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69: L’uomo realmente ricco

Luca 16:19-31

Il ricco non fu perduto perché era ricco e Lazzaro non fu salvato perché era povero. Nemmeno possiamo dipingere il ricco come un orribile delinquente. Di lui leggiamo solo che “se la godeva ogni giorno splendidamente”. Però, il ricco era un possidente che, ai propri occhi, era un legittimo proprietario, che ha le sue pretese dalla vita. In contrapposizione, c’è Lazzaro, il reietto, che non ha una parte materiale in questa vita. Quello era il suo cruccio, un cruccio che aveva radici nella fede. Infatti, quale vero figlio di Abrahamo aveva un diritto (per grazia) alla comunione col suo popolo e al possesso della vita e di un pezzo di terra. Ma in questa vita stava soffrendo privazione. È singolare che, diversamente da altre parabole, Cristo dia un nome a questo poveraccio. Dimenticato dal proprio popolo, quest’uomo ha un nome presso Dio.

Dobbiamo tenere presente che questa è una parabola. Dai suoi dettagli non si possono trarre conclusioni sulla vita dopo la morte. Il nostro interesse principale qui è col terzo punto di paragone. (Vedi sezione 67). Cristo dipinge un quadro della vita dopo la morte con pennellate prese in prestito da questa vita in modo da chiarire il suo punto principale. Non dobbiamo dunque trarre alcuna conclusione dal fatto che Abrahamo e il ricco si parlino, né dal fatto che il perduto senta ancora della compassione per i suoi fratelli che sono ancora sulla terra.

          Concetto principale: I credenti sono realmente ricchi.

          Il proprietario apparente.  Con la parabola del fattore ingiusto Gesù aveva detto che dobbiamo usare il nostro denaro per costruire l’eterna comunione dei santi. I Farisei, che erano avidi di denario se ne erano offesi. Non spendevano i loro soldi in quel modo. Li usavano per sé. Pensavano di essere signori e padroni qui sulla terra. Così, In realtà vivevano separati da Dio mentre appartenevano al popolo pattizio. Non erano disposti a ricevere alcun consiglio dal Signore Gesù, al contrario, lo schernirono.

Gesù li volle avvertire di nuovo, e lo fece con una parabola. C’era una volta, disse, un uomo che era molto ricco. Vestiva di porpora e di lino fino e se la godeva magnificamente ogni giorno. Non indulgeva in eccessi ma viveva bene e perché era ricco c’era intorno a lui un’aurea di successo. Si immaginava signore e padrone di vita. Con le persone della sua classe sociale era quello che aveva veramente una legittima rivendicazione su questo mondo. Dimenticò Dio dal quale sono tutte le cose. Non sapeva nulla dell’umiltà della fede che considera ogni cosa un dono. Il mondo è ancora  oggi pieno di tali presunti legittimi padroni.

Ogni giorno, alle porte della sua lussuosa proprietà, giaceva un povero di nome Lazzaro. Lazzaro viveva degli avanzi di quella ricca dimora. Ma il ricco a malapena lo notava quando gli passava accanto uscendo di casa. Un poveraccio così semplicemente non contava nulla. Oltretutto era troppo sporco per posarci lo sguardo, era infatti coperto di piaghe. Solo i cani randagi gli davano qualche attenzione perché gli leccavano le piaghe.

La vita è ancora così. Ci sono persone che pensano di poter  dominare su tutti. Ce ne sono altre che semplicemente non valgono nulla. Il giudizio di Dio può ben essere diverso. Se quelli che qui non contano nulla riconoscono Dio come il solo che ha autorità su tutta la vita, questi per Dio contano davvero. E così era con quest’uomo, Lazzaro. Il ricco era anche lui un discendente di Abrahamo ma non sapeva niente della fede, dell’aspettativa della fede, di ciò che significasse essere uno straniero qui sulla terra. Lazzaro invece era un vero figlio di Abrahamo a motivo della sua fede.

          Nel seno di Abrahamo. Lazzaro morì solo e completamente dimenticato. Eppure non era solo. Dio era con lui che fu portato dagli angeli nel seno di Abrahamo. Al banchetto dell’amore di Dio ebbe il privilegio di reclinare a tavola molto vicino ad Abrahamo. Lì godeva comunione col suo popolo e col padre del suo popolo, una comunione che aveva bramato invano sulla terra.

Anche il ricco morì, circondato da molta gente. Il suo funerale fu imponente, la sua salma fu seguita da una lunga processione. Eppure quest’uomo ricco fu solo nella sua morte e riaprì gli occhi all’inferno. I suoi possedimenti sulla terra erano stati una mera illusione. Solo chi possiede ciò che ha come un dono da Dio, e gode dell’amore di Dio nel possederlo, lo possiede realmente.

Il ricco vide Lazzaro a fianco di Abrahamo e chiese ad Abrahamo che mandasse Lazzaro a rinfrescare la sua lingua. Era tormentato perché era stato privato di tutto. Bruciavano in lui desideri che non erano soddisfatti. Ma Abrahamo rifiutò. Tutti i desideri del ricco erano stati soddisfatti sulla terra. Aveva desiderato solamente ciò che poteva possedere solo temporaneamente. Ora dove soffrire in agonia. Lazzaro non aveva avuto ciò che aveva desiderato con fervore: essere parte della vita e avere comunione col suo popolo per la gloria di Dio. Tale desiderio sarò soddisfatto eternamente. Oltretutto, non ci può essere comunione tra i salvati e i perduti. Tra loro c’è il baratro del giudizio di Dio

Il Signore Gesù introdusse questa parabola in modo che determiniamo lo scopo di ciò che possediamo. Come possiamo usarlo al meglio?

          La Parola di resurrezione. Il ricco chiese se Lazzaro non potesse essere mandato dai suoi cinque fratelli sulla terra per avvertirli perché stavano vivendo la loro vita come lui l’aveva vissuta. Abrahamo gli indicò che avevano la Parola di Dio nelle Scritture del Vecchio Testamento. Avevano la Parola della grazia, la Parola della promessa che li chiamava a pentirsi della loro vita apostata. La parola di Dio ci chiama infatti a essere ricchi per fede nell’amore di Dio. Quella è infatti la resurrezione.

Il ricco aveva pensato che se solo qualcuno fosse salito dai morti i suoi fratelli si sarebbero sicuramente pentiti e avrebbero emendato le loro vie. Ma Abrahamo rispose che se non credevano la Parola di Dio nelle Scritture, non avrebbero creduto neppure se qualcuno fosse salito dai morti. Erano sordi alla Parola della vita. Cristo non è pur salito dai morti e la sua Parola non è forse proclamata? Quanti odono la Parola di resurrezione e sono ricchi in Dio?


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