INDICE:

Il Sesto Comandamento

 20. Eredità Sociale: i Confini

 

Una legge importante, citata in Deuteronomio 19:14, ha riferimento basilare all’ottavo comandamento: “Tu non ruberai”. Questo è evidente nel testo quanto in successivi riferimenti alla legge:

Non sposterai i confini del tuo vicino, posti dagli antenati nell’eredità che otterrai nel paese che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà in possesso (De. 19:14).

“Maledetto chi sposta i confini del vicino!”. E tutto il popolo dirà: “Amen”(De. 27:17).

Alcuni spostano i confini, prendono a forza le greggi e le portano al pascolo (Gb. 24:2).

Non spostare il confine antico e non entrare nei campi degli orfani, perché il loro vendicatore, è potente; egli difenderà la loro causa contro di te (Pr. 23:10, 11).

Il riferimento alla proprietà è ovvio, ma c’è anche un riferimento alla conservazione di un patrimonio (religioso/culturale). Un’eredità, un patrimonio catastale deve essere preservato. Ma, giustamente, questi riferimenti in Deuteronomio e Proverbi sono stati intesi riferirsi ad un fatto più ampio: un rispetto per i confini, morali, spirituali, e sociali, della nostra eredità nel patto di Dio. In questo modo, W.F. Adeney ha visto in Proverbi 22:28 un riferimento ai confini di proprietà, della storia, della dottrina e delle morali.1 C’è del sostegno biblico per questa lettura perché Osea 5:10, nel citare l’apostasia religiosa e morale della nazione e la corruzione dei suoi capi, dice: “I principi di Giuda sono come quelli che spostano i confini; io riverserò la mia ira su di loro come acqua”. Di questo versetto, Reynolds e Whitehouse hanno osservato: “ Essi (i principi di Giuda) abbattono le barriere tra giusto e sbagliato, tra vero e falso, tra Jehovah e Baalim”.2 Questo è il significato di questa legge con riferimento alla sesta parola-legge: “Tu non ucciderai”. Distruggere la barriera tra giusto e sbagliato, tra vero e falso, e tra Dio e i falsi dèi, è assassinare la società e uccidere la sua eredità più basilare.

Negli anni recenti, la rimozione di confini è stato un compito primario dell’educazione e della politica. Dell’educazione, Black, nel fare una panoramica dell’educazione nell’America del diciannovesimo secolo, ha scritto:

Quando si guarda indietro a quegli anni, si vede che i libri di testo e le scuole stesse tenevano l’etica Puritana come loro principio morale basilare. Fu quest’etica ad aver dato forma e unità alla nazione. “Il giudizio di valore”, scrive Ruth Miller Elson, “ è il loro armamentario: amore per la nazione, amore per Dio, dovere verso i genitori, e la necessità di sviluppare abitudini di parsimonia, onestà, e duro lavoro, in modo da accumulare proprietà, la certezza del progresso, la perfezione degli Stati Uniti. Questi non sono da mettere in questione. Nè in quest’intero secolo di grandi cambiamenti esterni c’è deviazione alcuna da questi valori basilari. Nelle disposizioni pedagogiche i libri di scuola di fine 1700 sono ampiamente diversi da quelli di fine 1800, ma il continuum di valore è ininterrotto. … Il ragazzo deve imparare l’etica mentre acquisisce informazioni su questo mondo, indubbiamente, a memoria. Il suo comportamento non deve essere ego-diretto, né etero-diretto, ma dettato da autorità e accettato passivamente”.

Così siamo entrati nel ventesimo secolo.3

Questa descrizione dei libri di testo del diciannovesimo secolo è ingiusta in qualche parte della sua terminologia, ma è accurata nel descrivere le differenze tra libri di testo e scuole allora e nel ventesimo secolo. Al posto di una moralità cristiana, è insegnata un’etica relativista; anziché un rispetto per i confini della società cristiana (mai vista come “perfezione” ma come un tentativo di realizzare un ordinamento pio), è insegnato un disprezzo per il passato. Questo è stato fatto nel nome della democrazia benché in disprezzo dei credi e volontà popolari.

I vecchi confini sono stati negati in favore di confini nuovi. Anziché affermare la sovranità di Dio, educatori ed intellettuali ora affermano la sovranità del caso. Così Charlotte Willard dichiara: “Il caso è la sola certezza nell’universo”.4 Ciascuna nuova fede significa una nuova area di possibilità proprio mentre chiude la porta su altre aree. Per la Willard, la sovranità di Dio, una moralità assoluta, e il movimento della storia nei termini dei decreti di Dio a inevitabile vittoria, sono tutti impossibili. Ma nuove aree di possibilità vengono spalancate da un mondo di casualità dove l’uomo assume il ruolo di dio e creatore. La Willard, recensendo Beyond Modern Sculpture: The Effects of Science and Technology on the Sculpture of this Century di Jack Burnam, scrive:

Il sig. Burnam culmina la sua tesi citando da Intelligence in the Universe, di Roger MacGowan e Frederick Ordway; il primo è capo del Ramo Scientitifico Digitale del Centro Militare di Comando Missilistico, ad Huntsville, Alabama, e il secondo è presidente della Società per la Ricerca Astronautica Generale, di London. Essi profetizzano che la vita intelligente che potremmo incontrare nello spazio stellare sarà probabilmente il prodotto di evoluzione biologica ma sarà vita intelligente inorganica messa insieme artificialmente. I capi politici sulla terra impareranno rapidamente che si possono costruire automi artificiali intelligenti con capacità intellettuali sovrumane. Essi credono infatti che questi automi conquisteranno la terra. L’uomo, in breve, metterà in atto la propria trasformazione da creazione biologica a inorganica concentrazione di energia che processa informazioni. Il sig. Burnham conclude con aria trionfante che “I confini fisici che separano lo scultore dal risultato del suo lavoro potrebbero pure scomparire”. L’illustrazione finale nel libro è un allestimento verticale di tubature piegate che è etichettato: Dio.5

La reazione di Charlotte Willard a questa tesi non è di quelle felici, ma non ha reale fondamento per opporsi. Negare Dio significa alla fine negare l’uomo: questa è la conseguenza dell’aver rimosso gli antichi confini. Una filosofia della morte di Dio in realtà pronuncia la morte dell’uomo. L’uomo come creazione di Dio viene rimossa in favore di automi che sono creazione dell’uomo. In questo modo, l’uomo si atteggia a dio commettendo suicidio, un punto fatto da Dostoyevsky ne I Posseduti.

Nella legge i vecchi confini sono stati rimpiazzati con leggi nuove e relativiste. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha ampiamente rimpiazzato la legge americana storica con la legge umanista. Nuovi confini giuridici sono stati usati per modificare le vecchie leggi e sovvertire l’ordine sociale.

Ma un confine relativista, umanista, non è affatto un confine. Il relativismo offre solo un metro di gomma che misura in modo diverso per ogni persona, secondo la propria personale misura e scopo. Come risultato, la gente può vivere in una crisi e non accorgersene nemmeno. Così, benché il crimine sia aumentato sensibilmente tra il 1967 e il 1969, in quegli anni il pubblico americano si abituò a vivere in mondo di crimini e violenza. Non avendo uno standard oggettivo, i loro giudizi riflettevano le loro reazioni piuttosto che un fatto oggettivo. Un’indagine ha dimostrato che una sostanziale maggioranza di americani, il 59%, non sente che il crimine stia aumentando nelle loro comunità, benché poco più di uno su tre creda ancora che sia in aumento. Questi risultati mostrano una forte diminuzione nella pubblica apprensione nei confronti del crimine, quando paragonato con un’indagine simile fatta nel 1967.6 Combattere contro i confini è combattere contro il progresso. Quando la Cina antica divenne relativista nelle sua filosofia, la conseguenza fu la stagnazione. Quel progresso che la Cina ha sperimentato lungo i secoli fu dovuto a forze estranee alla sua filosofia basilare. Oggi, filosofi dell’educazione e insegnanti stanno sempre più affermando nelle loro lezioni in classe che è impossibile porre obbiettivi all’educazione. In un mondo di cambiamento, come può l’uomo conoscere il futuro ed educare in termini del l’ignoto? Poiché viviamo in un mondo di cambiamento, la sola cosa su cui possiamo venire validamente istruiti è la certezza del cambiamento. Gli educatori dunque concordano con la Willard che “La casualità è la sola certezza nell’universo”. Perciò, al posto della moralità deve essere insegnata l’immoralità; al posto di certi fatti basilari sull’uomo e la società, viene insegnata invece la certezza del cambiamento. Come risultato, gli studenti logicamente domandano il cambiamento continuo ovvero la rivoluzione come unica necessità morale in un universo immorale. Con una tale filosofia educativa, l’educazione per la rivoluzione è inevitabile, e solo un’educazione rigorosamente cristiana la può contrastare. Altre filosofie dell’educazione, cioè altre da quelle umanista e cristiana, sono essenzialmente nostalgiche: cercano di ritenere un ordine desiderato ma senza una valida causa.

In un mondo senza confini, ogni legge o confine è un delitto. In questo modo, la premessa morale del Marchese de Sade era che “In una società criminale uno deve essere un criminale”.7 Questi significa guerra totale contro ogni e qualsiasi Istituzione, contro ogni ordine sociale. Significa anche isolamento e ogni uomo un’isola a sé stante. Come disse de Sade: “Il mio prossimo non è niente per me; non esiste la più piccola correlazione tra lui e me”.8 Come risultato de Sade era in guerra con l’idea di legge e dei tribunali; la sola “giustizia” che poteva approvare era la vendetta, il personale atto d’omicidio. In un mondo di anarchismo, senza confini vincolanti per tutti, gli atti di ogni uomo hanno validità totale perché l’arbitrio totale è la sola legge possibile. Come ha riassunto Simone de Beauvoir:

Simpatizzare con de Sade troppo prontamente è tradirlo. Perché sono la nostra miseria, soggezione e morte che egli desidera; ed ogni volta che stiamo dalla parte di un bambino che è stato sgozzato da un maniaco sessuale stiamo contro di lui. E neppure ci proibisce di difenderci da soli. Egli permette che un padre possa vendicare o prevenire, perfino uccidendo, lo stupro di suo figlio. Ciò che richiede è che nella lotta tra due esistenze inconciliabili, uno si attivi concretamente nel nome della propria esistenza. Egli approva la vendetta, ma non i tribunali. Possiamo uccidere, ma non possiamo giudicare. Le pretese del giudice sono più arroganti di quelle del tiranno, perché il tiranno confina se stesso ad essere se stesso, mentre il giudice cerca di innalzare le proprie opinioni a leggi universali. Il suo sforzo è fondato su una menzogna. Poiché ogni persona è imprigionata nella propria pelle e non può diventare il mediatore tra persone separate dalle quali è egli stesso separato. E il fatto che un gran numero di questi individui si metta in combutta e alienino se stessi in istituzioni, delle quali non sono più padroni, non da’ loro addizionale diritto. Quanti possano essere non ha nulla a che vedere con la questione.9

Se i desideri di un uomo sono i suoi confini, allora, in un mondo privo di significato, l’uomo stesso diventa privo di significato. Per de Sade, il solo possibile contatto con altri era l’aggressione, e il solo possibile significato era il crimine. Con le parole stesse di de Sade: “Ah, quante volte, per Dio, non ho desiderato di essere capace di assalire il sole, rapirlo dall’universo, produrre un’oscurità generale, o usare il sole per bruciare il mondo! Oh, quello sì che sarebbe un crimine …”10 La sola realtà è dunque l’aggressione. Ma, e se l’uomo e la sua aggressione sono solo “parti” di un nulla universale? La conclusione del relativismo cinese e, sempre più delle forme occidentali della stessa fede, è veramente che il caso è la sola certezza, e il nulla è il destino e la realtà universale. Wang Wei (701-761), nel passare oltre le “illusioni” del bene e del male, scrisse: “Non contate sul bene o sul male, sprechereste solamente il vostro tempo …. Chi lo sa se non stiamo tutti vivendo nei meandri di un sogno?”11 Secondo Wang Wei, la cura per la solitudine e l’isolamento dell’uomo in un mondo di relativismo è “La Dottrina del Non-Essere — lì c’è il solo rimedio”.12 Negare ogni significato come cura per la mancanza di significato. In un mondo dove i confini vengono distrutti, negare la possibilità di confini. In breve, dite a un affamato che la fame è un mito. Questa è la conclusione del relativismo.

Se è un crimine alterare i confini di proprietà per frodare un vicino della sua terra, quanto più grande è il crimine di alterare i confini sociali, i fondamenti biblici della legge e della società, e con ciò far venire la morte su quell’ordine sociale? Se è un crimine rapinare una banca, è sicuramente un crimine rapinare e uccidere un ordine sociale.

Note:

1 W. F. Adeney, in H. D. M. Spence and Joseph S. Exell: The Pulpit Commentary: Proverbs; New York: Anson D. F. Randolph, n.d. p. 431.

2 H. R. Reynolds and The Rev. Prof. Whitehouse: “Hosea”, in Ellicott, V, p. 421.
3 Hillel Black: The American Schoolbook; New York: William Morrow & Company, 1967, p. 90. La

citazione di Black è da Ruth Miller Elson: Guardians of Truth.
4 Charlotte Willard: “Presaging the Triunph of Egghead Automata” in Saturday Review, 8Febbraio,

1969, p. 20. 5 Ibid.

6 Louis harris: “Alarm Over Crime Abated Since 1967”; Santa Ana, California, The Register, 12 maggio, 1969, p. C 8.

7 Simone de Beauvoir: “Must We Burn Sade?” In Austryn Wainhouse e Richard Seaver: The Marquise de Sade: The 120 days of Sodom and Other Writings; New York: Grove Press, 1966, p. 58.

8 Ibid.

9 Ibid., p. 61.

10 Ibid., p. 32.

11 Chan Yin-nan and Lewis C. Walmsby, traduttori: Poems by Wang Wei; Rutland, Vermont: Charles E. Tuttle Co., 1958, 1965, p. 84.

12 Ibid., p. 113.


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