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05. Salvati per mezzo dell’acqua

Genesi 6-9

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Il diluvio, come qualsiasi altro giudizio durante il tempo del patto di grazia, avvenne nell’interesse della nostra salvezza. Secondo 1Pietro 3:20, Noè e la sua famiglia furono salvati attraverso l’acqua. Il diluvio tolse gli uomini empi dalla faccia della terra in modo che Noè, la sua famiglia, gli animali e il mondo intero potessero essere salvati. Il diluvio indica avanti al battesimo. Perfino il giudizio finale è nell’interesse della salvezza: il mondo sarà rinnovato per mezzo suo. Noi dobbiamo raccontare ai bambini di quella salvezza mostrando loro come Dio ha salvato il mondo nella sua grazia mediante il diluvio.

Noè compare nella Scrittura come un tipo del Cristo perché per mezzo di lui il mondo fu salvato. Proprio come Cristo fu nella morsa della morte Noè fu nella stretta della morte mentre era nell’arca durante il diluvio. Fu Dio a salvarlo dall’abbraccio della morte. Noè fu come Cristo anche in molti altri modi. La genealogia di Adamo in Genesi 5 termina con Noè: al tempo del diluvio Noè era il capo dei discendenti di Seth.

Questo Noè era un uomo giusto. Per mezzo dello Spirito di Cristo visse davanti alla faccia di Dio nel patto. Il Cristo nei suoi lombi era l’anello che collegava Dio al mondo. Dio stabilì un patto con Noè per preservarlo con la sua famiglia nell’arca. (In Genesi 6:18 troviamo la prima ricorrenza della parola patto nella Scrittura, ma il patto lì menzionato non deve essere identificato col patto noachide descritto per la prima volta in Genesi 9.)

Dopo che Noè fu salvato dalle acque del diluvio offrì un sacrificio. A nome del mondo intero cercò amicizia con Dio nella relazione pattizia. A motivo di quel sacrificio il Signore diede a Noè una promessa concernente il futuro della terra stabilendo il patto noachide.

Noè profetizzò inoltre circa i suoi figli e il futuro del mondo. Indicò che i discendenti dei suoi tre figli avrebbero seguito direzioni diverse. Tuttavia dobbiamo tenere a mente continuamente che in questa storia il Cristo deve essere presentato come la figura centrale altrimenti potremmo trovarci a parlare di Noè come un uomo giusto in se stesso.

In Genesi 6:3 leggiamo che i giorni dell’uomo “saranno centovent’anni”. Questo testo non va preso a significare che la vita dell’uomo veniva accorciata, Ciò che significa invece è che Dio intendeva punire il mondo col diluvio una volta trascorsi centoventi anni.

Il patto noachide è comunemente chiamato il patto della natura. Non c’è nulla di sbagliato con questa caratterizzazione concesso che si consideri l’uomo parte della “natura”. Questo patto fu stabilito non solo con la terra e gli animali ma prima di tutto con l’uomo. (Non può esserci un patto solo con la terra e gli animali.) Dio disse: “Quanto a me, ecco io stabilisco il mio patto con voi e con la vostra progenie (seme) dopo di voi, e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi, da tutti quelli che sono usciti dall’arca a tutti gli animali della terra (Genesi 9:9-10).

Questo patto include ogni creatura sotto il dominio dell’uomo. L’uomo, il capo del patto, deve dimorare nella grazia di Dio, che era stata stabilita mediante il sacrificio che Noè aveva offerto a Yahweh  il Dio del patto, dopo che era uscito dall’arca. Noè e i suoi discendenti avrebbero dovuto vivere in quel patto di amicizia conseguito da questo sacrificio. Per assicurarsi che lo sviluppo della creazione da parte dell’uomo potesse procedere in quell’amicizia di fede, Dio promise che non avrebbe mai più interrotto quello sviluppo mediante il diluvio come aveva fatto. Lo sviluppo poteva ora procedere ininterrottamente fino alla fine. Avrebbe continuato lungo una linea diritta fino alla crisi del giudizio finale nel futuro di Gesù Cristo. Questo “patto della natura” deve pertanto essere considerato come un rinnovamento del patto di grazia rivelato da Dio dopo la caduta. Questo rinnovamento del patto riflesse i cambiamenti nelle circostanze dell’uomo.

          Concetto principale:  Il mondo è salvato dall’acqua per rendere
                                                   possibile una nuova comunione con Dio.

          Giudizio e salvezza rivelati. In via generale si può dire che i discendenti di Seth preservarono la conoscenza ed il timore del Signore per  lungo tempo. Senza dubbio ci furono dei figli che non vollero camminare nelle orme dei loro genitori, ma la maggior parte dei membri di questa discendenza furono fedeli al Signore. Degno di nota fra di loro fu Enoch, un uomo che fu caro al Signore. Enoch non patì la morte ma fu portato in cielo dal Signore.

Col passare del tempo i discendenti di Seth cambiarono. Evidentemente furono attratti dalla vita apparentemente meravigliosa che vivevano i discendenti di Caino, tra i quali erano fiorite ogni sorta di arti. La gente di Caino stava diventando una razza di uomini forti, ma nei loro circoli la violenza era all’ordine del giorno. Poiché consideravano il potere di totale importanza, alcuni di loro si svilupparono diventando giganteschi. Questi videro che le figlie della discendenza di Seth erano belle e ne presero per mogli. Le due discendenze cominciarono a mescolarsi, e la discendenza di Seth fu infettata con l’empietà della gente di Caino.

Niente di tutto ciò sfuggì all’attenzione del Signore. A volte il Signore può sopportare il peccato per lungo tempo, ma viene finalmente il punto in cui egli porta il peccato alla luce del suo volto. Per l’umanità era ora giunto questo momento. Dio vide che gli esseri umani che aveva messo sulla terra per servirlo avevano invece riempito la terra coi loro peccati. Non si poteva fermarli nella loro malvagità perché i loro pensieri erano completamente peccaminosi.

Il Signore adesso voltò la schiena all’umanità. Per lungo tempo l’aveva attentamente protetta, perché gli esseri umani sulla terra erano l’opera delle sue mani. Ma era vicino il tempo in cui li avrebbe lasciati andare: dopo 120 anni li avrebbe spazzati via dalla faccia della terra. Prima che li colpisse il giudizio, sarebbe stato dato loro un certo ammontare di tempo per pentirsi. Il Signore decise di sterminare gli animali insieme con gli uomini. Gli animali avrebbero condiviso la sciagura degli uomini poiché Dio trovava ripugnante tutto ciò che viveva sulla terra.

Eppure Dio non avrebbe potuto e non avrebbe voluto abbandonare il mondo e l’uomo completamente. Non aveva stabilito il suo patto con l’uomo? Non aveva promesso che il Salvatore sarebbe un giorno venuto a salvare la razza umana? Quella promessa  l’avrebbe mantenuta.

Mentre esaminava la terra in quei giorni di estesa apostasia, trovò un uomo che ancora temeva il Signore. In quell’uomo, Dio vide traccia dello Spirito del Signore Gesù Cristo. Per amore di Cristo, il Signore si sentì ancora unito all’umanità e al mondo attraverso quell’unico uomo. Perciò, benché avesse deciso di distruggere il mondo e l’umanità, avrebbe salvato quell’unico uomo e la sua famiglia, e con ciò avrebbe salvato l’umanità e la terra. Intendeva spazzare via il peccato dalla faccia della terra senza distruggere completamente l’umanità. Se Dio non avesse dato la sua promessa di mandare il Signore Gesù, questo giudizio avrebbe significato la fine dell’umanità.

Quel singolo uomo era Noè, che era capo della discendenza di Seth. Noè aveva tre figli: Sem, Cam e Jafet. Come Enoch, Noè viveva vicino al Signore. Quando nacque, suo padre profetizzò: “Dalla terra che il Signore ha maledetto costui ci porterà sollievo dal nostro lavoro e dall’opera delle nostre mani.” (5:29) Questo era un modo per dire che Noè avrebbe salvato l’umanità dalla maledizione mandata da Dio a causa del peccato. In realtà, non fu proprio Noè a salvare l’umanità. L’umanità fu salvata invece dal Signore Gesù che sarebbe nato nella discendenza di Noè. Per amore suo fu salvato Noè e attraverso di lui l’umanità.

Il Signore disse a Noè che stava per distruggere il mondo con un grande diluvio. Noè avrebbe dovuto costruire un’enorme arca e renderla impermeabile. Doveva dividere l’interno dell’arca in vari scompartimenti perché il Signore gli avrebbe mandato una coppia di ciascun tipo di animali e sette coppie di animali “puri”, cioè gli animali che potevano essere usati per sacrifici. Dio non desiderava spazzare via completamente gli animali. Per amore di Cristo, il mondo animale, che condivideva la maledizione sull’uomo, avrebbe condiviso anche nella sua salvezza.

          La distruzione della vita per salvare la vita. Noè fece come Dio gli aveva comandato. Da parte sua questo fu un atto di fede, poiché egli credette che il Signore avrebbe fatto ciò che aveva detto. Come fu deriso per la costruzione dell’arca! Nel nome del Signore, egli disse agli schernitori ciò che sarebbe successo, ma essi non gli cedettero. Chi poteva essere così sciocco da credere che il mondo potesse essere distrutto? Il corso delle nostre vite è così sicuro e stabile!

Nella sua Parola Dio ci dice che distruggerà il mondo per mezzo del fuoco quando il Signore Gesù Cristo ritornerà. Gli uomini credono ridicolo anche quel giudizio. Chi realmente crede questo genere di cose oggigiorno? Il mondo non è esistito così com’è oggi per milioni di anni? Sicuramente continuerà ad esistere!

Ma Noè proseguì a costruire l’arca come testimonianza contro quella generazione miscredente. Quando ebbe finito di costruire, erano trascorsi i 120 anni, e Noè stesso aveva 600 anni. Al comando del Signore, egli e la sua famiglia entrarono nell’arca. Il Signore fece quindi venire all’arca gli animali. Ora era arrivato il momento per il Signore di tagliare i legami tra tutti quelli che stavano per essere distrutti e quell’unico uomo che sarebbe stato preservato con la sua famiglia. Che momento tremendo deve essere stato quando il Signore tagliò via da Noè il resto della gente! Allo stesso modo, il Signore un giorno separerà i non credenti dal Signore Gesù e dai suoi scelti per tutta l’eternità. Anche quello sarà un momento tremendo.

Il Signore aprì le fonti del cielo e rilasciò una caduta d’acqua senza sosta sulla terra. Enormi quantità d’acqua sgorgarono anche dalla terra. Il livello dell’acqua si alzò continuamente per quaranta giorni finché la terra intera fu ricoperta incluse le montagne. L’acqua si alzò fino a sette metri sopra le montagne più alte. Ogni creatura che viveva sulla terra fu spazzata via.

Non c’è dubbio che dentro all’arca Noè invocò il Signore che aveva ridotto il suo mondo in rovina. Non c’era misericordia in lui? Non gli importava del mondo che aveva creato? Era come se anche Noè fosse perduto e fosse venuta la fine del mondo. Ma Noè continuò ad aggrapparsi alla promessa del Signore.

Questo ci ricorda del Signore Gesù, che perì sotto l’ira di Dio per i nostri peccati. Anch’egli si aggrappò tenacemente a Dio in fede e fu glorificato nella sua resurrezione. Per amore di Cristo, Noè e la sua famiglia furono salvati da Dio. Dopo quaranta giorni la pioggia cessò, e Dio fermò le fonti della terra. L’acqua rimase per lungo tempo allo stesso livello. Infine cominciò ad abbassarsi. 

L’arca si posò in una delle montagne più alte, il monte Ararat. Dio non aveva lasciato Noè senza possibilità di salvezza. Ma Noè non anelava solamente alla salvezza, voleva anche vedere di nuovo la terra! Non che volesse solo essere liberato dai confini dell’arca. Egli amava la terra di Dio e voleva vederla salvata.

Se solo i suoi occhi avessero potuto dare di nuovo un’occhiata a quella terra! In principio sarebbe stata una vita molto solitaria sulla terra perché in un sol colpo Dio aveva spazzato via tutta la vita che era cresciuta sulla terra in secoli. Noè e la sua famiglia avrebbero dovuto costruire un nuovo mondo. Questa volta l’uomo avrebbe costruito con Dio e avrebbe goduto il suo favore.

Ah, Noè desiderava tanto cominciare! Nella sua impazienza aprì la finestra dell’arca e mandò fuori un corvo. Dopo aver girato intorno all’arca un bel po’, il corvo volò via e rimase via, avendo trovato che era possibile vivere nuovamente sulla terra. Dio era stato benevolo col suo mondo. Sette giorni dopo Noè mandò fuori una colomba. Ritornò. Sette giorni dopo la mandò fuori di nuovo, e questa volta essa ritornò con un ramoscello d’olivo. Quando fu mandata fuori di nuovo dopo sette giorni non ritornò più. Ma Dio fece attendere Noè ancora un po’. Finalmente venne il giorno in cui il Signore gli permise di lasciare l’arca e di camminare di nuovo sulla terra con la sua famiglia. Ora il nuovo sviluppo poteva cominciare nel timore del Signore.

Il Signore fu certamente saggio nel decidere per quel giudizio. Il male doveva essere tolto se il mondo doveva vivere nuovamente in amicizia con lui. Fu come se la terra fosse nata di nuovo attraverso l’acqua.

Questa lezione si applica anche alla nostra vita: il male deve morire, e noi dobbiamo nascere di nuovo. Il Signore ci darà nuova vita. La nostra esistenza allora troverà il proprio scopo in lui. Questo è il significato del sacramento del battesimo. Nel battesimo noi siamo seppelliti sotto l’acqua ed emergiamo dall’acqua come nuove creature. Il diluvio indica avanti al battesimo.

Un giorno il Signore distruggerà il mondo col fuoco. Anche quel giudizio introdurrà un nuovo mondo. Dio salva l’opera delle proprie mani per amore di Cristo.

          Benedizioni pattizie sul mondo rinnovato. Qual era la prima cosa che Noè doveva fare su quella terra rinnovata? Ecco, egli era lì come capo del nuovo mondo che stava per cominciare a costruire. A nome di quel mondo offerse un sacrificio al Signore, cercando per l’umanità l’amicizia di Dio ed il suo favore. Il mondo ora avrebbe dovuto produrre uno sviluppo in amicizia con Dio, uno sviluppo che lo onorasse. Così Noè agì proprio nello Spirito del Signore Gesù Cristo, il quale offrì se stesso come sacrificio per tutto il mondo.

Noè usò gli animali puri e gli uccelli puri per il suo sacrificio. Il Signore fu compiaciuto dal sacrificio di Noè, nel quale riconobbe lo Spirito del Signore Gesù Cristo, colui che un giorno avrebbe sacrificato se stesso per togliere la maledizione dalla terra e santificare la vita del mondo.

A quel punto Dio si ricordò del suo patto e promise che non avrebbe mai più interrotto lo sviluppo del mondo in un modo così terribile. La terra non sarebbe mai più stata coperta dalle acque di un diluvio. Dio avrebbe permesso che lo sviluppo del mondo facesse il suo corso fino alla fine. Confermò la sua volontà con un patto con Noè e i suoi figli, benedicendoli in quel patto e dicendo loro che la razza umana doveva nuovamente crescere sulla terra e governare il mondo. A questo fine protesse l’umanità dagli animali feroci istillando negli animali un timore dell’uomo.

Ora all’uomo fu pure permesso di utilizzare animali come cibo. Evidentemente la vita umana era stata indebolita ed aveva bisogno di questo rafforzamento. Dio protesse pure l’uomo da se stesso: ordinò che ogni assassino fosse punito con la morte. In questo modo Dio protesse l’umanità e la benedì. Egli non volle abbandonare le creature create a sua immagine. Un giorno il Signore Gesù sarebbe venuto come perfetta immagine e somiglianza di Dio. Allora egli avrebbe restaurato l’immagine di Dio nei credenti. Nell’uomo, Dio benedisse nuovamente la creazione intera, l’opera delle sue mani.

Dio decretò che l’arcobaleno sarebbe stato un segno del suo patto fatto con Noè. Ogni volta che l’arcobaleno riappare ricorda a Dio della sua promessa di permettere al mondo di continuare a svilupparsi senza interruzioni. Possiamo contare su questa promessa. Dio ci benedirà sicuramente.

          La divergenza delle posterità dei figli di Noè. Se solamente la razza umana si fosse sviluppata in amicizia con Dio, in un modo che lo compiacesse! Se solamente l’umanità avesse dimorato nello spirito del sacrificio di Noè, il quale è anche lo spirito del sacrificio che sarebbe stato un giorno offerto dal Signore Gesù Cristo!

Sfortunatamente, divenne presto evidente che questa speranza non si sarebbe realizzata. Noè divenne un agricoltore e piantò una vigna. Fece fermentare un po’ di mosto e si godette il vino che aveva prodotto. Ma bevve troppo e divenne completamente ubriaco. Lì, in una tenda, giaceva il capo della razza umana, nudo e senza vergogna! Ancora una volta il peccato stava facendo il suo corso. E questo non era neppure il peggio della storia.

Senza dubbio Noè non aveva inteso arrivare a questo punto, benché questo non giustifichi la sua condotta. Quando Cam entrò nella tenda di suo padre lo trovò ubriaco e nudo non ebbe compassione. Infatti lo derise. Ecco lì disteso il padre dell’umanità, l’uomo che aveva offerto il sacrificio! Cam sguazzò nella disgrazia di suo padre; prese piacere nella scostumatezza e calpestò sotto i piedi il timore di Dio. Oggi ci sono ancora persone così, persone a cui non importa quanto malvagie siano le loro azioni. Tutto ciò che vogliono è spazzare via il timore di Dio.

Nel suo osceno piacere, Cam  raccontò ai propri fratelli ciò che aveva visto. Fortunatamente essi non avevano la sua stessa mentalità. Girando le spalle al proprio padre essi coprirono la sua nudità. Cosa sarebbe divenuto della razza umana che si stava nuovamente sviluppando se avesse prevalso lo spirito di Cam?

Quando Noè si svegliò dall’incoscienza dell’ubriacatura, avrebbe dovuto chinare il capo immediatamente a motivo del proprio peccato. Ordinariamente avrebbe fatto così. In questa occasione, comunque, lo Spirito del Signore fece di lui un profeta e un giudice: Noè pronunciò una maledizione e una benedizione. Parlando a nome del Signore come profeta dichiarò il futuro dei discendenti dei suoi figli. Non maledisse l’intera discendenza di Cam ma neppure la benedisse. Per il momento essa rimaneva separata dalla benedizione pronunciata sulla discendenza degli altri due. Il figlio di Cam, Canaan, che probabilmente si era compiaciuto del comportamento del proprio padre, fu maledetto. Egli sarebbe stato uno abbassato alla schiavitù e avrebbe servito le razze generate dai suoi fratelli e dai suoi zii. Le parole di Noè non furono vane: i Canaaniti furono soggetti ad altre popoli fino a che furono completamente spazzati via.

Noè pronunciò pure una benedizione: “Sia benedetto dall’Eterno mio Dio Sem”. Apparentemente la progenie di Sem era destinata ad avere una relazione speciale col Signore. Nel conflitto tra la progenie della donna e la progenie del serpente, la linea genealogica di Sem avrebbe conquistato la vittoria per il Signore. Il Cristo sarebbe un giorno nato dalla linea di Sem.

Noè chiese anche a Dio di benedire Jafet e di assegnargli un ruolo importante. Chiese a Dio di dare molti figli a Jafet e di fare della sua linea quella dominante, cosicché Jafet potesse dimorare nelle tende di Sem e partecipare nella benedizione di Sem, cioè nella salvezza di Cristo. Lo sviluppo del mondo non sarebbe stato governato dallo spirito di Cam ma dallo Spirito di Cristo.

A volte sembra non essere così. A volte sembra come se la malvagità abbia il sopravvento. Ma, a motivo della benedizione di Noè abbiamo una conoscenza migliore. Un giorno Cristo sarà riconosciuto come il Vincitore, con tutto il progresso del mondo a indicare e a servire la venuta del suo regno. Da quale parte staremo?

Dopo il diluvio Noè visse ancora 350 anni. Aveva 950 quando morì. Durante la sua vita, le famiglie dei suoi figli moltiplicarono e lo sviluppo avanzò. In quale spirito?


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