INDICE:

10. Il Signore nel patto

Genesi 15

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La Parola del Signore giunse ad Abramo “in una visione”. Tutto Genesi 15 tratta con ciò che Abramo sperimentò in quella visione. È vero che lo stato simile a trance di Abramo cambiò in un profondo sonno che Dio mandò su di lui (v.12), un sonno simile a quello profondo di Adamo durante la creazione di Eva, ma questo non ci da, per esempio, ragione di assumere che la visione sia terminata al verso 5.

È verosimile che lo stato simile a trance di Abramo con tutto ciò che vi avvenne non sia durato da una notte (v.5) a quella successiva (v.12). In altre parole non sembra essere durato più di dodici ore. In una visione, in un sogno, possiamo vivere attraverso diversi giorni in un breve periodo di tempo.

Un argomento ulteriore per includere tutto Genesi 15 nella visione è l’improvviso terminare della storia: non sappiamo cosa sia successo agli animali divisi. Gli eventi in questo capitolo non sono meno significativi perché furono esperiti in una visione. Nella stessa maniera, la comunicazione di Giovanni con l’angelo e con ciò col Signore (nella visione del libro di Apocalisse) non deve essere considerata irreale.

Non dovremmo rifarci a Genesi 15 per l’origine del patto tra il Signore e Abramo. Il patto tra di loro esisteva già in virtù della chiamata e della promessa registrata in Genesi 12. In Genesi 17 udiamo il Signore dire: “Stabilirò il mio patto fra me e te”. In Genesi 15, il capitolo di cui c’interessiamo ora, il Signore mostra ad Abramo chi egli è nel patto. La cosa si riassume nel fatto che per Abramo il Signore è tutto. “Io sono il tuo scudo, la tua grandissima ricompensa”. Il Signore non propone di ricompensare Abramo in termini materiali perché egli stesso è il tesoro di Abramo, la ricompensa che riceve mediante la fede.

Che nel patto Dio sia tutto e rappresenti anche l’altra parte nel patto è evidente anche dal fatto che Abramo non segue il Signore quando passa in mezzo agli animali uccisi. Solo il Signore passa tra i pezzi, cosa contraria alle abitudini al tempo prevalenti. Nel caso di patti tra persone, le metà degli animali uccisi rappresentavano ambedue le parti nel patto: proprio come i pezzi degli animali si appartengono, le parti nel patto si appartengono.

Una seconda idea dietro a questa cerimonia è che se qualunque delle parti trasgredisca il patto, deve essere ucciso proprio come lo furono gli animali. Nel patto tra il Signore e Abramo, i pezzi rappresentano solo la seconda parte, cioè Abramo e il popolo di Dio. Il Signore desidera passare tra quei pezzi; vuole dimorare in mezzo al suo popolo e diventare uno con loro. Pertanto questo segno riceve il suo compimento ultimo in Cristo, nel quale Dio e l’uomo sono uno.

Il Signore è in mezzo al suo popolo come una fornace fumante e una fiaccola di fuoco. Spesso è nel loro mezzo anche in tenebre e terrore, come un fuoco purificatore. Come il Signore indica in Genesi 15, questo segno è compiuto la prima volta nell’oppressione d’Israele in Egitto. Il suo compimento ultimo è la terribile agonia del Cristo e la purificazione di tutto il popolo di Dio. Mediante quella purificazione egli è la nostra luce, la nostra salvezza.

Dobbiamo tenere presente che nel patto Dio è tutto per il suo popolo. Questa è la ragione per cui ci viene detto che Abramo credette il Signore e che il Signore glielo mise in conto di giustizia. Né in queste parole, né da qualsiasi altra parte in Genesi 15 troviamo alcuna traccia dell’idea arminiana di giustificazione in ragione (on account of) per il fatto della fede, l’idea che la fede, come atto meritorio da parte dell’uomo sia considerata da Dio un sostituto per  il compimento della legge.

Nel patto Dio dà all’uomo tutto — inclusa la fede. In Romani 4:1-5, dove queste parole dalla Genesi sono interpretate da Paolo, la fede è contrapposta alle opere. Paolo dimostra che non c’è posto per nessuna idea di ricompensa o lode. Fu per fede che Abramo entrò in amicizia col Signore. Quell’amicizia fu considerata un segno della sua giustizia. Il Signore era la giustizia di Abramo. Quella comunione giustificante tra il Signore e Abramo era possibile a causa di ciò che Cristo un giorno avrebbe fatto. Nel suo potere Gesù avrebbe lottato per la comunione col favore di Dio e avrebbe fatto espiazione per i nostri peccati.

Questo vivere per fede, questo dimorare in cose non viste, è completamente manifesto in Abramo, il quale si aggrappa alla promessa malgrado ogni apparenza e opposizione. Questa è la ragione per cui è chiamato il padre dei credenti, il capostipite dei fedeli.

           Concetto principale: Nel patto il Signore si rivela come l’Uno in cui
                                                    tutte le promesse sono compiute.

           La promessa della progenie. Dopo la sua alleanza con certi Canaaniti nel salvataggio di Lot e il suo rifiuto di ulteriori contatti col loro stila di vita, Abramo fu solo di nuovo. I Canaaniti avevano la loro terra e le loro case e si espandevano grandemente ma Abramo rimaneva senza figli. Era uno straniero in Canaan e non possedeva nemmeno un piccolo campo. Non sorprende che la sua fede sia stata duramente provata e a volte si diventata debole.

Un giorno il Signore mandò ad Abramo una visione. Anziché vedere e udire ciò che gli stava attorno ebbe delle sensazioni straordinarie. Questa visione non era un sogno perché non stava dormendo ma effettivamente conteneva immagini simili a quelle dei sogni. Nella visione il Signore gli disse: “Non preoccuparti che sei uno straniero in questa terra perché io sarò la tua sicurezza, la tua grande ricompensa. Io sono il tuo tesoro e la tua grande possessione perché ti dò il mio amore completamente”.

Abramo fu sopraffatto dalla gioia e si sentì privilegiato d’aver ricevuto questa rivelazione. Che beatitudine! Ma per Abramo questa consapevolezza non era tutto. Non era preoccupato esclusivamente con la propria felicità personale: stava ancora ponderando su cosa farne di quelle promesse che Dio gli aveva fatto. Il Signore gli aveva detto che avrebbe avuto molti discendenti, che sarebbe diventato il padre di un grande popolo che avrebbe portato nel mondo la bandiera della conoscenza del Signore. Gli era stato promesso che questi discendenti avrebbero servito il Signore e posseduto la terra di Canaan.

Abramo pertanto chiese: “Signore, come puoi farmi ricco se rimango senza figli? Sicuramente non sono il solo per cui è intesa la promessa. Quando muoio come sarà compiuta la tua promessa? Il mio servo, che sovrintende la mia casa è di Damasco e non è della mia famiglia. Lui  erediterà tutto ciò che possiedo. A quel punto il mio nome sarà dimenticato”. Questa non fu la manifestazione di mancanza di fede da parte di Abramo. Abramo era combattuto nel suo cuore riguardo alla parola di Dio perché le vie di Dio gli erano celate. Implorò il Signore che si rivelasse più completamente.

Il Signore gli diede un segno in risposta. Il Signore non risponde con un segno quando gli chiediamo qualcosa senza avere fede. Ma è diverso quando preghiamo: “Signore, io credo, sovvieni la mia incredulità”. La risposta del Signore fu: “Il tuo erede non sarà quell’uomo di Damasco ma il tuo proprio figlio che deve ancora nascere”.

Apparentemente questa visione venne ad Abramo durante la notte perché il Signore lo condusse fuori dalla sua tenda e gli disse di guardare le stelle in cielo. La sua progenie sarebbe stata innumerevole come quelle stelle! Ecco lì il suo segno, nel cielo stellato. Da quel momento in poi poteva guardare le stelle ogni notte per rafforzare la sua fede.

L’ha poi avuta Abramo una moltitudine di discendenti? Sì, l’ha avuta. Ricordate che non dobbiamo considerare gli ebrei i suoi soli discendenti. Da mezzo a quel popolo nacque il Signore Gesù Cristo. Per fede anche noi siamo figli spirituali del Signore Gesù e perciò discendenti di Abramo. Tutti i credenti sono contati tra i figli di Abramo.

Ad ogni modo, quei discendenti erano nel lontano futuro. Abramo stava lì, completamente solo, senza un solo figlio. Cosa avrebbe dovuto dire ora al Signore? Avrebbe dovuto lamentarsi che che la promessa non poteva compiersi? Abramo credette al Signore. Ciò che il Signore dice è la verità; di lui ci si può fidare. Perciò Abramo si mise nelle mani del Signore in fede e si abbandonò a lui. Allora godette una meravigliosa comunione col Signore, una comunione in cui il Signore perdonò tutti i suoi peccati, guardò a lui come fosse un suo figlio e gli disse del suo favore e del suo amore.

Come poteva il Signore guardare Abramo con amore e perdonare tutti i suoi peccati? Solo perché un giorno il Signore Gesù avrebbe preso il posto di tutti i suoi e fatto espiazione dei loro peccati. Crediamo anche noi la parola di Dio incondizionatamente? Se lo facciamo egli estenderà anche a noi la sua grazia che perdona per amore di Cristo.

          La via alla terra promessa. In quella meravigliosa comunione il Signore ripetè anche la promessa che riguardava la terra. “Ti ho fatto uscire dalla terra in cui vivevi per darti questa terra. Non intendo lasciarti in questo mondo completamente perplesso su cosa fare”. Ancora una volta vediamo come Abramo dovette combattere in fede. Ora chiese un segno per questa promessa.

Qui, di nuovo, la richiesta di un segno da parte di Abramo non procedette dall’incredulità. Il Signore diede ad Abramo ciò che desiderava, il segno più meraviglioso possibile. Nell’antico Medio Oriente, era costume  per due persone che avevano insieme stipulato un patto tagliare animali in due metà e poi passare insieme in mezzo alle metà. Questo avrebbe significato che le due parti che avevano stipulato il patto si appartenevano proprio come i due pezzi si appartenevano

Il Signore comandò ad Abramo di tagliare una giovenca, una capra e un montone. In ciascun caso avrebbe dovuto usare un animale di tre anni. Le parti degli animali uccisi dovevano essere distesi fianco a fianco. Doveva uccidere anche una tortora e un piccione giovane.

Abramo fece ciò che Dio aveva comandato e poi attese per vedere cos’altro il Signore avrebbe detto e fatto. Nel frattempo, nella visione di Abramo era venuto giorno ed egli vide uccelli rapaci discendere per divorare i pezzi di carne. Abramo li scacciò perché per lui quei segni del patto di Dio erano sacri. Non sminuì quei segni dicendo che erano solo animali morti. Li onorò invece come segni del patto di Dio.

Abbiamo ancora segni del patto di Dio oggi, sono il battesimo e la santa cena. Benché alcune persone tengano in disprezzo questi segni, noi dobbiamo farne uso e considerarli sacri. Gli uccelli rapaci che scendevano sui pezzi di carne erano nemici che minacciavano non solo i segni ma il patto stesso e l’esistenza della posterità di Abramo come popolo di Dio.

In quella visione Abramo trascorse un giorno intero in cui attese la venuta del Signore. Il Signore lo fece attendere deliberatamente per mettere alla prova la sua fede e la sua pazienza. Quanto spesso il Signore fa aspettare anche noi! Continuiamo a sperare e ad attenderlo perché lui non ci lascerà a terra.

Verso sera, il Signore fece sì che lo stato simile a trance di Abramo diventasse un sonno profondo. Allora terrore e un’oscurità profonda lo sopraffecero. Infine il Signore gli apparve. Già in quel terrore e oscurità il Signore dichiarò qualcosa di ciò che voleva dire ad Abramo. Procedette poi a dirgli come i suoi discendenti sarebbero venuti in possesso della terra di Canaan. Non sarebbe diventata loro fino a che non fossero passati attraverso grande terrore e oppressione in un paese straniero per 400 anni. Solo dopo questo periodo d’oppressione avrebbero potuto reclamare la loro eredità.

Questa parola non è stata compiuta nella storia del popolo ebraico? I discendenti di Abramo furono oppressi in Egitto per approssimativamente 400 anni. Dopo che fu trascorso quel periodo il Signore li condusse in Canaan.

Ma non fu solo nella storia degli ebrei che la Parola di Dio fu compiuta alla lettera. Non dobbiamo mai dimenticare la vera progenie di Abramo è il Signore Gesù Cristo, e che tali passaggi si riferiscono prima e soprattutto  a Lui. Nella morte di Cristo, questa parola ricevette il suo compimento finale. Gesù passò attraverso grande oscurità e terribile agonia sulla croce per espiare i nostri peccati e con ciò ottenere per noi cielo e terra. Ancora oggi, i credenti spesso fanno lo stesso percorso per guadagnare il possesso di tutte le cose con Cristo.

          Il passaggio del Signore tra le parti. Per Abramo nella visione ora venne notte. Cosa avrebbe reso ufficiale questo patto tra il Signore e Abramo? Le due parti nel patto sarebbero passate insieme in mezzo agli animali? Se lo avessero fatto non sarebbero forse stati eguali contraenti?

Il patto sarebbe durato a motivo della fedeltà del Signore o di quella di Abramo? La stabilità e la continuazione del patto avrebbe poggiato sulla fedeltà di Abramo? Poteva Abramo essere fedele se il Signore non lo faceva fedele? Il patto sarebbe durato se il Signore non avesse garantito la fedeltà di Abramo? È ovvio che solo il Signore sarebbe potuto passare in mezzo agli animali divisi. Avrebbe con ciò determinato il suo legame eterno con Abramo e la sua progenie.

È esattamente ciò che Abramo vide accadere. Davanti ai suoi occhi, passarono sulle metà una fornace fumante e una torcia di fuoco. Perché il Signore si rivelò con un simile segno? Perché egli è spesso in mezzo al suo popolo come una luce brillante in mezzo all’oscurità e ai misteri.

Quanto poco il popolo del Signore comprende le sue vie! Molto spesso sembra he egli sia contro di essi in tutte le cose. Eppure nel suo zelo egli è realmente in mezzo a loro come un fuoco consumante che li purifica e affina. In questo modo è la loro luce e la loro salvezza.

Il popolo di Dio è realmente purificato da lui. Egli è in mezzo a loro e nel patto li protegge, compiendo tutte le promesse pattizie che ha dato loro. Frequentemente il suo popolo è debole e infedele ma i patto non dipende dalla loro fedeltà.

Quando il Signore passa tra i pezzi di carne diventa responsabile per l’altra parte nel patto. Se noi apparteniamo all’altra parte (se siamo cioè il popolo di Dio) egli anche si terrà stretto a noi e ci proteggerà nel patto rendendoci fedeli.

Se solo lo credessimo con tutto il nostro cuore e ci affidassimo al Signore!. Egli si prenderà cura del cielo e della terra insieme, rendendo possibile per noi che lo serviamo per sempre.


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