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I patti e la legge

Uno dei principali fallimenti della chiesa nella nostra epoca è la sua ritirata dalla fede cristiana storica e dal fare assegnamento sulla legge di Dio in favore della legge umanistica. Tutte le forme umanistiche di legge, quali la legge civile, o la legge di classe (o Marxista), presuppongono che l’uomo sia autonomo da Dio. Autonomia letteralmente significa ‘legge da se stessi’, cioè, l’uomo il proprio stesso Dio, l’uomo che determina da se stesso ciò che costituisce il bene ed il male (Gen 3:5), in contrapposizione a teonomia, la legge di Dio. La legge umanistica sta conducendo al suicidio della civiltà.

Basilare all’errore delle chiesa è la sua mancata comprensione della relazione tra legge e grazia, e sullo sfondo di questa mancata comprensione c’è la sua noncuranza della dottrina del patto. I patti sono dei trattati, letteralmente, e sono di due tipi. Primo, trattati possono essere stipulati tra eguali, o tra due potenze di varia forza, che si accordano su una fede ed una legge comune. Ogni patto richiede una fede ed una legge comuni, e per questo le Scritture proibiscono trattati con popoli e nazioni non credenti, o un patto di matrimonio con un non credente (Es. 34. 12-16). Stipulare un patto con un non credente significa concedere la validità della sua fede e della sua legge, e praticare il politeismo, è dire che le religioni sono tutte egualmente buone.

Secondo,  Patti o trattati possono essere atti di grazia sovrana da parte di una potenza supremamente più grande verso una parte insignificante, e la legge del patto è un atto di grazia del sovrano verso uno che egli riceve in amicizia (fellowship) per grazia. La legge a quel punto esprime la vita della grazia. Tale è il patto di Dio con l’uomo. Dio il Signore, quale totale e assoluto creatore e sovrano, non ha bisogno di fare alleanza o trattato con le Sue creature. Tale patto è un atto di pura grazia sovrana da parte di Dio. Ora, senza legge non c’è patto. La legge esprime le richieste del sovrano per i ricettori della Sua grazia, cosicché, anziché essere in contrapposizione alla grazia, la legge è concomitante alla grazia. Quindi il Signore nella Sua grazia fece un patto, diede anche la Sua legge.

Troppi uomini di chiesa nel secolo scorso hanno considerato una virtù rigettare la legge di Dio in favore della legge dell’uomo. Perfino un uomo così importante come Abraham Kuyper, mentre era ingaggiato una guerra considerevole contro le forze della rivoluzione, minò la durata del proprio lavoro minando il credo storico Olandese nella legge Biblica. Egli rifiutò di collocare il governo civile nella legge rivelata di Dio. Egli sostenne invece che il governo civile fosse un agente della “grazia comune” investito del potere della spada contro i trasgressori della legge. In questo modo Kuyper cercò l’autorità dello stato nella parola-legge di Dio ma poi diede la massima libertà ad uno stato autorizzato a fare leggi secondo il procedimento democratico. L’autorità della parola di Dio fu con ciò attaccata all’umanistico legislare dello stato moderno. Non sorprende perciò che presto la fede nel patto (covenantalism) con le sue legge e grazia fu subito in disarmo e ritirata, e l’olanda divenne precisamente il tipo di società rivoluzionaria che Kuyper aveva combattuto. Il patto fu minato dalla “grazia comune”.

Attraverso tutto il mondo Occidentale, in vari modi e gradi, lo stato moderno fu liberato da uomini di chiesa e da teologi dalla responsabilità di rendere conto alla legge di Dio mentre allo stesso tempo venivano predicate sempre più forti dottrine di sottomissione alla autorità civili. Allo stesso tempo, la critica testuale cominciò a sfidare l’autorità e l’infallibilità della parola scritta di Dio. Il positivismo nella legge civile cominciò anche a negare che esista qualsiasi legge al di la della legge dello stato, cosicché il “diritto” dello stato divenne il finale e unico “diritto”.

Nel 1943,  comparve un opera molto significativa di John H. Hallowell: Il Declino del Liberalismo come Ideologia, con Particolare Riferimento al Pensiero Politico-Legale Tedesco. Il liberalismo aveva rimpiazzato Dio con lo stato come fonte della legge. Poi, affermando il materialismo, il liberalismo collocò il mondo, l’uomo e la legge al di la del bene e del male, e tutti i valori ultimi e assoluti furono rigettati. Verità e valore diventarono quindi relativi all’uomo, e quindi all’uomo collettivo nello stato. Una forma di questo materialismo è il pragmatismo, che è basilare al mondo di John Dewey, all’educazione moderna ovunque, e alla politica. Nella parole di Hallowell: “Il pragmatismo, come il materialismo, rifiuta i valori assoluti, ma supera il materialismo dicendo che gli individui sono giustificati nell’agire come se certe cose fossero vere e buone” (p. 89). I liberali del moderno Fariseismo così reclamano su tutti gli uomini un “diritto” che in essenza negano. Il risultato fu un “liberalismo” che in pratica divenne un dispotismo nella Germania Nazista ed è nel processo di diventare la stessa cosa in tutto il mondo. La Germania Nazional Socialista non fu un’aberrazione: fu la guardia avanzata dell’umanesimo liberale Occidentale. La Seconda Guerra Mondiale fu largamente una lite famigliare tra versioni della fede umanistica in competizione tra loro.

In tutto questo, la battaglia cruciale dei secoli, la chiesa è stata in linea di massima diligentemente irrilevante. Anziché opporre all’autonomia la teonomia, ha salutato l’autonomia come la vera luce. ( Ieri, una telefonata da un adulto e molto fedele  insegnante di una chiesa riportava una divisione e una partenza. Un esponente di punta del gruppo di dissenzienti, attaccando il suo insegnamento sull’elezione, dichiarò: “puoi togliere qualsiasi altra cosa dalla mia fede, ma non potrai mai togliere il mio libero arbitrio”. In altra parole Cristo è sacrificabile, ma non il mio arbitrio, la mia autonomia!)

La schiavitù statalista in questo modo avanza nel nome dell’autonomia dell’uomo. Il suo corso non sarà rovesciato ne con l’umanesimo ne col pietismo. Solo con un ritorno alla dottrina del patto, l’uomo sarà libero. “Se il Figlio (non il libero arbitrio, ne lo stato) vi farà liberi, allora sarete veramente liberi” (Giovanni 8. 36).

Traduzione by G. M. Roots of Reconstruction: Covenants and Law. P. 1030


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