INDICE:

Il Quarto Comandamento

 2. Il Sabato e la Vita

Le pene di morte collegate alla violazione del sabato nell’epoca del Vecchio Testamento trasmettono due assunti molto ovvi. Primo, la legge del sabato coinvolge un principio così importante e basilare che la sua violazione è un reato capitale. Secondo, la legge trasmette anche il fatto che la violazione delle leggi del sabato coinvolge un tipo di morte in se e per se, cioè quella violazione causa la morte. I profeti chiaramente fecero questo assunto. L’implicazione è che l’obbedienza significa vita.

La nostra familiarità con una questione a volte produce ignoranza per il fatto che manchiamo di esaminarla. Siamo anche abituati ad inserire i fatti in una cornice che ci è familiare. In questo modo, generazioni di insegnanti hanno citato, come esempio d’umiltà, la frase che veniva ripetuta ad un generale Romano in una marcia trionfale: “Ricordati che sei un uomo.” Ma la realtà era assai diversa:

Il trionfatore era qualcosa di assai diverso persino dalla più alta carica dello stato. Nel trionfo il generale romano veniva dotato delle insegne più importanti che l’antica Roma possedesse, gli attributi del dio principale dello stato: Giove. È vero che lo schiavo che teneva sospesa sul capo del generale la ghirlanda d’oro mentr’egli sfilava in un carro trainato da quattro cavalli bianchi doveva ripetergli: “Ricordati che sei un uomo”, ma ciò significava solamente che nel momento del suo trionfo il generale era reputato come equivalente al dio principale dello stato.1

A noi queste parole significano; ricordati che sei umano, mortale; ai romani significavano: ricordati che sei un dio. Pertanto, per capire qualsiasi cosa è importante conoscere il contesto.

Gesù ha detto. “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò il Figliol dell’Uomo è Signore anche del sabato.” (Mc. 2: 27-28). Il sabato fu fatto per l’uomo vero e perfetto, Gesù Cristo, che è perciò Signore del sabato; fu perciò fatto anche per i redenti di Cristo, per l’uomo pattizio, e come principio di vita e di rigenerazione per lui.

Per comprendere il significato di questo, forse è necessario fare due cose: primo, ricordare che lo scopo principale del sabato non è il culto ma il riposo. Solo se il culto si qualifica come riposo e refrigerio per l’uomo, come effettivamente è il culto vero, è un necessario aspetto del riposo sabbatico. Ma l’essenza del sabato è riposo. Secondo, noi vediamo il sabato nei termini dell’uomo esclusivamente, piuttosto che centralmente, e come risultato ne manchiamo il significato.

Il comandamento acclara che il giorno di riposo del sabato è per entrambi uomini e bestie. Ma i dettagli della legge scandiscono il fatto che è richiesto un anno sabbatico per la terra stessa. I commenti su questo anno sabbatico sono interessanti. Così, secondo Galer: “L’usanza di lasciare la terra a maggese è comune in tutto l’Oriente, senza dubbi resa necessaria dalla mancanza di fertilizzanti e della conoscenza del corretto metodo di rotazione dei raccolti.”2 Non c’è evidenza che in tempi antichi non possedessero conoscenza sia di fertilizzanti sia della rotazione dei raccolti; tale conoscenza è antica benché gli uomini l’abbiano contravvenuta in molte epoche. Rylaarsdam sostiene che: “La funzione originale dell’usanza è probabilmente religioso, per placare le potenze spirituali che controllavano la terra o per dare ad esse un’opportunità di riprendere la sua fertilità.”3 Tali “interpretazioni” non sono affatto esegesi, ma indicazioni di un altezzoso senso di superiorità sui nostri antenati che erano più in basso nella scala evolutiva della storia.

La legge dice:

Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno la lascerai riposare e rimarrà incolta, affinché ne godano i poveri del tuo popolo; e le bestie della campagna mangeranno quel che essi lasceranno. Lo stesso farai della tua vigna e dei tuoi ulivi (Es. 23. 10,11).

L’Eterno parlò ancora a Mosè sul monte Sinai, dicendo:
«Parla ai figli d’Israele e di’ loro: Quando entrerete nel paese che io vi do, la terra osserverà un sabato di riposo per l’Eterno.
Per sei anni seminerai il tuo campo, per sei anni poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti;
ma il settimo anno sarà un sabato di riposo per la terra, un sabato in onore dell’Eterno; non seminerai il tuo campo ne poterai la tua vigna. Non mieterai ciò che cresce spontaneamente del tuo raccolto e non vendemmierai l’uva della vigna che non hai potata; sarà un anno di riposo per la terra.
Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di nutrimento: a te, al tuo servo, alla tua serva, al tuo operaio e al forestiero, a coloro cioè che risiedono con te
al tuo bestiame e agli animali che sono nel tuo paese; tutto il suo prodotto servirà loro di nutrimento (Le. 25: 1-7).

Ma se dite: “Che cosa mangeremo il settimo anno, se non semineremo e non raccoglieremo i nostri prodotti?”.
Io ho comandato che la mia benedizione venga su di voi il sesto anno, ed esso vi darà un raccolto che basterà per tre anni.

Così nell’ottavo anno seminerete e mangerete del vecchio raccolto fino al nono anno; mangerete del vecchio raccolto finché venga il nuovo (Le. 25: 20-22).

Bisognerebbe notare che queste leggi non furono osservate troppo bene in molta della storia d’Israele. Tra l’Esodo e la cattività babilonese, fu negletto 70 volte, e di qui i 70 anni di cattività che furono imposti per dare alla terra il suo riposo (II Cr. 36:21). Questo significa che la legge non fu osservata più della metà delle volte. Dopo la cattività questa legge fu osservata (ma altre trasgredite), e Tacito (Hist. v.4) commentò su questo. Giulio Cesare rimise le tasse giudaiche nel settimo anno in riconoscimento delle loro usanze (Giuseppe Flavio: Ant. Giud. XIV. 10, 6). Comunque, secondo Oehler, il Giubileo non fu osservato, solo gli anni sabbatici.4

Non doveva esserci potatura o piantumazione nell’anno sabbatico, ne alcun tentativo si uccidere gli insetti, o d’interferire in altri modi col processo naturale nel campo. Il frutto doveva rimanere nel campo, fatta eccezione per ciò che passanti, servi o proprietari avrebbero colto per mangiare; non era permesso fare un vero raccolto, solo mangiarne. Questa proibizione di ogni effettivo raccogliere o immagazzinare del prodotto nell’anno sabbatico è dichiarato chiaramente in Levitico 25:20.5

Ma la legge ha altro ancora da dire riguardo al sabato della terra: l’anno del giubileo. Ogni cinquant’anni c’era un anno di giubileo, inaugurato dal suono della tromba nel Giorno dell’Espiazione. Poiché il 49° anno era un anno sabbatico, il giubileo segnava due anni sabbatici di seguito:

Conterai pure per te sette sabati di anni: sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno per te un periodo di quarantanove anni.
Al decimo giorno del settimo mese farai squillare la tromba; nel giorno dell’espiazione farete squillare la tromba per tutto il paese.

E santificherete il cinquantesimo anno e proclamerete la libertà nel paese per tutti i suoi abitanti.
Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e ognuno di voi tornerà nella sua famiglia.

Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non seminerete e non raccoglierete ciò che cresce spontaneamente, e non vendemmierete le vigne non potate.
Poiché è il giubileo; esso sarà sacro per voi; mangerete il prodotto che vi daranno i campi (Le. 25: 8-12).

Miklem considera molto “curioso” che il giubileo, che egli non è sicuro sia esistito, cominciasse il Giorno dell’Espiazione.6 La risposta è evidente nella legge che segue immediatamente:

In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà alle sue proprietà.
Se vendete qualcosa al vostro prossimo o se comprate qualcosa dal vostro prossimo, non farete alcun torto l’uno all’altro.
Comprerai dal tuo vicino in base al numero di anni trascorsi dopo il giubileo, ed egli venderà a te in base al numero degli anni della raccolta.
Quanto più anni restano, tanto più alzerai il prezzo; quanto meno anni restano, tanto più abbasserai il prezzo; poiché egli ti vende in base al numero dei raccolti.
Nessuno di voi danneggi il suo vicino, ma temerai il tuo DIO; poiché io sono l’Eterno, il vostro DIO (Le. 25. 13-17).

Analizzando questa legislazione è evidente, primo che lo scopo non è, come molti sostengono, “umanitario.” Certamente “i poveri del tuo popolo” mangiavano del campo nell’anno sabbatico, ma potevano spigolare e racimolare nei campi ogni anno, talché non c’era bisogno di un particolare anno sabbatico per provvedere per i poveri. Tentare di giustificare i giorni o gli anni di sabato per ragioni diverse dal sabato stesso è negare che questo sia un comandamento separato, che rappresenta in sé e per sé un particolare aspetto della giustizia e legge di Dio. Lo scopo del sabato è il sabato, cioè il riposo e il rilascio della redenzione e della rigenerazione.

Secondo, nell’espressione suprema del principio sabbatico nella legislazione Mosaica: l’anno del giubileo, al giubileo viene dato inizio dal suono della tromba o del corno del montone, il giorno dell’espiazione. Miklem trovò strana questa cosa, ma il commento di Ginsburgh ha espresso molto chiaramente il suo significato nel commento a Levitico 25: 9.

Alla chiusura del grande giorno dell’espiazione, quando gli ebrei si rendevano conto di avere la serenità che il loro padre celeste aveva annullato i loro peccati, e che essi erano tornati ad essere uniti a Lui mediante la sua grazia che perdona, ogni israelita era chiamato a proclamare attraverso tutta la nazione, con nove boati di tromba, che anch’egli aveva dato riposo alla terra, che aveva liberato da ogni gravame le proprietà famigliari, e che aveva dato la libertà ad ogni schiavo che poteva ora ritornare dalla sua famiglia. Giacché Dio aveva perdonato i suoi debiti, anch’egli deve perdonare i suoi debitori.7

Il sabato richiamava il sabato della creazione. L’istituzione del sabato israelitico richiamava la redenzione e la rigenerazione di Israele. L’obbiettivo del sabato, come acclara Ebrei 3, è la terra promessa, la nuova creazione in Cristo Gesù. Il sabato, pertanto, presenta la restaurazione e restituzione di tutte le cose in Cristo. Nell’anno del giubileo, come in ogni anno sabbatico, il debito finiva. Le regole moderne che limitano la possibilità di contrarre debiti sono un adattamento della legge biblica. Nell’anno giubilare anche le proprietà dei terreni rurali ritornavano ai loro proprietari originali; gli schiavi venivano liberati come ogni anno sabbatico. Il giubileo segnava una festività di due anni nella quale l’uomo pattizio celebrava un assaggio del grande sabato della nuova creazione. Poiché il giubileo cominciava la sera del giorno dell’espiazione, rendeva evidente il fondamento della nuova creazione, l’espiazione mediante il sangue dell’Agnello del Patto. La creazione e la ri-creazione erano perciò alla base del sabato: l’uomo riposa nella completata opera di redenzione di Dio proclamata proclamata anticipatamente. Per fede l’uomo, anticipando la vittoria finale e gioendo nelle liberazione presente, vive per fede nella sufficienza di Dio.

Terzo, la grande opera di restaurazione, di annullamento dell’opera della Caduta, include anche la terra. Con questo riposo anche la terra è restaurata e rivitalizzata. Permettendo alla terra di crescere erbacce nel campo, queste hanno un’opportunità di portare in superficie minerali dal sottosuolo e rivitalizzare il terreno. Le vigne e gli alberi sono lasciati crescere senza potature, riguadagnando la loro vitalità. Il frutto che cade e marcisce dà anch’esso il suo contributo alla terra. Il valore del sabato nel rigenerare la terra è molto grande. Ma l’uomo, mancando di fede, preferisce il proprio lavoro a quello di Dio, e il riposo che intende lui a quello di Dio. Il metodo di Dio è chiamato primitivo e e vengono usati moderni pesticidi, fertilizzanti creati in laboratorio ed altri strumenti non naturali, e la terra è sempre più sfruttata e abusata. La terra è trattata come qualcosa che la scienza può fare e rifare, e persino fare senza. Pochissimi scienziati trattano la terra con qualche rispetto. Eccezioni apprezzabili sono Sir Albert Howard: An Agricoltural Testament; Friend Sykes: Modern Humus Farming; William A. Albrecht: Soil Fertility and Animal Health; Joseph A. Cocannouer: Weeds, Guardians of the Soil, and Water and the Cycle of Life. Questi ed altri scrittori fanno chiarezza sull’estensivo abuso della terra, la funzione dei microorganismi nella terra, il valore della composta e degli alberi nel rigenerare il suolo, e molto altro. Il valore degli animali selvatici e degli uccelli nei cicli della vita della terra è stato a malapena toccato. La terra è chiaramente rinnovata dal riposo, o è sfruttata con accanimento e viene infine trasformata in deserto. Molte aree, un tempo popolose, sono oggi un deserto, come testimoniano Babilonia ed il Sahara. Quando Dio ordinò che Israele e Giuda andassero in cattività, non fu solo per punire il popolo ma per ripristinare la terra. Ci è detto schiettamente che Giuda andò in cattività “Affinché si adempisse la parola dell’Eterno pronunciata per bocca di Geremia, finché il paese avesse osservato (‘goduto’ NR) i suoi sabati, Infatti esso osservò il sabato per tutto il tempo della sua desolazione finché furono compiuti i settant’anni” (2° Cr. 36: 21). La profezia di Geremia cui fa riferimento è Geremia 25: 9-12; è richiamata in Daniele 9: 2. La cattività fu il compimento della profezia della legge concernente la violazione dei sabati:

Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui rimarrà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici; così la terra si riposerà e godrà i suoi sabati (Le. 26: 34).

Poiché il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi sabati, mentre rimarrà desolato senza di loro; così essi accetteranno la punizione della loro iniquità per aver disprezzato i miei decreti e aver avuto in avversione i miei statuti (Le. 26: 43).

Questo sabato lungo settant’anni fu la misericordia di Dio sulla terra e su Israele. Dopo la crocifissione di Cristo, non fu estesa alla terra tale misericordia, e la sua storia è stata una di continua erosione della terra e degli uomini. La terra ed il popolo mostrano gli effetti della maledizione. Malgrado Israele, tra la cattività e la crocifissione abbia osservato i sabati della terra, su altri punti hanno disprezzato Dio e hanno crocifisso suo Figlio, talché la maledizione cadde su di essi e sulla terra a causa loro.

Chiaramente, il rinnovamento della terra è un aspetto basilare del sabato. Il rinnovamento di tutte le cose è un aspetto basilare del sabato, e la terra è al centro di questo rinnovamento. L’uomo può ignorare le esigenze sabbatiche della terra solo rischiando giudizio e morte. Chiaramente la pena di morte è in vigore nella storia e le nazioni che sfruttano la terra per estrarne le sue risorse estensivamente sono condannate a morire. La deduzione logica allora è questa: se il vilipendio del sabato è così serio riguardo alla terra, non sarà egualmente serio riguardo a uomini e bestie?

Sappiamo che i moderni metodi di allevamento di pollame, con l’illuminazione continuata della gabbie, mangimi “irrobustiti” chimicamente per accelerare la crescita e vari metodi usati per incrementare la deposizione di uova, risultano in galline che non è più conveniente tenere dopo che cominciano la muda. Le mucche da latte, similmente, hanno ora un tempo di vita limitato. Non sorprende che il prodotto di tali animali non possegga più il valore nutritivo che aveva una volta.

Per quanto riguarda l’uomo, lo stress continuato porta alla morte, ci dicono. L’incapacità di riposare dell’uomo, la mancanza di un vero sabato, la sua mancanza di fede, lo conduce ad una vita piena di stress che termina con la morte. Lo studio dello stress, da una prospettiva non cristiana, è stato intrapreso abbondantemente in anni recenti dal dr. Selye.8

L’uomo ha bisogno di riposo; il sabato è un requisito per vivere veramente; ma, senza fede, l’uomo non può avere vero riposo né può dare riposo ad altri, alla terra o alla creazione animale. Molto spesso le società pagane, su scala limitata, hanno praticato alla terra eccellenti politiche da una prospettiva pragmatica. Ma la pratica, essendo puramente pragmatica, non è stata congiunta con una pratica altrettanto saggia rispetto agli animali. Più spesso di quanto si pensi, le culture pagane hanno evitato la loro distruzione su larga scale solo per le loro capacità su scala minore.

Quando l’uomo distrugge la terra, inquina il cibo, avvelena aria e acqua, si condanna a morte da solo. L’estensione dell’inquinamento è molto ampia, ed è aggravata dalla confidenza dell’uomo che la “scienza” possa in qualche modo fargli fronte con qualche nuovo espediente artificiale.9

L’essenza del sabato è l’opera di restaurazione, la nuova creazione di Dio; l’obbiettivo del sabato è il riposo della seconda creazione di Dio. All’uomo è richiesto che riposi e che permetta di riposare a terra e animali, affinché la restaurazione di Dio possa funzionare e la creazione essere rivitalizzata. Ogni riposo sabbatico adita alla nuova creazione, la rigenerazione e restaurazione di tutte le cose. L’opera di restaurazione di Dio è dal basso verso l’alto e il suo sabato deve perciò essere applicato anche al territorio.

Ma, quarto, il sabato non può essere ridotto alla conservazione del territorio più di quanto possa essere ridotto all’umanitarismo. È “un sabato al Signore.” È un segno del patto secondo la dichiarazione stessa di Dio:

Cosí li feci uscire dal paese d’Egitto e li condussi nel deserto.
Diedi loro i miei statuti e feci loro conoscere i miei decreti, osservando i quali l’uomo vivrà per essi.
Inoltre diedi loro i miei sabati, affinché fossero un segno fra me e loro, perché conoscessero che io, sono l’Eterno che li santifico.

Ma la casa d’Israele si ribellò contro di me nel deserto; non camminarono secondo i miei statuti e rigettarono i miei decreti, osservando i quali l’uomo vivrà per essi, e profanarono grandemente i miei sabati. Cosí io decisi di riversare su di loro il mio furore nel deserto, per consumarli (Ez. 20: 10-13).

Il sabato deriva dunque il proprio significato essenziale dal fatto che testimonia di un patto essenziale e datore di vita tra Dio e l’uomo. La fonte di quella vita è Dio, non la legge o il sabato in sé stessi. Israele, dopo la cattività, osservò il sabato rigidamente, applicandolo inflessibilmente a uomo, terra e animali, ma la forma non dava vita. Negavano il sabato confidando nelle loro opere, e il loro sangue (il loro discendere da Abrahamo) e morirono nella loro cecità. L’osservare il sabato non salvò quelli che rinnegarono e crocifissero il Signore del sabato.

Le persone di chiesa che limitano il significato del sabato, o che sentono che sia obbedito in adorazione e inattività, non hanno conoscenza del suo significato. Certuni Farisei dibatterono sulla sconvenienza di mangiare uova, perché la gallina avrebbe potuto averci lavorato sopra di sabato, ma non si fidavano di Dio per la loro salvezza. La loro enfasi sul “niente lavoro” era essa stessa un’opera dell’uomo, un orgoglioso vanto nelle loro abilità di compere la legge, e questo stesso fariseismo oggi è evidente in alcune chiese. Il sabato è vita per la persona che guarda al Signore per la vita e permette al Signore di operare attraverso tutta la creazione come il grande ri- creatore. È più che un’osservanza esteriore, e non può essere congiunta con alcun umanistico confidare nelle opere dell’uomo, o in quelle dello stato, come fonti di riposo e di salvezza per l’uomo.

Quinto, il perdono è un aspetto basilare del sabato. La grazia di Dio per la remissione dei peccati è il patto del sabato dell’uomo. Significa riposo, essere rilasciati da sotto il peso del peccato e della colpa. Il “Padre Nostro” che anticipa il grande sabato (“Venga il tuo regno”), ed ha come petizione centrale la liberazione del giubileo: “E perdona a noi i nostri debiti, come noi perdoniamo ai nostri debitori” (Mt. 6: 12). Lensky l’ha tradotto così: “E rimettici i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.”10 La traduzione con “trasgressioni” è buona, nel fatto che indica con maggior chiarezza ai nostri peccati; ma la parola “debiti” ha spesso una connotazione più vasta, come sicuramente vuole essere qui. Come ha osservato Lensky: “Tanto grandi sono i nostri debiti nei confronti di Dio che non possiamo mai sperare di pagarli, e il nostro solo aiuto è che Dio li rimetta gratuitamente, mediante un dono, per amore di Cristo.”11

Il sabato significa riposo, perdono, la cancellazione dei debiti, e della stanchezza. Significa una vita fresca. Poiché il non credente è per natura uno schiavo, egli non è condonato dei debiti:

Alla fine di ogni sette anni concederai la remissione dei debiti.
E questa sarà la forma della remissione: Ogni creditore condonerà ciò che ha dato in prestito al suo prossimo; non esigerà la restituzione dal suo prossimo e dal suo fratello, perché è stata proclamata la remissione dell’Eterno.
Potrai richiederlo dallo straniero; ma condonerai al tuo fratello quanto egli ti deve.
Non vi sarà tuttavia alcun bisognoso tra di voi, poiché l’Eterno ti benedirà grandemente nel paese che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà in eredità, perché tu lo possieda,
solo però se tu ubbidisci diligentemente alla voce dell’Eterno, il tuo DIO, avendo cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti, che oggi ti prescrivo.

Poiché l’Eterno, il tuo DIO, ti benedirà come ti ha promesso; allora farai prestiti a molte nazioni, ma tu non chiederai prestiti; dominerai su molte nazioni, ma esse non domineranno su di te (De. 15: 1-6).

L’obbiettivo di Dio è una società libera dai debiti che è anche libera dalla povertà, è questo è possibile solamente nei termini della sua legge.

Gli effetti della legge del sabato qui è marcata nella cristianità. Come ha notato Clark:

La legislazione moderna in materia di prescrizione, decadenza e sul fallimento personale perseguono la finalità dell’antica legge sul riposo sabbatico, la prima proibendo un’azione legale su un debito dopo un certo numero di anni e la seconda consentendo ad un debitore di arrendere la propria proprietà a estinzione dei debiti.12

Purtroppo, gli statuti moderni sono completamente laici e profani nelle intenzioni, mentre derivano dalla legge biblica della remissione sabbatica, il loro spirito ne è alieno. La remissione sabbatica conferisce vita, ma, per quelli alieni a Dio, né il sabato, né la sua remissione possono avere il loro vero significato.

Note:

1 Heinz Kahler: The Art of Rome and Her Empire; New York, Crown Publishers, 1963, p. 65.
2 Roger Sherman Galer: Old Testament Law For Bible Students; New York, Macmillan, 1922, p.

105.
3 J. C. Rylaarsdam: Exodous; nell’ Interpreter’s Bible; I, 1012.
4 Oehler: Theology of the Old Testament; p. 344.
5 C. D. Ginsburgh: “Leviticus” in Ellicott, op. cit., I, 453
6 Nathaniel Miklem: “Leviticus” in Interpreter’s Bible, II, 121.
7 C.D. Ginsburgh: “Leviticus” in Ellicott, I, 454.
8 Hans Selye. M.D. The Stress of Life; New York: McGraw-Hill, 1956.

9 Per un resoconto dell’inquinamento si veda J. I. Rodale and Staff: Our Poisoned Earth and Sky; Emmaus, Penna.: Rodale Books, 1964.

10 R. C. H. Lensky: The Interpretation of St. Mattew’s Gospel, Columbus, Ohio: The Wartburgh Press, 1943, p. 269.

11 Ibid., p. 269.
12 Clark: Biblica Law, p. 179.


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