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Le limitazioni della legge

Noi non riusciamo a comprendere la legge di Dio se non ci rendiamo conto di quanto cautamente limita l’uomo. La legge di Dio previene l’uomo dal riporre troppa fiducia nella legge, e dal divenire un tiranno, limitando il potere dell’uomo di farla rispettare.

Un’ovvia limitazione  sui tribunali è la richiesta di corroborazione: un solo testimone non può far condannare (Nm. 35:30; Dt. 17:6; 19:15). Ad ogni modo, una limitazione ancor più basilare è che molti reati, alcuni dei quali molto seri, non hanno pene che uomo o tribunale possa comminare. Per esempio, la decima è la tassa di Dio; mancare di pagare la decima è furto, è derubare Dio (Ml. 3: 7-12). Dio stesso impone pene molto severe su questo tipo di furto, ma non richiede  che alcuna pena sia imposta dall’uomo. Un altro esempio: Deuteronomio 22: 5 proibisce addobbarsi da travestito, cioè vestire indumenti appartenenti all’altro sesso, e I Timoteo 2:9 richiede che le donne vestano con modestia, ma non vengono citate pene per la disobbedienza.

La legge di Dio copre ogni area di vita. La famiglia, la chiesa, lo stato, la nostra vocazione, le nostre relazioni reciproche, l’uso della terra, l’igiene, la sessualità, lo stato di guerra, i confini, pesi e misure, e ogni altra cosa. Il Signore rende molto chiare le maledizioni che pone sulla disobbedienza e le benedizioni che pone sull’obbedienza (Dt. 28; Lv. 26, ecc). Il Suo governo è totale. Noi non possiamo mai, neppure per un momento, uscire dalla legge e dal governo di Dio. Non c’è un angolo o un solo atomo neutrale in tutta la creazione. Dio è totalmente Dio, e il Suo governo e la Sua legge sono totali, coprono ogni cosa. Ad ogni punto delle nostre vite, noi siamo faccia  a faccia col Dio vivente, in tutte le cose siamo tenuti a render conto a Lui, e siamo totalmente Sue creature e servitori.

L’uomo, però, non è Dio, ne può agire come dio senza essere colpevole  della grande tentazione del maligno. Il peccato originale è precisamente questo fatto, il desiderio di essere come Dio, di determinare da noi stessi ciò che costituisce bene e male, e di governare tutte le cose totalmente. Tra i manoscritti di Nietzsche, dopo la sua morte, fu trovato un foglietto di carta su cui aveva scritto queste parole: “poiché il vecchio Dio è stato abolito, io sono preparato a governare il mondo”. Questo è il significato dell’inevitabile totalitarismo dell’umanesimo. Il governo totale è una necessità,  e tutto nell’uomo lo richiede. Se non c’è Dio a provvederlo, allora deve supplirlo l’uomo. Più precisamente, quando l’uomo si ribella contro la totale sovranità e governo di Dio, lo rimpiazza con la propria dichiarazione di totale sovranità e governo.

Così, le attuali totalitarie dichiarazioni e indirizzi di virtualmente ogni governo civile nel mondo sono aspetti del loro umanesimo e la loro esplicita o implicita negazione di Dio. L’umanesimo dice di Dio, la nostra legge e il nostro governo provvedono una via migliore di quella di Dio, e nostra è la via, la verità e la vita. Negli Stati Uniti, gli sforzi dei governi federale e statale di controllare chiese e scuole cristiane sono il risultato logico del loro umanesimo. Ci devono essere sovranità e legge, e devono essere quelle dell’uomo, non quelle di Dio, è la loro fede. Chiaramente siamo nella guerra religiosa basilare, in questa guerra non ci possono essere compromessi o negoziati. L’umanesimo cerca di abolire il Dio delle Scritture e di governare il mondo.

L’umanesimo, dunque, non permetterà che esista alcun reame indipendente fuori dal suo governo. Ogni area deve essere controllata  e governata dalla legge e dal potere sovrano dell’umanesimo. Il risultato è una crescita di tirannia statale in ogni luogo, e la morte della libertà è all’orizzonte in tutto il mondo.

Il curriculum della chiesa anche se non è mortale quanto quello dello stato moderno, non è per niente buono. La chiesa ha troppo spesso fatto il dio sulla terra e ha cercato di esercitare il governo totale nel nome di Dio. Protestanti e Cattolici sono stati egualmente colpevoli di andare oltre la legge di Dio e di usurpare giudizi che la legge Biblica riserva a Dio solo. Gli umanisti sono molto inclini ad esagerare i mali della storia della chiesa, e protestanti e cattolici troppo spesso amano caramente credere il peggio e dire il peggio l’uno dell’altro. Concesso che gli storici umanistici non hanno fatto giustizia alla storia della chiesa, gli errori lì sono però, reali.

Il problema si può illustrare con la storia di una grande Chiesa Evangelica degli anni 30. Cercò di essere strettamente fondamentale, un proposito raccomandabile, ma, nel processo, usurpò le prerogative di Dio. Per esempio, nei termini di I Corinzi 11. 1-5, sostenne che le Scritture hanno la richiesta che i capelli delle donne siano “lunghi”. Molto bene, ma le Scritture non danno una misura ne vi attaccano penali, non danno a nessun uomo, ne alla chiesa, alcun potere di questo tipo. La chiesa però decise di legislare contro i capelli a “maschietto” e specificò una misura in centimetri, qualsiasi cosa più corto significava comparire davanti alla sessione disciplinare della chiesa. Dopo, specificarono la lunghezza delle gonne, e così via. I risultati furono devastanti.

Primo, l’enfasi principale nella vita di questa  che era stata una robusta chiesa, divennero le cose esteriori, con ciascuno troppo consapevole delle apparenze. Le donne si adocchiavano l’una l’altra per vedere chi stesse flirtando con i limiti della legge, e ognuno cominciò a sviluppare un senso di censura. Secondo, i giovani divennero ribelli. Il vangelo era stato ridotto all’acquiescenza delle cose esteriori, ed essi si ribellarono prontamente non appena partirono per l’università. Era molto difficile parlare con alcuno dei giovani di materia di fede e di dottrina. Per essi, la chiesa e la cristianità rappresentavano non fede e vita in Cristo ma una moltitudine di regole e regolamenti meschini. Terzo, la chiesa cominciò ad associare la purezza della propria fede sempre più con l’osservanza di forme e sempre meno con una solida conoscenza della dottrina Biblica. La fede stava lasciando il posto alla forma. Le regole condussero ad altre regole, e il giogo delle leggi farisaiche fu eguagliato.

Si potrebbe aggiungere molto di più, ma è sufficiente dire che infine scoppiò una ribellione, ma una ribellione molto triste. L’antitesi al legalismo Farisaico e al giocare a  Dio fu concepita come essere più amorevoli, e un’enfasi neo-evangelicale sull’amore fu lo stadio susseguente nella scivolata di questa chiesa dentro al modernismo, ed infine nel vangelo sociale, con lo stato che diveniva ora la regola universale e il promulgatore della legge nel loro triste “evangelo”.

La legge di Dio, riservando a Dio solo, in un’area dopo l’altra, il diritto di far valere la legge, limita severamente il potere di ogni forma di governo umano. Ne la chiesa, ne lo stato, ne alcun altra agenzia umana ha ricevuto il potere di fare la parte di Dio. Inoltre, noi non avanziamo in santità diventando più rigorosi di Dio: avanziamo solo in peccato di presunzione. Solo Dio è Dio: Egli non delega il suo trono ne il suo potere sovrano di Legislatore a nessun essere o rappresentanza umana. Diventare più “rigorosi” di Dio, come un pastore si vantò con me di essere, è insinuare un difetto morale in Dio ed è bestemmiare.

La legge di Dio così lascia all’uomo molte zone di libertà di obbedire o disobbedire senza pene imposte dall’uomo. Il risultato è una grande libertà per l’uomo di peccare o di obbedire più di quanto la maggior parte delle istituzioni fatte dall’uomo credano essere saggio. Certamente la chiesa e lo stato hanno similmente operato per limitare la libertà che Dio permette.

Un critico della legge Biblica mi ha dichiarato che una qualsiasi rigorosa aderenza in ogni campo all’ordinamento di Dio sarebbe “disastroso”, primo, perché in alcuni campi la legge di Dio è marcata da una “indebita severità” come testimonia la pena di morte per l’adulterio. (Essendo la famiglia l’istituzione basilare di Dio, il tradimento nella Bibbia è adulterio; non c’è tradimento nei confronti dello stato). Secondo, nella maggior parte dei campi, la legge biblica produrrebbe “anarchia”, perché nessuna pena può essere imposta dall’uomo da una lettura rigorosa della stessa.

Dalla prospettiva delle Scritture, il governo di Dio non è anarchia ma giustizia e libertà. La redenzione non è per mezzo di regole e regolamenti, la salvezza non è per mezzo della legge. La salvezza è per mezzo della grazia sovrana di Dio per mezzo di Gesù Cristo. L’uomo redento vive una vita di fede e di obbedienza nello Spirito e nei termini della parola scritturale. La nostra libertà in Cristo è dal legame o dalla schiavitù del peccato e dalla pena di morte, ed è anche una liberazione dalla via di salvezza dell’uomo caduto: un governo totale della parola dell’uomo, la legge creata dall’uomo.

Se prendiamo qualsiasi legge di Dio e la alteriamo, o la superiamo, anche noi diventiamo umanistici. “Correggiamo” Dio come dei sopra Dio e limitiamo ed infine distruggiamo la libertà dell’uomo sotto Dio.

Una delle dichiarazioni più frequentemente ripetute delle Scritture è: “La vendetta è mia, io renderò la retribuzione, dice il Signore” (Rm. 12:19; Dt. 32:35, 41, 43; Sl. 94:1; ecc). Di nuovo, in Ebrei 10:30 leggiamo: “A me appartiene la vendetta, io darò la retribuzione, dice il Signore. E altrove. Il Signore giudicherà il suo popolo”. In certe aree specifiche, me con limiti accuratamente circoscritti, dio da all’uomo e alla corti di giustizia il potere di giudicare e di condannare. La parola vendetta nel testo Greco è ekdikesis, ciò che procede dalla giustizia, essendo dike giustizia. Dio dichiara che Egli solo è il giudice e il Legislatore. Nessun uomo può andare al di la della sua parola-legge, poiché farlo non è ciò che procede dalla giustizia ma da presunzione e da peccato. Quindi, quando il Signore dichiara: “La vendetta (ovvero far osservare la giustizia) è Mio”, Egli impedisce all’uomo di fare la parte di Dio, di aggiungere o sottrarre dalla parola-legge di Dio, o dal cercare di governare sugli uomini in qualsiasi modo che ecceda la parola di Dio. Solo quando gli uomini si attestano nei termini di questa fede sono protetti dall’essere schiavizzati da o dallo schiavizzare altri uomini. La parola-legge di Dio è la sola Carta della libertà dell’uomo, e la sua difesa contro le tirannie dello stato, della chiesa e dell’uomo. I redenti del Signore si attesteranno nella sua parola da uomini liberi. 

(Maggio 1979)


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