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41: Combattenti per la vita

Marco 9:14-29

L’accusa di Cristo: “O generazione incredula, fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò?” Fu diretta non ai discepoli ma alla folla, agli scribi e al padre del ragazzo. Per la verità, la fede dei discepoli era stata influenzata a motivo dell’incredulità che li circondava. Questo è il motivo per cui Cristo, alla fine, disse che questo tipo di demone non poteva essere scacciato se non con la preghiera e il digiuno. Mediante la preghiera e il digiuno i discepoli dovevano ingaggiare il combattimento per mantenere ferma la loro fede di fronte all’incredulità che li circondava.

          Concetto principale: Cristo e la sua chiesa sono i combattenti per la vita.

          La mancanza di potenza dei discepoli. Quando Gesù e i suoi tre discepoli scesero dalla montagna sulla quale era stato trasfigurato, trovarono a valle il resto dei discepoli circondati da una grande folla e da scribi che stavano discutendo con loro. La folla lo vide arrivare e gli andò subito incontro concitatamente per salutarlo. Gesù sospettò immediatamente che gli scribi stessero attaccando la fede dei discepoli. Si volse perciò agli scribi e chiese loro di che stessero discutendo. Voleva intervenire in favore dei discepoli, cioè in favore del regno del Padre che si rivelava nella loro fede.

Ricevette risposta da una parte completamente diversa. Qualcuno della folla si fece avanti e gli disse cosa stava succedendo. Questa persona aveva un figlio che era posseduto dal diavolo. Il diavolo aveva fatto diventare sordo e muto il ragazzo. A volte il diavolo gli provocava delle violente convulsioni e poi lo faceva giacere rigido a terra con la bocca che schiumava e a stritolare i denti. Il padre aveva portato questo suo figlio dai discepoli chiedendo loro che scacciassero il demone da lui, ma non ne erano stati capaci.

Ciò mostrò al Signore Gesù l’impotenza dei suoi discepoli, ai quali, dopo tutto, aveva dato il potere di scacciare i demoni. Comprese molto bene come si era generata questa situazione. Non era che i suoi discepoli non credessero in lui ma erano circondati da una folla incredula e critica.

Il padre del ragazzo era probabilmente deluso di non aver trovato  lì proprio il Signore Gesù. Ora avrebbe dovuto esporre la questione ai discepoli. Non si fidava molto di loro. In più, lì c’erano gli scribi. Questi avrebbero amato registrare una vittoria sui discepoli. Armati con la loro incredulità, si frapposero deliberatamente sulla via della fede dei discepoli. Erano bramosi di vedere se i discepoli potessero qualcosa ora che il loro maestro non era presente. E la folla stette a vedere chi avrebbe avuto la meglio. La folla è sempre incline a schierarsi dalla parte dell’incredulità.

In questo modo il potere della fede dei discepoli era stato infranto dall’incredulità che li circondava. Non furono più in grado, in una fede semplice come quella dei bambini, di aspettarsi che la potenza del Signore Gesù assumesse efficacia e poi fare grandi cose mediante quella potenza. Avevano comandato al demone di uscire ma il demone non li aveva degnati d’attenzione. Il loro comando non era la Parola che radiava la potenza del Signore Gesù e perciò non poteva legare il diavolo.

La fede dei discepoli non poteva misurarsi con l’incredulità che li circondava. Purtroppo è spesso così con la chiesa e coi credenti. Anche oggi il popolo di Dio deve rendere testimonianza al Signore Gesù. Se credono nel suo nome le loro vite saranno liberate dal peccato e dal controllo del diavolo. Ma anche loro vivono in un mondo pieno di incredulità che così spesso paralizza la potenza della loro fede. Tuttavia, per i credenti non poter affrontare l’incredulità è peccato.

          O generazione incredula! Il Signore era appena stato sul monte ove la sua fede aveva trionfato. Come risultato era stato trasfigurato. Ora si trovò in mezzo all’incredulità che aveva circondato i suoi discepoli.

Su quell’incredulità uscirono parole amare dalla sua bocca perché odiava ogni incredulità che rigettasse suo Padre. “O generazione incredula, fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò?”. Con queste parole non stava dicendo di essere stufo di stare in questo mondo incredulo e di voler rinunciare alla sua opera di redenzione. Voleva evidenziare il contrasto tra l’incredulità del mondo e la fede perfetta di cui lui viveva. Pertanto gettava luce su quell’incredulità; la stava condannando dichiarandola una colpa davanti a Dio.

Gesù era disposto ad aiutare ma prima l’incredulità doveva venire alla luce, anche nel padre del ragazzo. Comandò che il ragazzo gli fosse portato. Appena vide Gesù, il diavolo gli fece venire le convulsioni e il ragazzo cadde rotolandosi  per terra e con la schiuma alla bocca. Lo stato del ragazzo fu visto da tutti. Allora Gesù chiese al padre da quanto tempo ne soffrisse. “Dalla fanciullezza” fu la risposta. Questo fatto gli rendeva ancor più difficile credere che suo figlio sarebbe mai stato sanato.

Il padre, terrorizzato da quella terribile vista, raccontò che sembrava proprio che il diavolo volesse distruggere la vita del ragazzo perché a volte lo gettava nel fuoco, altre nell’acqua. Come sono terribili le intenzioni del diavolo! È venuto per distruggere. Il padre ora implorò Gesù: “Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Quell’uomo chiese: “Se tu puoi qualcosa …”. Pertanto nell’uomo non c’era ancora fede, solo dubbio. Era disposto a fare un tentativo anche col Signore Gesù, ma per lui la guarigione sembrava assolutamente impossibile.

Questo portò alla luce la sua incredulità insieme con ciò che la causava, ovvero che il ragazzo era stato posseduto fin dalla sua fanciullezza. Qui il Signore Gesù non risparmiò nessuno ma prima espose l’incredulità in tutta la sua profondità e la svergognò portandola alla luce. Volta dopo volta siamo imbarazzati e svergognati davanti a lui e rimaniamo senza giustificazioni.

          Guarigione mediante la fede. Gesù allora risvegliò la fede. Rimandò al mittente quel: “Se tu puoi” e disse: “ogni cosa è possibile a chi crede”. Da lui possiamo ottenere ogni cosa mediante la fede, cioè tutte le cose che desideriamo da lui in accordo con la sua volontà, tutte le cose che sono consone al suo Regno. Altre cose non potremmo mai desiderarle in fede.

Il padre ora percepì che gli veniva richiesta la fede. Sapeva anche quanto incredulo era stato il suo atteggiamento nei confronti di Gesù. Lo scambio verbale con Gesù lo aveva condotto alla fede.

Ad ogni modo era un uomo onesto. Sotto lo sguardo vigile di Gesù non avrebbe potuto far sembrale le cose migliori di come fossero. Perciò esclamò: “Io credo Signore, aiutami nel mio combattimento contro la mia incredulità”. Questa era di fatto una resa al Signore Gesù e da lui sarebbero venute fede e potenza per combattere l’incredulità. Così fu la fede ad avere la meglio su quest’uomo.

Nel frattempo la folla stringeva da tutte le parti, avida di nuove sensazioni. Questo desiderio della folla avrebbe facilmente interferito con la fede. Perciò Gesù non volle tardare ulteriormente la guarigione. Ordinò allo spirito muto e sordo di uscire dal ragazzo e di non entrare mai più in lui. Si rivolse al demone e chiamò per nome i guai che causava: mutismo e sordità.

Il Signore Gesù fa venire sempre alla luce le oscure attività del diavolo. Questo non era un caso ordinario di epilessia, ma genuina possessione demoniaca. In questo caso la diretta influenza di satana si celava dietro i sintomi di epilessia. Al comando di Cristo il diavolo uscì gridando forte, straziato per essere stato vinto. Ma nel lasciare il ragazzo gli causò convulsioni così violente da lasciarlo a terra come morto. Gesù lo prese per la mano lo sollevò e lo fece stare in piedi.

Il diavolo era stato vinto di nuovo. Un giorno il Signore schiaccerà il capo del diavolo sotto i suoi piedi. Comunque, il diavolo era stato vinto mediante la fede che il Signore Gesù aveva risvegliato. La sua Parola ci fa credere in lui, il combattente per la vita che un giorno la libererà dal dominio della morte.

          Preghiera e digiuno. Quando entrò in casa i suoi discepoli gli chiesero perché non erano loro stati capaci di scacciare il demone. Il demone che era stato in controllo del ragazzo aveva anche infiammato l’incredulità nella folla, sobillato l’opposizione degli scribi e fatto sorgere dubbi nel cuore del padre. In questo modo il diavolo aveva stabilito un controllo totale. La fede dei discepoli non era riuscita ad opporsi a quell’incredulità.

Se avessero voluto essere forti nei loro scontri con tutta l’incredulità rilasciata dal diavolo avrebbero dovuto digiunare confessando con ciò davanti al Signore di essere uomini indegni. In quel modo ogni falsa fiducia in se stessi sarebbe stata sradicata. Allora sarebbero stati capaci di pregare in fede e la potenza di Dio si sarebbe rivelata nella loro parola.

Avrebbero dovuto esercitare la loro fede per mezzo di digiuno e preghiera. Però, anche quell’esercizio avviene in fede. Non si può produrre fede solo esercitandola. In fede si va al Signore cercando comunione con lui e infine per fede in Lui si confessa la propria indegnità. Quindi, in comunione con lui proprio come alla sua vera presenza, siamo capaci di vincere il maligno.

Sebbene lui oggi non si manifesti con questi sintomi particolari, il suo regno è proprio altrettanto attorno a noi e in noi adesso. Insieme col Signore Gesù saremo combattenti per la vita.


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