INDICE:

49: Il Signore è buono

Luca 1:1-25, 57-80

È caratteristico della genealogia di Luca andare indietro fino ad Adamo, il figlio di Dio. La salvezza non è solo per Israele ma per tutta l’umanità. E la salvezza consiste in questo: che per amore di Cristo gli uomini sono stati adottati di nuovo come figli di Dio e santificati. A questo riguardo Luca descrive l’amore di Dio e la misericordia che ha in Cristo per la vita umana che restituisce a salute mediante il suo Spirito.

Il nome Giovanni significa il Signore è buono (fa misericordia). Fa misericordia all’intera vita dell’umanità nel Cristo quale secondo Adamo, il Capo del patto. Quel patto un giorno abbraccerà tutti i popoli.

Da quanto sopra è chiaro che non dobbiamo considerare gli eventi trattati in questa sezione come la storia famigliare privata di Zaccaria ed Elisabetta. Anche per loro c’è grazia e gioia nella nascita del loro figlio, ma ciò che ha l’enfasi maggiore in questo annuncio della nascita è la venuta di Uno davanti alla cui faccia Giovanni avrebbe dovuto preparare la via. Più tardi questo fatto sarà il tema principale del cantico di Zaccaria.

Zaccaria si sbagliò nel considerare impossibile credere la promessa dell’angelo. Ebbe lo sguardo fissato solo sulla nascita del figlio, che era una cosa relativamente piccola se paragonata con la grande notizia che l’angelo aveva appena annunciato. Se non vede la piccola notizia alla luce della grande non può credere. Se avesse creduto il miracolo della venuta del Signore nel Cristo,  la nascita di suo figlio sarebbe forse stata troppo miracolosa da credere? Nello stesso modo, la nostra salvezza è troppo miracolosa per noi da credere se non teniamo lo sguardo fisso sul miracolo della effettiva venuta di Dio nel Cristo.

          Concetto principale: Dio dà prova della sua misericordia  verso il suo popolo
mandando uno che ha da preparare la via davanti a lui.

          L’adempimento che supera l’aspettativa. Per secoli Dio si era rivelato a Israele perché nel suo patto lo aveva adottato per essere il suo popolo. La salvezza di Dio nel suo patto non era stata intesa per Israele solamente ma per tutti i popoli. Nella sua misericordia, mediante un Redentore, avrebbe dato guarigione alla vita che era stata così terribilmente ferita uscita malconcia in tutti i popoli.

Ad ogni modo, il Redentore sarebbe nato in Israele. Israele aveva vissuto per molti secoli sperando in quel Redentore! Solo che non era venuto. Ora il Signore era perfino rimasto in silenzio per diversi secoli: non si era più rivelato al suo popolo mediante un profeta o in qualche altro modo. In Israele la speranza era destinata a morire. E tuttavia c’erano ancora alcune persone che, in fede, vivevano col Signore nel suo patto, aspettando il compimento della promessa.

Il tempo che Dio aveva determinato alla fine era giunto. Israele era ancora sottoposto all’impero romano ma al popolo era stata lasciata una certa indipendenza. Per esempio, Roma aveva approvato che r il trono a Gerusalemme fosse occupato da re Erode la cui stirpe poteva essere fatta risalire ad Isacco via Esaù. Pertanto Erode regnava su Israele.

In quel tempo, un uomo e sua moglie, Zaccaria ed Elisabetta, vivevano in Giuda. Lui era un sacerdote e anche lei era della linea di Aaronne, apparteneva cioè a una famiglia sacerdotale. Questa coppia viveva col Signore nel suo patto e riponeva la propria speranza nella sua misericordia. Ma non avevano figli. Devono aver pregato frequentemente per questo, e ancor più, non solo per un figlio, ma per la manifestazione della grazia di Dio nella nascita di un figlio. Se viviamo col Signore, non solo preghiamo per i suoi doni ma gli chiediamo anche di mostrare il suo amore nel suo dono.

Un figlio non era stato dato loro. Avevano smesso di pregare perché erano diventati vecchi. Ora era impossibile che potessero ancora avere un bambino. Ciò deve aver oscurato la loro vita di fede. Cos’era per loro il Signore? Era forse un Dio lontano?

Dovettero assumere che le loro preghiere non erano state ascoltate. Nella loro aspettativa delusa questi due vecchi erano una figura di tutto Israele la cui speranza nel Messia era stata similmente frustrata. Sarebbe veramente venuto?

Eppure, non possiamo dire di qualsiasi preghiera fatta in fede che non sia stata accolta. Il Signore a volte risponde in maniere strane. Ci sono preghiere che sono state da lungo tempo dimenticate ma che il Signore non ha dimenticato.

E non aveva dimenticato neppure quelle di Zaccaria ed Elisabetta. Avrebbe risposto in modo completamente miracoloso perché non aveva destinato per loro un figlio con una vocazione ordinaria nella vita. Avrebbe dato loro un figlio che nella vita avrebbe avuto un solo scopo: annunciare e additare il Redentore. Questo bambino sarebbe nato con un miracolo e quel fatto in sé era già un annuncio del grande miracolo che Dio in persona stava per venire a noi nel Redentore. Zaccaria ed Elisabetta non se lo sarebbero mai aspettato. Ciò che Dio fa è veramente meraviglioso e sorpassa tutte le nostre aspettative. Dobbiamo solo rimanere fermi e sperare in Dio.

          L’annuncio della venuta di Dio. In Israele c’erano talmente tanti sacerdoti che per il servizio nel tempio i vari ordini divisi in mute seguivano dei turni. Ogni mattina e ogni sera un sacerdote doveva entrare nel luogo santo per bruciare incenso sull’altare d’oro e offrire preghiere da parte del popolo. Quando il sacerdote si trovava nel luogo santo era col Signore. Di conseguenza, quando usciva, benediceva il popolo nel nome del Signore. Per questo aspetto del servizio i sacerdoti tiravano i dadi.

Nella settimana in cui l’ordine di Zaccaria era a Gerusalemme per servire nel tempio la sorte indicò lui. Entrò nel tempio con l’incenso. Magari questo servizio gli era pure difficile perché doveva comparire davanti a Dio per adorarlo a nome di tutto il popolo e per pregare per esso. E lui come si poneva nei confronti del Signore? C’era ancora quel desiderio mai compiuto che gli rodeva il cuore. Nel tempio tutto risplendeva della gloria della grazia di Dio, ma Dio era veramente misericordioso?

Poi la risposta arrivò. Mentre Zaccaria stava facendo il proprio servizio sul lato destro dell’altare dell’incenso apparve un angelo del Signore. Nello splendore di quell’angelo, Zaccaria vide la gloria della grazia del Signore. Fu preso da paura. L’angelo gli disse di non temere perché la grazia di Dio era sopra di lui. Che fosse proprio così sarebbe diventato chiaro dal fatto che ora le sue preghiere sarebbero state esaudite e lui avrebbe avuto un figlio. Avrebbe dovuto chiamare quel figlio Giovanni, vale a dire il Signore è buono.

Però, la grazia che giiungeva in questo bambino non era solo per lui e sua moglie: il figlio sarebbe stato chiamato a preparare il popolo alla venuta del Signore come Redentore. Per eseguire questo compito il figlio sarebbe stato ripieno di Spirito santo fin dal concepimento. Perciò non doveva bere né vino né bevande inebrianti come segno che non traeva la sua forza da cosa alcuna di questa terra ma solo dallo Spirito del Signore. Avrebbe ministrato come un tempo aveva fatto Elia e avrebbe combattuto per riportare il popolo al Signore. Dopo tutto, il Signore non era un estraneo al popolo d’Israele ma il loro Dio.

La gente avrebbe di nuovo imparato a fidarsi del loro Dio. E come risultato del loro ritorno al Signore genitori e figli non sarebbero più stati alienati gli uni dagli altri ma sarebbero diventati uno. Il peccato consegue in estraniamento tra genitori e figli, ma questo figlio avrebbe lottato per produrre una conversione del popolo poiché il Signore stava per venire come Redentore.

La gioia, dunque, non era solo per Zaccaria ed Elisabetta. Molti avrebbero gioito per la nascita di questo figlio. La salvezza per Zaccaria ed Elisabetta doveva essere vista alla luce della salvezza maggiore che sarebbe stata una gioia per il mondo.

          Incredulità. Zaccaria non vide le cose in quella luce. Aveva sì udito che c’era un figlio doveva nascere ma l’annuncio di quella grande salvezza gli era sfuggito. Perciò non poté credere ciò che aveva udito. Considerò il fatto che sia lui sia Elisabetta erano ambedue diventati vecchi. Era sicuramente impossibile! Se per fede avesse visto il grande miracolo che Dio stesso stava per venire, avrebbe facilmente potuto credere che Dio, con un miracolo, gli avrebbe dato un figlio. In quel momento non credette e nella sua incredulità chiese un segno. Se abbiamo visto la piena grazia del Signore nel Cristo non c’è quasi nulla che non osiamo aspettarci dal Signore!

La fede può chiedere un segno come conferma, ma volere un segno è incredulità e peccato. È un rigetto della Parola del Signore. Perciò l’angelo disse: “Io sono Gabriele che sto alla presenza di Dio, e sono stato mandato per parlarti e annunziarti queste buone novelle”: Dio ti sta parlando per mezzo mio.

Zaccaria non aveva dato ascolto alla Parola di Dio in fede come proprio Parola di Dio. Il Signore lo avrebbe punito per la sua incredulità: sarebbe stato muto fino alla nascita del bambino. Il Signore non risparmia mai dubbio e incredulità ma rivela la sua ira verso di essi e li punisce.

In quel terribile mutismo Zaccaria scoprì quanto brutto fosse il suo peccato. Mettendo a morte l’incredulità che era in lui il Signore risvegliò al suo posto la fede. Allora il fatto di essere muto, che continuò a tormentarlo, divenne in realtà una quotidiana conferma della sua fede. “Ciò che l’angelo promise avverrà certamente perché sono muto, non ho il diritto di parlare, perché non ho creduto al Signore”. Tutto il nostro parlare dovrebbe essere parlare in fede.

La gente all’esterno si domandava perché Zaccaria tardasse tanto. Alla fine uscì ma non fu capace di pronunciare la benedizione sul popolo perché era muto. Era anche in uno stato di profonda costernazione e troppo preso da ciò che era accaduto. Fece cenni con la mano e la gente capì che era successo qualcosa di inusuale. Doveva aver avuto una visione. È ovvio che quel pensiero era tornato vivo tra la gente. Evidentemente Dio si stava già avvicinando.

          Il compimento. Quando tornò a casa Zaccaria deve aver comunicato per iscritto a Elisabetta ciò che l’angelo gli aveva detto. Insieme credettero sebbene si vergognassero pure a motivo del persistere del segno della mutezza. Mediante la loro fede il compimento venne. Dio compie sempre la  sua Parola che ci dà mediante la fede che risveglia. Per mesi si tennero il segreto per sé. Poi, alla fine, il bimbo nacque.

L’intero circondario ne parlò. Era un miracolo che persone di quell’età potessero avere un figlio — un miracolo della grazia di Dio. Dio stava forse per rivelarsi di nuovo? Che la sua salvezza fosse vicina?

L’ottavo giorno molti parenti e amici vennero a casa di Zaccaria ed Elisabetta. Quel giorno il bambino doveva essere circonciso e con ciò ricevere il segno che era stato incorporato nel patto di Dio. In quella cerimonia gli sarebbe anche stato assegnato un nome. Tutti volevano che fosse chiamato Zaccaria come il padre, ma Elisabetta disse che il suo nome doveva essere Giovanni.  I presenti replicarono: “Ma nella vostra famiglia non c’è nessuno che porta quel nome”. Ma Zaccaria scrisse su una tavoletta che il suo nome doveva essere Giovanni. Furono tutti sorpresi.

Dio stava rivendicando l’intera vita di quel bambino per una vocazione speciale che aveva in mente e pertanto Lui dava a quel bambino un nome che corrispondeva a quella chiamata, un nome che si scostava dalla tradizione della famiglia. Dio agisce secondo il proprio beneplacito e ha su di noi il diritto di prelazione  secondo la sua volontà.

Ora la promessa era stata compiuta. Nell’assegnare il nome al bambino Zaccaria aveva dimostrato di aver obbedientemente accettato la Parola del Signore relativa alla chiamata e al lavoro che suo figlio avrebbe svolto per tutta la vita. Pertanto, il segno della mutezza poteva scomparire. La sua lingua fu liberata e e il suo cuore si aprì in un cantico di gioia.

In quel cantico, il cosiddetto “Benedictus” era chiaro che Zaccaria  non trascurava più quella grande salvezza per Israele e per la vita. Fu proprio di questo che cantò per primo e maggiormente. Dio stava portando onore al suo popolo nella restaurazione della casa di Davide.

Vivendo sotto questa esibizione della grazia secondo la promessa, la gente avrebbe di nuovo servito il Signore in libertà. La gloria del patto sarebbe stata rivelata nel suo nuovo Capo. Solo dopo Zaccaria cantò di suo figlio, ma solo alla luce di quella grande salvezza. Cantò della vocazione e opera di suo figlio che sarebbe consistita nell’annunciare che stava per venire il Signore il quale avrebbe concesso perdono dei peccati e pace, e che sarebbe stato una luce su Israele e su questo avrebbe stabilito la sua vita. Il Signore nella sua grazia, e solo il Signore, era grande per Zaccaria.

E noi, dovremmo mai vedere qualsiasi cosa riceviamo dal Signore in modo diverso da questo? Ogni cosa è posta nella luce del grande miracolo che Dio è apparso. Dobbiamo vedere ogni cosa così, per fede. Se Dio non fosse venuto a noi nel Signore Gesù Cristo, non ci sarebbe alcuna salvezza né alcun dono. Ma ora, la nostra intera vita può stare nella luce, immersa nello splendore della meravigliosa grazia di Dio.

Tutti i presenti furono pieni di meraviglia per ciò che era avvenuto! Cosa sarebbe diventato quel bambino? Effettivamente, molto di più di quando la gente avesse potuto immaginare, e anche molto meno: la vita di Giovanni terminò molto presto. A motivo del compito a cui il Signore lo aveva chiamato, comunque, Giovanni ebbe un significato maggiore di quanto chiunque avesse immaginato: additò il Cristo!

Cominciò molto presto a prepararsi per la sua vocazione. Si ritirò dalla vita ordinaria per vivere nel deserto ove cercò la comunione con Dio. Lì scoprì che senza Dio la vita è un deserto di solitudine. Imparò anche che Dio offre la sua comunione per pure grazia. Questo è ciò che successivamente avrebbe predicato a Israele.


Altri Studi che potrebbero interessarti