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Insicurezza Sociale

Una delle ironie della storia è costituita dal fatto che ogni epoca che ha ricercato la sicurezza sociale ha prodotto invece una drammatica insicurezza. Questo non significa che la sicurezza non sia una considerazione valida e importante. Vivere in modo sicuro nella propria casa, essere sicuri per le strade, essere protetti da assalitori e da furti, ed avere uno stabile ordinamento monetario ed economico è chiaramente positivo e un ovvio bene. Uno degli aspetti della pace mondiale del Messia è che gli uomini convertano le loro armi in strumenti di produzione e vivano pacificamente “ciascuno sotto la propria vigna e il proprio fico; e più nessuno li spaventerà.” (Michea 4: 3-4) Il desiderio di sicurezza è un obbiettivo religioso e pio. Condannarlo è chiaramente sbagliato.

Il guaio comincia quando la sicurezza è separata dal suo contesto morale e religioso. Quando consideriamo la sicurezza un prodotto dell’ordinamento umano piuttosto che di quello di Dio noi abbiamo fondato la nostra sicurezza sulla sabbia. Si sentono ripetutamente commenti come questi  da persone che vivono in belle case come in aree ‘depresse’:  I ragazzi del mio vicino si drogano. Abbiamo timore di lasciare vuota la casa perché la vandalizzano.

Poiché abbiamo un sistema di educazione statale che nega la parola e la legge di Dio, abbiamo prodotto una generazione senza regole e una drammatica insicurezza sociale. (Non pochi assegni dell’INPS finiscono in mano a questi nuovi vandali quando derubano nonni e anziani).

Il Salmista perciò vede l’essenza della sicurezza sociale nella fede e nell’ordine orientati su Dio. Se la società non è costruzione dell’Eterno, basata sulla sua Parola/Legge, essa è ‘vana’ o futile:

Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non custodisce la città, invano vegliano le guardie. È vano per voi alzarvi di buon’ora e andare tardi a riposare e mangiare pane di duro lavoro; perché egli dà lo stesso ai suoi diletti, nel sonno. (Salmo 127:1-2)

La nostra società è molto insicura. Recentemente, molte persone nel passato ferocemente anti-armi, dopo alcuni severi episodi, hanno acquistato una pistola per sé e per la moglie. Questa prassi sta diventando sempre più comune. Però, un tale passo dà solo una protezione limitata benché molto efficace. La società del nostro tempo è in putrefazione; la criminalità è in aumento e le contromisure non alterano il crescere dell’anarchia intorno a noi.

Ma c’è di più, la maggior parte delle persone, incluse quelle che vanno in chiesa, troppo comunemente vedono il pericolo provenire solo da una direzione, cioè da dai fuorilegge. Il pericolo ancor maggiore proviene da Dio onnipotente, dal Dio trino. È la sua legge ad essere trasgredita, la sua parola ad essere disprezzata, il suo nome ad essere bestemmiato, e la sua persona ad essere by-passata e negletta. Niente può produrre insicurezza sociale più grande che il giudizio di Dio!

Purtroppo, la stessa parola sicurezza è stata svalutata ai giorni nostri, col darle, nel suo senso primario, un significato limitato. È finita col significare, primo, un’assicurazione contro pericoli e rischi economici. In questo senso il suo significato è economico. Il sistema di sicurezza sociale, secondo una definizione, “trasmette l’assicurazione di libertà dai pericoli di una miserrima vecchiaia, disoccupazione senza indennizzo, ecc.” (Dizionario di Sociologia). Secondo, la sicurezza è giunta a significare anche una stabilità psicologica da paure e neurosi. La fame per questa sicurezza psicologica ha fatto di molte forme di psicoterapia una delle industrie più in crescita del XX° secolo. L’intenso interesse per ambedue queste forme di sicurezza testimonia dell’intensa insicurezza dell’uomo moderno. Testimonia anche della sua limitata visione della sicurezza.

La promessa di Dio ai fedeli è molto chiara: “Non ti accadrà alcun male” (Salmo 91: 10a). Si noti che la promessa non dice: non ti accadrà nessun guaio, ma piuttosto nessun male, c’è una differenza. In un’epoca certamente non senza problemi, Tommaso D’Aquino definì la sicurezza come libertà dal male in questo senso biblico.

C’è un altro significato della sicurezza che a prima vista sembra periferico ma che in realtà è basilare. Sicurezza in questo senso è un deposito per garantire il pagamento di un debito, o l’assolvimento di un contratto. In questo senso, la nostra sicurezza è un fatto teologico. Il Signore Dio, avendoci già dato il suo Figlio unigenito per effettuare la nostra redenzione al prezzo del suo sangue, trova sicuramente in paragone poca cosa prendersi cura di noi. Egli è in ogni senso della parola la nostra sicurezza.

In un mondo decaduto e pieno di peccato, aspettarsi il tipo di sicurezza che i politici troppo spesso promettono è fallace, illusorio e pericoloso. Induce le persone a trascurare la fonte basilare dell’insicurezza, il peccato dell’uomo. La depravazione dell’uomo è la radice del male in ogni sfera, matrimoniale, politica, economica, e così via. Nessun sistema politico può aggirare le implicazioni della natura dell’uomo. Il peccato dell’uomo si manifesta nella famiglia, nelle sfere del capitale e del lavoro, in politica ed educazione quanto nella criminalità comune. La natura dell’uomo non è cambiata con la  sua scelta di una professione o di una vocazione. Essere un ecclesiastico, un politico, un burocrate, un capitalista, o un sindacalista non santifica alcuno. Solo Dio che ha creato l’uomo può ri-crearlo. Un’epoca che si rivolge alle vie dell’uomo piuttosto che alla via di Dio per le dinamiche del cambiamento sociale può solo incrementare il suo disordine e la sua insicurezza. 

(Ottobre 1981)


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