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Il significato cambiato di libertà

Le parole cambiano il loro significato e la gente che assume che i vecchi significati prevalgano ancora invitano l’inganno che ne deriva. È parte dell’ideologia Marxista corrente dare nuovi contenuti e significati alieni a parole famigliari come pace, libertà, repubblica, legge, e così via.

I nuovi significati precedono le rivoluzioni perché il contenuto delle speranze umane viene alterato drammaticamente, e l’ordine esistente trova che non può soddisfare i nuovi significati. Prima della Rivoluzione Francese, l’idea di libertà aveva assunto un nuovo significato, uno molto diverso da quello che era prevalso precedentemente. Come ha evidenziato Frank E Manuel, in The Prophets of Paris (1962): “Lo stesso termine libertà perse la sua connotazione medievale di privilegio e divenne il diritto di portare all’esistenza ciò che non era esistito prima” (p. 24). La libertà intesa come privilegio aveva riferimento al fatto religioso dell’immunità da controlli e regolazioni civili. In questo modo, l’antico privilegio della chiesa è la sua libertà dallo stato perché è il corpo e il dominio personale di Cristo e pertanto non soggetta a controlli eccetto quelli della sua parola-legge. Similmente, i privilegi della famiglia la esentava da controlli vari. Ciascuna area di vita aveva i propri privilegi. Noi usiamo ancora la parola privilegio in questo senso più vecchio quando parliamo di “comunicazione privilegiata”. Una comunicazione privilegiata, come per esempio tra un prete o un pastore e un parrocchiano che si confessi o cerchi consiglio, tra un avvocato e un cliente, è libera da controlli o dalla conoscenza da parte dello stato o da altre persone o agenzie. Questa libertà e immunità è, inoltre, un fatto religioso. Pertanto, la vecchia definizione di libertà era fermamente e chiaramente posata su una cultura cristiana. Fintantoché l’educazione e la cultura del mondo occidentale fu chiaramente cristiana, la libertà rimase un privilegio cristiano.

Questo, più vecchio significato, sopravvisse negli Stati Uniti fino al 1868, quando il Quattrordicesimo Emendamento della Costituzione dichiarò: “Nessuno stato farà o metterà in atto alcuna legge che limiti i privilegi o le immunità dei cittadini degli Stati Uniti”. Infelicemente, il Governo Federale non si è precluso dall’infringere i “privilegi e le immunità” del popolo. L’edizione con note della Costituzione pubblicata dal governo federale dice di questo: “Unico, tra i provvedimenti costituzionali, la clausola dei privilegi e immunità del Quattordicesimo Emendamento gode della distinzione di essere stato reso una nullità da una singola decisione della Corte Suprema emessa entro i cinque anni dopo la sua ratifica” nel caso Slaughter -House. A quel tempo la Corte cominciò anche a ridefinire il termine “privilegi e immunità” dichiarandoli essere, non fondati religiosamente, ma debitori della loro esistenza alla grazia del Governo Federale. Lo stato aveva cominciato ad usurpare il posto di Dio!

Furono i pensatori dell’Illuminismo e i “philosophes” francesi a dare inizio alla ridefinizione di libertà e la sua separazione dal fondamento religioso che la libertà come privilegio aveva goduto. La Rivoluzione Francese promosse grandemente il nuovo significato. Il suo slogan fu: “Libertà, Fraternità, Eguaglianza”, e divenne presto evidente che tutte e tre avevano un nuovo, omicida significato. Non senza ragione, quando Madame Roland nel 1793 andò alla ghigliottina, quel nuovo simbolo della libertà, ella gridò: “Oh, libertà, che crimini si commettono nel tuo nome”. Tutti i possidenti francesi dovettero dipingere sui loro muri: “Unité, indivisibilité del la Republica, Liberté, Egalité, Fraternité ou la Mort!” La morte giunse presto per molti, e per ragioni minori d’aver mancato di dipingere questo slogan.

La Dichiarazione dei Diritti della Rivoluzione Francese presentò il nuovo significato di libertà: “La libertà consiste nella concessione di fare qualsiasi cosa non danneggi altre persone”. Se questa definizione suona famigliare, è perché è stata il presupposto dietro la rivoluzione sessuale, argomentazioni omosessuali, aborto, e una varietà di crimini cosiddetti “senza vittime”.

La libertà si è allontanata dal suo precedente significato di privilegio o immunità religiosa. Il significato di libertà è cambiato perché la cultura è cambiata, talché è solo una parte di un vasto panorama di nuovi significati. Libertà, come qualcuno mi ha detto l’anno scorso con tutta la solennità di un profeta che rivela una nuova verità, significa che posso fare tutto ciò che mi piace basta che non danneggi un’altra persona. Fu presto ovvio che avevamo divergenti definizioni anche sul significato di “danneggiare”. Differivamo inoltre su ciò che costituisca una “persona”. Per lui includeva anche un ufficiale Sovietico del KGB (come dev’essere per me, visto che come me è una creatura fatta ad immagine di Dio), ma non un Nazista e probabilmente nemmeno un bianco sudafricano, non un razzista bianco o antisemita, non un bimbo non ancor nato, e possibilmente non qualche persona anziana con malattia terminale. Perché egli era un umanista ed io sono un cristiano, i nostri significati differivano ad ogni punto. Ciascuno di noi aveva un diverso principio di definizione perché avevamo religioni diverse.

Karl Marx, nel 1848, nel Manifesto Comunista, diede una diversa interpretazione umanista di libertà. Per lui l’eguaglianza economica era l’obbiettivo e la virtù primaria. La sua dottrina di “Da ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni” richiedeva la soddisfazione di tutti i bisogni economici prima che la fame di libertà potesse essere soddisfatta. Però, il suo piano significò anche che una dittatura definì i bisogni di ciascuna persona quanto le capacità e le responsabilità produttive di ciascuno! In tale sistema, il cibo necessario ad una persona quanto la sua necessaria libertà divennero una decisione statale presa dall’élite di pianificatori.

Quando la libertà perse la propria definizione cristiana, l’uomo divenne il nuovo definitore. Precedentemente, la legge e la sovranità di Dio ponevano limiti al potere dell’uomo. L’uomo, prima dell’Illuminismo, non era libero da flagranti peccati e infrazioni alla libertà, ma sapeva che in tutte queste cose egli era un peccatore. Ora, con l’umanismo, egli era un nuovo dio che trovava se stesso e si esprimeva nel suo potere autonomo. Lo stato moderno, in quanto espressione collettiva di queste potenze, fu “liberato” per diventare il nuovo dio in terra.

Gli artisti cominciarono a dare espressione a questa nuova visione del mondo e della vita. In Francia, Guillame Apollinaire (1880-1918), un influente scrittore dell’avanguardia, operò per la totale liberazione dal cristianità. Come i ‘decadenti’ e Andre Gide, la ricercò nell’atto gratuito, “l’acte gratuit”, come esempio di libertà umana coerente. Poiché l’atto libero, libertà, significava liberazione dalla cristianità, solo un inversione di moralità poteva render libero l’uomo. Questo significava l’atto malvagio, malvagità immotivata, malvagità per il gusto di compierla. Significava “le liberanti potenze della malvagità”. (Roger Shattuck: The Banquet Years, p. 304, 1955). La purezza degli atti di liberazione risiedeva nella gratuità della loro malvagità.

Entro una generazione o giù di lì da Apollinaire, Lindner, un americano scrisse con Rebels Without a Cause, uno studio sui criminali minorenni e i loro crimini senza scopo. L’aggressione, assassinio, mutilazione di persone innocenti e totalmente sconosciute al criminale divenne sempre più comune dopo il 1960. La nuova dottrina della libertà veniva messa in atto nelle strade.

La Rivoluzione Francese aveva dichiarato legittima ogni azione che non danneggiasse o facesse del male a un’altra persona. I capi della Rivoluzione presto videro i loro nemico come non-persone e procedettero ad ammazzarli. Quando la definizione che Dio da dell’uomo è disprezzata, presto lo stesso uomo è disprezzato e facilmente ucciso o vittimizzato. Apollinaire, in un romanzo, aveva posto una profezia in bocca ad un uomo: “Al mio arrivo sulla terra, ho trovato l’umanità sulle sue ultime gambe, dedicata a feticismi, bigotta, a malapena capace di distinguere il bene dal male — ed io la lascerò intelligente, illuminata, rigenerata, consapevole che non esiste né bene né male né Dio né diavolo né spirito né materia distintamente separati” (Shattuck, p. 253).

Quando sono negati tutti i valoro eccetto l’uomo, ogni uomo è libero di definire i propri valori e d’agire di conseguenza. Lo stato, avendo maggior potere, ha maggior libertà di far osservare i propri valori e, come risultato, la nuova libertà dell’umanismo va a finire nella più malvagia tirannia e schiavitù della storia. La nuova libertà è la vecchia schiavitù scritta in grande.

Il mondo moderno è ben lontano dal vecchio mondo di libertà come privilegio religioso che richiedeva responsabilità e rendicontabilità a Dio. Adesso peccare passa per nuova libertà, e più il peccato è pervertito più alta sembrerà la manifestazione di libertà.

L’aspetto più triste di tutto questo è che così tanti uomini di chiesa e conservatori non vedono che, quando i politici fanno promesse usando il vecchio linguaggio di privilegio e immunità, hanno in mente il nuovo e rivoluzionario significato. William Blake, egli stesso un rivoluzionario, richiamò l’attenzione sul fatto che lui e i suoi oppositori, leggendo la stessa cosa, leggevano diversamente: uno leggeva nero mentre l’altro leggeva bianco. I loro presupposti differivano e pertanto anche la loro lettura.

I presupposti della dottrina umanistica della libertà sono anti-Dio e anti-uomo. Per l’umanismo, il grande male è la privazione. L’uomo è visto come avente diritto alla più piena libertà di esprimere se stesso, di gratificare se stesso, e di raggiungere la sua vera personalità nell’auto-espressione.

Un vecchio inno, un tempo popolare, celebra Cristo come Re di tutta la creazione e di tutte le cose in essa. Gli ultimi due versi recitano:

Il governo di terra e mari
Sulle su spalle sarà collocato:
Il suo ampio dominio aumenterà,
E onori saranno dati al suo nome.
Gesù, il bimbo santo, siederà,
Alto sul trono di suo padre Davide;
Schiaccerà i suoi nemici sotto ai suoi piedi,
E regnerò su ere ancora sconosciute” [1].

Quando i cristiani cessano d’operare nei termini di questa sicura vittoria, cominciano a farlo gli umanisti. Nei termini dei loro piani, sono Cristo e il suo popolo a dover essere schiacciati sotto i piedi della storia e dell’uomo umanistico. Il loro potere attuale testimonia l’inadempienza della chiesa. Le guerre non si vincono quando gli uomini rifiutano di combattere, né si possono muovere eserciti contro un nemico di cui rifiutano di riconoscere l’esistenza! Ora che il lungo sonno della chiesa sta finendo, la battaglia comincia.

Il declino della vera libertà cristiana cominciò quando le idee illuministe della religione naturale infiltrarono la chiesa e rimpiazzarono la dottrina biblica con le nuove idee di “libertà naturali”. In precedenza, come con lo studio di Thomas Boston del quadruplice stato dell’uomo, la teologia distingueva tra le capacità morali dell’uomo nello stato d’innocenza, di depravazione, di grazia e lo stato eterno. Nostro Signore, in Giovanni 8:33-36, rande chiaro che la vera libertà proviene da Lui solamente; è un atto di grazia sovrana, salvifica. Ci da’ potere e immunità, e ci ristabilisce nella nostra vocazione d’esercitare  il dominio e sottomettere la terra (Mt. 28:18-20). La nostra libertà è un privilegio e una immunità.

L’atto creativo di Dio e il suo governo provvidenziale stabiliscono Lui come Sovrano o Signore. La sua legge pone confini alla volontà dell’uomo e con ciò ci da’ privilegi e immunità che uomini e governi civili hanno la proibizione di violare.

Un tempo, gli uomini parlavano della loro libertà come di “antichi privilegi e immunità”. Ciò che era d’urgente necessità era lo sviluppo di questi presupposti. Il concetto di leggi di sfera fu presto espresso nella lotta della chiesa per avere libertà dallo stato. I Puritani, con la loro affermazione di sfere di vita pattizie, fecero progredire questa dottrina. Abraham Kuyper, che ammirava i Puritani, formulò questo concetto filosoficamente e teologicamente.

Su queste fondamenta, la comunità cristiana deve far rivivere la dottrina della libertà come privilegio e immunità religiosi. Le rivendicazioni dello stato di essere la scaturigine della libertà sono false e malvagie. L’inno patriottico americano è chiarissimo su questo punto quando inneggia a Dio come l’ “Autore della Libertà” (Si noti il contrasto col nostro inneggiare a Dio come l’Autore della nostra schiavitù a Roma) Queste parole non sono più cantate nelle scuole pubbliche. Dio e libertà sono ambedue negati dagli umanisti.  Per questo frammento d’onestà possiamo ringraziarli, mentre operiamo per disfare il loro lascito di schiavitù.

(Agosto, 1984)

Note:

[1]

“The goernment of Earth and Seas

Upon his shoulders shall be laid:
His wide dominion shall increase,
And honours to His name be paid.
Jesus the Holy child, shall sit,
High on His father David’s throne; —
Shall crush his foes benerath His feet,
And reign to ages yet unknown”.


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