INDICE:

La Chiesa

9. La Pace

 

Un proposito centrale del piano di Dio per l’uomo e per la terra è lo stabilimento della sua pace. Questa pace è spesso descritta simbolicamente come una pace, non solo con Dio, ma tra uomo e uomo e tra l’uomo e la natura. Pertanto è scritto che:

Il lupo abiterà con l’agnello e il leone giacerà col capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno insieme e un bambino li guiderà. La vacca pascolerà con l’orse, i loro piccoli giaceranno insieme, e il leone si nutrirà di paglia come il bue. Il lattante giocherà sulla buca dell’aspide,  e il bambino divezzato metterà la sua mano nel covo della vipera. Non si farà né male né distruzione su tutto il mio monte santo, poiché il paese sarà ripieno della conoscenza dell’Eterno, come le acque ricoprono il mare (Is. 11:6-9).

Un altro simbolo, egualmente famigliare, è quello della vite e del fico, ambedue simboli, non solo di pace, ma anche di fertilità e prosperità. Lo s’incontra ripetutamente nelle Scritture (2 Re 18:31; Is. 36:16), ma le sue espressioni meglio conosciute sono le seguenti:

Egli sarà giudice fra molti popoli e farà da arbitro fra nazioni potenti e lontane. Con le loro spade forgeranno vomeri, e con le loro lance falci; una nazione non leverà più la spada contro l’altra e non saranno più addestrate per la guerra. Siederanno ciascuno sotto la propria vite e sotto il proprio fico, e più nessuno li spaventerà, perché la bocca dell’Eterno degli eserciti ha parlato (Mi. 4:3-4).

Giuda ed Israele, da Dan fino a Beer-Sceba, vissero al sicuro, ognuno sotto la sua vite e il suo fico, tutto il tempo che regnò Salomone (1 Re 4:25).  

In quel giorno, dice l’Eterno degli eserciti, ognuno di voi inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico (Za. 3:10).

Di queste, Michea 4:3-4 e Zaccaria 3:10 sono profezie messianiche che descrivono il culminare del regno del Messia.

Gesù ha parlato di se stesso come la fonte di questa pace, e la vera vite, dichiarando: “Io sono la vera vite” (Gv. 15:1). Ancor più direttamente disse: “Io vi lascio la pace, vi dò la mia pace, io ve la dò, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi” (Gv. 14:27). Quando Gesù maledì il fico (Mt. 21:19s.; Mr. 11:13-14), fu la pace d’Israele ad essere maledetta da Colui che è la vera pace.

Prima della caduta, in Eden viveva in pace non solo l’uomo ma anche la terra e gli animali. La loro pace fu rotta dal peccato dell’uomo ed ora, san Paolo dice che “l’intera creazione” sta spettando con intensa bramosia che la liberazione e la restaurazione siano operate per mezzo di Cristo e dei figli di Dio (Ro. 8:19-23).

La restaurazione di quella pace comincia con il ripristino dell’uomo alla vita mediante l’opera di rigenerazione di Gesù Cristo. L’uomo diventa allora una nuova creazione (Moffat, 2 Co. 5:14: “C’è una nuova creazione ogni qual volta un uomo giunge ad essere in Cristo; ciò ch’è vecchio è andato, il nuovo è arrivato”.)

Il concetto della pace che è l’eredità di ogni uomo in Cristo è una parte della dottrina del sabato, del riposo dell’uomo nel suo Signore. È richiesto che alla terra stessa siano dati il suo riposo e la sua pace, perché la terra è del Signore.

Questo concetto della pace ebba una profonda influenza sulla legge. Il commento di Keaton sulla dottrina medievale della pace in Inghilterra è molto istruttiva:

Un altro fattore importante che influenzò la crescita della legge penale nel primo secolo dopo la Conquista fu il concetto della pace del Re. Nella legge sassone ogni uomo libero possiede una pace. Così anche ce l’aveva la chiesa, e la pace di Dio governava tutti i giorni santi (festivi). Per infrazioni della pace di una persona, ad es. la commissione di un crimine in quella pace, deve essere pagata una compensazione e una compensazione anche all vittima o ai suoi parenti. Al di sopra di tutte le paci c’era quella del Re, e anche nel periodo sassone si sa di sforzi fatti da re forti per preservarla, in particolare sulla “Strada Regia”. Nelle mani degli amministratori reali dopo la conquista questo si dimostrò essere un concetto dinamico e, come l’ha espresso una volta Maitland, alla fine la pace del re assorbì la pace di tutti gli altri. Ciò avvenne in due maniere. Gradualmente i pagamenti in denaro riferiti alle infrazioni della pace di altre persone smisero di essere esatti, mentre il concetto di pace del Re fu estesa all’intero reame. In questo modo, ogni serio reato era un’infrazione della pace del Re, e un crimine. Già al tempo di Bracton, nel tredicesimo secolo, è divenuta una  forma comune incriminare un accusato nei termini seguenti: “Mentre il suddetto B stava nella pace di Dio e di nostro signore il Re, sopraggiunse il qui presente N. criminalmente come un criminale”, ecc. Ancora oggi, una persona accusata di un crimine è accusato di aver agito: “criminosamente e contrariamente alla pace della nostra sovrana signora, la regina”, ecc.

Era caratteristica dei fuorilegge essersi posti al di fuori della pace del Re talché la mano di ogni uomo era contro di essi. Inoltre, la pace del Re fu dapprincipio compresa esistere fintanto che il Re era vivo [1].

L’affermazione di Maitland è ben formulata: “alla fine la pace del re assorbì la pace di tutti gli altri”. La pace era vista non come un aspetto dell’ordine di Dio, ma come un prodotto della vita dello stato. Difficilmente si può esagerare la differenza tra queste due prospettive.

Il significato della parola pace in ebraico rivela il suo significato biblico. Secondo Brown:

PACE: nel Vecchio Testamento la traduzione dell’ebraico shalom (dalla radice di …”essere integrale” —“interezza”, “solidità”, quindi salute, benessere, prosperità; più particolarmente: pace come opposto di guerra, concordia come opposto di lotta. …

Il significato fondamentale di shalom è prosperità e benessere, bene di ogni tipo, un significato che ricompare nel greco eirene. … Nel senso principale di prosperità, la pace è una benedizione di cui solo Dio è l’autore (Is. 45:7…). …

Tra le benedizioni che Israele attende nel tempo messianico nessuna è enfatizzata quanto la pace. …

Il Nuovo Testamento condivide con Vecchio il concetto di pace come caratteristica del tempo messianico (Lu. 1:79; 2:14; 19:38; At. 10:36). In questo senso deve probabilmente essere compreso il saluto dei discepoli nel loro viaggio missionario (Mt. 10:12, 13; Lu. 10:5, 6). Il vangelo del Messia è espressamente chiamato un vangelo di pace (Ef. 6:15; At. 10:36). … Gesù stesso è il grande creatore-di-pace. …

Caratteristica del Nuovo Testamento è il concetto di pace come possesso attuale del cristiano …[2].

Nel senso biblico la pace è quell’ordine e prosperità che fluiscono dalla riconciliazione con Dio e un ripristino della vita sotto Dio. La vita in Eden era contrassegnata dalla pace con Dio e perciò dalla pace con l’uomo, nell’uomo, e con e nella natura. La vita in Cristo significa il progressivo ripristino di quella pace a mano a mano che l’uomo cresce in Cristo e il mondo viene portato sotto il suo dominio. La fonte della pace è la rigenerazione dell’uomo in Cristo; è più che la cessazione delle ostilità: è anche la crescita della comunione ed è la realizzazione personale in Cristo.

La pace dello stato è al massimo l’assenza delle ostilità e la soppressione delle attività criminali. Siccome lo stato non può rigenerare l’uomo non può stabilire neppure questa limitata forma di pace. Il potere dello stato è essenzialmente il potere della spada. Lo stato perciò può ordinare agli uomini che si amino gli uni gli altri e che vivano in pace, ma le sue misure repressive possono solo aggiungere un elemento di ostilità alla situazione.

In più, lo stato, nel suo sforzo per imporre sui propri cittadini una pace repressiva e armata, distrugge la pace di quei cittadini e usurpa la pace di Dio e dei liberi cittadini. Lo stato può essere uno strumento di pace solo quando è uno strumento di Dio e un ministro di Cristo. Allora i suoi sforzi sono limitati al suo reame di competenza: essere ministro di giustizia.

Chiaramente, la pace come prosperità e benessere è strettamente connessa con la salvezza, vittoria e salute. L’immagine della pace: ogni uomo sotto la sua vite e sotto il suo fico, è una di prosperità, sicurezza, contentezza e gioia. Pace e salvezza sono quindi concetti centrati in Dio, cosa che significa pure la realizzazione dell’uomo. Essendo Dio l’autore e creatore di tutte le cose, non ci può essere realizzazione per l’uomo senza di lui. Perciò: “gli empi sono come il mare agitato, che non può calmarsi e le cui acque vomitano melma e fango. ‘Non c’è pace per gli empi’, dice il mio DIO (Is. 57:20-21).

Questa pace, comunque, è più che l’assenza di ostilità: è pace con Dio. Pace con Dio significa guerra con tutti i nemici di Dio. Cristo ha detto chiaramente che la fedeltà a lui significa una spada di divisione (Mt. 10:34-36). In un mondo di peccato, qualche guerreggiare è inevitabile. Un uomo deve perciò scegliere i suoi nemici: Dio o l’uomo peccatore? Se un uomo è in pace con i peccatori, è in guerra con Dio. Pace in un settore significa guerra in un altro. Dio solamente, però, può dare la pace interiore ora, e infine la pace mondiale mediante la sua legge sovrana (Mi. 4:2).

Note:

1. George W. Keeton, The Norman Conquest and the Common Law; London: Ernest Benn Ltd.; New York: Barnes & Noble, 1966, p. 175.

2. W. Adams Brown, “Peace” in Hastings, Dictionary of the Bible, III, 733.


Altri Libri che potrebbero interessarti