e che Gesù avrebbe preso in mano da lui, doveva ingaggiare battaglia con quelle potenze ostili. Dio non voleva abbandonare il suo popolo ai loro peccati.

Questo ministero di Giovanni, mediante il quale la gente doveva essere portata ad incontrare il Signore, era già stato promesso da Dio nel Vecchio Testamento. A quel tempo Dio aveva detto che una voce sarebbe comparsa nel deserto ad annunciare che il Signore sarebbe venuto nella sua grazia. E assumendo che la gente avrebbe creduto quel messaggio di grazia, avrebbe dovuto preparare la via per lui, ovvero, tutto ciò che nella loro vita ostacolava la venuta del Signore doveva essere rimossa. I peccati dovevano essere confessati e abbandonati nella forza della fede nella grazia del Signore. La venuta del Signore avrebbe visto la salvezza del Signore procurata a ogni carne, vecchi e giovani, liberi e schiavi, Giudei e Gentili. La salvezza non era limitata e nessuno sarebbe stato rigettato a priori.

          Stanarli dalla loro falsa confidenza. Giovanni ministrava nel deserto, predicando quel meraviglioso messaggio. Inoltre battezzava. Molti vennero dalle campagne per essere battezzati. Il ministero di Giovanni fece una profonda impressione. Diceva che il regno del Messia era vicino e tutti sapevano che il Messia era venuto per eseguire il giudizio. Giovanni dipinse una figura vivida di quel giudizio a venire di modo che la gente potesse vedere i propri peccati e confessarli.

Ma molti non confessarono fedelmente i loro peccati di fronte alla grazia del Signore. Molti semplicemente furono presi da paura. Volevano il battesimo per timore del giudizio e dell’ira sui loro peccati, come se quel battesimo provvedesse protezione contro la venuta dell’ira. Videro così il battesimo come un incantesimo, un qualcosa di magico.

Spesso la gente agisce in questo modo. Vedono la chiesa e la loro “religione” come mezzi per proteggersi dal giudizio. Arrabbiato Giovanni si rivolse a queste persone e chiese chi avesse insegnato loro a vedere il battesimo in quell’ottica. Come la gente fa spesso, di quel meraviglioso segno della grazia di Dio per il suo popolo avevano fatto un amuleto. A loro il battesimo non dava protezione ma il giudizio li avrebbe colpiti ancor più duramente. Quelle persone credevano realmente di avere buone possibilità di sfuggire al giudizio. Dopo tutto, non appartenevano forse al popolo del patto? Pertanto pensavano di avere un diritto alla benedizione di Dio.

Il popolo del patto infatti ha un diritto alla benedizione del Signore ma solo perché lui l’ha promessa nella sua grazia. Ma come può un uomo ricevere quella benedizione se non vuole conoscere il Dio che l’ha promessa o se non crede nella grazia di Dio e non confessa e rifugge i propri peccati? Che fossero figli di Abrahamo secondo la carne non li proteggeva. Dovevano essere uno con Abrahamo in fede. Allora sarebbero stati veramente figli di Abrahamo.

Il Signore avrebbe tratto tali figli di Abrahamo dai Gentili. Sarebbero stati assorbiti nel patto e avrebbero ereditato la promessa fatta ad Abrahamo. Dio lo avrebbe fatto secondo il proprio beneplacito e secondo la sua elezione. Sarebbe stato troppo meraviglioso per il Signore? Poteva far sorgere figli di Abrahamo anche dalle pietre se avesse voluto. Gli israeliti non avrebbero dovuto gloriarsi di discendere da Abrahamo o della loro posizione nel patto. Avrebbero dovuto gloriarsi della grazia del Signore che li aveva collocati nel patto.

Sfuggire il giudizio era fuori questione. Il Messia aveva in mano la sua scure e i colpi stavano per partire. Ogni albero che non portava frutto sarebbe stato tagliato, separato dal popolo del patto e gettato nel fuoco.

          Toglierli dai loro peccati. Chiesero dunque a Giovanni quali fossero questi frutti che risultavano dalla fede. Cosa desiderava da loro il Signore? Tra quelli che fecero questa domanda c’erano persone che avevano una genuina fede nella grazia del Signore. Volevano essere istruiti da Giovanni. Che risposta avrebbe dato loro? Avrebbe chiesto che vivessero la stessa vita che viveva lui nel deserto? Era quella la natura della vita nel Regno di Dio?

Li stupì con una risposta assai diversa. Dovevano rimanere dentro la vita e in quelle relazioni quotidiane conoscersi e amarsi l’un l’altro in fede. Il loro amore sarebbe divenuto manifesto nel loro condividere i loro beni con le persone nel bisogno.

Inoltre, la giustizia del Regno di Dio doveva governare la loro vita. Ai pubblicani, i collettori di tasse che si erano messi al servizio del tiranno straniero, non disse che dovevano lasciare i loro tavoli della gabella ma che non dovevano rubare. Ai soldati di Roma non disse di lasciare il servizio militare. Dovevano non rubare o fare violenze e accontentarsi del loro salario.

La vita nel Regno di Dio è in realtà piuttosto semplice. È vero che per mezzo di quel Regno le condizioni del mondo sarebbero dovute cambiare, ma dobbiamo cominciare conoscendoci l’un l’altro in amore e a donarsi l’un l’altro per amore di Dio.

          Il potente che viene. Il ministero di Giovanni fece un’impressione talmente profonda nella gente che cominciarono a chiedersi se fosse lui il Messia. Giovanni capì che ne stavano parlando e disse loro che anche lui era stato mandato da Dio. Però, il suo battesimo non era altro che il segno della grazia di Dio nel suo patto. Colui che sarebbe venuto dopo di lui, il Messia, avrebbe egli stesso impartito la grazia. Lui, che risveglia nuova vita, avrebbe battezzato con lo Spirito santo e col fuoco che purifica dal peccato e introduce il combattimento tra quelli che temono il Signore e quelli che non lo temono. Il Messia sarebbe stato molto più grande di Giovanni. Lui è il Signore dal cielo. Giovanni, che era solo un uomo peccatore, non era degno di sciogliere il legaccio dei suoi calzari. Come potevano pensare che fosse lui il Messia? Quando Gesù fosse venuto, e la sua venuta era imminente, la vagliatura tra il popolo sarebbe cominciata come la vagliatura del grano dalla pula. Gesù avrebbe bruciato la pula con fuoco inestinguibile. Grande è la grazia che il Messia porta, ma anche terribile il suo giudizio.

          Inimicizia. Era nell’ordine della cose che nascesse dell’inimicizia nei confronti di Giovanni e del suo messaggio. I capi del popolo avevano timore di lui. Temevano di perdere la loro presa sul popolo. Giovanni non risparmiava nessuno. Non risparmiò neppure Erode il tetrarca che rimproverò nel nome del Signore per la sua vita empia. Ma Erode rifiutò di ascoltare la ragione e infine lo fece gettare in prigione.

Così, Giovanni sofferse il vituperio del vangelo e in ciò portò qualcosa della sofferenza del Signore Gesù stesso. Fu per lui una grande prova. Tutti quelli che confessano  Gesù Cristo ne soffriranno una parte e sarà per la loro purificazione. La vittoria del vangelo della grazia verrà per mezzo del loro soffrire. Anche Giovanni dovette lasciare il posto al Signore Gesù e per il suo ministero in Israele. È Cristo solamente, non il suo servo Giovanni, che salva il suo popolo.


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