INDICE:

Ottavo Comandamento

4. Responsabilità dello Spettatore

 

Mancare di prestare aiuto era un tempo un reato serio e, ad un grado limitato, rende ancora passibili di pene serie. La direzione della legge umanista sta progressivamente assolvendo gli uomini da ogni obbligo giuridico di essere un Buon Samaritano. Così, secondo una decisione:

Un astante può guardare un cieco o un bambino camminare sopra un precipizio e tuttavia non è obbligato a dare avvertimento. Può stare sull’argine di un fiume e vedere annegare un uomo, e benché abbia in mano una corda che potrebbe usare per il salvataggio, tuttavia non è obbligato a dare assistenza. Può essere in debito morale di avvertire il cieco o di aiutare l’uomo che sta annegando, ma essendo un mero spettatore, non è in alcun modo responsabile per la pericolosa situazione, non ha il dovere giuridico di dare aiuto.[1]

In certi casi, comunque, lo spettatore deve dare aiuto o affrontare un’azione legale. Un’astante può guardare la stalla di un contadino bruciare e non fare nulla, ma nel caso di un incendio ad una foresta (“proprietà” statale), l’astante deve comportarsi come richiesto o si espone a pene da parte di un tribunale.

Un tempo tutti gli astanti dovevano intervenire ad un “hue and cry”— “aiuto, aiuto!” o “dalli! dalli!” L’espressione “hue and cry” è un termine giuridico; un tempo, quando un criminale sfuggiva, o veniva scoperto, o stava avvenendo un’azione criminosa, l’appello ad aiutare era giuridicamente vincolante per tutti. Successivamente, hue and cry fu il nome di un proclama scritto che richiedeva la cattura di un criminale o di beni rubati. In Inghilterra, Hue and Cry fu anche il titolo di una gazzetta ufficiale che pubblicava informazioni su crimini e criminali.

la legge biblica, comunque, asserisce la responsabilità dello spettatore. Così, Deuteronomio 22:1-4 dichiara:

Se vedi il bue o la pecora di tuo fratello che si sono smarriti, tu non fingerai di non averli visti, ma ti impegnerai a riportarli da tuo fratello. E se tuo fratello non abita vicino a te e non lo conosci, porterai l’animale a casa tua e rimarrà da te affinché tuo fratello ne andrà in cerca; e allora glielo renderai. Lo stesso farai con il suo asino, con la sua veste e con qualunque altro oggetto che tuo fratello ha smarrito e che tu hai trovato; tu non fingerai di non averli visti.
Se vedi l’asino di tuo fratello o il suo bue caduto lungo la strada, tu non fingerai di non averli visti, ma aiuterai tuo fratello a rialzarli.

Qui abbiamo ancora una volta la casuistica, che cita un caso minimo per illustrare un principio generale. Noi non possiamo derubare un uomo della sua proprietà con la nostra negligenza; dobbiamo comportarci da buon prossimo anche verso i nostri nemici e gli stranieri. Animali persi o smarriti, proprietà e vestiario, devono essere protetti e sorvegliati facendo ogni sforzo pubblico di immediata restituzione.

Se un’astante ha un obbligo di prestare aiuto con riferimento a “tutte le cose perse” di un altro uomo, ha un obbligo ancor più pressante di aiutare nel salvataggio di un uomo. Così, questo principio di responsabilità compare in Deuteronomio 22:24. Una donna aggredita in una città si presume sia stata consenziente se non ha gridato, questa è l’origine della legge di diritto comune hue and cry — “grido d’aiuto”. Al suo gridare, ogni uomo a tiro della sua voce aveva il dovere di prestare aiuto immediato; mancare di farlo era considerato una paurosa abominazione che contaminava la terra e, figurativamente, oscurava il sole. L’orrore sentito davanti a tale abominazione è riflesso nella tradizione rabbinica:

I nostri Rabbini insegnarono, che il sole va in eclissi a causa di quattro motivi: A causa di un Ab Beth Din (il vice presidente del Sinedrio) che è morto e non è stato pianto adeguatamente; a causa di una ragazza fidanzata che gridò disperatamente in città e non ci fu nessuno che la salvasse, a causa della sodomia, e a causa di due fratelli il cui sangue è stato sparso nello stesso momento. A causa di quattro cose i luminari (la luna e le stesse) vanno in eclissi. A causa di quelli che perpetrano contraffazioni, a causa di quelli che fanno falsa testimonianza, a causa di quelli che allevano bestiame minuto nella terra d’Israele (Animali che non possono essere controllati nella distruzione di campi di altri); e a causa di quelli che abbattono alberi.[2]

È significativo che questo reato sia considerato peggiore che fare falsa testimonianza; il falso testimone travisa la verità; lo spettatore che non interviene diventa complice del crimine col suo rifiuto di prestare aiuto. Asaph disse di quelli che erano indifferenti alla necessità di dare aiuto:

Se vedi un ladro, ti metti con lui volentieri (“e fai parte con lui” NASB), e ti fai compagno degli adulteri (Sa. 50:18).

Assai correttamente, le note a margine citano Romani 1:32 e 1° Timoteo 5:22. In quest’ultimo passo, quelli che acconsentono all’affrettata ordinazione di novizi nella fede, o che acconsentono tacendo, “partecipano ai peccati altrui”. Non è irragionevole assumere che la pena per lo spettatore inattivo fosse simile a quella del falso testimone. La pena del crimine in questione veniva applicata al falso testimone (De. 19:18, 19); lo spettatore inattivo è anche una sorta di testimone, e uno che acconsente al crimine mancando di agire. Lo spettatore che rimane inerte è pertanto un complice, un corresponsabile del crimine e soggetto alla pena indicata per quel crimine.

Anche Salomone ha richiamato l’attenzione allo stesso crimine con parole affilate e puntute dichiarando:

Libera quelli che sono trascinati verso la morte e trattieni quelli che sono portati al macello. Se dici: «Ecco, noi non lo sapevamo». Colui che pesa i cuori non lo vede? Colui che custodisce la tua anima non lo sa forse? Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere (Pr. 24:11, 12).

Il commento di Kidner su Proverbi 24:10-12 è degno di nota in questo contesto:

Tensioni eccezionali (10) e responsabilità inevitabili (11, 12) sono prove giuste, non ingiuste, dell’ardore di un uomo. È il mercenario, non il vero pastore, che addurrà la cattive condizioni (10) compiti impossibili (11) e ignoranza perdonabile (12); l’amore non s’acqueta con facilità — e neppure il Dio d’amore.[3]

Anche il commento di Delitzsch si Proverbi 28:17 è adatto qui:

La grazia non può prendere il posto della giustizia finché la giustizia non sia stata pienamente riconosciuta. L’empatia umana, la sopportazione umana, sotto il falso titolo di grazia, non può contrapporsi a questa giustizia.[4]

La legge biblica rende dunque chiara la responsabilità dello spettatore; dice, di fatto, che non può fare lo spettatore. Una vecchia decisione di un tribunale americano espresse la faccenda concisamente: la legge “richiede che il bene sia fatto in ogni circostanza”.[5]  I poteri di polizia della cittadinanza si fondano su Deuteronomio 22:1-4, 24. Quando la proprietà del vicino si stesse smarrendo o fosse perduta, o quando un uomo o una donna lanciassero un grido di bisogno, ogni uomo aveva il dovere di rispondere a quel grido e applicare la legge. Negli Stati Uniti, ancora al giorno d’oggi, tutti i cittadini hanno il diritto di arrestare come risultato di questa eredità giuridica biblica.

Per la legge di fatto, uno sceriffo ha ancora il diritto di adunare ogni cittadino maschio dai 15 anni in sù per aiutarlo nell’applicazione della legge.[6]

In riferimento all’arresto di cittadini:

William B. Saxbe, procuratore capo dell’Ohio, specificò alcune delle regole basilari dell’arresto da parte di un cittadino. Con qualche variazione da stato a stato, la legge degli Stati Uniti sostiene che una persona qualsiasi possa arrestare qualcuno per aver commesso o per cercare di commettere un crimine o un’infrazione in sua presenza. Può arrestare anche qualcuno di cui abbia ragionevole motivo di credere che abbia nel passato commesso un crimine, ma non per un’infrazione. Alcuni stati permettono che un cittadino arresti solo per crimini, mentre altri concedono ampi poteri d’arresto per tutti i reati. Saxbe notava che i crimini sono quasi sempre reati che sono basilarmente sbagliati o malvagi, mentre le infrazioni sono reati minori.[7]

Generalmente, comunque, i poteri di polizia del cittadino sono esercitati nel migliore dei modi dando aiuto alla polizia e alle vittime di crimini. La polizia preferisce che i testimoni chiamino loro, prendano diligentemente nota degli eventi, e aiutino come la polizia richiederà. In Germania, le persone che manchino di assumere poteri di polizia per difendere altri possono essere multati da 1 a 2500 euro, o ricevere un anno di reclusione. Francia e Italia hanno leggi simili.[8]

La legge americana è diventata contraddittoria da quando il diritto comune è stato superato dalla legge statutaria. L’auto di una persona può essere requisita per catturare un criminale, ma la persona non ha base giuridica per richiedere un rimborso se la sua auto viene distrutta nel procedimento.[9]  I commenti di Warnick sono sul punto:

Non è un crimine in nessun stato (USA) — come lo è invece sotto la legge comune e piuttosto genericamente in Europa — per un cittadino non denunciare di propria iniziativa alla polizia la commissione di un reato. Ma con una legge del parlamento tale “mancata denuncia di un reato” è un crimine negli Stati Uniti se quello che non è stato denunciato è un reato federale. La prospettiva di questo per un non addetto ai lavori è che se aveste visto una rapina ad un negozio e vi siete fatti i fatti vostri siete a posto con la legge se non con la vostra coscienza. Ma se vedete una rapina alle poste e non avete chiamato la polizia potreste aver commesso un reato federale.

Ciò che ha portato alla ribalta questo fatto è di nuovo, per certo, la ripresa del crimine e della violenza di gruppo in America; la degradazione della polizia al punto ove sempre meno persone vogliono fare i poliziotti, e la scoccante apatia di molte persone verso il “farsi coinvolgere” in crimini …

Se la legge non richiede che chiamiate la polizia quando il negozio viene rapinato o qualcuno viene pestato brutalmente; se siete soggetti a denuncia per falso arresto perfino quando abbiate agito da soli nel modo più ragionevole; se potreste non essere protetti contro danni o responsabilità quando obbedite un ufficiale, allora potete assumere una posizione — anche contro il vostro sentire — che la società non voglia seriamente controllare il crimine. La società in questo caso è costituita dalla legislazione e dai tribunali.

Perché la mancata denuncia di un reato non è un reato se statale ma può esserlo se federale? La legislazione può ripristinare il principio della legge comune che ne faceva un reato anche nel primo caso.[10]

La situazione giuridica potrà anche essere equivoca; il requisito giuridico biblico non lo è. La mancata denuncia, cioè aver nascosto un crimine, è una trasgressione seria. Lo spettatore che non si attiva è complice del crimine. La parabola del Buon Samaritano (Lu. 10:29-37) fu solidamente fondata sulla legge biblica.

Nella parabola del Buon Samaritano, il sacerdote e il levita evitarono la vittima e “passarono dall’altra parte”. I capi religiosi si vantavano d’obbedire la legge; pagavano “la decima della ruta della menta e di ogni erba, e poi trascuravano la giustizia e l’amore di Dio” (Lu. 11:42). Era cosa facile dare la decima della menta; a volte richiede coraggio morale per aiutare una vittima; nel caso della vittima descritta da Gesù non era necessario neanche il coraggio morale, solo aiuto nei termini della legge ad una vittima abbandonata dai criminali. I capi religiosi osservavano la legge solo quando farlo costava loro poco o niente. Gesù li redarguì dalla legge.

È pertanto un serio errore ridurre la parabola del Buon Samaritano solo a livello di sentimenti, o farne una questione di carità; in questo caso queste cose sono subordinate alla legge. Quelli che disprezzano la legge sono anche privi di carità. Professano di amare la legge, ma scelgono cose semplici da obbedire e disprezzano le cose che sono difficili. Troppi uomini di chiesa oggi riducono la legge a semplici regole intorno al sabato e all’adulterio ed eludono o violano il resto della legge impunemente. Questo è fariseismo.

Note:

1 Bushanan vs. Rose (1942) citato in Clark: Biblical Law, p. 121.
2 Derek Kidner: The Proverbs, An Introduction and Commentary, Chicago: Inter-Varsity Press, 1964, p. 154.

3 Derek Kidner: The Proverbs, An Introduction and Commentary, Chicago: Inter-Varsity Press, 1964, p. 154.

4 Franz Delitzsch: Biblical Commentary on the Proverbs of Solomon; Grand Rapids: Eerdmans, II, 234.

5 Moore vs, Strikling (1899) in Clark, op. cit., p. 120.
6 Dorothy Brant Warnick; “The Police Powers of Private Citizens”, in The American Legion Magazine, giugno, 1967, p. 17.

7 Ibid.
8 Ibid., p. 20
9 Ibid., p. 21.

10 Ibid., p. 53.


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