INDICE:

34: Gioia nel Signore

I Re 22:41-51
II Cronache 17-18:3; 19-20

In Giuda, dopo il periodo di estraniamento sotto Roboamo, Abijam e Asa, ci fu un ritorno al Signore sotto Giosafat. Durante il suo regno fu nuovamente raggiunto un picco. Questo viene espresso in modo curioso in II Cronache 17:6: “Il suo cuore si rafforzò nelle vie dell’Eterno”. Giosafat fu travolto dalla propria gioia nel servizio del Signore.

Questa gioia nel Signore era tipica di Giosafat. Sotto la sua guida, Giuda usciva cantando e suonando a vedere cosa Dio avrebbe fatto agli eserciti nemici alleati tra loro.

Ciò che di Giosafat rimane strano è il modo in cui architettò un’alleanza con i re d’Israele (Achab e Jehoram), fino al punto che la figlia di Achab divenne sua nuora. Probabilmente fu indotto a fare questi passi da ragioni politiche. Senza dubbio temeva la prospettiva della guerra civile e voleva mettere fine all’estenuante situazione di guerra che esisteva prima del suo regno. Il fatto di trattare con Israele gli fece trascurare i peccati della casa di Achab. Fu ripetutamente ammonito per questo.

          Concetto principale: La gioia nel Signore per fede è la forza del popolo.

          Gioia nel servizio del Signore. Sotto Roboamo e Abijam, Giuda si era estraniato dal Signore. Sotto Asa la vecchia situazione non era stata ripristinata; in Giuda fu bronzo al posto dell’oro. Nel figlio di Asa, Giosafat, il Signore diede a Giuda un re che riportò la gente alle vie di un tempo. Sotto di lui il regno crebbe nel favore di Dio.

Giosafat cominciò a rafforzare il suo regno perché l’ostilità d’Israele continuava ad essere una minaccia. Piazzò guarnigioni in tutte le città fortificate di Giuda, anche nelle città che suo padre aveva preso a Israele. Benché soppesasse vari mezzi per porre fine al conflitto con Israele, per il momento non poteva fare altro che preparare la difesa.

Il Signore benedì Giosafat nella sua opera perché aveva cercato il Signore. Giosafat sperimentò il favore di Dio — e Giuda con lui. Così la vita prosperò in tutto Giuda. C’era un legame tra il popolo e il re, il quale riceveva doni dai suoi sudditi. La gente stessa divenne strettamente intrecciata. Come risultato, il regno crebbe in ricchezza e onore. In Giosafat vediamo, come in un’immagine, qualcosa di ciò che ci è stato dato nel Cristo, nel quale godiamo la pienezza del favore di Dio.

Giosafat era felice nel servizio del Signore. Se conosciamo veramente il Signore, servirlo ci dà gioia. Il Cristo ha ottenuto per noi quella gioia per mezzo delle sue afflizioni. Nella sua felicità, Giosafat continuò a riformare Giuda. Ovunque potè spazzò via le pratiche cultuali idolatriche sugli alti luoghi.

Giosafat si accorse anche di quanto la gente fosse ignorante della legge del Signore. Inviò pertanto una missione di principi, leviti e sacerdoti in tutto Giuda per insegnare al popolo la legge del Signore.  Questo fu un modo per proteggere i suoi sudditi dai pericoli del coinvolgimento nelle pratiche di culto sugli alti luoghi.

Durante i primi anni del suo regno, il Signore lo preservò da guerre. Il timore del Signore cadde sui popoli circostanti. Filistei e arabi gli portarono doni. Ma Giosafat continuò lo stesso a rafforzare le città e l’esercito. Era in grado di mobilitare un esercito enorme.

          Gioia nell’osservare la legge. Giosafat infine pensò che fosse ora di mettere fine alle ostilità tra Israele e Giuda. Fece un’alleanza con Achab. Forgiò un rapporto così stretto che suo figlio Jehoram sposò Athalia, la figlia di Achab. Fece anche visita ad Achab, a Samaria e si unì a lui nella spedizione che tentò la cattura di Ramoth-Galaad.

Abbiamo già sentito come questa battaglia terminò disastrosamente per Achab. Dopo il pericolo che minacciò Giosafat nella battaglia, il re di Giuda riuscì a ritornare a Gerusalemme incolume. Il Signore gli aveva risparmiato la vita. Tuttavia, il profeta Jehu, figlio di Hanani, che Asa aveva gettato in prigione, uscì ad incontrarlo. Jehu disse a Giosafat che il Signore era adirato con lui a causa dell’alleanza che aveva fatto con l’empio Achab. Israele era certamente la nazione sorella di Giuda ed era uno con Giuda, ma ciò non dava a Giosafat il diritto di ignorare i peccati della casa di Achab coi quali Israele era stato traviato.

Nondimeno, Giosafat cercò il Signore nel suo cuore. Perciò Jehu gli disse che il Signore non avrebbe ritirato il suo favore da lui.

Nella gioia della consapevolezza di godere il favore di Dio, Giosafat volle accelerare la riforma di Giuda. La gente doveva vivere secondo la legge del Signore non solo in materia di adorazione, ma anche in ogni altra area di vita. Per realizzarlo il re stesso visitò l’intero paese per istituire giudici in tutte le città, vincolando i loro cuori a giudicare con giustizia, ovvero: secondo la legge. Dopo tutto, pronunciavano sentenze nel nome del Signore. A Gerusalemme stabilì una corte più alta. Nelle questioni liturgiche aveva l’autorità finale il sommo sacerdote Amariah mentre negli affari civili Zebadiah, il governatore della casa di Giuda, era l’autorità ultima.

Sotto la guida del re, Giuda fu dunque confermato nel timore del Signore. La gente vide in lui qualcosa del Messia promesso.

          Gioia mediante la fede. Nella seconda metà del regno di Giosafat, Giuda fu improvvisamente minacciato dai moabiti, dagli ammoniti e da alcune altre tribù. Il nemico si avvicinò trasportando enormi quantità di beni. A quanto pare questi popoli avevano deciso di insediarsi in Giuda definitivamente, forse attratti dalla prosperità di Giuda. Vennero da sud-est intorno al confine meridionale del Mar Rosso.

Siccome comparvero così improvvisamente e in tale gran numero, Giosafat non si sentì abbastanza forte da resistere. Cercò rifugio nel Signore. Radunò tutto Giuda a Gerusalemme. Stando davanti al popolo, pregò il Signore, il Dio dei loro padri, che aveva dato loro questa terra, dalla quale ora avrebbero potuto essere scacciati. Avrebbe il Signore eseguito un giudizio e mantenuta salva l’eredità per loro ora che non erano in grado di difenderla da soli?

Tutto Giuda, inclusi donne e bambini, stette lì davanti al Signore. Era una questione tra il Signore e il popolo intero. Mentre erano tutti assieme, lo Spirito del Signore venne su Jahaziel, il quale profetizzo che il giorno seguente sarebbero dovuti uscire a incontrare il nemico e vedere la salvezza del Signore. Non avrebbero dovuto combattere, infatti questi eserciti erano saliti contro il Signore. Il Signore avrebbe deciso la battaglia per loro.

Quando Giosafat udì questa profezia si prostrò davanti al Signore, e tutta la gente si prostrò con lui. In fede si prostrarono prima d’aver visto la vittoria.

I leviti intonarono l’inno di lode. Anche quella era gioia prima della vittoria. La fede può darci tale gioia perché la promessa del Signore è talmente certa che per quelli che credono è come se fosse già stata adempiuta. La gioia mediante la fede nella promessa può essere anche nostra, poiché il Cristo, per mezzo della sua sofferenza, ha ottenuto per noi queste promesse e il loro compimento. Giuda era al sicuro perché il Signore, per amore di Cristo, prese in mano la causa del suo popolo e difese il possesso dell’eredità di Giuda.

Il mattino dopo, presto, il popolo lasciò Gerusalemme. Alla porta il re disse al popolo di essere sicuri di credere la promessa. Allora sarebbero stati resi stabili. Dopo essersi consultato col popolo, decise di fargli manifestare la sua fede facendo marciare davanti all’esercito dei cantori che inneggiavano allo splendore della santità del Signore. Questo avrebbe fortificato il popolo nella sua fede. Raramente un esercito è andato incontro ai suoi nemici in questo modo, cantando: “Glorificate il Signore, perché la sua benignità dura in eterno”. Sembrava che Giuda avesse già vinto!

Proprio mentre il popolo stava marciando e cantando, il Signore fece sì che una banda attaccasse l’esercito ostile. Questo fece sorgere dei sospetti tra gli alleati che cominciarono ad attaccarsi a vicenda. Ciascun gruppo contribuì a distruggere l’altro. Tutto questo avvenne mentre il popolo di Giuda avanzava cantando. Questa distruzione dei nemici di Giuda fu la risposta del Signore alla gioia della fede che aveva trovato nel suo popolo. Se solo noi vivessimo sempre in quella gioia, le nostre vite sarebbero molto diverse, oggi!

          Gioia nella gratitudine. Quando il popolo di Giuda giunse sull’altura da cui si dominava il deserto, vide davanti a sé mucchi di cadaveri. I beni e il costoso equipaggiamento erano stati abbandonati.

Il popolo ci mise tre giorni per portare via tutto il bottino. Era loro caduto in mano un tesoro e non avevano nemmeno dovuto alzare un dito. I nemici, che volevano scacciare il popolo del Signore dalla sua eredità furono distrutti e il popolo ricevette un tesoro per il quale non aveva lavorato. Così il Signore fu vicino al suo popolo per amore di Cristo, elargendogli il suo favore.

Il quarto giorno il popolo si radunò in una valle per lodare il Signore nella sua gratitudine. Chiamò quella valle “valle di Beracah”, cioè: valle di lode. Poi tornarono a Gerusalemme con Giosafat in testa.

Il popolo giunse a Gerusalemme con gioia ed entrò per la porta cantando e suonando. Tutto era felicità. Com’erano vicini il Signore e Giuda nella loro gioiosa relazione prima e dopo aver marciato insieme! In Giuda era oro di nuovo — l’oro della comunione con Dio.

A motivo della distruzione dei nemici di Giuda, il timore del Signore cadde sui regni circostanti. Perciò Giosafat e Giuda ebbero pace. Erano al sicuro nella loro comunione col Signore.

Questa gioia fu turbata da nuova disobbedienza da parte di Giosafat. Malgrado il fatto che il Signore si fosse arrabbiato con lui in precedenza a causa della sua alleanza con Achab, Giosafat cercò di rinnovare la sua associazione con la casa di Achab. Si unì all’empio figlio di Achab, Achazia, nella costruzione ed equipaggiamento di navi per trasportare oro dal paese di Ofir. Può succedere che un credente debba fare affari con un non credente, ma Giosafat era re del popolo del Signore. In quanto tale era un tipo del Cristo. Non c’è associazione tra Cristo e il peccato. Questo avrebbe dovuto essere chiaro anche nel regno del re del popolo di Dio. Il Signore gliel’aveva già detto. Di conseguenza, arrivò un profeta del Signore ad avvertire Giosafat che quel progetto non sarebbe andato a termine. Le navi infatti fecero naufragio.

Fortunatamente, Giosafat imparò l’obbedienza dalle sue esperienze. Quando Achazia venne da lui una seconda volta con la proposta di costruire navi insieme, Giosafat rifiutò di accondiscendere. Il suo legame col Signore aveva la precedenza su qualsiasi altra cosa nella sua vita.

Giosafat mori nel favore del suo Dio. Aveva regnato su Gerusalemme 25 anni.


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