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38: La Parola di vita

II Re 4

In generale, le azioni profetiche di Eliseo, furono in qualche modo diverse da quelle di Elia. Il ministero di Elia fu, per molti aspetti, una rivelazione d’ira e di giudizio. Ma le azioni di Eliseo, con qualche eccezione, rivelarono la compassione di Dio per la vita. Quest’affermazione non è in conflitto con ciò che leggiamo in I Re 19:17. Il rifiuto di accettare la misericordia che veniva rivelata per mezzo di Eliseo rese il giudizio più severo per molti. In II Re 4 è rivelata la potenza di dare la vita che ha Parola del Signore.

Nella prima storia, è reso chiaro che noi riceviamo nella misura in cui i nostri cuori sono aperti dalla Parola del Signore. Quanto riceviamo dipende da quanta fede poniamo in quella Parola. La donna ricevette tanto olio quanto potevano tenere i recipienti che aveva raccolto.

Nella seconda storia, ci è mostrato che, quando la gente è attanagliata dalla Parola del Signore, può anche rivendicare quella Parola per la vittoria. Ghehazi non era attanagliato dalla Parola del Signore e pertanto non poteva impossessarsene in fede, per quanto Eliseo lo obbligasse a concentrarsi proibendogli di salutare chicchessia per la strada. Perciò quando Ghehazi mise il bastone sulla faccia del ragazzo non successe nulla.

Nelle ultime due storie, la Parola del Signore preserva la vita in tempo di carestia.

          Concetto principale: La Parola del Signore è la Parola di vita.

          Secondo la sua fede. In quei giorni, la vedova di uno degli studenti della scuola dei profeti venne da Eliseo. Era in difficoltà finanziarie. Il suo creditore Abeba minacciato di toglierle ambedue i figli e farne degli schiavi per coprire il suo debito.  Ciò non era in accordo con la legge di Mosè, ma  a quanto pare il popolo del Signore seguiva questa rude pratica.

Eliseo comprese che fosse volontà del Padre che la potenza liberatrice della Parola della sua grazia venisse manifestata di fronte a questa rudezza. Quando chiese alla vedova cosa ancora avesse in casa seppe che non aveva più nulla eccetto un vasetto d’olio. La strana e meravigliosa grazia del Signore avrebbe fatto uso di quell’olio. Il poco che abbiamo ricevuto può diventare un’estesa benedizione se il Signore lo ritiene opportuno.

Eliseo le ordinò di chiedere in prestito quanti più contenitori potesse. Poi avrebbe dovuto chiudere la porta dietro di sé. Insieme ai suoi figli avrebbe dovuto riempire i vasi con l’olio del suo vasetto.

Sicuramente era una cosa senza senso. Ma per qualcuno che credeva non lo era affatto! Quella vedova veniva messa alla prova per vedere se veramente credesse la Parola del Signore che le aveva promesso un miracolo.

Fece come aveva comandato Eliseo e raccolse molti vasi. Poi chiuse la porta in modo da non essere disturbata mentre si aspettava in fede il miracolo del Signore. Per il miracolo della grazia di Dio la vedova riempì tutti i vasi. Quando anche l’ultimo vaso fu pieno il flusso d’olio si fermò.

Nella sua gratitudine di fede, andò da Eliseo a raccontargli cos’era avvenuto. Lui le ordinò di vendere l’olio, pagare il creditore e vivere coi suoi figli col resto del denaro. Così, la vita e la libertà di questa donna e dei suoi figli fu salvata da un miracolo divino.

Mediante il miracolo della grazia di Dio in Cristo, Dio salverà anche noi. A causa della maledizione del peccato, la rudezza della vita minaccia di privarci della nostra libertà e di schiavizzarci tutti. Per mezzo di Cristo, però, siamo liberati dai legami della schiavitù. E riceviamo dal Signore tanto quanto abbiamo imparato ad aspettarci credendo nella sua Parola.

          Attanagliati dalla Parola del Signore. Un giorno Eliseo passò attraverso la piccola città di Shunem; una donna facoltosa lo invitò a mangiare in casa sua. Da quella volta, diventò un’abitudine per Eliseo mangiare a casa di lei quando passava per Shunem. La donna lo desiderava perché riconosceva che in Eliseo c’era la Parola di grazia del Signore per il suo popolo.

Successivamente, consultandosi col marito, fece costruire una stanza in muratura al piano superiore. La arredò con cura. Aveva detto a suo marito che quest’uomo di Dio era diverso dagli altri discepoli dei profeti; aveva con Dio una relazione speciale. Era santo al Signore in modo particolare. La sublimità della grazia di Dio si rivelava in lui.

Quando Eliseo fu loro ospite di nuovo, comprese che fosse volontà di Dio che quella casa ricevesse la benedizione della sua Parola. Ma Eliseo non sapeva che forma dovesse prendere questa benedizione. Perciò ordinò a Ghehazi di chiedere alla donna cosa avesse potuto fare per lei. Ella rispose di non aver bisogno di nulla: il Signore le aveva dato un posto benedetto in mezzo al suo popolo. Allora Eliseo chiese a Ghehazi cosa ne pensasse. Ghehazi aveva visto meglio del profeta cosa mancasse nella vita di quella donna, qualcosa di cui non poteva né voleva parlare.

Quando il Signore sollecitò Eliseo a dare qualcosa alla donna, lo aveva lasciato ignaro di cosa il dono dovesse essere. Ghehazi attirò l’attenzione di Eliseo al fatto che la donna non aveva figli. Allora Eliseo comprese cosa il Signore le voleva dare. Profeticamente illuminato annunciò che avrebbe avuto un figlio entro un anno.

Non per incredulità, ma perché questo dono era troppo straordinario per lei, la donna disse che il profeta non avrebbe dovuto farla sperare invano. Aveva già cercato di vincere il suo desiderio per un figlio. Ma alla parola di Eliseo, credette. E in fede ricevette un figlio suo. Il Cristo esaudisce i desideri e le aspettative della nostra vita in modi sorprendenti.

Però, quando il ragazzo ebbe qualche anno, morì piuttosto improvvisamente nelle braccia di sua madre per un colpo di sole. Benché la fede della donna non si sia frantumata da questo giro di eventi, ebbe tra le mani un serio combattimento. Sapeva di poter ricorrere a una sola cosa: andare dal profeta.

Distese il ragazzo sul letto della stanza degli ospiti riservata a Eliseo perché lei e il ragazzo avrebbero dovuto essere vicini al profeta. Senza nemmeno avvertire il marito che il ragazzo era morto, andò da Eliseo quel caldo pomeriggio, un viaggio di più di venti chilometri.

Eliseo, che stava allora sul Monte Karmel, la vide arrivare e mandò Ghehazi ad incontrarla e scoprire cosa ci fosse che non andava. Ma a Ghehazi lei non disse niente. Quando giunse da a Eliseo, gli abbracciò i piedi. Ghehazi, che non si era accorto di quanto fosse in angosciata, volle spingerla via, ma Eliseo disse:”Lasciala stare, non vedi quanto è amareggiata?”. Era sorpreso che le fosse successo qualcosa di strano senza che il Signore gliel’avesse rivelato. Che intenzioni poteva avere il Signore?

Allora la donna rivelò cosa l’aveva così profondamente scossa. Si lamentò che avrebbe preferito non aver mai avuto quel figlio. Come si sentiva distrutta nel suo combattimento per mantenere la fede!

Eliseo non sapeva cosa dire; doveva pensarci sù. Era inconcepibile che il Signore le avesse dato un figlio solo per toglierglielo ora. La sua progenie sarebbe sopravvissuta.

Poiché non era necessario che lo stesso Eliseo andasse a Shunem, diede a Ghehazi il suo bastone e lo mandò al posto suo. Ghehazi non avrebbe dovuto lasciarsi distrarre da nulla. Non avrebbe dovuto salutare nessuno per via ma avrebbe dovuto pensare solo alla grazia del Signore che avrebbe potuto resuscitare il ragazzo. Quando fosse arrivato avrebbe dovuto posare il bastone sul viso del ragazzo.

La madre, però, non volle lasciare Eliseo. Credeva nella Parola del Signore solo quando portata dal profeta. Dove poteva trovare rifugio se non col profeta, con la Parola del Signore? Perciò Eliseo alla fine andò con lei.

Ghehazi, che era già per strada, non era preso dalla Parola del Signore e perciò non poteva rivendicarla in fede. Quando posò il bastone sul viso del ragazzo, non successe nulla. Questo ragazzo si sarebbe alzato solo per la Parola del Signore ricevuta per fede e non per qualche potere magico. È il favore di Dio che dà vita.

Mentre Eliseo stava arrivando a Shunem, Ghehazi gli andò incontro e gli disse che che il ragazzo non era ritornato in vita. Allora lo stesso Eliseo andò nella stanza dove il ragazzo era disteso. Chiuse la porta per non essere disturbato mentre si concentrava sulla Parola del Signore. Si distese sul corpo del ragazzo in modo che il calore tornasse in lui. Era come se volesse  trasmettergli la sua propria vita, che era completamente legata alla Parola del Signore col ragazzo. Poi si alzò e camminò avanti e indietro per la stanza.

Eliseo era stato attanagliato dalla Parola del Signore ma doveva appropriarsene in un severo combattimento di fede. Poi, si distese sul ragazzo una seconda volta. Il ragazzo starnutì e finalmente aprì gli occhi. La vita era ritornata, non per qualche potere che Eliseo avesse, ma per il potere della Parola della grazia.

Per mezzo del favore di Dio, il Cristo più tardi resuscitò dai morti. Quella potenza della sua resurrezione fu dispiegata già qui. Per quella potenza, Cristo tiene stretti quelli che sono suoi talché sono vivi anche se sono morti. Un giorno anche loro saranno resuscitati per quella potenza.

Quando la madre vide il ragazzo di nuovo in vita, cadde ai piedi di Eliseo in adorazione del Signore, nel cui favore aveva posto la sua speranza anche in questo severo combattimento. C’è qualcosa che possiamo non aspettarci dal Signore se poniamo la nostra fiducia nella Parola della sua grazia?

          Il pane della vita. Eliseo, come Elia, visitava continuamente le scuole dei profeti. Una volta, mentre c’era la carestia nel paese, si trovò a Ghilgal. Notò che i discepoli dei profeti avevano sofferto la fame. Siccome voleva trattarli bene, fece scaldare il pentolone più grande per cuocervi della zuppa.

Uno dei discepoli dei profeti, volendo rendersi utile, raccolse in campagna delle cucurbitacee selvatiche, probabilmente delle coloquintidi, e le tagliò a pezzi e gettò nella pentola. Ciò rese la zuppa amara e immangiabile. A quanto pare non erano familiari con questo frutto. I primi che l’assaggiarono pensarono che fosse avvelenata e gridarono: “Uomo di Dio, c’è la morte nella pentola!”. Allora Eliseo aggiunse alla zuppa della farina rendendola mangiabile.

Fu probabilmente mentre era ancora a Ghilgal che qualcuno dalle vicinanze venne a portargli la primizia del raccolto: venti pani d’orzo e alcune spighe di frumento fresco. Al momento, con Eliseo non c’erano solo i discepoli dei profeti ma anche altre persone, circa cento uomini in tutto.

Eliseo comandò che fossero messe davanti alla gente. I pani erano quelli piccoli, comuni a quel tempo. Cosa potevano fare venti pani con cento uomini da sfamare? Così pensò il servo di Eliseo. Ma Eliseo ripetè il suo ordine, dicendo che tutti ne avrebbero mangiato. Ne sarebbe rimasto, aggiunse. Risultò che Eliseo aveva detto il vero perché aveva parlato in accordo con la Parola del Signore.

Continuamente, la Parola del Signore provvide per la gente nel loro bisogno. Un giorno il Cristo verrà a provvedere per tutti i nostri bisogni. In lui viene elargito su di noi il favore del Signore. Di cosa possiamo mancare se possediamo il favore del Signore?


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