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31: Non riconosciuto

Marco 3:7-35

Cristo avverte i farisei circa il peccato contro lo Spirito santo. Avrebbero commesso questo peccato se avessero insistito nell’ascrivere il suo operato ad uno spirito immondo. Il fatto che si spingessero al punto di bestemmiare .lo Spirito santo dimostra che Cristo stava facendo il suo lavoro mediante l’operazione dello Spirito. Questo è il modo in cui si rivela qui.

Condotto dallo Spirito santo e mentre opera da Dio, per mezzo di Dio e a Dio, Gesù è irriconoscibile. I suoi amici pensano che sia fuori di sé. All’uomo questa vita condotta dallo Spirito è totale pazzia. I farisei lo giudicarono posseduto. Non sanno la differenza tra essere posseduto da uno spirito immondo ed essere ispirato dallo Spirito santo. Non sanno la differenza perché non la vogliono sapere.

Il peccato contro lo Spirito santo non può essere qui discusso dettagliatamente. Tuttavia sono opportuni un paio di brevi commenti. Cristo si rivelò nella sua opera per essere ispirato dallo Spirito santo. Ma perfino dopo la più chiara della rivelazioni e dichiarazioni del Signore i farisei continuarono a considerarlo posseduto. A quel punto il loro peccato divenne satanico. Fu chiaro che il loro proposito era non solo di mantenere la loro posizione tra il popolo: sembrarono spinti come con una sola mente da odio verso la verità della grazia di Dio. In tutti i peccati umani ci sono elementi di stupidità e ignoranza perché pensiamo di poter guadagnare qualcosa peccando. Ma nel peccato satanico non neppure un solo elemento di stupidità. Il peccato di satana è un’espressione premeditata di odio scatenato.

          Concetto principale: Cristo, condotto dallo Spirito santo, non viene riconosciuto.

          Una terribile parafernalia. Le voci sul Signore Gesù, sui miracoli che faceva e le parole che diceva fecero il giro della nazione e oltre i confini. Veniva da lui gente da tutte le parti, perfino dall’Idumea, un tempo conosciuta come Edom. A motivo degli Erode questa nazione era strettamente collegata a Israele.

Un giorno il Signore Gesù era coi suoi discepoli sulle rive del Mare di Capernaum. La folla premeva da tutti i lati. Premevano specialmente i malati, solo per poterlo toccare ed essere guariti. Era una situazione pericolosa. Dovette chiedere ai suoi discepoli di tenere sempre pronta una barchetta in modo da potervici salire quando la folla lo spingesse troppo vicino all’acqua.

Gente posseduta da spiriti immondi cadeva sulle ginocchia davanti a lui e gridava: “tu sei il figlio di Dio”. Vedevano che era Colui nel quale era giunta agli uomini la grazia di Dio. Gesù proibì loro immediatamente di rivelare chi era. Voleva essere rivelato, nonna satana ma dalle sue opere e parole in modo da avere con la gente un contatto personale.

Eppure, era soddisfatto di quella terribile parafernali tra il popolo. Per mezzo della grazia di Dio voleva vincere la nazione intera, non solo una persona qui e una là, ma l’intera nazione nella sua vita , quella intima e quella pubblica. Cristo era venuto a redimere la vita, a diventare Re sulla vita nel suo insieme.

          L’organizzazione del lavoro. La situazione era insostenibile perché non poteva disseminare benedizioni in giro genericamente. Era interessato specialmente in una sorta di contatto più personale mediante il quale vincere la gente al Padre. La conversione della vita doveva cominciare nell’intimo e sbocciare all’esterno. Perciò si ritirò dalla città e andò nelle colline circostanti. Lì chiamò a sé quelli che desiderò. I suoi discepoli gli avrebbero portato la gente.

Ci devono essere state molte persone che trascorsero con lui ore indimenticabili, ore nelle quali la luce del Regno si accese su di loro. Furono persone privilegiate, ma noi possiamo esserlo altrettanto perché lui ci vuole ancora parlare mediante la sua Parola. Quando ascoltiamo la Parola, questa  ci diventa intima quanto lo fu per la gente sulle colline  della Galilea. Allora apparteniamo al popolo per cui venne e a cui diede la sua Parola.

D’altro lato, non voleva trascurare le masse. Tutti dovevano udire di lui e della salvezza che era apparsa in lui. Perciò istituì dodici dei suoi discepoli ad essere apostoli, missionari che proclamassero dappertutto in Israele il vangelo del Regno. Dovevano anche stare quotidianamente con lui per ricevere l’insegnamento sul Regno della grazia, prima di tutto per se stessi. E quando li inviò, diede loro il potere di guarire gli infermi e di scacciare i demoni. Con questi segni dovevano mostrare che nel Regno della grazia la vita è messa in libertà dal peccato e dalle sue conseguenze.

I dodici avrebbero formato il fondamento del nuovo popolo di Dio, che avrebbe raccolto a sé da ogni nazione del mondo. Gesù li stava rendendo fedeli mediante la sua parola e il suo Spirito e li stava preparando per la loro missione. Guai a chi non si sarebbe sottomesso al vangelo della grazia! Purtroppo tra loro ce n’era uno che non si sarebbe sottomesso. Quel discepolo era Giuda che più tardi lo tradì. Giuda procedette a predicare e fece perfino miracoli nel nome del Signore Gesù, ma scosse via il meraviglioso giogo che il Signore gli aveva messo.

          Fuori di sé? Dopo queste cose avvenne che il Signore Gesù e i suoi discepoli entrarono in una casa. Immediatamente si riunì una folla. Fu così occupato con quella folla che né lui né i suoi discepoli ebbero un attimo per mangiare. Si dava alla fola ininterrottamente. Lo Spirito santo lo spingeva a fare così. A motivo dello Spirito il suo lavoro per il Padre e il suo regno non gli davano respiro.

“A che pro?” Si chiesero i suoi amici. “Si logorerà completamente e ciò non ha alcun scopo. Non si lascia fare Re. Non sta diventando un leader del popolo per liberarlo dal giogo dei romani e neppure desidera una posizione d’onore come quella degli scribi. Non rimane nascosto per fare conversazioni religiose con Tizio o con Caio. Invece, solleva òla folla. Questo approccio non ha un progetto logico e non va da nessuna parte. Non ha senso”. Pensarono che fosse fuori di sé.

Il fatto ò che questo era un movimento che procedeva dal padre e poteva portare solo al Padre. Il movimento era dello Spirito santo che era all’opera nel Cristo. Per questo il movimento non poteva essere paragonato ad alcun altro. Ecco perché i suoi amici lo considerarono abnorme. E il movimento è sicuramente senza senso se non vediamo Dio o conosciamo lo Spirito santo il quale vuole condurre tutta la vita solo a Dio e santificarla per lui.

I suoi amici cercarono di arrivare a lui e di portarlo via. Non si fidavano più di lasciarlo da solo. Non è orribile? Eppure, se non abbiamo ricevuto la grazia di Dio per fede, la nostra attitudine  verso di lui e verso lo Spirito santo che al presente è nel mondo non può essere per niente diversa.

          Posseduto da Beelzebub? Gli scribi la facevano anche peggiore. Erano scesi da Gerusalemme per tenere Gesù d’occhio e vedere se facesse qualche cosa contraria alla legge di Mosè. Non potevano negare i miracoli che faceva. E in quei miracoli erano immediatamente confrontati con la grazia di Dio che libera la vita. Ora semplicemente sarebbero stati costretti a credere. Ma allora si sarebbero dovuti sottomettere a quella grazia e con ciò avrebbero dovuto rinnegare il loro modo di vivere e la loro dottrina. Non avevano affatto voglia di farlo. Pertanto dovettero farsi forza contro quella rivelazione della grazia.

C’era un solo modo per farlo: avrebbero dovuto denigrare quella rivelazione e accreditare i suoi miracoli e Beelzebub. Era ll peggiore delle abominazioni. Dissero: “ È posseduto da Beelzebub e scacci i demoni per il principe dei demoni”. Volevano schiacciare il suo movimento asserendo che era dal diavolo. Cercarono di far accettare alla gente questa calunnia.

Il Signore Gesù è così paziente che confuta anche questa bestemmia. “Come sarebbe possibile” disse, “che questo movimento fosse dal diavolo? Se fosse così il diavolo non starebbe scacciando il diavolo? Se fosse così il suo regno sarebbe stato distrutto tanto tempo fa. Nessun regno e nessuna casa divisi contro se stessi possono sussistere. I demonio non si contrastano a vicenda: insieme si oppongono a Dio e al suo Regno. Nel mondo ci sono solo due princîpi, il principio della grazia e il principio dell’empietà. E noi viviamo per l’uno o per l’altro.

“Non vedete che sono venuto a sovvertire il regno di satana? Questo è chiaro dal fatto che scaccio i demoni. Voi non siete mai stati capaci di farlo con la vostra dottrina e la vostra conduzione, ma io sono più forte di satana. Come può uno entrare in casa di un uomo forte e rubargli le sue cose se prima non lo sconfigge? Io ho vinto satana e continuerò a vincerlo. Ecco perché posso  strappare persone dal suo potere. In questo la grazia di Dio è rivelata.

Guai a voi se continuate a negarlo, se bestemmiate quest’opera dello Spirito santo come opera di satana. Potete bestemmiare in molti modi e ancora trovare perdono, ma se la potenza dello Spirito santi vi è stata rivelata e la bestemmiate come venire dal diavolo, non c’è perdono per voi per tutta l’eternità.

          Sua madre e i suoi fratelli. Gli amici di Gesù, che non erano riusciti a persuaderlo d’andare con loro aveva molto probabilmente avvertito sua madre e i suoi fratelli. Adesso questi vennero da lui. Ma dentro e attorno alla casa era così pieno che non poterono passare. Perciò trasmisero un messaggio dicendo che erano lì e lo chiamavano. La gente che sedeva intorno a lui gli fece sapere che sua madre e i suoi fratelli erano arrivati.

Cose avrebbe fatto? Avrebbe permesso che sua madre e i suoi fratelli lo disturbassero nel suo lavoro per il Regno di Dio? Quelle relazioni di sangue e il vincolo d’obbedienza che lo legava a sua madre erano sicuramente di grande importanza per lui, ma tutte quelle relazioni devono essere santificate nel Regno di Dio se debbano non interferire con la venuta di quel regno. È infatti in  quelle relazioni santificate che il Regno è venuto.

Il legame della fede nel Regno della grazia è quello più intimo di tutti. Tutte le relazioni sulla terra esistono alla luce di quella comunione. Gesù guardò verso tutti quelli che erano seduti intorno a lui e disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli. Chiunque fa la volontà del Padre mio è mio fratello, sorella e madre”. Parlava di quella meravigliosa relazione che possiamo avere per fede. Non c’è comunione più sublime di questa relazione santificata. E questa comunione rimane per sempre. Ma a quel tempo sua madre e i suoi fratelli non comprendevano ancora. Avrebbero compreso solo più tardi.


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