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I Catari

Uno dei maggiori gruppi anti-cristiani del Medio Evo, che si mascherava da vero cristianesimo, è costituito dal Catarismo. Erano gente Manichea o dualista le cui dottrine hanno profondamente influenzato ed infiltrato il cristianesimo. Infatti, la maggior parte della forze che prima e dopo di loro hanno operato per minare e distruggere il cristianesimo furono dualistiche. 

Il primo articolo di fede per i Catari era un credo in due potenze di valore ultimo o dèi. Per loro il dio buono fu la scaturigine di luce e di spirito. Essendo buono, non creò la materia, che era cattiva. Il dio cattivo, della stessa potenza, fu il creatore del mondo materiale come mezzo per intrappolare le anime nel laccio del male.

Questo fu un diniego della dottrina della Trinità e anche dell’incarnazione di Cristo. Per i Catari, la Parola non poteva essere fatta carne senza essere fatta peccaminosa. Cristo prese su sé stesso solo l’ombra, o l’apparenza di un uomo, ma non fu mai veramente uomo.

Ancora, la resurrezione del corpo fu negata. Poiché la carne era per loro cattiva, Dio non avrebbe glorificato una natura cattiva facendola risorgere. Per loro la salvezza era la liberazione dalla carne, non la sua resurrezione e glorificazione.

Il secondo articolo di fede per i Catari fu il rifiuto della legge biblica. Sostenevano che “La legge di Mosè fu data dal principe delle tenebre, vale a dire da un dio maligno, mentre la legge del Vangelo fu data dal principe della luce, vale a dire dal dio misericordioso.” I Catari erano così ostili al Vecchio Testamento da sostenere che tutti i santi del Vecchio Testamento: Abrahamo, Mosè, Davide, e perfino Giovanni Battista furono dannati perché appartennero a quel mondo della legge. Per loro, Giustizia e Legge appartenevano a quel mondo del dio cattivo che Cristo venne a ripudiare. La salvezza per loro era liberazione dalla carne.

Nel sud della Francia i Catari furono chiamati Albigensi, nome che proviene dalla loro fortezza ad Albi; in Europa dell’est furono chiamati Bogomili, Bulgari, Bugares e Bugres, da cui proviene la nostra parola “bugger” (una parolaccia in Inglese il cui significato va da str___o a sodomita). Nel vicino oriente furono conosciuti come Pauliciani.

A causa del loro disdegno per la carne, i catari disprezzarono la sessualità. Il matrimonio veniva visto come particolarmente malvagio perché dava rispettabilità a una cosa che consideravano un’azione malvagia. Per esibire il loro disdegno per la santità del matrimonio, i Catari furono talvolta proni a praticare l’omosessualità come strumento di dissacrazione. Vari gruppi rivoluzionari e anti-cristiani hanno mantenuto l’uso dell’omosessualità come strumento di dissacrazione del corpo fin dentro all’era moderna. Nel sud della Francia, gli Albigensi diedero vita al proprio sistema scolastico per minare gli insegnamenti cristiani.

I Catari ebbero molte sette, ma, dentro i loro circoli, avevano due classi di membri, i Perfecti, e i Credentes. I Catari mangiavano verdure o pesce; rifiutavano di uccidere la maggior parte degli animali, e potrebbero aver creduto nella metempsicosi, il ritorno delle anime di morti nei corpi di animali. Essendo contrari alla legge, erano contro la pena capitale, ed erano una sorta di pacifisti.

In qualche zona, dove non fossero così forti, i Catari si mascheravano da buoni Cattolici. Gli storici sono spesso favorevoli ad eretici e anti-cristiani, perciò molto rimane ancora da esplorare qui. Ciò che sappiamo è che i Catari disprezzavano la legge di Dio e la moralità biblica, e lo facevano in parole e opere. Sappiamo che alcuni infiltrarono la Chiesa Cattolica. È ancora un punto interrogativo a quale grado questi Catari in incognito applicarono le loro idee nel traviare uomini, donne e bambini mentre servivano come monaci e sacerdoti. Ciò che noi chiamiamo traviamento qualcuno di essi lo considerava un dovere morale.

Liberali e Protestanti hanno spesso visto i Catari come brava gente perseguitata dalla chiesa medievale. Come conseguenza, non sono stati disposti ad accettare i fatti della loro dottrina. Studi recenti hanno più che confermato che i Catari furono ciò che la chiesa medievale disse fossero. Lungi dall’essere una gente felice, gioiosa, furono invece un gruppo astioso, sporco, e malvagio. Erano farisaici e censori, e intensamente convinti della propria giustizia intrinseca.  Avevano ridefinito il cristianesimo nei termini del dualismo pagano, e il loro Cristo aveva poca somiglianza col Cristo della Scrittura. Erano “cristiani” del Nuovo Testamento che avevano rinnegato tutto il Vecchio Testamento e il significato del Nuovo.

Per i Catari la salvezza era la liberazione dalla carne e dalla legge. Mosè e la legge erano un ostacolo alla salvezza perché la legge assumeva che il dio buono avesse fatto il mondo o avesse dato la legge per governarlo.

I Catari avevano un elenco di peccati mortali; questi erano: possedere beni terreni, associarsi con persone di questo mondo, uccidere animali eccetto i rettili, cibarsi di cibo animale fatta eccezione per i pasci, e l’avere rapporti sessuali. Il suicidio era comune tra i Catari. I Perfecti che avevano ricevuto il consolamentum, il loro sacramento, potevano perdere la loro salvezza se avessero peccato dopo averlo ricevuto. Per evitare questa possibilità, commettevano suicidio o talvolta erano messi a morte dalle loro famiglie.

I Catari prosperarono come gruppo avverso. Davano il meglio di sé ridicolizzando e minando. In Bosnia-Herzegovina, divennero Mussulmani e operarono all’interno dell’Islam.

Hanno lasciato ovunque una cattiva eredità. Prima di tutto, provavano gioia nella perversità. I piaceri del sesso per loro consistevano nel peccare contro il Dio cristiano, contaminando e dissacrando il matrimonio.  Un certo prendere piacere nel peccato sessuale divenne una tendenza occulta nel mondo della cristianità. Il piacere non era nel sesso in sé, ma nel sesso come peccato, un attacco alla fede e alla morale cristiana. In Love in the Western World, Denis de Rougemont ha studiato l’influenza di questo aspetto del Manicheismo sul mondo occidentale e, in particolare, sul movimento del Romanticismo. Romantic Agony, di Mario Praz, tratta lo stesso fatto benché il suo interesse fosse diverso. È anche significativo che diversi movimenti sovversivi abbiano fatto dell’immoralità, e in particolare dell’omosessualità, virtualmente un rito.

Secondo, i Catari odiavano la proprietà perché possedere case, terra, e cose significava un interesse nella cose materiali. Le sette dualiste, quando giungono al potere, promulgano leggi contro la proprietà privata. Infatti, la prima rivoluzione comunista, la Rivoluzione Mazdachita in Persia nel V e VI secolo, impose la destinazione ad uso pubblico di proprietà, denaro e donne. Richiese anche l’incesto all’interno della famiglia per dimostrare l’aderenza a quella fede dualista. I cristiani armeni resistettero, e tra i martiri ci fu Isacco, Vescovo dei Rushdoony, e nella guerra che seguì (451 A.D.) l’antico storiografo Yeghisheh registra “Le Truppe dei Rushdoony” come molto attive.

Il disprezzo per la proprietà e per le cose materiali è disprezzo di Dio e della sua creazione. È un modo per disprezzare i suoi buoni doni e l’uso pio che dobbiamo farne. È un rigetto del mandato di dominio (Ge. 1:26-28) di esercitare il dominio e sottomettere la terra e farne il Regno di Dio. I cristiani sono fin troppo infettati da questa deformazione Manichea.

Terzo, i Catari propugnavano il pacifismo. Questa grande professione di essere amanti della pace non li rese meno attivi nella loro guerra contro i Cattolici. Nella crociata contro di loro nel sud della Francia, inflissero un grave dazio di sangue ai loro nemici. Professando d’essere “amanti della pace” presero il credito di essere pacifisti mentre erano ben pronti a fare la guerra.  Erano molto forti nella non uccisone di tutti gli animali non rettili, ma erano proni al suicidio e all’omicidio. Non avevano una buona concezione della vita umana e animale.

Quarto, la loro ostilità al matrimonio fece di loro nemici dell’istituzione basilare nell’ordine creato di Dio: la famiglia. Essere sposati ed avere figli era per loro evidenza di imperfezione e di peccato.

L’Europa e le chiese non seguirono le prescrizioni dei Catari riguardo al matrimonio, ma è strano che ciò che nella Scrittura è l’istituzione chiave sia stata fino a poco tempo fa così poco studiata dai dotti. La nostra visione della cultura è storta perché non è orientata alla famiglia.

Quinto, nella salvezza il Catarismo pose tutta l’enfasi su ciò che l’uomo fa, nessuna su ciò che Dio ha fatto per mezzo di Cristo. I Catari erano forti difensori del “libero arbitrio”. Per loro, tutti gli uomini hanno in sé, nella loro anima il principio della auto-salvezza. L’anima dell’uomo è buona, e l’uomo deve solo diventare spirituale con un atto della propria volontà, rinunciando alle cose materiali, e può essere salvato. Cristo è venuto per rendere spirituali gli uomini, perché per i Catari la spiritualità è buona per definizione, e la materia per definizione, cattiva. Per loro non ci fu vera Caduta, solo la commistione di materia e spirito e la salvezza era la separazione dalle cose materiali e da ogni adesione alle cose materiali o fisiche, come il matrimonio e la proprietà.

Sesto, i catari erano totalmente antinomiani. Odiavano e negarono la legge biblica e la dichiararono essere l’opera del dio cattivo del Vecchio Testamento, il creatore dio. Di conseguenza non crearono un ordine sociale, furono un gruppo negativo. Con la loro spiritualità furono per scelta irrilevanti ai problemi, le battaglie, le vittorie della vita. La legge è la giustizia o rettitudine di Dio, il suo piano per stabilire il suo regno. I Catari rinnegarono la legge di Dio e l’idea stessa di legge perché la legge cerca di dare ordine al mondo storico/materiale, nei termini di una fede religiosa. La nostra fede determina che tipo di legge e di ordine governerà e dirigerà la società. La fede e la legge Islamica ci da una forma, l’Induismo un’altra, il Buddismo un’altra ancora. La dottrina biblica dell’ordine è espressa nella legge di Dio. Per la loro fede i Catari erano ostili ad ogni ordine perché rigettavano la creazione, la materia, e la storia. Per loro la salvezza era il ritiro dalla storia.

Per questo motivo hanno lasciato alla chiesa un’eredità mortale di antinomia e falsa spiritualità. Ambedue, i Cattolici e i Protestanti, sono stati spesso egualmente infettati da questa ritirata dalla storia di natura Catara. Se si toglie il risalto anti-cristiano dei Catari si rimane con un triste gruppo di persone rinuciatarie senza un reale futuro a motivo della loro reiezione della storia.

Marc Block, in Feudal Society, citato da Jaroslav Pelikan in The Growth of Medieval Theology (600-133), ha detto: “Se dovessi riassumere in due parole cosa credo sia il messaggio essenziale del pensiero medievale, direi: È lo spirito in cui si riaffermò la tradizione; e questo spiritò è Fede e Gioia.” Uno studioso cattolico, Friedrich Heer, in The Medieval World, descrisse “Il senso di grande gioia e di libertà interiore” che contrassegnò la prima chiesa e per molti secoli dopo. Mano a mano che l’era medievale progredì, questa gioia lasciò i posto a “sentimenti di terrore e di estraniazione” e di uno spavento davanti a Dio. Il peso del peccato rimpiazzò la libertà del perdono.

Non era tutto. La classe dirigente aveva abbandonato la fede. Come ha  indicato Heer: “Nelle città italiane del XII e XIII secolo era tacitamente accettato che i nobiluomini e le nobildonne altamente rispettati fossero ‘eretici’; di fatto, in Italia a quel tempo nobile era sinonimo di ‘eretico’.”

I Catari avevano lasciato un orribile eredità. La spiritualità era giunta a significare impraticabilità e disfattismo. I pensatori cristiani stavano diventando irrilevanti, pietisti e mistici. Lo stesso vale di nuovo per i nostri tempi e le conseguenze sono state mortali.

Il cristianesimo è molto di più che una religione spirituale. È fede nel creatore e Dio vivente, Padre, Figlio e Spirito santo, che richiede che prendiamo possesso fino al suo ritorno, e che tutte le cose siano fatte prigioni di Cristo il Re. I diritti regali di Cristo il Signore lo richiedono da noi.

R. J. Rushdoony  — Giugno, 1985.

 


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