INDICE:

Debito

Gli uomini possono disobbedire o non curarsi delle leggi di Dio, ma non possono ne accantonarle ne eliminarle. La legge di Dio proibisce al credente di fare debiti per più di sei anni. Il settimo anno deve essere un sabato (Dt.15: 1-6). Come regola generale, i debiti devono essere evitati. Paolo dice: “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge” Rom. 13: 8). Salomone dice: “Chi prende in prestito è schiavo di chi presta” (Pr. 22:7). Quindi, il debito è permesso per ragioni di necessità su basi di breve termine ma deve essere considerato come qualcosa da evitare. I debiti non hanno lo stesso significato per il non credente. Poiché sono già schiavi (Gv. 8:31-36), i debiti a lungo termine non rappresentano un problema per loro. Il credente, però, essendo stato comperato a prezzo, non deve diventare schiavo degli uomini (1 Cor. 7:23). Viviamo, comunque, in un’epoca in cui gli uomini credono che non sia più necessario obbedire la legge di Dio, che è un altro e implicito modo di dire che Dio è morto. Mentre all’inizio del secolo, i cristiani, negli Stati Uniti almeno, restringevano il debito ad una sola cosa, l’acquisto di una casa o di una fattoria con almeno il 25% di anticipo e un debito a breve termine, ora debiti a lungo termine e una vita di debiti per mobili, auto, vestiario, vacanze e così via è diventata cosa comune.

Una conseguenza è l’inflazione. L’inflazione è l’espansione della creatività statale di denaro e credito. Oggi abbiamo la mondiale e massiva vita sui debiti dei governi civili e delle loro popolazioni. Basilare alla vita indebitata vi è il furto. Nel 1935, Freeman Tilden, in Un Mondo nei Debiti, osservò: “L’inflazione, che sia del credito bancario o del denaro cartaceo, non può divenire effettiva finché  la sua natura e il suo scopo di furto sia  generalmente compreso”. In un’economia inflazionaria, ci sono dietro le politiche economiche inflazionarie, una “nuova” moralità la quale richiede che l’invidia ed il furto diventino legali e rendano profitto. Ognuno diventa un ladro. In un mondo di grandi e piccoli ladri, il ladro più grande, lo stato, infine distrugge tutti i piccoli ladri prima che la legge di Dio infine porti distruzione anche allo stato.

Il preludio a questa “nuova” moralità è la decadenza dell’umanesimo. La fasi primitive dell’umanesimo sono marcate dall’idealismo, e dal credo in una serie di principi umanistici. Dal 1660  all’inizio del 1900 l’umanesimo lottò per applicare i propri principi, la fede nella bontà (o almeno nella neutralità morale) dell’uomo, in qualche tipo di legge naturale, nella natura messianica dello stato (ad eccezione che tra gli anarchici) e nelle sue scuole umanistiche, e così via. Però, quando l’umanesimo si ridusse in cinismo, il suo credo principale si spostò sulla pervasiva e dominante realtà del male: è un mondo di tutti contro tutti; nessuna regola, prendilo finché puoi, ed altri commenti simili. Quando l’umanesimo tardo medievale si erose a diventare la mente “rinascimentale”, gli uomini facevano bella mostra dei loro vizi, fino a dichiarare vizi che non possedevano. Machiavelli si gloriò: “Nell’ipocrisia ho già da tempo ricevuto battesimo, cresima e comunione. Nel mentire possiedo perfino una laurea. La vita mi ha insegnato a stemperare la falsità con la verità e la verità con la falsità”. (Valeriu Marcu: Accent on Power. The Life and Times of Machiavelli, p. 281s., 1939). Oggi prevale un umore simile. All’inizio degli anni 70 in un campus universitario ho udito un commento di simile carattere che includeva il consiglio: “se sei ancora vergine mantienilo un segreto”.

In tutto il mondo oggi, le nazioni non solo hanno corrotto la loro moneta ma reclamano anche che ci sono delle virtù nella svalutazione, che è come trattare il cancro come segno di salute. Negli Stati Uniti, il dollaro è rimasto costante (con piccole fluttuazioni) dagli inizi del 1800 al tempo della prima Guerra Mondiale. Ora, con l’inflazione, il dollaro si è eroso. Poiché l’inflazione è una forma di tassazione, l’industria ne soffre. Le fabbriche automobilistiche di Detroit non hanno migliorato le loro linee di assemblaggio di molto dai giorni di Henry Ford e sono diventate sempre più deboli. Le acciaierie Americane non hanno siti produttivi uguali neppure a quelli del Messico. L’economia è vicina alla bancarotta, negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il 27 Giugno del 1980, R. E. McMaster, Jr. (un amico di Calcedon), devolse il suo settimanale articolo di economia: The Reaper, ad uno studio del “Ciclo di Debiti di Cinquant’Anni”. Si potrebbe dire, riassumendo, che o l’uomo si prende dei sabati di Dio dai debiti o affronterà il disastro, o il giubileo o il giudizio: fate la vostra scelta. McMaster  notò. “in Aprile, un terzo di coloro che pagano le tasse erano talmente senza liquidità che non hanno potuto pagare le tasse. Non hanno nemmeno potuto farsi finanziare per pagarle.  Hanno consegnato il modulo, ma non hanno incluso il denaro”.

Come il Tilden notò nel 1935, il male sviluppa delicate sensibilità per giustificarsi. Dietro a tutto il suo peccare c’è un  supposto buon proposito ed una nobile causa. Il giudizio viene trattato come un insulto: “se tu mi avessi lasciato stare, ti avrei probabilmente pagato, dice il debitore inadempiente, con un aria offesa, ‘ ma ora che stai cercando di assillarmi, non li prenderai’. Non c’è sensibilità così delicata e così facilmente ferita di quella di una persona o di una nazione che sa di essere nel torto” (Tilden, p. 250).

Nel frattempo il potere dello stato aumenta, e aumenta pure la sua avidità. I degenerati Stuart governanti dell’Inghilterra, prima della loro caduta, avevano così esageratamente tassato ed esageratamente speso l’Inghilterra, che sotto William e Mary aveva raggiunto il livello  di confisca. I collettori di tasse entravano con la forza nelle abitazioni per arraffare qualsiasi cosa, inclusi taglieri e cuscini per soddisfare la loro esazione. Avendo scelto la monarchia al posto del Commonwealth Puritanico, gli Inglesi pagavano ora il prezzo della loro scelta.

Noi stiamo cominciando ora, solo cominciando, a pagare il prezzo delle nostre scelte. Nessuna quantità di lamenti altererà la questione ne un altro gruppo di politici bugiardi. È richiesta una fede radicale. Dobbiamo dire con Giosuè “Scegliete oggi chi volete servire … quanto a me e alla mia casa, serviremo l’Eterno” (Giosuè 24:15).


Altri Libri che potrebbero interessarti