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58: La giustizia di Dio

Giosuè 9-12

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A quanto pare Canaan fu conquistata secondo in piano divino. Gli Israeliti irruppero proprio nel centro di Canaan: Gerico, Ai, e le città dei Gabaoniti. Dopo di questo Giosuè sconfisse i re del sud guidati da Adoni-Tsedek a Gabaon e sulla collina di Beth-Horon. Infine si occupò dei re del nord guidati da Jabin di Hazor nella battaglia delle acque di Merom.

Probabilmente la Ghilgal menzionata qui non è la località ove gli Israeliti si accamparono la prima volta dopo aver attraversato il Giordano. Dev’essere un’altra Ghilgal situata tra Sichem e Gerusalemme. Gli Israeliti arrivarono a questa Ghilgal quando scesero a sud dal monte Ebal.

Non ci può essere dubbio che gli Israeliti dovessero mantenere il giuramento fatto ai Gabaoniti. Più tardi Saul cercherà di sterminare questo popolo, ma quello fu un crimine che dovette essere vendicato col sangue. È vero che il giuramento era basato sull’imbroglio dei Gabaoniti ma anche gli Israeliti erano da biasimare per non aver consultato la volontà del Signore.

I maldisposti Israeliti ora dovevano includere i Gabaoniti nella loro vita nazionale. Che questo sia avvenuto in quel modo fu dovuto alla sovrintendenza di Dio. Israele doveva imparare che anche i canaaniti erano persone, persone che avevano trovato protezione nel giuramento dentro la sfera della giustizia di Dio. Israele non aveva il diritto di trattare i canaaniti arbitrariamente. Se gli altri canaaniti dovevano essere spazzati via era solo per vendicare la giustizia di Dio. La mera passionalità non avrebbe dovuto avere la meglio nella guerra contro i canaaniti. Quando stava per uccidere i cinque re nella grotta di Makkedah, Giosuè disse: “Siate forti e coraggiosi”. Era proprio quello che i capi e, di fatto, tutti gli Israeliti, necessitavano per poter eseguire il giudizio di Dio sui canaaniti.

È in questo spirito che dobbiamo raccontare ai fanciulli la storia della distruzione dei canaaniti. Devono appropriarsi del concetto della giustizia di Dio. Chi collochi la vita umana al di sopra dei diritti di Dio non potrà mai raccontare questa storia correttamente perché tale persona permette a se stessa di essere guidata da un sentimento che Cristo dovette espiare sulla croce. La nostra vita umana trova vera protezione solo in sottomissione alla giustizia di Dio, vale a dire, la giustizia divina che è stata ripristinata da Cristo e richiede il nostro riconoscimento.

          Concetto principale: La giustizia di Dio è mantenuta nello sterminio
                                                  dei suoi nemici.

          Gli intrusi. Dopo gli eventi al monte Ebal e monte Gherizim, gli Israeliti si accamparono a Ghilgal, una località nel cuore del paese poco a sud di quelle montagne (non la stessa Ghilgal ove si erano accampati appena attraversato il Giordano). Lì si presentò a Giosuè una strana delegazione — uomini che apparentemente erano venuti da lontano perché i buchi dei loro otri erano raffazzonati, i loro sandali erano consumati e il loro pane era raffermo. Dissero di venire da lontano e quindi di non appartenere ai canaaniti. Nel lontano paese in cui vivevano avevano sentito parlare dei potenti atti del Signore in favore di Israele. Il loro popolo ora voleva fare un patto con Israele.

Dapprima Giosuè fu insospettito. Disse: “Malgrado quel che dite, forse invece vivete in mezzo a noi”. Ma un’occhiata ai loro calzari e al loro pane fu così convincente che non si preoccupò di chiedere la volontà del Signore mediante il sommo sacerdote. Giosuè e gli anziani fecero un patto coi visitatori e fecero un giuramento nel nome del Signore.

Quando gli Israeliti raggiunsero le città dei Gabaoniti tre giorni più tardi si resero conto di essere stati imbrogliati. Quando Giosuè rimproverò i Gabaoniti, questi risposero che avevano saputo che Mosè aveva ordinato lo sterminio di tutti i canaaniti.

Ora, a Israele non era permesso rompere un giuramento. Era stata colpa di Giosuè e degli anziani se erano entrati in un patto con leggerezza. Se mai il giuramento fosse stato rotto, il nome del Signore, per il quale era stato fatto, sarebbe stato disonorato.

Gli Israeliti borbottarono contro Giosuè e gli anziani che ora i Gabaoniti avrebbero continuato a vivere in mezzo a loro. La sola cosa che Giosuè potesse fare era maledire i Gabaoniti e condannarli per sempre a lavori manuali connessi al santuario. Così, la maledizione di Noè su Canaan (Ge. 9:25) fu infine compiuta con questa sentenza contro i Gabaoniti: Canaan divenne uno schiavo di schiavi per Israele.

Non dovremmo cercare di scusare Giosuè argomentando che i Gabaoniti riconobbero e adorarono il Dio d’Israele perché il loro atteggiamento fu completamente diverso da quello di Rahab. Dio non può mai essere onorato mediante l’inganno. Nel caso dei Gabaoniti non ci fu un fare affidamento nello Spirito del Signore che operava in Israele. Poiché Giosuè non chiese la volontà del Signore, lo Spirito del Signore fu contristato nel mezzo d’Israele e il nome del Signore fu disonorato. Siccome Giosuè non si informò in fede della volontà del Signore, la saggezza di Dio fu trattenuta da lui in questo caso.

Eppure tutto questo avvenne sotto la conduzione di Dio. Contro la propria volontà Israele doveva ora assorbire i Gabaoniti nella sua vita  nazionale.  Attraverso questa esperienza, gli Israeliti dovettero umiliarsi e imparare che in loro stessi non erano migliori dei canaaniti. Dovevano i loro privilegi solamente al patto di grazia di Dio. Anche i Gabaoniti erano persone che potevano cercare la protezione dentro la sfera della giustizia di Dio nel cui nome gli Israeliti avevano giurato. Se gli altri canaaniti dovevano essere spazzati via, era solo in nome della giustizia di Dio contro la quale avevano commesso le trasgressioni più estreme.

          I re del sud. Quando i re del sud udirono ciò che era avvenuto, fecero patto tra di loro su suggerimento di Adoni-Tzedek re di Gerusalemme. Insieme attaccarono i Gabaoniti che si erano legati a Israele. Nella loro angoscia i Gabaoniti  mandarono un messaggio a Giosuè.

Dopo una rapida marcia notturna, Giosuè e il suo esercito attaccarono i re alleati i quali pensavano che gli Israeliti fossero ancora lontani. Lo Spirito del Signore li riempì col terrore di Israele e fuggirono. La loro fuga fu verso nord-ovest, nella speranza di raggiungere il passo di Beth-Horon e raggiungere la pianura ove c’erano le loro città fortificate. Sulle colline di Beth-Horon il Signore fece cadere su di loro una grandinata di pietre. Ne morirono più dalla gragnola di pietre che di spada degli Israeliti.

Mentre gli Israeliti inseguivano i loro nemici, Giosuè invocò il Signore. Nel nome del Signore comandò al sole e alla luna di rimanere fermi. Alla sua parola il giorno durò quasi il doppio di un giorno ordinario. Quello fu un miracolo divino. Dio ha il passare del tempo nelle sue mani ed Egli fece in modo che sia la grandinata che il passare del tempo servissero la causa del suo popolo. Qui Giosuè esercitò autorità sul corso naturale delle cose come un tipo del Cristo il quale esercita autorità su tutta la creazione. In quel governo sovrano, Cristo fa in modo che la causa del suo popolo sia vittoriosa ed esegue il giudizio sui suoi nemici.

Durante l’inseguimento, qualcuno portò a Giosuè il messaggio che i cinque re si erano nascosti in una grotta a Makkedah. Giosuè ordinò che la bocca della grotta fosse chiusa con pietre. In quel modo gli Israeliti avrebbero continuato il loro inseguimento.

Più tardi tutto l’esercitò si radunò a Makkedah. Non c’era più alcun nemico di Israele che osasse prendere qualche iniziativa. Giosuè fece dunque portare i cinque re fuori dalla caverna. Comandò ai comandanti degli uomini di guerra d’Israele di mettere il loro piede sul collo dei cinque re. Poi comandò loro di raccogliere il loro coraggio e di metterli a morte. Non avevano nessun bisogno di coraggio per mettere a morte dei nemici indifesi, ma ne avevano bisogno se dovevano metterli a morte nel nome del Signore. Dovevano eseguire il giudizio della giustizia di Dio su quei re. Così la loro morte sarebbe stata un segno per gli Israeliti che Dio avrebbe eseguito il giudizio anche sugli altri loro nemici. In questo atto di giudizio, dovevano riconoscersi come appartenenti esclusivamente al Signore.

Un giorno Dio giudicherà tutti quelli che sono suoi. In noi stessi non siamo migliori di quei re e del resto dei canaaniti. Se ha da esserci salvezza per noi è perché il Signore Gesù Cristo ha riconciliato Dio e ripristinato la giustizia per noi. Sotto la giustizia di Dio, Egli ha sofferto la morte affinché noi possiamo vivere mediante giustizia.

L’uccisione di quei re deve aver fatto una grande impressione agli Israeliti. Mediante quest’esperienza dovevano imparare che avevano il privilegio di vivere solamente in virtù della misericordiosa grazia del loro Dio.

Dopo questi eventi, Giosuè catturò molte città nel sud. Gli Israeliti spazzarono via tutta la gente ma tennero per sé il bestiame e le spoglie, in accordo con la misericordiosa provvidenza di Dio in favore del suo popolo.

          I re del nord. Quando la notizia della vittoria d’Israele li raggiunse, i re del nord formarono un’alleanza sotto la guida di Jabin, re di Hazor. Unirono le loro forze a formare un esercito molto grande. Questa armata, che includeva molti cavalli e carri, si riunì in un accampamento nel nord, vicino alle acque di Merom.

Il Signore disse a Giosuè di non temere perché aveva dato questo esercito nelle sue mani. In tutta fetta, Giosuè fece marciare il suo esercito verso nord, attaccò l’armata dei re e la sconfisse. Proprio come il Signore gli aveva comandato Giosuè fece bruciare i carri e mutilare i cavalli: lui e i suoi uomini tagliarono i garretti ai cavalli e poi li uccisero. Questa azione doveva essere un segno per Israele che qualsiasi cosa su cui l’uomo fa affidamento all’infuori di Dio è da Lui rigettato e cesserà d’esistere. Agli occhi di Dio la potenza più grande equivale a niente.

La prima città che Giosuè catturò fu Hazor. La ridusse in cenere perché Jabin di Hazor aveva guidato la resistenza. Dopo questo prese le altre città. Sconfisse anche i figli di Anak, i giganti dei quali gli Israeliti avevano in precedenza avuto terrore.

Ora tutta Canaan era in suo potere. Di sicuro non tutte le città erano ancora state conquistate, né tutti i canaaniti spazzati via. Ma il rastrellamento poteva avvenire successivamente perché i canaaniti non avevano più alcuna forza per resistere.

Per mano di Israele, Dio aveva eseguito la sua giustizia sui canaaniti. Ci rendiamo conto che eseguirà la sua giustizia anche su di noi a meno che troviamo riconciliazione mediante il sangue del Signore Gesù Cristo e protezione nel suo patto?


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