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Isacco

22. La salvaguardia della progenie pattizia

Genesi 24-25:18

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Il Signore aveva chiamato Abrahamo a vivere una vita separata. Perciò aveva dovuto lasciare Ur dei Caldei e successivamente Haran. Appartando Abrahamo come un tipo del Cristo, Dio rivelò che nel Cristo, un nuovo principio avrebbe dovuto contrastare il principio del peccato col quale il mondo stava vivendo. Questo nuovo principio sarebbe stato introdotto nel mondo per mezzo di un miracolo del quale la nascita di Isacco era stata un tipo.

Due pericoli costituivano una minaccia costante: mescolarsi coi Canaaniti e ritornare ad Haran. Se Abrahamo avesse scelto uno di questi la sua condizione di separato sarebbe andata distrutta. Questi due pericoli diventarono particolarmente dominanti quando giunse il momento che Isacco si sposasse.

Abrahamo istruì il suo servo di cercare una moglie per Isacco ad Haran e gli proibì di portarvelo mai. Questo comando veniva dal Signore: si stava assicurando che la linea di Abrahamo rimanesse separata.

Fu il Cristo, dunque, che diresse la ricerca di una moglie per Isacco — l’incarico che Abrahamo dette al suo servo, la sua fede che il Signore avrebbe usato il suo angelo per facilitare il viaggio del servo, la guida che il servo ricevette lungo il percorso, la sua attitudine di fede, la disponibilità di Rebecca di tornare con lui e l’incontro di Isacco e Rebecca che fu un incontro nel Signore.

Quando Abrahamo depose le sue ultime volontà e testamento, fece in modo che Isacco fosse separato dai figli di Agar e Ketura (Ge. 25:6). Certamente, tanto Isacco che Ismaele furono presenti al funerale di Abrahamo, ma il successivo sviluppo della posterità di Ismaele viene menzionato intenzionalmente: la sua linea si sviluppò in una direzione diversa da quella di Isacco.

Isacco doveva ora diventare indipendente e subentrare alla promessa data a suo padre Abrahamo. È degno di nota che il servo di Abrahamo si riferisca già ad Isacco come “mio signore” quando parla con Rebecca.

          Concetto principale: Il Signore preserva la progenie pattizia.

          L’importanza della progenie di Abrahamo. Molti anni prima il Signore aveva chiamato Abrahamo fuori da Ur dei Caldei e poi da Haran. Abrahamo avrebbe dovuto vivere una vita separata da tutti gli altri popoli che stavano sprofondando nell’idolatria. Lui e i suoi discendenti avrebbero dovuto vivere una vita totalmente differente. In breve, avrebbe dovuto essere un tipo, una figura del Cristo, il Santo, che fu differente da tutti gli altri uomini. Per mezzo del Signore Gesù Cristo sarebbe stata rinnovata l’intera razza umana.

Abrahamo comprese che il Signore non lo aveva separato senza una profonda ragione. Pertanto, era ben consapevole che la separazione doveva essere preservata. Di conseguenza non avrebbe permesso che Isacco sposasse una Canaanita e non gli avrebbe permesso di ritornare ad Haran.

Abrahamo fece giurare il suo servo che avrebbe cercato una moglie per Isacco in Haran. Il servo aveva il timore che la donna non avrebbe voluto seguirlo e chiese se avesse dovuto portare Isacco ad Haran nel caso fosse successo. Abrahamo replicò che non avrebbe dovuto portare Isacco ad Haran in nessuna circostanza e che se la donna avesse rifiutato di tornare con lui sarebbe stato sollevato dal giuramento. In fede aggiunse: “L’Eterno manderà il suo angelo davanti a te e ti concederà il successo in questa impresa”.

Abrahamo credeva che questa separazione era volontà del Signore  e che il Signore avrebbe fatto sì che la donna seguisse il suo servo volontariamente. Il servo giurò.

Il desiderio di Abrahamo in questa faccenda era anche il desiderio di Dio. Quando camminiamo nella via del Signore e comprendiamo la sua volontà possiamo fiduciosamente contare sulla sua guida.

          La guida dell’angelo del Signore. Il servo di Abrahamo partì. Quando giunse ad Haran chiese al Signore di mostrargli che era stato con lui e di fargli capire per mezzo di un segno quale fosse la donna che aveva designato per Isacco. Il servo voleva un segno che la donna era laboriosa e pronta a servire, infatti la moglie di Isacco avrebbe dovuto essere una serva di Dio e una serva di uomini per amore di Dio.

Quando questa petizione fu ascoltata nel modo che aveva sperato il servo fu esterrefatto. Vide questa risposta come una rivelazione del Signore, il Dio del suo padrone Abrahamo.

Oggi non abbiamo bisogno di cercare tali segni ma a quel tempo, la storia della progenie da cui il Cristo avrebbe dovuto nascere era ancora in corso d’opera. Nel corso di quella storia il Cristo si è spesso rivelato in modi sorprendenti. Fece anche obbediente il servo di Abrahamo e gl’insegnò ad attendere la sua guida.

Il servo trovò Rebecca, la futura moglie di Isacco, e presto si trovò a casa di Bethuel suo padre. Labano, suo fratello, si era fatto piuttosto cospicuo in quella casa.

Prima che si sedessero per cena, il servo di Abrahamo comunicò loro lo scopo di quella visita. Raccontò loro anche della meravigliosa guida del Signore nel suo viaggio. Allora sia Bethuel sia Labano si chinarono davanti alla chiamata del Signore che era stata loro rivelata dalle parole del servo di Abrahamo.

          La sottomissione di Rebecca. Il servo di Abrahamo volle essere sulla via del ritorno già il mattino dopo. Bethuel e la sua famiglie speravano che Rebecca sarebbe stata con loro ancora alcuni giorni ma lasciarono la decisione a lei.

Il Signore ebbe una mano anche in questa situazione, infatti a Rebecca fu offerta l’opportunità di mettere in mostra la sua spontanea e gioiosa accettazione della speciale promessa e della particolare chiamata della progenie di Abrahamo. Era pronta a partire immediatamente. Nella sua decisione di partire subito si stava sottomettendo al Signore in fede; stava dimostrando la sua fede nella promessa e vocazione di Abrahamo.

Quando Rebecca fece la sua scelta stava rompendo con la casa di suo padre. Una tale rottura è raramente richiesta a noi. Ciò con cui dobbiamo rompere invece è il mondo di peccato in modo da poter vivere una vita completamente nuova con Cristo. In quel senso la sottomissione di Rebecca dovrebbe esserci d’esempio. Lo Spirito del Signore che mise nel suo cuore la sottomissione, opererà nel cuore di tutti i suoi seguaci. Proprio come il Cristo un tempo chiamò Rebecca, chiamerà tutti quelli che sono suoi ad essere incorporati in Lui.

          L’incontro di Isacco e Rebecca. Bethuel e Labano benedirono Rebecca e la lasciarono partire. Proprio nel momento in cui il servo di Abrahamo stava per arrivare a casa con Rebecca, Isacco uscì nei campi a pregare. Nella sua preghiera sollevò la questione del suo matrimonio mettendo la cosa nelle mani del Signore. Successivamente, Isacco giocò un ruolo fin troppo passivo in relazione agli altri, ma qui manifestò una corretta dipendenza dal Signore.

Quando Rebecca vide da lontano la figura di Isacco, chiese al servo di Abrahamo chi fosse. Quando seppe che era Isacco si coprì velocemente col velo e scese dal suo cammello. Fu quindi presentata ad Isacco dal servo di Abrahamo.

Si erano ricevuti l’un l’altro dal Signore e si trovarono l’un l’altro nel Signore. Rebecca fu un conforto per Isacco dopo la perdita di sua madre Sara e lui aveva bisogno del sostegno di lei per la vita che aveva davanti. Quando ricevette in moglie Rebecca riconobbe il favore del Signore verso di lui e verso la sua progenie per il futuro.

Quell’unione di Isacco e Rebecca fu radicata nella fede. A motivo della loro fede ci fu qualcosa di eccezionalmente nobile nella loro unione. Proprio come loro cercarono di dedicarsi nella loro unione alla promessa data ad Abrahamo, anche noi dobbiamo porci a disposizione di Cristo in tutte le cose. Solo in questo modo la nostra relazione sarà santificata.

          La morte di Abrahamo e il suo testamento. Più avanti nella sua vita Abrahamo aveva preso un’altra moglie di nome Ketura ed ebbe figli anche da lei. Prima della sua morte, comunque, allontanò questi figli dalla sua tenda facendo loro dei doni. Il Signore gli aveva detto che Isacco avrebbe dovuto ereditare la sua benedizione e la promessa. Perciò la sua progenie non doveva mescolarsi con quella dei suoi altri figli, neppure con quella di Ismaele.

Abrahamo infine morì a 175 anni. I suoi figli Isacco e Ismaele lo seppellirono nella tomba che aveva acquistato e dove lui stesso aveva già seppellito Sara. Il corpo di Abrahamo riposò nella stessa terra come segno che un giorno la sua progenie avrebbe ereditato il paese. In un senso, Abrahamo e Sara stavano aspettando il grande giorno di Cristo, tempo in cui tutto il popolo di Cristo erediterà la terra.

Isacco e Ismaele non stettero davanti alla tomba di Abrahamo con la stessa attitudine. Isacco credeva il Signore ed ereditò la promessa fatta ad Abrahamo. Ismaele, al contrario, aveva cercato la propria libertà e si era tagliato fuori da quella promessa. Isacco era un figlio della fede di suo padre ma Ismaele ne era estraneo.

I discendenti di Ismaele si moltiplicarono e acquisirono grande potere e influenza ma non condivisero nella benedizione del perdono dei peccati e della vita eterna, la benedizione del completo rinnovamento di vita davanti a Dio.

La benedizione di Abrahamo, che è la benedizione conferitaci dal Cristo, è condivisa da tutti quelli che sono figli di Abrahamo per fede. 


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