INDICE:

 La Chiesa

4. Circoncisione e battesimo

 

La correlazione tra circoncisione e battesimo, l’uno che succede all’altra come segno del patto, era così stretta che, come abbiamo visto, ai giorni di Cipriano ci volle l’azione di un concilio della chiesa per permettere il battesimo prima dell’ottavo giorno. Poiché la legge della circoncisione richiedeva che il rito si svolgesse l’ottavo giorno (Ge. 17:12; Le. 12:3), si credeva che il battesimo non dovesse precedere l’ottavo giorno e l’azione del concilio fu necessaria per alterare questa convinzione. La prima chiesa pertanto non solo riconobbe che il battesimo fosse il successore della circoncisione come segno del patto, ma anche che le medesime leggi li governavano ambedue. Precisamente perché questo fatto fu sempre riconosciuto, il battesimo degli infanti fu inevitabilmente una realtà nella prima chiesa [1].

La circoncisione, come segno del patto, rendeva una testimonianza riguardo alla natura decaduta dell’uomo e del bisogno di una nuova natura nel patto di Dio. Come notò Vos:

La circoncisione ha qualcosa a che fare con il processo della procreazione, non nel senso che l’atto in sé sia peccaminoso, perché non esiste traccia di questa idea in nessuna parte dell’Antico Testamento; non è l’atto, ma il prodotto, cioè la natura umana, ad essere impura, ad avere bisogno di purificazione e di rinnovamento. Quindi la circoncisione non è, come per i pagani, praticata sui giovani divenuti adulti, ma sui neonati di otto giorni d’età. La natura umana è impura e inadeguata fin dalla sua origine. Il peccato, di conseguenza, non è solo una questione individuale, ma di razza. Nell’Antico Testamento, il bisogno di una modificazione dovette essere posto in particolare rilievo. A quel tempo, le promesse di Dio avevano un immediato riferimento a cose naturali e temporali, quindi c’era il pericolo di ritenere che la discendenza naturale avesse il diritto alla grazia di Dio. La circoncisione insegna che la discendenza fisica di Abrahamo non è sufficiente per fare dei veri Israeliti: devono essere rimosse l’impurità e l’inadeguatezza della natura. Dogmaticamente parlando, pertanto, la circoncisione rappresenta la giustificazione e la rigenerazione, più la santificazione (Romani 4:9-12; Colossesi 2:11-13) [2] .

La circoncisione, con una simbolica recisione sull’organo delle generazione dichiarava che non c’è speranza nella generazione, ma solo nella rigenerazione; l’uomo può solamente riprodurre la sua natura decaduta; non la può trascendere.

Simbolicamente la circoncisione rappresenta una forma di morte, un taglio della vita. Rappresenta anche la rimozione di un impedimento; in Esodo 6:12, 30, è usata metaforicamente “per rimuovere l’incapacità di parlare”. Ripetutamente si parla di un cuore non-rigenerato come di un cuore incirconciso (Le. 26:41; De. 10:16; 30:6; Gr. 4:4; 6:10 parlano dell’orecchio; 9:25, 26; Ez. 44:7; Ro. 2:25-29; Fl. 3:3; Cl. 2:11-13) [3].

La circoncisione come un segno di morte puntava alla morte di Cristo come rappresentante dall’uomo. Trumbull ha notato che “nel rito della circoncisione era Abrahamo e i suoi discendenti che fornivano il sangue del patto, mentre nel sacrificio pasquale fu il Signore a comandare il sangue sostitutivo come caparra del suo fare patto mediante il sangue” [4].

Poiché Cristo venne come vero uomo da vero uomo e vero Dio da vero Dio, egli fornì il sangue del patto, morendo come vero uomo per la violazione del patto fatta dall’uomo e, come vero Dio, a morire come nostro immacolato sostituto e perfetto adempitore della legge, il quale, con la sua morte spezzò il dominio del peccato e della morte. Il sangue della circoncisione e quello dell’agnello pasquale tipizzavano l’opera di Cristo. Siccome la sua opera sulla croce è stata compiuta, il sangue ha cessato d’essere un aspetto dei riti pattizi fatta eccezione per un senso commemorativo. Nella pasqua cristiana, il vitalizzante e rinfrescante vino lo sostituisce come segno del suo sangue sparso. I vecchi riti guardavano innanzi a Cristo e indietro ad Adamo e ad Abrahamo e alla pasqua in Egitto. I nuovi riti del patto guardano indietro ad Abrahamo e Adamo, alla morte e resurrezione di Cristo; guardano avanti alla sua vittoria e riconquista della terra, e a una nuova creazione. Il vecchio patto fu inaugurato con sangue subito dopo la Caduta e con Abrahamo; guardava avanti al sangue espiatorio di Cristo tipizzato nel sangue degli animali sacrificali. Il rinnovato patto in Cristo cominciò nel suo sangue ma guarda avanti al glorioso regno del Re in un reame di pace, come predetto da Isaia. Di conseguenza, per questo motivo, il sangue ha cessato d’essere un aspetto dei riti pattizi.

Il battesimo esprime la nostra morte e resurrezione in Cristo, la nostra rigenerazione, adozione, incorporamento nel patto di grazia. Testimonia della grazia più che essere esso stesso grazia. Come notò sant’Agostino è “il sacramento della grazia, e il sacramento dell’assoluzione, piuttosto che grazia e assoluzione in sé” [5].  La prima chiesa vide l’illuminazione come un aspetto del battesimo, la nuova comprensione di un cuore rinnovato; il battesimo fu chiamato anche “il marchio regale del carattere”, e “il carattere del Signore” [6].  Consapevoli della sua correlazione col rito del Vecchio Testamento, alcuni padri della chiesa parlarono del battesimo come “la grande circoncisione”[7].  In obbedienza a Matteo 28:19, fu fin dal principio considerato valido solo se fatto nel nome della Trinità.

Certe classi di persone erano precluse dal battesimo a meno che non abbandonassero la loro professione: aurighi, gladiatori, corridori, curatori delle gare comuni, partecipanti alle gare olimpiche, musicisti, cantinieri ed altri, cioè tutte le persone la cui vocazione lavorativa era parte delle cerimonie religiose pagane. Erano inoltre esclusi in qualsiasi circostanza astrologi, maghi, indovini, streghe e simili. Essendo teatro e circo aspetti di paganesimo particolarmente depravati, a chi li frequentava era rifiutato il battesimo. Lo stesso valeva per i poligami.

Poiché il battesimo significava in parte la morte del credente e la sua rinascita e resurrezione in Cristo, fu molto presto associato col periodo pasquale, benché non in modo esclusivo. Questo stesso aspetto, la rinascita, portò ad un’usanza interessante che sopravvisse per alcuni secoli come basilare al battesimo, vale a dire il battesimo, usualmente per immersione, da nudi. Aspersione e immersione erano ambedue usati dalla chiesa, che riconobbe l’aspersione, seguendo Ezechiele 36:25, come segno del nuovo patto. L’aspersione fu inoltre una pratica comune molto presto. L’enfasi sulla morte e la rinascita portò a sottolineare l’immersione come rappresentare simbolicamente questo fatto. Le persone erano nate nude; di conseguenza erano rinate nude nel battesimo. Nessuna opera dell’uomo non rigenerato poteva essere portata in cielo; pertanto, il candidato si spogliava simbolicamente di ogni vestiario per indicare di non possedere nulla eccetto la grazia di Dio. In alcune chiese, per alcune generazioni, ci furono due battisteri perché uomini e donne venivano battezzati separatamente. Romani 6:4 e Colossesi 2:12 erano passi citati per confermare questa pratica del simbolismo della sepoltura e della resurrezione. Questa pratica del battesimo nudi indica quanto seriamente fu preso dalla prima chiesa il simbolismo biblico; niente fu evitato, e talvolta ne risultarono applicazioni eccessivamente alla lettera.

Un aspetto del simbolismo della nudità era il paragone con Adamo:

San Crisostomo, parlando del battesimo dice: Gli uomini erano nudi come Adamo in Paradiso; ma con questa differenza: Adamo era nudo perché aveva peccato, ma nel battesimo, un uomo era nudo per poter essere liberato dal peccato; l’uno fu svestito della sua gloria che un tempo aveva, ma l’altro s’è tolto l’uomo vecchio, cosa che fece con la stessa facilità con cui si tolse i vestiti. Sant’Ambrogio dice: Gli uomini vengono alla fonte battesimali nudi come quando sono venuti al mondo; e da questo egli trae un argomento mediante un’allusione ai ricchi, dicendo loro quanto assurdo fosse che un uomo che è nato nudo da sua madre, e ricevuto nudo nella chiesa, potesse pensare di andare ricco in paradiso. Cirillo di Gerusalemme prende nota della circostanza insieme con la ragione per essa quando si rivolge così alla persona appena battezzata: non appena sei giunto in prossimità del battistero ti sei tolto i vestiti che sono un emblema del deporre il vecchio uomo con le sue opere, ed essendo in questo modo svestito, sei rimasto nudo, imitando Cristo che stette nudo sulla croce, e che con la sua nudità ha spogliato principati e potenze trionfando su di loro sulla croce. Oh, cosa stupenda! Fosti nudo davanti agli uomini e non ne avesti vergogna, in ciò imitando realmente il primo Adamo, che fu nudo in Paradiso e non ne provò vergogna. Così anche Amphilochius, nella Vita di san Basilio, parlando del suo battesimo, dice: Si alzò con timore, si tolse i vestiti, e con essi il vecchio uomo. … Atanasio, nelle sue invettive contro gli Ariani, tra le altre cose, li accusò di questo, che da loro persuasi alcuni giudei e gentili irruppero nel battistero, e fecero sui catecumeni che stavano per battezzarsi nudi, abusi tali che sarebbe vergognoso e abominevole raccontare [8].

Il battesimo, come abbiamo visto, è citato da san Paolo tipizzare, tra le altre cose, la nostra morte e rinascita in Cristo (Ro. 6:4; Cl. 2:12). Questo era un’aspetto anche della circoncisione. La circoncisione non solo significava nuova vita nel Signore del patto, ma, per chi lo trasgrediva o rinnegava significava anche la morte. Come ha indicato Kline:

Le considerazioni generali e specifiche tutte insieme puntano alla conclusione che la circoncisione era il segno della imprecazione/ maledizione della ratificazione pattizia. Nel taglio del prepuzio era simbolizzato il giudizio di escissione dalla relazione pattizia [9].

Il sacrificio pattizio di Genesi 15:9 ss. Come pure il marchio della circoncisione testificano la maledizione sul trasgressore del patto, ovvero che sarà tagliato via.

Kline ha ragione nel richiamare l’attenzione sullo stesso aspetto di giudizio nel battesimo.

Paolo descrisse l’ordalia di Israele nel Mar Rosso come un essere battezzati (1 Co. 10:2) e Pietro in effetti definisce l’ordalia noachide del diluvio: un battesimo (1 Pi. 3:21). … Ma su questo punto è di particolare rilevanza il fatto che Giovanni Battista stesso usò il verbo baptizo per l’incombente prova in cui l’Uno più forte di lui avrebbe brandito il ventilabro per separare dal regno pattizio coloro la cui circoncisione, per mancanza della fede abramica, era diventata incirconcisione e che dovevano perciò essere tagliati via dalla congregazione d’Israele ed essere destinati al fuoco inestinguibile. Facendo riferimento a questa prova giudizialmente discriminante, col suo duplice destino di raccolta nel granaio e Genna, Giovanni dichiarò: “Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco” (Mt. 3:11s.; Lu. 3:16s.; cfr. Mr. 1:8) [10].

Mancare di fedeltà al patto significava essere tagliati via, spazzati via dal diluvio del giudizio, distrutti dal fuoco dell’ira di Dio. In questo modo, gli stessi segni del patto sono anche segni del certo giudizio di Dio sui trasgressori del patto dall’inizio della storia. Tutti gli uomini sono trasgressori del patto, ma i circoncisi della chiesa del Vecchio Testamento (ed è stata chiamata una chiesa in Atti 7:38) e i battezzati del Nuovo, lo sono doppiamente. Questa consapevolezza può aver contribuito al procrastinare il battesimo nella prima chiesa con molti che lo rimandavano al punto di morte: tale pratica era, ovviamente, un peccato contro il patto. Il commento di Kline sul battesimo di Gesù esprime chiaramente l’aspetto di giudizio:

Gesù che riceve il battesimo da Giovanni può essere compreso più facilmente con questo approccio. In quanto servo pattizio, Gesù si sottomise simbolicamente al giudizio del Dio del patto nell’acqua del battesimo. Ma per Gesù in quanto Agnello di Dio, sottomettersi al simbolo del giudizio era offrire se stesso alla maledizione del patto. Col suo battesimo Gesù si stava consacrando alla sua morte sacrificale nell’ordalia giudiziale della croce. Tale comprensione del suo battesimo è riflessa nel riferimento di Gesù stesso alla sua prossima passione come di un battesimo: “Io ho un battesimo di cui devo essere battezzato” (Lu. 12:50; cfr. Mr. 10:38). Il simbolico battesimo di Gesù per il giudizio si concluse appropriatamente con un verdetto divino, il verdetto di giustificazione pronunciato dalla voce celeste e suggellato dall’unzione dello Spirito, la caparra al Messia dell’eredità del regno (Mt. 3:16, 17; Mr. 1:10, 11; Lu. 3:22; cfr. Gv. 1:32, 33; Sl. 2:7 s.). Questo verdetto di figliolanza fu contestato da Satana, e questo portò all’ordalia mediante combattimento tra Gesù e Satana, che cominciò con la tentazione nel deserto immediatamente dopo il battesimo di Gesù, e culminò con la crocifissione e la resurrezione/conferma del Cristo vittorioso, il preludio alla sua ricezione di tutti i regni del mondo (la questione oggetto di disputa nell’ordalia; cfr, spec. Mt. 4:8 ss.; Lu. 4:5 ss.) [11].

Il segno del patto colloca quindi chi lo riceve sotto le particolari benedizioni e maledizioni di Dio. Come uomo non-rigenerato, egli è già sotto la maledizione. Nel ricevere il segno del patto, un uomo è sotto la duplice minaccia di giudizio se viola quel patto. Fu per questa ragione che Mosè correva il pericolo della maledizione quando si stava imbarcando nella vocazione pattizia di Dio senza circoncidere suo figlio (Es. 4:24-26). Per questa ragione pure “il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio” (1 Pi. 4:17) sia per la doppia offesa che per purificare la razza pattizia di Dio. Tutti quelli che ricevono il marchio di Dio devono vincolare quelli sotto di essi alla legge di Dio, e il giudizio di Cristo sulla sua chiesa è l’esercizio della sua autorità in quanto il battezzato di Dio, il nuovo Adamo.

Il battesimo di Gesù ci dice altro ancora del significato del battesimo: “E Gesù, appena fu battezzato uscì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli gli si aprirono, ed egli vide lo Spirito di DIO scendere come una colomba e venire su di lui” (Mt. 3:16). Vos offre un’importante prospettiva su quest’aspetto del battesimo:

Mai l’Antico Testamento paragona lo Spirito ad una colomba, però lo rappresenta come se si librasse, covasse sulla acque del caos per produrre vita dalla materia primordiale. Questo potrebbe risultare suggestivo se si pensa che l’opera del Messia costituiva una seconda creazione, congiunta alla prima mediante la funzione dello Spirito ad essa collegata [12].

In questo modo il battesimo è l’ingresso nella nuova creazione, il cui Re è il nuovo Adamo, Gesù Cristo. È il segno pattizio del nuovo paradiso di Dio e dei relativi cittadini.

In un documento della prima chiesa, si legge: “Ora, la rigenerazione è per acqua e spirito, come fu per tutta la creazione” (Ge. 1: 2). E per questa ragione il Salvatore fu battezzato, benché egli stesso non ne avesse bisogno, in modo da poter consacrare tutta l’acqua per quelli che sarebbero stati rigenerati” 13. Il battesimo era pertanto visto enfaticamente come un sacramento della nuova creazione, col quale il vecchio è purificato e ricreato. Ambedue lo Spirito e l’acqua significano agenti di purificazione.

VIII. “Le acque sopra i cieli”. Poiché il battesimo è eseguito con acqua e con lo Spirito come una protezione contro il duplice fuoco, quello che s’impossessa di ciò ch’è visibile, e quello che s’impossessa di ciò ch’è invisibile; e necessariamente, essendoci un elemento immateriale dell’acqua e uno materiale, è una protezione contro il duplice fuoco. E l’acqua terrena lava il corpo, ma l’acqua celeste, in ragione del suo essere immateriale e invisibile, è un’emblema dello Spirito santo, che è il purificatore di ciò ch’è invisibile come l’acqua dello Spirito, come l’altra lo è del corpo [14].

Malgrado gli accenni di dualismo piuttosto involuti e strani in questo passo, ciò ch’è chiaro è che il battesimo era visto, nei suoi aspetti interiore ed esteriore, come una ri-creazione del mondo materiale e spirituale per mezzo della ri-creazione dell’uomo intero.

Le promesse al popolo pattizio nel Vecchio Testamento sono considerevoli; queste non sono ritirate nel Nuovo, ma anzi espanse. Come ha così abilmente osservato Murray:

Infine, non possiamo credere che l’economia del Nuovo Testamento abbia meno benefici di quanti ne avesse il Vecchio. È invece il caso che il Nuovo Testamento dà un orizzonte più abbondante alla benedizione del patto di Dio. Non siamo perciò portati ad aspettarci una ritrattazione; siamo portati ad aspettarci espansione ed estensione. Non si accorderebbe col genio della nuova economia supporre che ci sia l’abrogazione di un metodo così cardinale di svelare e applicare la grazia che risiede al cuore dell’amministrazione pattizia di Dio [15].

Le acque del battesimo echeggiano il giudizio del diluvio e dell’attraversata del Mar Rosso; promettono anche un nuovo mondo, una terra promessa in Cristo. Puntano alla pienezza di benedizione tanto sicuramente quanto riflettono il giudizio di Dio sulla vecchia umanità, l’Adamo caduto che c’è in tutti noi.

Note:

1 Per uno sviluppo delle evidenze bibliche a favore del battesimo dei bambini, vedi la capace esposizione di John Murray: Christian Baptism; Philadelphia: Commettee on Christian Education. The Orthodox Presbyterian Church, 1952; Presbyterian and Reformed Publishing Cp., 1972.

2 Geerhardus Vos; Teologia Biblica, Antico e Nuovo Testamento; Caltanissetta, IT: Alfa & Omega, 2005, pp. 153-154.

3 Ibid., p. 153.
4 H. Clay Trumbull, The Blood of the Covenant, A primitive Rite and its Bearing on Scripture; Philadelphia: John D. Wattles, 1893, p. 351.
5 Bingham, Antiquities, I, libro XI, cap. 1, sez. 2, p. 473. 6 Ibid., I, libro XI, 1, 7; p. 476.
7 Ibid., I, libro XI, 1, 10; p. 477.
8 Ibid., I, libro XI, 11, 1; p. 536.

9 Meredith G. Kline, By Oath Consigned, A Reinterpretation of the Covenant Signs of Circumcision and Baptism; Grand Rapids: Eerdmans, 1968, p. 43.

10 Ibid., p. 57.

11 Ibid., p. 58 s.

12 Geerhardus Vos; Teologia Biblica, Antico e Nuovo Testamento; Caltanissetta, IT: Alfa & Omega, 2005, p. 465.

13 “Selection from Prophetic Scriptures”, in Ante-Nicene Christian Library, vol. XXIV Early Liturgies and Other Documents; Edimburgo: T & T. Clark, 1892, p. 118s.

14 Ibid., p. 119.
15 John Murray, Christian Baptism, p. 53.


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