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18. La garanzia dell’eredità

Genesi 23

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Dobbiamo ora parlare ai fanciulli di una sepoltura. Questa non è una ragione per esitare o tirarsi indietro perché anche la vita di un fanciullo è presa nel timore della morte e della tomba. La vita dei fanciulli può essere liberata solo per la Parola del Signore — dopo che quella Parola è stata all’opera in loro per un lungo tempo.

Dobbiamo assicurarci di parlare ai fanciulli in modo tale non solo da confortarli col prospetto della beatitudine celeste ma anche dire loro in termini scritturali che un giorno vivremo su una terra restaurata, dopo che i morti saranno risorti dalle loro tombe. La Scrittura enfatizza la resurrezione e non parla della morte come di una gioiosa transizione ad un stato più felice.

La Scrittura riconosce il morire, perfino il morire in Gesù, come una perdita, come un danno. Quando moriamo, rompiamo con questo mondo visibile del quale siamo stati fatti una parte. Se evitiamo questo aspetto della morte quando parliamo coi fanciulli, non possiamo offrire loro vero conforto. Dall’inizio alla fine, la Scrittura è un libro di questa terra, pur se la terra è vista alla luce del cielo. La promessa che ci è stata data è che erediteremo il benedetto regno terreno per sempre. Quel legame eterno con la terra è tipizzato qui col legame di Abrahamo con Canaan.

Si dovrebbe notare che, proprio fin dal principio di Genesi 23, Abrahamo parla del “mio morto” e similmente gli ittiti parlano del “tuo morto”. Abrahamo si aggrappa a Sara in fede anche dopo che è morta, proprio come noi ci aggrappiamo ai nostri morti in Cristo. Inoltre, egli ama la sua apparenza terrena e vuole vederla restaurata. Questa è la ragione per cui egli cerca un luogo di sepoltura per lei nel mondo abitato e non la seppellisce da qualche parte nei campi. Per i credenti, la tomba è un simbolo non solo di umiliazione e decadimento ma anche della parte che giocano nella storia qui sulla terra e perfino della loro glorificazione finale insieme alla terra. Poiché credeva nella resurrezione dai morti, Abrahamo seppellì Sara. Per lui la sua tomba era una garanzia che la sua progenie avrebbe ereditato la terra e l’avrebbe posseduta per sempre. Un giorno Sara e i suoi figli saranno glorificati lì.

Tuttavia, la strada per quella eredità eterna passa dalla morte. Per Abrahamo non c’era modo di evitare questa parte del viaggio, questo morire a tutto per poter ricevere tutto. Il percorso che tutti i credenti devono percorrere (inclusi Abrahamo e Sara) è il percorso che Cristo affrontò, perché egli passò per la morte per guadagnare la sua eterna eredità.

Nel verso 10 la città degli Ittiti è chiamata la città di Efron. Efron  era evidentemente il loro capo e re. Due capi (il capo del popolo pattizio e il capo del popolo del mondo) fecero qui una trattativa. Attraverso il loro negoziato, Abrahamo acquistò un luogo di sepoltura ereditario benché egli non avesse parte nella vita o nella morte degli Ittiti.

          Concetto principale. Il Signore dà ad Abrahamo un luogo per seppellire Sara
come garanzia della sua eredità.

          Lutto per il morto. Sara morì all’età di 127 anni, qualcosa come 37 anni dopo la nascita di Isacco. Morì a Kirjath-Arba (anche chiamata Hebron), vicino alle querce di Mamre che era uno dei luoghi preferiti da Abrahamo. Sara è la sola donna la cui età alla morte è registrata per noi nella bibbia. Lei fu la madre della progenie promessa, la Maria del Vecchio Testamento.

Abrahamo seguì le usanze del suo tempo quando pianse e fece lutto per la morte di Sara. A prescindere dall’età che aveva, lo addolorava comunque che la sua vita fosse giunta alla fine, perché anche 127 anni era solo un breve tempo. Poiché siamo stati creati per dimorare su questa terra per sempre, la morte è sempre una cesura violenta, indipendentemente dall’età della persona che è morta.

Abrahamo pianse per Sara, perché l’amava profondamente; amava le sue forme terrene che gli erano state tanto care. Come poteva Abrahamo aver sopportato questa perdita se non avesse saputo della resurrezione dei morti, un giorno nel futuro quando sarebbe venuto il Redentore? Quando sarebbe arrivato quel giorno Sara sarebbe stata liberata dai legami della morte. Come possiamo sopportare la perdita dei nostri cari se non crediamo che un giorno verranno resuscitati dalla potenza del Signore Gesù Cristo?

Sara era morta e gli era stata portata via, ma Abrahamo si aggrappò a lei in fede. Adesso lei era col Signore, ma un giorno sarebbe stata rivelata di nuovo perché anche lei avrebbe ereditato la terra. Si stava sbagliando nelle sue aspettative? Il Redentore è venuto ma Sara e il resto dei morti non sono stati resuscitati. Noi sappiamo adesso che il Redentore verrà una seconda volta e allora i morti saranno certamente resuscitati. Allora Sara erediterà non solo la terra promessa ma tutta la terra.

Tuttavia, quella gloriosa eredità sarà nostra solo dopo che siamo passati attraverso quella morte che è già stata sperimentata dal Signore Gesù Cristo. Egli è passato attraverso la morte per poter ereditare ogni potere in cielo e sulla terra. Se crediamo in lui, egli ci guiderà nella nostra  eterna eredità.

          L’acquisizione di proprietà ereditaria. Poiché Abrahamo si aggrappò a Sara in fede non volle seppellirla da qualche parte nei campi. Stabilì invece un luogo di sepoltura suo proprio che poteva essere usato per lei, per sé, e per i loro discendenti come segno che i loro discendenti avrebbero posseduto quel paese per sempre.

Essere sepolti è soffrire la distruzione fisica del corpo. Ma per i credenti la storia non finisce lì. I credenti sono “conservati” nella terra come segno che un giorno saranno glorificati insieme alla terra. Ecco perché Abrahamo volle un terreno di sepoltura di famiglia di sua proprietà e rifiutò che Sara venisse sepolta con gli Ittei. Lasciando momentaneamente il corpo morto  di sua moglie andò dagli uomini alla porta della città a chiedere un luogo per seppellirla.

Gli Ittei lo riconoscevano come un principe di Dio, come qualcuno che era stato fatto grande da Dio. Questo riconoscimento, cui non potevano sfuggire, li costringeva ad onorare anche il Dio di Abrahamo — ovviamente senza arrendersi a Lui. Volevano vivere la loro vita e stare lontani dal Dio di Abrahamo. Questa è la ragione per cui Abrahamo non fu interessato dalla loro offerta che seppellisse il suo morto con i loro nei loro migliori sepolcri.

Abrahamo e Sara e la loro progenie non avevano parte nella vita o nella morte degli Ittei. Abrahamo era stato separato da tutti i popoli della terra per mostrare che in lui c’era uno spirito diverso da quello di tutti gli altri. Abrahamo era diverso perché lo Spirito del Cristo viveva in lui. In quanto il Santo, il Cristo non ha nulla in comune con lo spirito di peccato che abita in tutti gli uomini. Cristo non ha comunione col peccato e perciò vuole che noi, nella sua potenza, rompiamo col peccato. Non dovremmo nemmeno desiderare di avere alcunché a che fare col peccato.

Abrahamo approcciò Efron, che a quanto pare era un principe degli Ittei, e gli chiese se poteva acquistare un certo campo inclusa la grotta che aveva. Attenendosi ai costumi di quel tempo Efron gli offrì il campo e la caverna gratuitamente. Quando Abrahamo ricambiò rifiutando di accettarlo in dono, Efron si decise a dire quanto voleva per il campo: 400 sicli d’argento, che era probabilmente un prezzo equo.

A quel punto Abrahamo pesò il prezzo del campo e diede il denaro a Efron. Il campo e la caverna erano diventati sua proprietà. Li aveva pagati col denaro che il Signore gli aveva permesso di acquisire. Pertanto dovette riconoscere che il campo con la sua caverna era un dono dal Signore, una garanzia divina che un giorno lui e la sua progenie avrebbero posseduto quel paese.

          La sepoltura. Quindi Abrahamo seppellì Sara nella caverna del campo di Makpelah, di fronte a Mamre, dove molto spesso piantava le sue tende. Quando stava lì gli sembrava che Sara fosse ancora con lui. L’aveva amata profondamente nella sua forma terrena. Sapeva che la vita di Sara non era finita definitivamente e che un giorno, quando sarebbe venuto il Redentore, lei sarebbe resuscitata con tutti quelli che hanno creduto in Lui.

Quando il Cristo verrà, tutti quelli che erano uno con Abrahamo e Sara in fede saranno con loro resuscitati in gloria. Il Signore Gesù Cristo è egli stesso resuscitato dalla tomba. Un giorno egli spezzerà i legami della morte per tutti quelli che gli appartengono. Quelli che sono suoi possono perciò trovare conforto nella perdita dei loro cari che sono morti credendo nel Signore. Lo stesso conforto li sosterrà quando la loro vita si avvicinerà alla fine. Di sicuro lasceranno allora la terra dei viventi, ma un giorno la loro eredità terrena sarà loro restituita.


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