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27. La Parola diventa carne

Genesi 29-30

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In Genesi 29 e 30, la promessa che ci sarebbero stati molto discendenti è portata a parziale compimento con la nascita di undici figli. (Il dodicesimo figlio di Giacobbe nacque successivamente.) Poiché Giacobbe ricevette così tanti figli e divenne pure ricco, si può parlare qui della Parola che diventa carne. La promessa stava prendendo forma.

Ovviamente, implicato in questo discorso della Parola che diventa carne c’è di più, vale a dire la santificazione della natura peccaminosa dell’uomo. A motivo di questa santificazione, il Figlio che sarebbe nato da Maria poteva essere chiamato Il Santo. In questo segmento della storia biblica, quindi, la natura peccaminosa dell’uomo veniva santificata secondo i propositi della grazia di Dio.

Questo processo cominciò già quando Labano e Giacobbe raggiunsero un accordo che Giacobbe avrebbe lavorato sette anni per Rachele, e successivamente per altri sette. Labano non aveva nobili intenzioni: vendette sua figlia a suo nipote a motivo dei vantaggi che Giacobbe gli avrebbe portato. Giacobbe non fu introdotto nel cuore di Labano, né nella sua casa. Pertanto, siccome Giacobbe rimase uno straniero in Haran, non ci sarebbe stato il pericolo che si stabilisse lì permanentemente e fosse coinvolto nella vita della gente del luogo.

L’inganno di Labano e la gelosia tra Lea e Rachele furono determinanti per far diventare Giacobbe padre di dodici figli. Questa è un’illustrazione della potenza santificante della Parola della promessa. Quando Abrahamo generò un figlio nato nell’incredulità (Ismaele), quel figlio fu scacciato. Nel caso di Giacobbe, invece, tutti i figli divennero capi di tribù ed eredi della promessa. La Parola della promessa fu qui all’opera, a vincere i peccati degli uomini e santificando tutti quei figli.

Quando Lea diede il nome ai suoi primi quattro figli, ogni volta parlò dell’Eterno, il Dio pattizio. A quanto pare l’infelicità che dovette sopportare perché Giacobbe amava Rachele l’aveva santificata. In fede si fece coinvolgere dalla promessa pattizia data a Giacobbe.

Quando Rachele diede il nome ai figli della sua serva, però, parlò di Dio senza usare il suo nome pattizio. Sembra che il patto, con la sua promessa, fosse per lei ancora senza significato a quel tempo. Più tardi, anche la fede di Lea diminuì a causa della gelosia: quando diede i nomi ai figli della sua serva parlò solo della sua propria felicità. Quando la luce finalmente si levò anche su Rachele ed ella ricevette un figlio, anche lei confessò l’Eterno.

Sembrerebbe come se il Signore punisse Giacobbe per aver preso più di una moglie — e di qui tutto lo squallore della sua casa. D’altro canto, sembra che Dio abbia usato quello squallore come modo di rivelare se stesso a Lea e Rachele.

Dopo che Labano ebbe raggirato Giacobbe nel matrimonio con Lea, Giacobbe concordò col proposito peccaminoso di Labano e si prese anche Rachele. L’ingannatore era stato ingannato. In tutto ciò che accadde dopo, Giacobbe deve aver sentito la mano del Signore contro di lui molte volte.

Non è completamente chiaro quando siano avvenuti i due matrimoni. Il secondo venne a una settimana dal primo, alla fine della festa di matrimonio durata sette giorni. (Labano disse a Giacobbe di aspettare la fine della festa che sarebbe durata una settimana) Tuttavia, non è certo se quel doppio matrimonio sia avvenuto all’inizio di quei quattordici anni o a metà. In ogni caso, il doppio matrimonio non avvenne alla fine. La maggior parte delle evidenze suggeriscono che sia avvenuto dopo il primo periodo di sette anni.

Giacobbe aumentò la propria ricchezza mediante il trucco di mettere delle verghe spellate negli abbeveratoi delle greggi. Di nuovo visse nel suo cuore un intento peccaminoso. Ma un angelo di Dio gli venne in sogno a informarlo che quella benedizione proveniva dal Dio che gli era apparso a Bethel (vedi Ge. 31:10-13). Anche qui, la natura umana peccaminosa veniva santificata mediante la Parola della promessa.

          Concetto principale: La promessa riceve il suo iniziale compimento quando
Giacobbe viene benedetto.

          Servire per un salario. Da Bethel Giacobbe viaggiò in direzione di Haran. Dopo un viaggio di molti giorni arrivò ad un pozzo in campagna dove trovò tre greggi di pecore accompagnate da pastori. Il pozzo era coperto da una pietra che poteva essere rotolata via a fatica da un uomo. Perciò i pastori spesso si aspettavano presso il pozzo.

Quando Giacobbe interrogò i pastori apprese che venivano da Haran. Presto divenne ovvio che conoscevano Labano, lo zio di Giacobbe. Gli dissero che la figlia di Labano sarebbe presto giunta al pozzo con delle pecore.

Giacobbe voleva essere da solo con sua cugina quando l’avrebbe incontrata. Cercò pertanto di persuadere i pastori ad andarsene, indicando che era ancora mattina presto. Risposero che non potevano andarsene perché nessun pastore maschio o femmina doveva stare al pozzo da solo.

Mentre stavano ancora discorrendo arrivò Rachele con le pecore. Giacobbe si prodigò immediatamente ad aiutarla rotolando via da solo la pietra dalla bocca del pozzo e abbeverando le sue pecore. Poi le disse di essere figlio di Rebecca, perciò lei lo riportò con sé alla casa di Labano.

Presto Giacobbe si rese utile aiutando a pasturare le greggi di Labano. Non sappiamo se Giacobbe abbia detto a Labano che non poteva tornare a casa. In ogni caso, Labano deve essersi reso conto che Giacobbe voleva rimanere. In più, deve essersi accorto che Giacobbe si era innamorato di Rachele, la sua figlia più giovane. Labano volle sfruttare al massimo queste circostanze perché aveva scoperto che Giacobbe era un buon pastore. Perciò gli propose di servirlo per un salario.

In questo modo fu assicurato che Giacobbe rimanesse. Sfortunatamente, Giacobbe non fu fatto un membro della famiglia o fatto entrare nel circolo della famiglia. A causa della sua avidità, Labano era privo di sensibilità. Tuttavia il Signore permise che le cose si sviluppassero in questo modo deliberatamente, perché non voleva che Giacobbe si sentisse a casa sua in Haran. Giacobbe doveva rimanere un forestiero in modo che alla fine tornasse a Canaan per aspettare lì il completo compimento della promessa.

Giacobbe colse al volo l’offerta di Labano e concordò di servire suo zio sette anni per Rachele. Questo servizio non era inteso andare verso la costituzione di una dote, infatti Giacobbe fu salariato. Nondimeno, questo non può essere considerato un modo adeguato per trattare una questione come un matrimonio. L’avido Labano fu felice di accettare la proposta di Giacobbe.

I sette anni in cui Giacobbe servì per Rachele gli sembrarono solo pochi giorni perché egli l’amava profondamente. Alla fine dei sette anni venne il momento della cerimonia. Ma quando venne la notte nunziale, Labano portò a Giacobbe Lea anziché Rachele. Giacobbe non si rese conto di essere stato ingannato fino al mattino dopo. A fronte delle accuse di Giacobbe, Labano cercò di giustificarsi dicendo che non era costume in quella regione sposare la minore prima della maggiore. Se questa cosa fosse stata vera, Labano non avrebbe dovuto fare una simile promessa a Giacobbe fin dal principio. Labano poi propose di lasciare che Giacobbe avesse anche Rachele dopo che la festa di nozze lunga una settimana fosse terminata. Giacobbe accettò. In questo modo la condizione matrimoniale perse dignità e fu degradata.

Una settimana dopo, quindi, fu data a Giacobbe un’altra moglie, che significò che avrebbe dovuto servire Labano altri sette anni. Durante tutti quegli anni egli rimase un forestiero e un servitore nella casa di Labano. In conformità al decreto del Signore egli doveva rimanere isolato, proprio come suo nonno era stato separato. Giacobbe fu separato per amore del Cristo, proprio come Abrahamo lo era stato. Il Cristo fu separato da tutto ciò che è peccaminoso in questo mondo e pertanto fu uno straniero sulla terra. Il grande Figlio di Dio governò la vita di Giacobbe in Haran.

Se noi siamo di Cristo, non siamo chiamati a separarci dalla vita, ma dobbiamo sicuramente assicurarci di vivere separati dal peccato del mondo. Per quanto concerne la vita di peccato sulla terra, noi siamo stranieri per amore di Cristo.

          La nascita dei figli. Non ci volle moto prima che lo squallore del doppio matrimonio divenisse manifesto perché Giacobbe amava Rachele e trascurava Lea. Per questa ragione il Signore si prese cura di Lea. Quanto spesso il Signore prende le difese di chi è oppresso sulla terra! Egli trova che l’oppressione della vita sia intollerabile, specialmente nel circolo pattizio. Così il Signore diede a Lea quattro figli mentre a Rachele non concesse di averne.

Durante i primi anni del suo matrimonio, Lea si volse al Signore, il Dio del patto e della promessa, che regnava sulla casa di suo marito. Che lo abbia cercato nella sua sofferenza è ovvio dai nomi che diede ai suoi figli: Ruben, Simeone, Levi e Giuda. Ciascuno di questi nomi contiene una menzione del Dio del patto. Lodò il Signore in modo speciale e mise in evidenza il suo legame con lui quando nacque il suo quarto figlio — chiamandolo Giuda. Il Cristo nascerà più tardi dalla linea di Giuda. Il grande privilegio di essere la madre della linea che avrebbe portato al Cristo andò a Lea anziché a Rachele.

Nel periodo in cui nacquero i figli di Lea, Rachele era consumata dalla gelosia perché non riusciva ad avere figli. Si lamentò pertanto con Giacobbe il quale rispose irato che non era colpa sua se lei non riusciva a concepire. A quel punto Rachele suggerì che prendesse per moglie la sua serva Bilhah, con l’idea che i figli di Bilhah sarebbero stati considerati figli di Rachele. Questo passo danneggiò ulteriormente il matrimonio di Giacobbe.

Bilhah ebbe due figli, Dan e Neftali, i quali nacquero da gelosia e incredulità. Eppure il Signore li accettò come future tribù del suo popolo. Fu il Signore stesso ad aver decretato così. Mentre in precedenza Ismaele fu perso per il popolo di Dio, la Parola della promessa ora vinse i peccati degli uomini e santificò quelle nascite, semplicemente perché questa fu la volontà del Signore.

A quel punto Lea smise di avere figli, così diede per moglie a Giacobbe la sua serva Zilpa. Solo l’invidia nei confronti di Rachele la fece agire in questo modo. Anche Zilpa ebbe due figli: Gad e Ascer. Per allora la fede di Lea era quasi svanita. Quando diede i nomi a questi due figli parlò solo di speranza e di buona fortuna.

Più tardi, il Signore si ricordò di nuovo di Lea, che era ancora trascurata da Giacobbe, e le diede altri due figli: Issacar e Zabulon. Quando diede loro i nomi, parlò di Dio ma non usò il suo nome pattizio. Ebbe anche una figlia, Dina.

Finalmente Dio si volse verso Rachele nella sua grazia pattizia dandole un figlio che ella chiamò Giuseppe. In quel nome volle dimostrare che Dio aveva rimosso la sua vergogna passata e che sperava che Dio le avrebbe dato un giorno un altro figlio. In questo modo menzionò ora il nome dell’Eterno, il Dio del patto. A quanto pare la felicità aveva aperto a Rachele gli occhi alla benedizione del patto.

Mentre Giacobbe visse in Haran, dunque, il Signore gli diede undici figli. Benché fossero nati in mezzo a gelosia e invidia, il Signore nella sua grazia passò sopra tutto quel peccato perché voleva ora cominciare a compiere la promessa che dalla linea di Abrahamo sarebbe nata una grande nazione. Per la potenza della grazia di Cristo, che avrebbe fatto espiazione per i nostri peccati, Dio fece in modo che quei peccati non portassero a conseguenze fatali.

          Un astuto calcolo. Alla fine dei quattordici anni, Giacobbe volle partire. Ma Labano si rese conto che il Signore lo aveva benedetto per amore di Giacobbe e perciò gli chiese di rimanere. Voleva che Giacobbe lavorasse per un salario. Ma Giacobbe gli rispose che non era contento di un mero salario; voleva una parte della benedizione che Dio aveva dato a Labano per amore suo. Disse a Labano che si sarebbe accontentato di una piccola porzione di quella benedizione.

Volle tutti gli animali macchiati o striati – tutte le pecore nere e i capri macchiati o striati. Questo avrebbe dovuto avere effetto immediato: anche Giacobbe avrebbe condiviso nella benedizione che Dio aveva già dato a Labano perché avrebbe ricevuto in proprietà tutti gli animali macchiati o striati. Se tutti gli animali fossero stati suddivisi lungo tali linee non ci sarebbe mai potuto essere alcuna incomprensione riguardo al proprietario.

Labano concordò, tutte le greggi dei due uomini furono divise. Le greggi di Giacobbe sarebbero state pasturate dai figli di Labano mentre Giacobbe si sarebbe preso cura delle greggi di Labano. Inoltre, Labano stipulò che il gregge di Giacobbe dovesse pascolare a tre giorni di cammino dai suoi in modo che i suoi animali non potessero venire in contatto con animali macchiati e striati e riprodursi con loro. Credeva che non sarebbero nati animali macchiati o striati nelle sue greggi.

Ma con Labano Giacobbe usò un trucco. Mise negli abbeveratoi delle verghe parzialmente pelate, cosa che portò alla nascita di molti animali macchiati nel gregge di Labano. Ogni tanto portò anche dei giovani animali macchiati davanti al gregge di Labano. Gli accoppiamenti che ne conseguirono portarono alla nascita di altri animali macchiati che Giacobbe poteva reclamare come suoi.

Qui Giacobbe dimostrò che la sua natura di ingannatore non era cambiata. Ma la grazia del Signore vinse il peccato umano: Giacobbe fu benedetto per amore della Parola della promessa. Tuttavia, tutti i peccati di Giacobbe furono messi a nudo più tardi, quando il Signore si volse contro di lui a causa di essi. Ma per il momento, la benedizione ebbe il sopravvento per amore di Cristo. Il Signore mostrò perfino a Giacobbe in un sogno che nascevano molti animali macchiati a motivo della benedizione del Signore. Come deve essersi vergognato Giacobbe! Dio può sorvolare temporaneamente sui nostri peccati perché li addebita al Cristo, ma prima o poi ci confronterà con essi.


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