INDICE:

 

Il Primo Comandamento

3. Dio contro Molek

Calvino, nella sua eccellente classificazione della legge nel suo Commentaries on the Four Last Books of Moses Arranged in the Form of a Harmony, cita Deuteronomio 18:9-22; 13:1-4; Levitico 18:21; 19:26,31 e Deuteronomio 12:29-32, come basilari per il primo comandamento. Questi passi sono in relazione ai tentativi dell’uomo di conoscere e controllare il futuro. Poiché Dio è l’Eterno, il creatore del cielo e della terra, e il determinatore di tutte le cose, ogni tentativo di conoscere e controllare il futuro al di fuori di Dio è istituire un altro dio in disprezzo dell’Eterno.

Ogni forma illecita d’investigare il futuro è citata da Mosè:

Quando entrerai nel paese che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà, non imparerai a seguire le abominazioni di quelle nazioni.
Non si trovi in mezzo a te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco, né chi pratichi la divinazione, né indovino, né chi interpreta presagi, né chi pratica la magia,

né chi usa incantesimi, né un medium che consulta spiriti, né uno stregone, né chi evoca i morti,
perché tutti quelli che fanno queste cose sono in abominio all’Eterno; e a motivo di queste abominazioni, l’Eterno, il tuo DIO, sta per scacciarli davanti a te.

Tu sarai integro davanti all’Eterno, il tuo DIO;
poiché quelle nazioni, che tu scaccerai, hanno dato ascolto a indovini e a maghi; ma, quanto a te, l’Eterno, il tuo DIO, non ha permesso che tu faccia così. (De. 18:9-14)

Non permetterai che alcuno dei tuoi discendenti sia offerto a Molek; e non profanerai il nome del tuo DIO. Io sono l’Eterno. (Le. 18:21)

Non mangerete nulla che contenga sangue. Non praticherete alcun genere di divinazione o di magia. (Le. 19:26)

Quando l’Eterno, il tuo DIO, avrà sterminato davanti a te le nazioni che tu stai per andare a spodestare, e quando le avrai spodestate e dimorerai nel loro paese,
guardati bene dal cadere nel laccio, seguendo il loro esempio, dopo che sono state distrutte davanti a te, e dall’informarti dei loro dèi, dicendo: “Come servivano queste nazioni i loro dèi Farò anch’io così”.

Tu non farai così con l’Eterno, il tuo DIO, perché con i loro dèi esse hanno fatto tutto ciò che è abominevole per l’Eterno che egli detesta; hanno persino bruciato nel fuoco i loro figli e le loro figlie, in onore dei loro dèi.

Avrete cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando; non vi aggiungerai nulla e nulla toglierai da esse».
(De. 12:29-32)

Il commento di Calvino su Deuteronomio 18:9-14 va al cuore della questione:

In questo passo Mosè spiega chiaramente cosa significhi avere altri dèi, cioè mescolare l’adorazione di Dio con cose profane, poiché la sua purezza è mantenuta tale solamente bandendo da esso tutte le invise superstizioni. Il succo, perciò, è che il popolo di Dio si astenga da tutte le invenzioni degli uomini con cui è adulterata la religione pura e semplice.1

Egualmente centrata è l’osservazione di un altro commentatore:

Mosè raggruppa insieme tutte le parole che la lingua conteneva per i differenti modi d’esplorare il futuro e scoprire la volontà di Dio, allo scopo di proibire ogni descrizione di divinazione, e colloca in testa la proibizione del culto di Molek per dimostrare l’interiore connessione tra la divinazione e l’idolatria, probabilmente perché la (februation*), ovvero passare figli attraverso il fuoco nel culto di Molek era più intimamente connesso con la divinazione e la magia che qualsiasi altra descrizione dell’idolatria.2

Un’ampia varietà di pratiche viene citata. Un “incantatore” è un bisbigliatore o incanta-serpenti; una strega, una che usa incantesimi o fatture; un mago, uno che reclamava di conoscere i segreti dell’altro mondo; un negromante, uno che richiama i morti, e così via.3 Ma il male critico è il culto di Molek. La parola Molek (o Melech, Melek, Malik) che significa re, è una parola ottenuta cambiando le vocali al nome di un pagano, le consonanti di re sono mantenute e vengono usate le vocali di vergogna. A questo dio che è identificato come il dio di Ammon in 1 Re 11:7, 33 erano offerti sacrifici umani. Ci sono riferimenti a Molek (Malkam) in Geremia 49:1,3; Amos 1:15 (re), Sofonia 1:5 (Malkam); Levitico 18:21; 20:2-5; 2 Re 23:10; Geremia 32:35; ecc., e il sito del culto di Molek in Israele era la valle di Hinnom (Ge. 32:35; 2 Re 23:10). Il culto di Molek non era limitato ad Ammon.4

Molek è “il re” o “regalità”. Il nome di Melek è dato anche come Milcom (1Re 11:5, 33) e Malkam (Ge. 49:1; So. 1:5). Molek era un aspetto di Baal (Ge. 32:35), Baal significa signore. Sotto il nome di Melcart, re di Tiro, Baal era adorato a Tiro con sacrifici umani.5

Mentre si conosce relativamente poco di Molek, si sa molto di più del concetto di regalità divina, il re come dio, e il dio come re, quale anello di congiunzione divino-umano tra cielo e terra. Il dio-re rappresentava l’uomo in un’entità più grande, l’uomo asceso, e il culto di un tale dio, cioè di un tale Baal, era l’affermazione della continuità di cielo e terra. Era il credo che ogni essere fosse parte di un solo essere, e il dio, perciò, era un uomo asceso su quella scala dell’essere. Il potere manifestato nell’ordinamento politico era perciò una manifestazione della cattura e conquista del potere divino. Rappresentava il trionfo di un uomo e del suo popolo. Il culto di Molek era dunque una religione politica.

Poiché Molek rappresentava regalità e potere, i sacrifici a Molek rappresentavano l’acquisto, al minimo: d’immunità e protezione; alla sua massima asserzione: di potere. I sacrifici “più alti” nel paganesimo, e specialmente nel culto di Baal, erano sacrifici d’umanità, e cioè auto- mutilazione, notoriamente la castrazione, il sacrificio di bambini e di posterità e simili. Il sacerdote veniva identificato col dio nella misura in cui aveva “abbandonato” l’umanità per mezzo della sua castrazione, la sua separazione da relazioni umane normali, e le sue anormalità. Il re veniva identificato con il dio nella misura in cui manifestava potere assoluto. Il sacrificio di bambini era il supremo sacrificio a Molek. Il culto di Molek fu introdotto in Israele quando Salomone costruì un altare per Molek per le sue mogli straniere, le Ammonite in particolare. Apparentemente, Salomone limitò la portata sacrificale di quell’altare perché passarono molte generazioni avanti che fosse fatto il primo sacrificio umano, ma l’azione di Salomone (1 Re 11:7,8) aveva introdotto il culto in Israele.

Il culto di Molek era dunque il culto dello stato. Lo stato era il vero ordine ultimo, e la religione era un dipartimento dello stato. Lo stato asseriva la totale giurisdizione sull’uomo; aveva perciò il diritto al sacrificio totale. T. Robert Ingram, nel suo eccellente studio della legge, virtualmente l’unico lavoro sulla legge di valore in generazioni, concatena giustamente il primo comandamento con la proscrizione dello statalismo e del totalitarismo. Parlando del “governo che vorrebbe arrogare a sé stesso ogni potere e non inchinarsi davanti a nessun altro,” Ingram commenta:

La parola moderna per un tale governo è totalitarismo: un governo che arroga a sé stesso il potere totale. Il coronamento del proposito di Satana è d’avere un governo mondiale totalitario. Noi che abbiamo conosciuto qualcosa di Dio il Creatore sappiamo che il potere totale può risiedere solo in Lui. Ovviamente il creatore di tutto è più grande di qualsiasi cosa possa fare. La reale possibilità di un mostro di Frankenstein, la creazione di mani umane che può distruggere gli umani e non essere da essi distrutto, è una figura falsa della mente distorta. Presuppone un genio del male soprannaturale che inganna gli uomini a pensare che hanno fatto qualcosa mentre in realtà non sono stati altro che agenti passivi di un potere sconosciuto. Il vasaio può fare ciò che vuole con la sua creta.

È certo che la supremazia ultima, il potere più grande che ci sia, è il potere di dare esistenza a tutto ciò che c’è. Dio solo non deve la propria esistenza ad alcun altro e possiede esistenza eterna in Sè stesso. La mera possibilità che il potere totale risieda da qualche parte ci costringe a riconoscerlo nel Creatore. Il potere totale non può risiedere da nessun altra parte. Qualsiasi persona che rifiuti di riconoscere che tutte le cose sono state fatte ( e perciò c’è un Creatore) semplicemente esclude qualsiasi considerazione del fatto che il potere totale esista da qualsiasi parte. In questo modo possiamo dire che sia per i cristiani sia per i non- cristiani non c’è modo ragionevole di stabilite il potere totale da qualsiasi parte se non nel Creatore di tutte le cose. Eccetto che con Lui, ogni potere è diviso e perciò limitato.6

Per uno stato pretendere la giurisdizione totale, come fa lo stato moderno, è pretendere di essere come dio, d’essere il governatore totale dell’uomo e del mondo. Al posto di una legge limitata e di una giurisdizione limitata, lo stato moderno anti-cristiano reclama giurisdizione dalla culla alla tomba, dall’utero al cimitero, su welfare, educazione, culto, famiglia, commercio o agricoltura, capitale e lavoro, e ogni altra cosa. Lo stato moderno è un Molek, che richiede il culto di Molek: afferma la sua giurisdizione totale sull’uomo e perciò richiede il sacrificio totale.

Ma, come osserva Ingram, riguardo al culto: “Solo il potere che dev’essere adorato può ordinare il modo in cui Egli dev’essere adorato”7 Per analogia, solo il potere che è ultimo ha il diritto d’essere la fonte della legge. Dio è la sola vera fonte della legge; lo stato è un organismo della legge, un organismo tra molti (chiesa, scuola, famiglia, ecc.), ed ha una un specifica e limitata area di legge da amministrare sotto Dio. Lo stato Molek nega qualsiasi tale limite: insiste nel tassare a volontà, espropriare a piacere per “pubblica utilità”, e reclama il diritto di costringere i giovani ad andare in guerra a suo piacimento.

Lo stato Molek è il prodotto dell’apostasia. Quando un popolo rigetta Dio come proprio Re e fanno proprio re un uomo o lo stato (1Sa. 8:7-8), Dio dichiara le conseguenze:

E disse: «Questi saranno i diritti del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli, per destinarli ai suoi carri e farli suoi cavalieri, e perché corrino davanti ai suoi carri; per farli capitani di migliaia e capitani di cinquantine, per metterli ad arare i suoi campi, a mietere la sua messe, a fabbricare le sue armi da guerra e gli attrezzi dei suoi carri. Prenderà le vostre figlie per farne profumiere, cuoche e fornaie. Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti, i migliori che avete, per darli ai suoi servi. Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi

e ai suoi servi. Prenderà i vostri servi, le vostre serve, i vostri giovani migliori e i vostri asini per usarli nei suoi lavori. Prenderà anche la decima delle vostre greggi, e voi sarete suoi schiavi.
Allora in quel giorno griderete a motivo del re che avete scelto per voi, ma l’Eterno non vi risponderà». (1 Sa. 8:11-18)

Sono qui citati vari aspetti dello stato che rigetta Dio: Primo, sarà istituita e imposta un’anti-biblica coscrizione militare. Secondo, ci saranno reggimenti di lavoro forzato coscritti per servizi allo stato. Terzo, la coscrizione sarà di giovani, uomini e donne, come pure di animali. Quarto, lo stato eseguirà espropri sia di terreni sia di bestiame. Quinto, poiché lo stato ora sta facendo il dio-re, come Dio richiederà una parte della ricchezza, la decima della produzione. Sesto, Dio non ascolterà un popolo che si sta lamentando perché sta pagando il prezzo del proprio peccato.

Tutte queste condizioni sono raggiunte e sorpassate dal moderno stato Molek, che rifiuta di accontentarsi della decima ma esige una tassa eguale a diverse decime. In alcune nazioni la tassazione richiesta è un’incredibile confisca. Così: “Luigi Einaudi, l’economista principale d’Italia e suo ex Presidente della repubblica, calcolò che, se fosse stata pienamente raccolta ogni tassa, lo stato assorbirebbe il 110% del prodotto interno lordo”8

Lo stato Molek rappresenta semplicemente lo sforzo supremo dell’uomo per comandare il futuro, di predestinare il mondo, e di essere come Dio. Sforzi minori, divinazione, spiritismo, magia e stregoneria, sono egualmente anatema per Dio. Tutti rappresentano tentativi per avere il futuro in termini altri dai termini di Dio, d’avere un futuro senza Dio e in sfida a Dio. Sono attestazioni che il mondo non è di Dio ma dei crudi fatti e che l’uomo può in qualche modo impadronirsi del mondo e del futuro andando direttamente al loro materiale grezzo. Così Re Saul esternamente si conformò alla legge di Dio, abolendo tutte le arti magiche, ma quando fu confrontato con una crisi, si rivolse alla strega di Endor (1Sa. 28:15-19): ricevette la parola di giudizio.

L’astrologia dev’essere inclusa con le empie investigazioni che non possono stornare o incantare il giudizio (Isa. 47:10-14).

In Levitico 19:26, magia e divinazione sono proibite nella stessa frase che proibisce di mangiare il sangue. La definizione di Davies del significato di sangue nella bibbia merita di essere citato interamente quale succinta dichiarazione in materia:

SANGUE. Il fluido vitale che circola attraverso il corpo e trasportato da un sistema di arterie situato più in profondità dal cuore alle estremità, e da un sistema di vene più superficiali ritorna al cuore … La vita è nel sangue (Le. 17: 11, 14): o il sangue è la vita (De. 12: 23), benché non esclusivamente (Sl. 104:30). Il sangue rappresentava la vita, la vita è talmente sacra davanti a Dio che il sangue dell’assassinato Abele poteva essere descritto che gridava a Dio dalla terra per vendetta (Ge. 4: 10); e immediatamente dopo il Diluvio mangiare il sangue degli animali fu proibito mentre fu autorizzata la loro uccisione per cibo (Ge. 9:3,4; At. 15:20,29), e fu definita la legge: “Chiunque spargerà il sangue di un uomo, il suo sangue sarà sperso per mezzo di un uomo” (Ge.9:6). La perdita della vita è la pena per il peccato e la resa vicaria della vita, tipizzata dai sacrifici, era necessaria per la remissione (Eb. 9:22), e così, sotto la legge Mosaica il sangue di animali era utilizzato in tutte le offerte per il peccato, e il sangue di bestie uccise nella caccia o scannate per cibo veniva versato e coperto con terra, perché da Dio negato all’uomo per la consunzione e riservato per scopi espiatori (Le. 17: 10-14; De. 12: 15,16). Il “sangue di Gesù,” il “sangue di Cristo,” il “sangue di Gesù Cristo,” o il “sangue dell’Agnello” sono espressioni figurative della sua morte espiatrice (1Co. 10:16; Ef. 2:13; Eb. 9:14; 10:19; 1 Pi. 1: 2,19; 1 Gi. 1:7; Ri. 7:14; 12:11).9

Poiché la vita è data da Dio e deve essere vissuta solo nei suoi termini, la vita d’un uomo o d’un animale può essere presa solamente nei termini di Dio, sia da parte dello stato, che per mangiare o per difesa personale. Tentare di governare o prendere la vita senza il permesso di Dio, e separatamente dal suo servizio, è come tentare di governare il mondo e il futuro senza Dio. Per questo motivo, Levitico 19:26 colloca mangiare sangue, divinazione e magia tutti sullo stesso livello come essenzialmente lo stesso peccato.

Deuteronomio 18:13 comanda: “Tu sarai perfetto E.P. (o, integro N.D. ; senza macchia N.A.S.B) davanti all’Eterno il tuo Dio”. Questo è parte del comandamento spesso ripetuto: “Siate santi, perché io, l’Eterno, il vostro Dio, sono santo” (Le. 19:2; 11:44; Es. 19:6; Le. 20:7,26; 1 Te. 4:7; 1 Pi. 1:15, 16; ecc.). Essere santi significa letteralmente essere separati, cioè messi da parte da un uso comune ad uno sacro. Gli utensili e i vasi del santuario, i ministri e certi giorni, erano separati per un servizio speciale a Dio e quindi santi (Es. 20:8; 30:31; 31:10,11; Nu.5:17; Za. 14:21). La contaminazione da mancanza di separazione poteva essere cerimoniale e fisica (Es. 22:31; Le. 20:26), o poteva essere spirituale e morale (2 Co. 7:1: 1 Te. 4:7; Le. 20:6,7; 21:6). La santità di Dio è la sua separazione da tutti gli esseri creati quale Essere non creato e creatore, infinito in sapienza, potenza, giustizia, bontà, verità e gloria. La vera santità dell’uomo è la separazione a Dio in fede e obbedienza alla legge di Dio. La legge è perciò la via specificata di essere santi.

Il culto di Molek ricerca una via di santità non teistica, non biblica. Cerca di separare sé stesso quale potenza e gloria per mezzo di sacrifici designati a trascendere l’umanità. San Paolo specificò alcune di queste vie di falsa santità come “vietare il matrimonio e astenersi da cibi che Dio ha creato, affinché siano presi con rendimento di grazie: poiché è santificato (fatto santo) dalla parola di Dio e dalla preghiera” (1Tm. 4:3-5).

Molto spesso, delle società hanno sacrificato uomini allo scopo di dedicare e santificare un edificio, per dargli potenza. Scrivendo nel 1909, Lawson riportò, nel suo studio sul persistere del paganesimo in Grecia: “…fu riportato da Zacinto solo una generazione fa che vi esisteva ancora un forte sentimento in favore di sacrificare un Maomettano o un Giudeo alla fondazione di ponti importanti e di altri edifici; e c’è una leggenda che racconta che un uomo di colore sia stato effettivamente murato in un ponte di un acquedotto vicino a Lebadea in Beozia.”10 Strak, nel cercare di confutare qualsiasi rito razziale sanguinario tra i Giudei, richiamò però l’attenzione su ampie evidenze di sacrifici umani e animali per superstizione nell’Europa moderna.11

Il tentativo dell’uomo di controllare il mondo e di essere la fonte della predestinazione porta anche a falsi profeti. La legge che governa quest’aspetto dichiara:

«Se sorge in mezzo a te un profeta o un sognatore di sogni che ti proponga un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti ha parlato si avvera e dice: “Seguiamo altri dèi che tu non hai mai conosciuto e serviamoli”, tu non darai ascolto alle parole di quel profeta o di quel sognatore di sogni, perché l’Eterno, il vostro DIO, vi mette alla prova per sapere se amate l’Eterno, il vostro DIO, con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima.
Seguirete l’Eterno, il vostro DIO, lui temerete, osserverete i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, lo servirete e rimarrete stretti a lui. (De. 13:1-4)

L’Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a lui darete ascolto, in base a tutto ciò che chiedesti all’Eterno, il tuo DIO, in Horeb, il giorno dell’assemblea, quando dicesti: “Che io non oda piú la voce dell’Eterno, il mio DIO, e non veda piú questo gran fuoco, perché non muoia”.

E l’Eterno mi disse: “Ciò che hanno detto, va bene;
io susciterò per loro un profeta come te di mezzo ai loro fratelli e porrò le mie parole nella sua bocca, ed egli dirà loro tutto ciò che io gli comanderò. E avverrà che se qualcuno non ascolterà le mie parole che egli dice in mio nome, io gliene domanderò conto.
Ma il profeta che ha la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire o che parla in nome di altri dèi, quel profeta sarà messo a morte”.

E se tu dici in cuor tuo: “Come faremo a riconoscere la parola che l’Eterno non ha proferito?”.
Quando il profeta parla in nome dell’Eterno e la cosa non succede e non si avvera, quella è una cosa che l’Eterno non ha proferito; l’ha detta il profeta per presunzione; non aver paura di lui». (De. 18:15-22)

Deuteronomio 13 cita tre casi di istigazione all’idolatria, primo, nei versi 1-5, da parte di un falso profeta; secondo, nei versi 6-11, da un individuo privato; e, terzo, da una città, versi 12-18.12 La pena in ciascun caso è la morte senza misericordia. Alla mente moderna, questo sembra drastico. Perché la morte per l’idolatria? Se l’idolatria è senza importanza per un uomo, allora una pena per essa è scandalosa. Ma l’uomo moderno usa ampia tolleranza verso la pena di morte per crimini contro lo stato, o contro “il popolo”, o contro “la rivoluzione”, perché queste cose sono importanti per lui. La pena di morte non è richiesta qui per il credo privato: è per il tentativo di sovvertire altri e di sovvertire l’ordinamento sociale seducendo altri a diventare idolatri. Poiché, per la legge biblica il fondamento è l’unico vero Dio, l’offesa principale dell’idolatria è perciò nei confronti di quel Dio. Ogni ordinamento giuridico ha il proprio concetto di tradimento. Nessun ordinamento giuridico può permettere un attacco al suo fondamento senza commettere suicidio. Quegli stati che asseriscono di abolire la pena di morte la ritengono lo stesso per lo più per i crimini contro lo stato. Il fondamento dell’ordine giuridico deve essere protetto.

I reati penali esigono sempre una pena. La domanda critica in qualsiasi società è questa: chi sarà penalizzato? La legge biblica dichiara che deve prevalere la restituzione: se un uomo ruba 100 euro, deve restituire 100 euro più altri 100; il criminale è penalizzato In certi crimini la sua restituzione è la propria morte. Nelle società moderne umaniste, la vittima è penalizzata. Non c’è restituzione, e c’è una punizione sempre più leggera per il criminale. Senza restituzione il crimine diventa potenzialmente vantaggioso, e la vittima è penalizzata dallo stato. La vittima è penalizzata dal crimine, dal costo processuale, e dal costo della detenzione carceraria che compaiono nella tassazione.

L’integrità del proprio fondamento è basilare alla salute di una società. Permettere che si manomettano i fondamenti è permettere la totale sovversione. La legge biblica non può permettere la propagazione dell’idolatria più di quanto il Marxismo possa permettere la contro-rivoluzione, o la monarchia un tentativo di assassinare il re, o una repubblica un tentativo di distruggere la repubblica e instaurare una dittatura.

Si dovrebbe notare che Deuteronomio 13:5-18 non richiede la pena di morte per l’incredulità o per l’eresia. Condanna falsi profeti (vss. 1-5) che cercano con segni e prodigi di indurre il popolo nell’idolatria. Condanna individui che cercano segretamente di dar vita ad un movimento che induca all’idolatria. (vss. 6-11). Condanna città che stabiliscono un’altra religione e sovvertono l’ordine giuridico della nazione (vss. 13-18), e questa condanna deve essere imposta dall’uomo per stornare il giudizio di Dio (vs. 17).

Questa condanna non si applica a situazioni missionarie, dove il paese è anti-Dio fin dal principio: questa è una situazione per la conversione. Richiede una nazione che sia fondata sul sistema giuridico di Dio per preservare tale ordine punendo il tradimento fondamentale contro di esso. Nessuna società è senza prova, e Dio prova l’uomo per mezzo di queste sfide per vedere se l’uomo si mantiene fermo nei termini dell’ordinamento di Dio oppure no (vs.3).

Avendo trattato con i falsi profeti, cioè coi falsi mediatori, la legge si volge adesso all’un vero mediatore:

L’Eterno, il tuo Dio, susciterà per te un Profeta come me, in mezzo a te, a lui darete ascolto. (De. 18:15)

Questo Profeta e la sua opera sono descritti nei versi 15-19. Gli uomini gli devono obbedire, oppure Dio ne chiederà loro conto. (vs. 19). Il commento di Waller, concernente il Profeta è particolarmente buono:

Il collegamento tra questi versi e quelli che li precedono è ben illustrato dall’argomento di Isaia (8:19): “Se vi si dice: ‘ Consultate i medium e i maghi che sussurrano e bisbigliano’, rispondete: ‘Non deve un popolo consultare il suo Dio? Deve forse rivolgersi ai morti per conto dei vivi?’”. O, come l’angelo cambiò la frase la mattina di Pasqua: “Perché cercate il vivente tra i morti?”13

Secondo Calvino: “L’espressione ‘un profeta’ è usata per enallage per un numero di profeti … Non è affatto opinione più corretta l’opinione di quelli che l’applicano solo a Cristo”.14  Chiaramente, il passo fa sì riferimento a i profeti in senso generale, e nei versi 20-22, il falso profeta è identificato e chiamato presuntuoso: “Non aver paura di lui”. Il termine, però, altrettanto chiaramente e ancor più ovviamente si applica all’un grande Profeta e Mediatore, contrapposto ai tanti falsi mediatori. Tutti i profeti sono portavoce dell’un grande Profeta che profferisce la parola dell’Eterno. Poiché c’è un solo vero Dio, c’è una parola e un portavoce. Tutti i profeti furono portavoce per quell’un profeta, Gesù Cristo, la seconda persona della Trinità.

Il comandamento è: “Non avrai altri dèi davanti a me.” Nel nostro mondo politeista, i molti altri dèi sono le molte persone, ciascun uomo il proprio dio. Ogni uomo sotto l’umanesimo è la propria legge e il proprio universo. L’anarchismo è il credo personale, e lo statalismo totalitario è il credo sociale, poiché in un mondo politeista, solo la coercizione può tenere insieme gli uomini.

Durante la recente occupazione della Sorbona uno studente ha obliterato una grande insegna recante “Vietato Fumare” vicino all’entrata dell’auditorio e ha scritto: “Hai il Diritto di Fumare”. A tempo debito, un altro studente ha aggiunto: “È Proibito Proibire.” Questo slogan s’è diffuso e compare ora in molti luoghi che sono stati occupati da studenti. In caratteri alti trenta centimetri nel grande atrio della Sorbona, qualcuno ha scritto: “Io prendo i miei desideri come verità perché credo nella verità dei miei desideri”.15

Questi studenti fuorilegge, mentre affermavano che nessuno ha il diritto di proibire loro cosa alcuna, di coercizzarli cioè dentro a qual che sia comportamento, erano determinati a coercizzare un’intera nazione. L’anarchia totale significa coercizzazione totale. Questo è culto di Molek moltiplicato: tutta la società dev’essere sacrificata per soddisfare questi moderni adoratori della distruzione. La rivoluzione studentesca è il culmine appropriato per l’educazione statale. Arrendere i figli allo stato è consegnarli al nemico. Per i figli arresi allo stato, come nuovi Giannizzeri dei nuovi Turchi, rivoltarsi contro la società che li ha partoriti e distruggerla è un giudizio sul culto di Molek dei loro genitori. Avere altri dèi ed altre leggi, altre scuole, ed altre speranze che l’un vero Dio è attirare tutto il peso del giudizio della legge.

La nostra cultura odierna rassomiglia alla leggenda di Empedocle, il filosofo greco:

Persino durante la sua vita Empedocle fu una figura carismatica, Diodoro lo descrive coronato di lauro, ammantato di viola, come un dio, calzare sandali d’oro. Egli insegnava che le forme più alte di vita umana, le più vicine al divino, fossero il profeta e il medico. Egli era entrambe le cose. Come mito vivente, suscitò la leggenda: la più spettacolare delle storie fantastiche che lo riguardano è il resoconto della sua morte con un salto suicida nel cratere dell’Etna: auto-immolazione nell’aspettativa di diventare, o almeno essere adorato come un dio. Si dice che la montagna che abbia più tardi restituito uno dei suoi sandali d’oro.16

Come il leggendario Empedocle dell’antichità, il nostro mondo oggi sta cercando di farsi dio auto-immolandosi.

Note

1 John Calvin, Commentaries on the Last Four Books of Moses, Vol. I, p. 424.

2 Keil and Delizsch, The Pentateuch, III, 393 (La Parola ‘februation’ usata da K, e D. non ha traduzione in Italiano ed è scarsamente conosciuta anche in Inglese. Significa purificazione o rinnovamento attraverso il fuoco. N. d.T.)

3 C. H. Waller “Deuteronomy” in Ellicott, II, p. 54.

4 J. Gray, “Molech, Moloch”, in The Interpreter’s Dictionary of the Bible, K-Q, p. 422s.

5 John D. Davies: A Dictionary of the Bible; Philadelphia: Westminster press, (1924), 1936, p. 510.

6 T. Robert Ingram: The World Under God’s Law; Houston: St. Thomas Press, 1962, p. 24.

7 Ibid., p. 25.

8 Luigi Barzini, Gl’Italiani; (The Italians); New York: Bantam Books, 1965, p. 109

9 Davis: Dictionary of the Bible; p. 99.

10 John Cuthbert Lawson:Modern Greek Folkore and Ancient greek Religion; New Hyde Park, N.Y. University Books [1909], 1964, p. 276 s.

11 Hermann L. Strak: The Jews and Human Sacrifice (London: Cope and Fenwick, 1909. 12 Waller, in Ellicott; II, p. 42.
13 Waller, in Ellicott; II, p. 54.
14 Calvino, op. cit., I, p. 434.

15 The Review of the News, Vol. IV, n° 22, 29 Maggio 1968, p. 16

16 Helen Hill Miller: Sicily and the Western Colonies of Greece; New York, Charles and Scribner’s Sons, 1965, p. 146. Per il riferimento al sacrificio di un ragazzo a Molek da parte di Himilcòne di Cartagine, si veda p. 165.


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