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23: Trattamento arbitrario

Matteo 27:11-13

Pilato trattò Gesù in modo totalmente arbitrario. Permise che gli anziani mettessero Gesù alla sbarra e poi attese di vedere se Gesù si sarebbe discolpato. Pilato contrappose Barabba a Gesù anche prima che fosse stata decisa la sentenza. Si lavò le mani e si sottrasse da qualsiasi responsabilità nel caso lasciando Gesù esposto alla derisione dei soldati. Matteo desidera attirare l’attenzione su questa arbitrarietà.

Dio non ci tratta in modo arbitrario. È vero che la sua rigida giustizia ci ha arresi all’arbitrarietà di satana e degli uomini. Quello è il risultato del nostro peccato nel quale abbiamo voluto liberarci dalla giustizia e dalla legge di Dio per poter esercitare noi stessi potere arbitrario. Qui Cristo soffre quell’arbitrarietà affinché noi si possa trovare di nuovo protezione sotto la giustizia di Dio.

Il processo fu condotto la mattina presto. La moglie di Pilato aveva notato che stava succedendo qualche cosa. Forse aveva perfino visto Gesù o sentito parlare di lui in precedenza. Dopo essersi svegliata si era addormentata di nuovo. Nel suo sonno fu tormentata da un sogno. I suoi sogni non devono essere interpretati come rivelazione. Certamente non dobbiamo immaginarcela come una qualche sorta di santa! È vero che chiamò Gesù “quel giusto” ma quella potrebbe essere stata solo un’impressione. Cristo era diventato un’ossessione per lei. Lei non esortò suo marito a fare in modo che prevalesse la giustizia; gli disse solo di stare attento a non scottarsi le dita. Anche in questo appello e corso d’azione ci fu arbitrarietà. Quando Pilato si lavò le mani dell’intera questione lo fece in parte a motivo dell’avvertimento di sua moglie.

          Concetto principale: Il Cristo soffre l’arbitrarietà affinché noi si possa trovare
protezione sotto la giustizia di Dio.

          Accuse arbitrarie. Era ancora mattina presto quando gli anziani del popolo entrarono nella corte di giustizia di Pilato col Signore Gesù. Presentarono ufficialmente a Pilato l’accusa che avevano preparato: Gesù si era dichiarato re dei Giudei. Pilato fece introdurre Gesù nell’aula del tribunale e lo interrogò riguardo a questa accusa. Il Signore Gesù non negò: confessò che era il Re dei Giudei.

Gesù è certamente il Re del suo popolo, ed è venuto per governarli in giustizia affinché possano trovare protezione sotto lo scudo della sua giustizia. Ma noi tutti ci siamo liberati di Dio e ci siamo assurti a capi. Vogliamo regnare secondo l’arbitrarietà del nostro potere. Così volevano anche gli anziani del popolo. Perciò non potevano accettare il Signore Gesù  e non lo potevano tollerare. Lui era loro rivale.

Che poteva fare Pilato con un simile Re che voleva regnare solo nel nome di Dio secondo giustizia? L’intero dominio dell’impero romano si fondava sull’arbitraria estensione del potere. Anche Pilato esercitava il suo potere arbitrariamente. Il ministero di Gesù era un lungo capo d’accusa contro l’impero romano e contro Pilato. Ma Pilato considerò Gesù uno sciocco per nulla pericoloso per lo stato. Ancora adesso chiunque agisca nel nome del Dio vivente e da parte del suo Regno non ha realmente alcuna influenza sulla terra (Non è un’affermazione disgustosa?). Gli uomini preferiscono inchinarsi all’arbitrarietà del potere. Così Pilato non sapeva che fare di Gesù. Lo fece condurre fuori dall’aula del tribunale e lo pose davanti ai suoi accusatori. Sicuramente Gesù si sarebbe discolpato e sarebbe stato rilasciato.

Quando la gente si rese conto di ciò che Pilato aveva in mente, ci fu un’esplosione di accuse. Non si limitarono alle accuse premeditate: il loro odio si manifestò in tutto ciò che ora vomitarono contro di lui. La folla di anziani impazzì. Un’accusa arbitraria seguiva l’altra.

Ma Pilato non riuscì nel suo scopo, Gesù infatti non replicò a nessuna delle accuse. Pilato rinunciò al suo compito di giudice; non interrogò le due parti per arrivare a un verdetto ma lasciò che fosse l’accusato a discolparsi. E il Signore Gesù non rispose alle accuse. In silenzio, soffrì l’arbitrarietà degli uomini.

          Sentenza anticipata. Dall’odio manifesto nelle molte accuse, Pilato comprese che i Giudei non avrebbero facilmente lasciato andare libero Gesù. Tuttavia voleva liberare Gesù perché a suo giudizio non meritava alcuna condanna. Perciò Pilato cercò un’altra soluzione. Si ricordò che era consuetudine liberare un prigioniero per la Pasqua e che la scelta era lasciata ai Giudei. Non sappiamo nulla di più riguardo a questa consuetudine. Probabilmente i romani la usavano per dare ai Giudei l’impressione di non essere un popolo completamente soggiogato ma di godere di una certa misura di libertà.

In prigione a quel tempo c’era un uomo di nome Barabba che era già stato condannato. Aveva commesso assassinio in una insurrezione. Probabilmente Pilato sapeva che questo ribelle era lungi dall’essere congeniale al sinedrio. Per questo mise Barabba vicino a Gesù e chiese quale dei due dovesse rilasciare. Pilato limitò così la loro libera scelta a due persone. Ma non fu tutto. Fu molto peggio il fatto che trattò il Signore Gesù come se fosse già stato condannato. Nel farlo Pilato fece sì che la responsabilità del giudizio gli fosse stornata dalle mani. Il giudice non sostenne la giustizia ma mise l’accusato alla mercé dei suoi accusatori.

Di nuovo Gesù soffrì una violazione della legge nella forma di un trattamento arbitrario. Fu come non ci fosse giustizia nel mondo. Se fosse risultato che non c’era giustizia, sotto quale scudo la vita sarebbe stata al sicuro?

          Un’avvertimento dalla moglie di Pilato. Mentre Pilato era occupato con questa faccenda, ricevette un messaggio da sua moglie. Si era evidentemente svegliata presto ed aveva visto qualcosa di ciò che stava accadendo. Aveva ricevuto una certa impressione del Signore Gesù e poi si era riaddormentata. Nel suo sonno mattutino fece un brutto sogno su di lui. Dopodiché i suoi pensieri riguardo a questo profeta di quello strano popolo le erano divenuti pesanti e perciò mando a suo marito un avvertimento: non avere niente a che vedere con lui ma mandalo via.

Qui, ancora una volta, non c’era alcuna ammonizione a fare giustizia. Tanto Pilato che sua moglie volevano liberarsi del Signore  Gesù. Cosa mai può fare il paganesimo quando è confrontato da Gesù? Cosa possono fare i non-credenti col Re della grazia? Come minimo diventa loro oppressivo. Per natura tutto il mondo è imbarazzato da Colui che regna secondo la giustizia della sua grazia. Colui che vuole liberare la vita mediante quella giustizia diventa un orrore per i non-credenti. Perciò gli uomini lo rigetteranno e non vorranno avere nulla a che fare con lui. Quella è sempre stata l’essenza della sofferenza di Gesù.

Questo non cancella il fatto che nel messaggio di sua moglie Pilato abbia ricevuto un’ammonizione divina. Era chiaramente il momento di agire secondo la giustizia divina che avrebbe dovuto possedere. Se non fosse riuscito a farlo nel trattare con quest’uomo di cui tanto lui che sua moglie avevano avuto una straordinaria impressione, non sarebbe riuscito mai. In quell’impressione era evidente qualcosa della rivelazione di Dio a loro. Ciò nonostante, ambedue vollero arbitrariamente dissociarsi da Gesù. Dov’era la giustizia per Lui?

          Pilato si lava le mani. Un po’ alla volta, la gente di Gerusalemme, che aveva udito di ciò che stava accadendo, si radunò nella sala del tribunale. Mentre Pilato si era assentato momentaneamente per il messaggio di sua moglie, gli anziani ebbero un’opportunità di esortare di nuovo il popolo a chiedere il rilascio di Barabba. Perciò, quando Pilato si rivolse di nuovo al popolo, essi gridarono tutti insieme che liberasse barabba. E quando chiese cosa dovesse farne di Gesù che era chiamato “il Messia”, il popolo gridò: “Sia crocefisso!”.

La richiesta del popolo che Gesù fosse crocefisso era completamente arbitraria. Quando Pilato aveva chiesto che male avesse fatto non aveva ricevuto risposta. Non c’era risposta possibile. Gesù aveva mostrato solo giustizia e la potenza della sua grazia. Ma i Giudei non avrebbero tollerato quel Regno.

Un tempo, anche noi non volevamo sopportare il Regno di Dio. Di fatto, nessuno lo può accettare per natura. Senza alcuna ragione noi lo malediciamo.  Porta la redenzione della nostra vita ma noi riusciamo solo a vederlo con sospetto e ad accusarlo di attentare alla nostra vita.

Ora, quando Pilato non ottenne l’attesa risposta alla sua domanda, non sarebbe dovuto intervenire? Ma aveva perso il controllo della gente perché non aveva permesso che prevalesse la giustizia. Si prospettava una rivolta. Perciò si lavò le mani davanti alla folla dicendo: “Io sono innocente del sangue di quest’uomo. Vedetevela da voi!” Si scrollò di dosso la sua responsabilità benché fosse il governatore. Considerato che Dio lo aveva messo in quell’ufficio, egli era obbligato da Dio a fare giustizia. Lo scudo protettivo della giustizia fu tolto al Signore Gesù.

In tutta questa arbitrarietà, Cristo soffrì le conseguenze e la punizione del nostro peccato. Non abbiamo voluto che la giustizia e la legge di Dio ci governassero. Allora Dio, secondo la sua giustizia, ci ha abbandonati all’arbitrarietà, a quella di satana e a quella reciproca. Quell’arbitrarietà ora regna sulla terra. Ma Cristo soffrì quell’arbitrarietà affinché la sua giustizia ci governasse di nuovo. I credenti sono stati liberati a forza dall’arbitrarietà di satana e degli uomini e sono nelle mani del giusto Regnante. E Dio ha ristabilito sulla terra governo e giustizia perché siano uno scudo protettivo per tutti gli uomini. Ciò non altera il fatto che ci sia ancora una buona dose di arbitrarietà sulla terra. Anche i credenti ne soffrono. Ma per loro si tratta di un castigo e di una prova intesa a rafforzare la loro fede, la fede che ora sono passati nelle mani di Colui che giudica rettamente.

I Giudei non ebbero paura di accettare la responsabilità della morte di Cristo. Non lo fecero perché ne avessero ragioni sufficienti; lo fecero puramente per odio. Gridarono: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. Non sapevano quello che stavano dicendo.

Più tardi la colpa d’aver sparso quel sangue innocente ricadde effettivamente su di essi e sui loro figli quando Gerusalemme fu distrutta e il suo popolo fu disperso tra le nazioni. Il giudizio di Dio resta ancora sull’Israele ribelle. Questo non significa che Israele come popolo sia stato rigettato. Da tutti quelli che da Israele sono venuti alla fede in Cristo è evidente l’opposto. Fu anche per Israele che Cristo soffrì l’arbitrarietà di Pilato. Nei suoi eletti, anche questo popolo sarà tra le molte nazioni che un giorno canteranno le lodi di Cristo.

Essendosi lavato le mani, Pilato consegnò il Signore Gesù ad essere flagellato e poi crocefisso, ma lasciò libero Barabba. Quando Barabba fu liberato, magari per essere ricevuto dal popolo con un grido di giubilo, quella fu una manifestazione del modo arbitrario che il governatore ebbe di trattare la situazione. Il giudice romano non fu giusto. Ma poiché Cristo soffrì l’ingiustizia, Dio un giorno farà giustizia a Cristo e a tutti quelli che gli appartengono.

          Schernire il Re. I soldati presenti nel tribunale, alcuni dei quali incaricati di eseguire la sentenza, vollero prendersi una loro soddisfazione in quest’affare. Avevano udito che il Cristo era chiamato il Re dei Giudei e così pensarono di farsi beffe di questo. Gettarono su di lui un mantello di soldato per rappresentare le vesti dell’imperatore. Intrecciarono una corona di spine e gliela posero in testa. Gli misero in mano una canna a mo’ di scettro e s’inginocchiarono davanti a lui schernendolo: “Salve, Re dei Giudei!” E quando furono stufi di questo gioco crudele cominciarono a sputargli in faccia e al colpirlo sul capo con la canna.

Nessuno lo aveva peso sul serio. Tutti risero di lui. Anche i soldati lo trattarono arbitrariamente. Non fu una legittima esecuzione di una sentenza, solo pura arbitrarietà. Gesù rimase completamente al di fuori della protezione della legge. Tutta la sua apparenza era un’assurdità che chiunque poteva deridere. Il regno della grazia del Signore Gesù è proprio un’assurdità per chiunque non crede. Chi è il Cristo e cos’è il suo regno qui sulla terra? Spesso il potere e la sua arbitrarietà sono le forze che regnano in questo mondo.

Questo scherno di Gesù, comunque, ebbe un ruolo nella sua espiazione di quella arbitrarietà. Quelli che gli appartengono sono in via di redenzione da quella peccaminosa arbitrarietà, della quale anch’essi sono spesso colpevoli. I credenti sono arbitrari nei confronti del Signore e della sua rivelazione e anche dei loro simili. La loro colpa è stata espiata ed essi imparano a vivere un nuovo tipo di vita. Un giorno tutta l’arbitrarietà di cui è colpevole la gente che lo rigetta diventerà uno scherno perché non avrà effetti. Tale arbitrarietà non può interferire col Regno di grazia di Cristo su quelli che gli appartengono. Quel regno sarà allora rivelato in tutta la sua realtà.


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