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Ricchezza e la città

La parola società viene da socius, un consociato. Una società è in un certo senso un gruppo famigliare, una comunità di persone che sente d’avere qualche parentela. Storicamente, il legame vincolante in una comunità è una fede comune, e l’obbedienza alla legge di quella fede. Nel passato, tutti quelli che negassero quella fede e quella legge sono stati chiamati fuorilegge.

Il luogo di una società è stato storicamente una città, non la città come struttura civile ma la città come centro di fede. Nel mondo antico, nel “Medio Evo” nel villaggio puritano, ed altrove, il centro della città è stato il tempio, cattedrale, o chiesa.

La città come centro-della-fede per un’area è pertanto stato anche il centro-della-ricchezza. La vita, la ricchezza e la fede di un popolo sono strettamente collegati. Come dice nostro Signore: Dove è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Mt. 6: 21). Se il tesoro di un gruppo di persone è la loro fede e nella società in fede, allora anche il loro tesoro sarà lì, nello stesso luogo.

Per secoli, quel centro di fede, società e ricchezza fu anche fortificato, per proteggere la concentrazione dei tesori nelle forme di fede, vita, società e ricchezze materiali. La città murata fu pertanto un simbolo di una fede e vita comuni, ed anche di sicurezza. (Quando gli Ugonotti perdettero le loro città fortificate, fu per loro l’inizio della fine.) Allo stesso tempo, la città fortificata divenne il bersaglio di ogni nemico e di ogni ladro. La forza e la ricchezza della città attraevano l’attenzione dei fuorilegge.

Fede, ricchezza, famiglia, terreni, e la città sono state spesso associati come strumenti di forza e sicurezza. Per questo Proverbi 10: 15 dice: “L’opulenza del ricco è la sua città forte; la rovina dei poveri è la loro povertà.” Come ha notato R. V. Whybray in The Book of Proverbs: “La ricchezza protegge un uomo dalla sfortuna proprio come una capitale fortificata protegge un re dai suoi nemici.” Dall’altro lato, Proverbi 18: 10-11 ci dice che ci sono due modi diversi per ottenere sicurezza nella vita: confidare in Dio o confidare nelle ricchezze. La separazione della ricchezza dalla fede è la distruzione dell’uomo e infine della ricchezza. Lo stesso vale per la città fortificata: “Se l’Eterno non custodisce la città, invano vegliano le guardie” (Sl. 127:1). Senza il Signore e la fede in lui la città può essere una trappola mortale, e la campagna pure.

La città dà alle persone prossimità l’uno con l’altro, ma senza il legame morale di una fede comune, la città e il suo governo diventano prima alieni e poi oppressori della gente. Nella città antica, erano cittadini tutti coloro i quali partecipavano della lustrazione o a qualsiasi altro rito di espiazione aderissero. In altre parole, l’espiazione era costitutiva di città e cittadini. Di conseguenza, il tentativo di cambiare fedi (ed espiazioni) era un atto rivoluzionario. La nuova fede doveva essere o incorporata con quella esistente o distrutta. Di qui la persecuzione della prima chiesa. Il suo Signore non era Cesare ma Gesù Cristo, e la sua espiazione non dalla religione civile ma dalla croce.

L’uomo moderno ha operato auto-consapevolmente per liberarsi dalle catene del passato, e in particolare per disfarsi della fede biblica e di tutte le sue restrizioni. La città moderna deve essere opera dell’uomo. Proprio come i costruttori della Torre di Babele cercarono di costruire un ordinamento sociale senza Dio, i costruttori della città moderna e dello stato moderno, hanno ricercato un ordinamento non-teista. La moderna città e lo stato moderno si sono uniti per asserire una neutralità e un’autonomia da Dio. La neutralità si è fatta strada come restrizione sulla richiesta delle varie chiese che volevano essere la chiesa di stato. Col merito di volerlo evitare fu raggiunta una separazione dalla cristianità. Questa supposta neutralità rispetto alle pretese di tutte le religioni è servita per mascherare la fedeltà ad un’altra religione: l’umanesimo, che è la nuova religione di stato, di tribunali, e di scuole statali dell’epoca moderna.

Allo stesso tempo fu avanzata la pretesa di autonomia. La città e lo stato si suppongono indipendenti da Dio; costituiscono una zona franca dove non s’estende il potere e la legge di Dio e dove l’uomo è il proprio dio e la propria legge. La città autonoma concepisce se stessa come la città libera, libera di pianificare e di disegnare il proprio corso nei termini di considerazioni puramente umanistiche. La città moderna era determinata d’essere la città dell’uomo, non la città di Dio.

Un assunto fondamentale di questa nuova fede è stato al peggio la neutralità morale dell’uomo, al meglio la sua bontà. Tutti i secoli di lento e certosino lavoro per civilizzare i popoli barbari mediante la fede e di ordinare la loro vita per mezzo della legge di Dio, sono stati considerati una grande aberrazione. “L’uomo sarà migliore quando sarà più naturale” fu dichiarato. All’uomo redento, nato due volte, fu preferito quello nato una volta. Contrapposto all’uomo soprannaturale, l’uomo naturale è stato visto come la speranza del mondo.

Uomini come Horace Mann (considerato tra le altre cose  il padre della scuola statale americana N.d.T.) furono entusiastici delle prospettive dell’umanità. L’uomo naturale, rieducato fuori dalle superstizioni del passato, avrebbe prodotto un mondo liberato dal crimine e dalla povertà nel quale l’uomo sarebbe stato il proprio signore. Ci furono dei dissensi nel diciannovesimo secolo e agli inizi del ventesimo su quale potesse essere il mezzo migliore per arrivare a quest’epoca d’oro dell’uomo. Alcuni credevano che rivoluzione e distruzioni di massa fossero necessari; altri proposero democrazia ed educazione di massa come strada alla grande Città dell’Uomo, la Grande Comunità di John Dewey e altri.

Ma sorse un problema, per quanto non riconosciuto. Che fosse negli USA o nell’URSS, in Europa o Asia, Africa e le Americhe, o qualunque altro luogo, l’uomo rimase, non ciò che gli ideologi o i teorici dissero che fosse, ma ciò che Dio dice che l’uomo è: un peccatore.

La nuova Città dell’Uomo avrebbe dovuto essere un prodotto dell’educazione umanistica, della nuova tecnologia e della ricchezza autonoma. L’educazione umanistica ha prodotto un nuovo barbaro e analfabetismo di massa. Il liberale Jonathan Kozol, in Prisoners of Silence (1980), cita dati ufficiali che rivelano che tra 54 e 64 milioni di statunitensi non siano effettivamente alfabetizzati, e di questi 23 milioni sono analfabeti. L’uomo naturale, in più, adesso non era sempre più analfabeta ma anche immorale e senza legge. La città stava diventando un luogo pericoloso, e un numero in costante aumento di genitori temevano i propri figli. In quella che è probabilmente la più sicura delle grandi città d’America, più di 60.000 case hanno subito furti nel 1981. La città stava ora coltivando la propria distruzione.

La ricchezza senza fede stava dimostrando d’essere ricchezza senza principi, immorale ed arrogante, proprio com’erano diventati i poveri nonché una derelitta borghesia. La tecnologia stava effettivamente creando delle meraviglie, ma le persone che ci vivono in mezzo e le usano, sono sempre più come  barbari saccheggiatori in una città dell’antichità. Né la tecnologia né la forcina da capelli sono servite a rendere l’uomo una briciola migliore in senso morale.

Il nuovo uomo umanista è un parassita. Che sia un agricoltore, un industriale, un lavoratore o un disoccupato, vuole sussidi. La città moderna è un centro di sussidi. Il precedente mercantilismo lavorò per creare l’umanistico, produttivo centro urbano per mezzo del protezionismo e dei dazi. Un nuovo tipo di mura circonda la città. La città antica era murata contro ladri e nemici. La città moderna è murata contro la competizione e il libero mercato.

Gli Stati Uniti, nei loro primi anni, furono qui di fronte ad una scelta. Avrebbe potuto diventare il grande fornitore del mondo di cibo, minerali e altre risorse. Scelse però di seguire quella stessa strada Europea contro cui aveva in parte combattuto. Il protezionismo inteso a sussidiare l’industria e la città. Malgrado le virtù di industria e commercio, il protezionismo riesce a pervertirle e renderle una fonte di problemi continui. Thomas Jefferson protestò contro queste politiche sinché non divenne presidente, dopodiché lui e i suoi seguaci divennero Federalisti (centralisti) e protezionisti. Il protezionismo divenne una delle cause cha maggiormente contribuirono al conflitto tra nord e sud e alla guerra nel 1860.

Protezionismo e sussidi non si fermano. Fu uno sviluppo naturale di queste premesse che portarono, passo dopo passo, al welfarismo, alla medicina socializzata, a sussidi dalla culla alla tomba per tutti. Come si permette una classe lamentarsi dei sussidi ad un’altra quando tutte stanno diventando sempre più beneficiari?

In questo modo abbiamo il grande apogeo dell’epoca moderna. Avendo distrutto la città come centro di fede, l’ha convertita in centro di welfare. Oggi è consueto per le nostre città più grandi avere in welfare una popolazione di un milione o più. Questi sono semplicemente i recipienti di effettivi assegni sociali. Altri ricevono sussidi e alcuni sono pesantemente penalizzati per provvedere sussidi ad altri. Il programma di sussidi ora è esteso a tutto il mondo nei termini di aiuti ai paesi esteri. Includono sussidi a industrie straniere mediante restrizioni sui produttori domestici (Olio, latte, agrumi, ecc.) che le svantaggiano. La città di fede è stata soppiantata dalla città di welfare, un luogo senza legge ed egoistico.

Il risultato è la dissoluzione di persone e denaro. Il protezionismo deve essere pagato ed è pagato finanziandolo a deficit, indebitando il futuro per pagare per il presente. Inflazione e debito sono fondamentali alla città moderna. (Se nelle nostre grandi città rimanessero soltanto gli edifici  e case liberi da debiti e tutti gli altri scomparissero, diventerebbero all’improvviso piccoli villaggi.)

Anche gli uomini sono dissoluti. Helmut Thieleke, in Nihilism (1961) ha scritto del fatto che gli stati ateistici diventano sempre totalitari. L’assunto dell’ateismo è che “Senza Dio qualsiasi cosa è legittima,” e gli uomini quindi agiscono su questa base e nessuno può fidarsi degli altri. Lo stato diventa uno stato di polizia perché le persone possono essere tenute insieme solamente con controlli sempre più stretti e col terrore. (inoltre lo stato comincia ad assumere il ruolo di dio.)

La legge a quel punto diventa ciò che lo stato dice che sia, e il risultato è l’abbattimento della legge perché non ha radici nella natura dell’essere. A quel punto la città comincia a somigliare ad un incubo.

La storia del passato ci offre molti esempi del sacco di città da parte di invasori. Uno dei casi peggiori fu il sacco di Roma da parte delle armate di Spagna. Questi saccheggi erano provocati da guerre e da inimicizia. Oggi abbiamo un diverso tipo di saccheggio, da parte della gente della città, i poveri, le minoranze, i giovani, e gli studenti di superiori e universitari. La seconda metà del ventesimo secolo ha visto più città saccheggiate dei secoli precedenti. La città moderna è certamente un centro di ricchezza, ma non è una società, ed è saccheggiata dai suoi propri figli.

Quando Roma fu saccheggiata per la prima volta dai barbari, molte persone, quando le orde furono passate, tornarono alla vita come consueto. Le ricche ville del sud della Gallia continuarono ad essere lo scenario di feste gioiose, musica, poesia, e di caccia alla volpe da parte dei ricchi, eruditi e acculturati vecchi romani, ma, un po’ alla volta la loro luce si spense, solo per essere riaccesa dalle rovine e tra i barbari, dal cristianesimo.

Ciò ch’era avvenuto fu che la città di Roma, il centro della ricchezza, era diventata il centro della povertà. Ciò fu reale molto fisicamente per il fatto che le bande del welfare governarono la città al punto che l’imperatore trovò più opportuno andare a vivere altrove. Per gli imperatori romani Roma era divenuta un luogo insicuro, un luogo di assassinii, di rivolte e di bande senza regole.

Molto tempo prima, comunque, Roma era diventata moralmente e religiosamente un centro di povertà. La vecchia fede e virtù romane avevano lasciato il posto a degenerazione e perversione. Nel tempo, quando la sua ricchezza intangibile cominciò a scomparire, anche la sua ricchezza tangibile la seguì e scomparve.

La ricchezza di una città inizia e termina con la sua fede. Se la città non è un centro-di-fede, cesserà di essere una società e diventerà un centro di conflitto e povertà.

Una forma determinante di ricchezza che ha lasciato la città moderna è la giustizia e la vendetta, la pia vendetta. Uno dei fatti chiave della Scrittura è la dichiarazione di Dio: “La vendetta è mia, io ricompenserò” (De. 32:25; Sl. 99:8; Isa 34:8; Ge. 50:15; Ez. 24:25; Na. 1:2; 1 Te. 1:8; Sa. 94:1, ecc.) Ci è comandato di non vendicarci perché : “la vendetta è mia, io ricompenserò, dice il Signore” (Ro. 12:19).

Il testo greco del Nuovo Testamento è così chiaro sul significato di vendetta quanto la chiesa ne è confusa. La parola è ekdikesis, molto letteralmente (ciò che procede) dalla giustizia. Quando Dio dice che la vendetta appartiene a lui sta chiaramente dichiarando che solo la sua legge è giustizia, e nessun altra legge può essere usata per ottenere giustizia. Quando ci proibisce di vendicarci, Dio sta dicendo che non possiamo avere né legge né giustizia altra dal quella sua, e mediante i mezzi da lui ordinati. Questo è il chiaro significato dell’affermazione nella Scrittura.

È chiaro che la giustizia ha lasciato la città, lo stato, la chiesa, e l’uomo. Prevalgono le dottrine umanistiche di giustizia e della sua applicazione perché la città non è un centro-di-fede, né un centro di giustizia come la fede biblica richiede che sia, ma un centro-dell’uomo.

Perché una città sia un centro-di-fede deve essere un centro-di-giustizia. La giustizia è una forma di ricchezza fondamentale. (Una parola ebraica per ricchezza è una buona cosa.) la città moderna è così un luogo impoverito e un centro-di-povertà in ogni senso della parola. La città non diventerà di nuovo un centro di ricchezza finche i pulpiti della parola di Dio non diventeranno nuovamente centrali a una città, e la bibbia non diventerà la sua parola di giustizia e vendetta o ciò che procede dalla giustizia.

La restaurazione è cominciata, lentamente ma sicuramente. La città umanistica ha probabilmente i suoi giorni peggiori ancora davanti. Però, dal suo sfacelo emergerà la Città di Dio. Noi stiamo cominciando a vedere il fermento di una forte fede sia tra gruppi minoritari che maggioritari allo stesso modo. Stiamo vedendo il sorgere di scuole ed agenzie cristiane che manifestano un nuovo grado d’istruzione, e una compassione cristiana più grande di quella che abbiamo visto per anni.  Stiamo vedendo da tutte le parti la crescita della ricostruzione cristiana e l’applicazione della parola-legge di Dio ad ogni area di vita e di pensiero.

Viviamo in un’epoca entusiasmante. È vero che a volte è un tempo di conflitto e di stress, un’epoca sanguinaria e assassina. Un vecchio “ordinamento” l’umanesimo, è in decomposizione e le sue roccaforti si stanno sgretolando e crollano. È un tempo per costruire nella certezza del trionfo di nostro Signore. “Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, irremovibili, abbondando del continuo nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore” (1 Co. 15:58). 

Gennaio, 1982


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