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39: Il giorno del Signore

Esodo 13:17-15:21

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Il giorno del Signore è il giorno in cui il Signore viene. Da una prospettiva profetica, si potrebbe dire che è il giorno in cui il Signore viene in giudizio, o il giorno della prima venuta di Cristo, o il giorno dello spargimento dello Spirito santo, o il giorno del ritorno di Cristo. In effetti, tutte queste sfaccettature sono incluse nel significato de il giorno del Signore, perché l’una è l’estensione dell’altra. La stessa Scrittura indica che dobbiamo pensare del giorno del Signore in connessione con la sorte dell’Egitto quando ci dice che il cantico di Mosè sarà cantato durante le piaghe finali (Ap. 15:3).

Il giorno del Signore è il giorno in cui il Signore rivela i diritti del suo amore. Da una parte, rivela questi diritti nella distruzione degli empi, quando vendica il loro rigetto dei suoi giusti diritti. Leggiamo che il Signore fu glorificato. Leggiamo che il Signore fu glorificato per mezzo di Faraone e dell’Egitto: i diritti del suo amore furono glorificati. Ciò cominciò con l’indurimento del cuore di Faraone e continuò col suo inseguimento di Israele. Non solo venivano puniti i peccati di Faraone ma il peccato in generale, la rottura con Dio, veniva punito in questo indurimento del suo cuore.

Pertanto, quando raccontiamo ai bambini questa storia non basta evidenziare i peccati individuali di Faraone. Faraone non voleva né era in grado di conoscere il Dio che aveva fatto dimora con Israele. Ma questo è naturale per tutti noi. Il giudizio sul peccato in generale è manifesto nella distruzione di Faraone. L’indurimento, la volontaria chiusura del cuore alla rivelazione del Signore, è un giudizio sul primo peccato (il peccato originale).

Dall’altro lato, Dio rivelò i diritti del suo amore proclamando che il suo popolo era per Sé esclusivamente. Il Signore mise il Mar Rosso tra Israele e l’Egitto, tenendo Israele nel deserto come nel cavo della sua mano. Questa liberazione del popolo d’Israele fu una profezia della liberazione definitiva di tutto il popolo di Dio nel giorno di Cristo.

Affermando i diritti del suo amore, Dio ricevette dal suo popolo ciò che la sua grazia aveva precedentemente fornito. Presso il Mar Rosso, fece in modo che il popolo si arrendesse a Lui in fede. Poi, sulla riva opposta, li fece cantare della vittoria del Signore. In questo cantico, cantarono solo del Signore.

Il Cantico di Mosè in Esodo 15 si può dividere nelle seguenti quattro parti: (1) il tema, che compare nel verso 1 ed è ripetuto continuamente da Miriam e dalle donne. (2) Nei versi 2-5, la prima strofa, il Signore è lodato in generale come guerriero e vincitore. (3) Versi 6-10, la seconda strofa, recita che la reale lotta fu tra il Signore e i suoi nemici che lo avevano perseguitato attraverso il suo popolo. (4) la terza strofa, versi 11-19 canta la liberazione del popolo e la salvezza che il Signore ha loro riservato.

          Concetto principale: Il giorno del Signore è una rivelazione dei
                                                  diritti dell’amore di Dio.

          Condotti da Dio stesso. Da Sukkoth, dove si erano raggruppati, gli Israeliti partirono sotto la guida di Mosè. Portarono con loro le ossa di Giuseppe secondo il giuramento che i suoi fratelli avevano fatto molto tempo prima. Prima di morire Giuseppe aveva profetizzato la liberazione dall’Egitto. Portando con loro le ossa di Giuseppe gli Israeliti non solo adempirono il giuramento fatto un tempo a Giuseppe ma dimostrarono anche che vedevano questo esodo come un compimento della promessa che Dio aveva fatto ai loro padri molti anni prima. A quanto pare, per fede si aspettavano di essere portati in Canaan.

Tuttavia il Signore non li portò immediatamente in Canaan. Il percorso più breve sarebbe stato lungo la costa del Mediterraneo attraverso il paese dei Filistei, un viaggio di soli pochi giorni. Ma gli Israeliti non erano ancora pronti per la guerra con i Filistei. Inoltre, il Signore aveva prima in mente altre cose per loro.

Gli Israeliti, come popolo, non erano ancora entrati in una relazione pattizia col Signore. Questo sarebbe dovuto avvenire nel deserto, prima che arrivassero in Canaan. E Dio doveva rendere definitiva la separazione dall’Egitto, mostrando al suo popolo che lo teneva nel cavo della sua mano.

Pertanto presero un altra strada, da Sukkoth a Etham, un percorso più meridionale. Così stavano lasciando l’Egitto per entrare nel deserto. In questo viaggio il Signore andò davanti a loro. Durante il giorno la colonna di nuvola stava davanti a loro fornendo spesso riparo dal sole. Di notte questa colonna s’accendeva di fuoco a illuminare il deserto.

Qui il Signore si stava rivelando ancora una volta in un fuoco. Aveva usato una torcia di fuoco per rivelarsi ad Abrahamo e un pruno ardente per rivelarsi a Mosè.

Il Signore era col suo popolo nel patto, ma gli Israeliti dovevano ancora essere purificati come si purifica l’argento. Il peccato doveva essere rimosso da mezzo a loro. Che non furono consumati dal fuoco fu un risultato del fatto che il Signore Gesù Cristo un giorno avrebbe preso il loro posto nel fuoco del giudizio di Dio. Un giorno l’ira di Dio contro i nostri peccati sarebbe divampata in tutta la sua pienezza contro di Lui. Sarebbe morto in quel fuoco per fare espiazione per noi e sarebbe poi risorto dai morti. Tutti quelli che sono uniti a Lui in fede saranno purificati da quel fuoco — ma non consumati. Invece i non-credenti in quel fuoco periranno.

Mediante la colonna di nuvola e di fuoco, il Signore stesso guidò il suo popolo nel viaggio attraverso il deserto. Il popolo vide in quella nuvola lo zelo  ardente del suo amore e la sua mano protettiva.

Dio precede ancora il suo popolo attraverso i secoli nel Signore Gesù Cristo. In Lui, Colui che fu crocefisso solo per risorgere di nuovo, noi contempliamo l’amore di Dio che ci santifica, ci salva, e ci indica la via in questa vita.

          Indurimento e prova. Quando il Signore andò davanti agli Israeliti da Etham, non li stava conducendo fuori dall’Egitto ma lungo il lato sbagliato del Mar Rosso. Quelli che lo notarono devono essersi sorpresi ma seguirono obbedientemente. Il Signore aveva detto a Mosè che si sarebbe glorificato in Faraone per mezzo di questo strano percorso. Ciò che significava sarebbe presto diventato chiaro benché al momento gli Israeliti non lo avessero compreso.

Nel frattempo, Faraone e i suoi servi avevano già superato il primo shock della morte dei primogeniti. Per un breve attimo avevano tremato davanti al Dio del cielo e della terra. Tuttavia usualmente gli effetti di una simile esperienza non durano a lungo se l’esperienza non conduce a vero pentimento. Di nuovo Faraone chiuse il suo cuore al Signore. Questo indurimento del suo cuore fu mandato su di lui dal Signore come un giudizio, l’uomo infatti aveva già voltato le spalle al Signore nel peccato.

Oggi, le persone che non temono il Signore sono ancora volontariamente cieche. Dobbiamo riconoscere questa cecità come giudizio su quel peccato originale. Noi pure meritiamo questo giudizio in tutta la sua severità. Solo la grazia di Dio apre i nostri occhi accecati.

Ora Faraone radunò il suo esercito, i suoi carri e i suoi cavalieri, per inseguire gli Israeliti nel tentativo di riportarli indietro con la forza. Li raggiunse quando erano arrivati a Pi-Hahiroth. Qui il popolo sembrò intrappolato. Davanti a loro (verso Sud) e lungo il lato destro (a Ovest), c’erano montagne, mentre alla loro sinistra (verso Est) c’era il Mar Rosso e dietro di loro (a Nord) c’erano gli Egiziani.

Il Signore aveva condotto il suo popolo in un vicolo cieco in modo che avrebbero dovuto arrendersi a Lui completamente: non c’era per loro altro aiuto che quello del Signore. Ora Egli avrebbe loro dimostrato com’erano avvolti nella potenza del suo amore.

Il popolo non era ancora pronto per quel tipo di fede. Si ribellarono contro Mosè e lo rimproverarono di averli portati fuori dall’Egitto per farli morire nel deserto. Gli Egiziani, dall’altra parte, gioirono quando trovarono gli Israeliti in quella situazione perché assunsero che si fossero semplicemente persi nel deserto. Ora sarebbero stati facile preda.

Mosè disse al popolo di non temere ma di fidarsi del Signore che avrebbe mostrato loro la sua salvezza. Gli Egiziani, che ora vedevano dietro di loro, non li avrebbero visti mai più. Dio li avrebbe separati dagli Egiziani una volta per tutte.

Mosè gridò al Signore e il Signore rispose: “la vostra salvezza è già decisa. Dì a Israele di andare avanti! Stendi la tua mano sul mare e si dividerà in due. Israele passerà ma gli Egiziani moriranno nel mare”.

Fu terribile che tutti quegli Egiziani siano periti. Quello avrebbe significato la loro eterna distruzione. È altrettanto terribile che un giorno tutti i non-credenti periranno. Ad ogni modo, quel giudizio è radicato nell’amore di Dio. Non aveva il diritto sugli Egiziani nel suo amore? Non erano anch’essi opera delle sue mani? Ma poiché avevano rigettato il suo amore Egli pronunciò su di loro il suo giudizio.

Era notte quando gli Egiziani raggiunsero Israele. La colonna di fuoco stava davanti ad Israele, illuminando la via. Quelli che credevano avrebbero compreso: il Signore stava mettendo alla prova e purificando il suo popolo, anche in quella situazione d’ansia. Ma poi la colonna di fuoco e l’Angelo che la usava per guidare Israele si spostò, prendendo posizione tra Israele e gli Egiziani. Israele stava nella luce, ma le tenebre circondavano gli Egiziani che non osarono avvicinarsi agli Israeliti. Ciò nonostante gli Egiziani non si pentirono. I loro cuori furono induriti.

          Separati per sempre. Mosè prese il suo bastone, che era un segno della presenza della potenza del Signore, e lo distese sul mare. Allora il Signore mandò un vento orientale che separò le acque e aprì una strada asciutta attraverso il mare. Noi non possiamo spiegare questo evento. Fu un’opera del Signore che era vicino a loro con la potenza della sua grazia, proprio com’è venuto molto vicino a noi nella nascita del Signore Gesù Cristo.

Per Israele, comunque, avanzare su quel percorso fu un atto di fede. Le acque avrebbero potuto richiudersi in qualsiasi momento e annegarli, che sarebbe stato solo quel che meritavano a causa dei loro peccati. Questa cosa non avvenne solo perché furono salvati da Gesù Cristo. Un giorno il Signore sarebbe passato attraverso le acque dell’ira di Dio e avrebbe preparato una via per il suo popolo attraverso quelle acque. Per fede, gli Israeliti furono ora capaci di percorrere quella strada, certi che per loro c’era liberazione.

Gli Egiziani li inseguirono dimostrando la follia ultima della loro cecità. Ancora non videro il Dio d’Israele che avrebbe pronunciato il giudizio su di loro. Furono condotti al macello come pecore. Non appena gli Israeliti raggiunsero l’altra sponda, la colonna di fuoco si girò e il Signore volse lo sguardo adirato contro gli Egiziani, che furono allora sopraffatti dal terrore. Finalmente avevano aperto gli occhi al fatto che il Dio d’Israele stava combattendo contro di loro. Furono gettati nel panico. I loro carri furono distrutti e si chiesero come avrebbero potuto sfuggire.

Al comando del Signore Mosè distese di nuovo il bastone sul mare e l’acqua ritornò a partire dal lato occidentale. Così, gli Egiziani che ora volevano tornare indietro, si trovarono davanti un muro d’acqua. Furono rapidamente inghiottiti; non ne sopravvisse neppure uno. Nella stessa maniera. Il Signore giudicherà un giorno tutti i suoi nemici quando il suo amore rivendicherà i suoi diritti. Nel giorno del ritorno di Cristo tutti i suoi nemici periranno davanti a Lui.

Israele si sentì sicuro nella potenza del suo amore. Sembrava come se quella potenza circondasse l’intero popolo. Dio l’aveva usata per separarli dal paese d’Egitto per sempre, dimostrando che il popolo d’Israele gli apparteneva. Ora avrebbe presto potuto stabilire con loro il suo patto.

Un giorno, quando Cristo ritorna, tutto il popolo di Dio sarà liberato dal peccato e dalle potenze malvagie che ancora lo opprimono qui. Poi li circonderà per sempre nella potenza del suo amore mostrando che il suo amore rivendica diritti sul suo popolo.

          Il cantico di Mosè. Allora Mosè e tutti gli uomini d’Israele cantarono un cantico con Miriam e le donne che rispondevano in coro. Insieme, uomini e donne cantarono solo della maestà di Dio che aveva distrutto Faraone e il suo esercito. In questo modo Dio aveva guidato il popolo intero ad adorare il suo nome. Per un momento lo videro nella sua gloria perfetta. Questo è il modo in cui Dio vuole che il suo popolo lo adori.

Cantarono del Signore come del potente guerriero contro il quale nessuna potenza terrena può avere il sopravvento. Chi sarebbe stato capace di alzare un solo dito contro di Lui? E cantarono del Signore come di Colui che aveva sconfitto i suoi nemici nella sua ira — non solo per gli ovvii crimini che avevan commesso contro Israele ma perché non avevano voluto temere il Signore cha ha su di loro un diritto nel suo amore. Cantarono anche del Signore come di Colui che ha dimostrato i diritti del suo amore e li ha salvati. Quel Dio avrebbe preparato per loro un luogo in cui dimorare nella terra promessa dove avrebbe anche preparato per sé un santuario in mezzo a loro.

Alla fine del tempo, i redenti canteranno della vittoria del Signore e dei diritti del suo amore mediante il quale porta i suoi nemici alla distruzione e prepara una dimora eterna per il suo popolo.


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