INDICE:

Il significato di “teocrazia”

Poche cose sono ordinariamente mal interpretate quanto la natura e il significato di ‘teocrazia’. È assunzione comune che significhi il governo dittatoriale da parte di uomini auto referenziati che pretendono di governare per Dio (la figura che compare nella nostra mente è quella dell’Ayatollah Comeini o della caricatura che i cattolici fanno di Giovanni Calvino a Ginevra n.d.t.). In realtà, la teocrazia nella Legge Biblica è la cosa più vicina ad un radicale libertarianismo che si possa avere.

Nella Legge Biblica, l’unica tassa civile era il testatico, o tassa pro-capite, uguale per tutti i maschi dai vent’anni in su (Es. 30:16). Questa tassa  provvedeva un’espiazione o copertura per il popolo, ad es., la copertura della protezione civile da parte dello stato quale ministro di giustizia (Ro. 13:1-4). Questa tassa molto limitata fu mantenuta dai Giudei dopo la caduta di Gerusalemme, e, dal 768 d.C. al 900 d. C., contribuì a  fare del principato di Narbonne (in Francia) e altre aree dei reami molto importanti (Cf. Arthur J. Zuckerman ne A Jewish Princedom in Feudal France 768-900; New York, Columbia University Press, 1965, 1972) . Questo tributo era limitato a mezzo siclo per ciascun maschio.

Tutte le altre funzioni di governo erano finanziate dalla decima. Salute, educazione, welfare, culto, ecc., erano tutti sovvenzionati da decime e offerte. Di questa decima, un decimo (cioè l’uno per cento del reddito di una persona) andava ai sacerdoti, per il culto. Forse un ammontare eguale andava per la musica e per la manutenzione del santuario. La decima era la tassa di Dio, per provvedere al governo basico alla maniera di Dio. La seconda e la terza decima provvedevano per il welfare, e per un tempo di riposo e di godimento della famiglia davanti a Dio (Cf. E. A. Powell and R.J. Rushdoony ne Tithing and Dominion; Ross House Books, P.O. Box 67, Vallecito, California).

Ciò che noi oggi manchiamo di vedere, e di cui dobbiamo riappropriarci, è il fatto che il governo basilare è l’autogoverno dell’uomo pattizio; e inoltre che la famiglia è l’istituzione centrale di governo nelle Scritture. La scuola è un agente di governo e lo è pure la chiesa. Anche la nostra vocazione lavorativa ci governa e la nostra società. Il governo civile deve essere una forma di governo tra tante, e tra queste una delle minori. Il paganesimo (e il culto di Baal in tutte le sue forme) ha trasformato lo stato e i suoi governanti in un dio o divinità in terra, e ha dato loro il totale governo finale in tutte le sfere. I profeti denunciarono ogni tale idolatria, e gli apostoli sostennero: “Noi dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti 5:29).

Dai giorni dei Cesari ai capi degli stati democratici e degli imperi Marxisti, gli empi hanno spesso realizzato ciò che i cristiani troppo spesso mancano di vedere, e cioè che la fede biblica richiede e crea un governo rivale allo stato umanistico.  Una fede lacunosa cerca di ridurre la fede biblica ad un minimo centrato sull’uomo: la salvezza. Ora, la salvezza, la nostra rigenerazione, è l’assoluto ed essenziale punto di partenza della vita cristiana, ma se ne viene fatta la somma totale, viene di fatto negata. La salvezza a quel punto è mutata in una cosa egoistica, antropo-centrica, quando invece è Teo-centrica e richiede la morte, non l’incoronazione del nostro peccaminoso ed egocentrico ego. Siamo salvati per i propositi di Dio, salvati per servire, non solo nel tempo, ma anche nell’eternità (Ap. 22:3). Essere salvati è diventare membri di una nuova creazione e del Regno di Dio, e per essere membri lavoranti di quel reame.

In una teocrazia, perciò, governa Dio e la sua legge. Lo stato cessa di essere il over-lord e il dittatore dell’uomo. La tassa di Dio, la decima, viene usata da uomini pii per creare scuole, ospedali, agenzie di welfare, consiglieri, ed altro. Provvede, come fece nelle Scritture, per la musica ed altro. Tutti i finanziamenti sociali basilari, diversi dal testatico di Esodo 30:16, erano finanziati da decime e offerte o doni. Un’offerta o dono era ciò che veniva dato al di sopra e oltre la decima.

Poiché nessuna delle agenzie sostenute dalla decima posseggono poteri coercitivi per raccogliere fondi, nessuna di esse può esistere al di là del proprio servizio di utilità a Dio e all’uomo. Per lo stato moderno, inutilità e corruzione non costituiscono problema; esse non limitano il suo potere di raccogliere più tasse. Di fatto, lo stato aumenta il proprio potere di tassare perché è più corrotto e più inutile, perché la sua crescente burocrazia lo richiede.

La politica di questi ultimi decenni ha ampiamente dimostrato il fatto che, una volta eletti, i pubblici funzionari rispondono ai propri elettori solamente sotto pressione mentre di regola sono a disposizione della casta. Essendo privi di fede sono governati dal potere.

La gente potrà protestare contro l’irresponsabilità dei suoi funzionari eletti, e del loro asservimento ai loro pari e ai loro superiori ma nulla potrà cambiare questo fatto se non un cambiamento nella fede dell’elettorato e degli eletti. Gli uomini saranno responsabili nei confronti dei poteri dominanti nelle loro vite: la  loro fede e il loro punto di vista e a queste obbediranno.  Se quel potere dominante nelle loro vite sarà lo stato, essi risponderanno ad esso. Se sarà l’uomo o il proprio ego, saranno da questi governati. Se, però, sarà il Dio trino a governarli, allora gli uomini saranno responsabili alla sua parola-legge e ad essa obbediranno. Gli uomini obbediscono i loro dei.

Uno dei libri più importanti di questo secolo (il XX°) è stato Our Enemy, The State  di Albert J. Nock.  Senza concordare con Nock in tutte le cose, è necessario concordare con lui che lo stato moderno è per l’uomo la nuova chiesa e l’istituzione salvifica. Lo stato, però, è un’istituzione anti-sociale, determinata a sopprimere e distruggere tutti i poteri storici e religiosamente fondati della società. Con F.D. Roosevelt e il New Deal, l’obbiettivo degli statalisti divenne apertamente “la completa estinzione del potere sociale attraverso l’assorbimento da parte dello stato” (p. 21). Ciò continuerà nel suo corso suicida, finché non ci sarà più abbastanza potere sociale rimasto per finanziare i piani dello stato (come avvenne nel caso dell’Impero Romano). L’interventismo statalista in ogni reame è finanziato dalla produttività dei settori economici non statali: “L’intervento statale ostacola la produzione, poi le difficoltà e il disagio che ne conseguono richiamano ulteriori interventi, i quali a loro volta ostacolano ulteriormente la produzione, e questo procedimento va avanti finché, come nell’Impero Romano, nel terzo secolo, la produzione cessa interamente, e la fonte della tassazione si prosciuga” (p. 151s.). È vero che il crimine deve essere soppresso, ma anziché sopprimere il crimine, lo Stato tutela il proprio monopolio del crimine.

Noi possiamo aggiungere che la soluzione al crimine e all’ingiustizia non è più potere allo stato, ma la legge di Dio e un uomo rigenerato. La miglior protezione contro il crimine è avere uomini consacrati e una pia società. Inoltre, la legge di Dio, nel trattare con il crimine, richiede la restituzione, e, con i criminali abituali, la pena di morte.

Un ulteriore punto importante da Nock. Egli ha richiamato l’attenzione al fatto che il “potere sociale” un tempo si prendeva cura di tutte le emergenze, i soccorsi e i disastri. Quando accadde l’inondazione di Johnstown (1889), tutto il soccorso e l’aiuto fu il risultato di una grande effusione di donazioni “private”. “La sua abbondanza, misurata solamente in denaro, fu così grande che quando tutto fu finalmente rimesso in ordine, rimase qualcosa come un milione di dollari” (p.6).

Una volta questo era il modo in cui si provvedeva a queste emergenze. Può avvenire di nuovo? Ebbene, in qualche nazione si è cominciato. Negli USA oggi circa il 35% di tutti i ragazzi in età da scuola dell’obbligo sono in scuole non statali e la percentuale aumenterà se i cristiani sapranno difendere le loro scuole dall’interventismo dello stato. Sempre più cristiani stanno riconoscendo il loro dovere di prendersi cura dei propri genitori; le chiese si stanno nuovamente assumendo in molti casi la cura di membri anziani. Vengono stabilite case per anziani e anche per giovani delinquenti. (una delle più famose di queste, sotto la guida di Lester Roloff, è sotto attacco da parte dello stato il quale rifiuta di riconoscere il peccato quale principale problema con i delinquenti, e la rigenerazione e la santificazione come la soluzione.) La chiesa Valdese vanta un passato glorioso in questo stile di vita e in Italia i cristiani hanno bisogno di riappropriarsi dei loro doveri che per troppo tempo hanno demandato allo stato. Ci sono da noi dei segnali di risveglio nel fatto che i cristiani si stanno muovendo nelle aree di radio, televisione, educazione in streaming, auspicalmente non solo per predicare la salvezza ma anche per applicare le Scritture a politica, economia e altri aspetti della vita.

Inoltre, dappertutto i cristiani si stanno facendo la domanda: “cosa dobbiamo fare adesso che siamo salvati?” La risposta prende una varietà di forme: la pubblicazione di testi, di periodici, di testi sull’etica della famiglia e del lavoro, sulla famiglia, sulla relazione tra culto e cultura, sulla politica, ecc. Sarebbe auspicabile che in Italia i cristiani non attendano il fallimento della Previdenza Sociale per far rivivere ed estendere la cura ospedaliera che fu caratteristica dei Valdesi dopo il 1848.

Isaia 9: 6-7 ci dice che quando Cristo sarebbe nato, il governo sarebbe stato sulle sue spalle e che “all’incremento del suo governo e della pace non ci sarebbe stata fine.” Per mezzo della decima e delle loro azioni, i credenti si stanno sempre più sottomettendo al governo di Cristo e stanno riordinando la vita e la società nei suoi termini.

L’essenza dell’umanesimo, da Bacone al presente, si può riassumere in questo credo: per essere umano l’uomo deve essere in controllo. Questo è un modo indiretto per dire che l’uomo non è uomo a meno che il governo di tutte le cose non sia sulle sue spalle, a meno che non sia dio egli stesso. È l’espressione del programma di ribellione contro Dio da parte del tentatore (Ge. 3:5). Locke sviluppò questa fede insistendo che la cristianità è un fatto privato, non una questione pubblica. In questo modo la cristianità non poteva essere la base dell’attività pubblica ma solo della fede privata. Per Locke il fondamento dello stato e della vita pubblica era nella ragione.

Ma la ragione, separata dalla fede e dai presupposti cristiani, divenne la volontà dell’uomo, o meglio, la volontà dell’uomo in radicale indipendenza da Dio. Lo stato indi cominciò a rivendicare un’area di vita dopo l’altra quali dominio pubblico e perciò sotto lo stato quale incarnazione della ragione. Una delle prime cose rivendicate dalla filosofia  e dalla “ragione” di Locke fu l’uomo stesso! L’uomo, anziché essere un peccatore, era, quantomeno nel reame pubblico, moralmente neutrale, egli era un foglio di carta bianco, e ciò che diveniva era un prodotto dell’educazione e dell’esperienza. Fu perciò necessario per lo stato, la voce incarnata della “ragione”, controllare l’educazione per produrre il desiderato tipo d’uomo.

Lo stato rivendicò per sé il reame pubblico. Il reame pubblico era appartenuto, nei termini della fede cristiana, a Dio, come tutte le altre cose, e ad una società libera sotto Dio. La chiesa non era ancora stata completamente estromessa dal proprio dominio sul reame pubblico quando lo stato si presentò a richiederlo con poteri ancor più totali.

Ma questo non era  tutto. Lo stato allargò il reame pubblico attraverso nuove definizioni, cosicché mano a mano, una sfera dopo l’altra caddero tutte nelle mani dello stato. Fu rivendicata l’educazione, e il controllo sull’economia, un controllo che sta ora distruggendo il denaro e sta deprimendo la produttività sociale ed economica. Le arti e le scienze e l’informazione sono sussidiate e controllate e stanno elemosinando ulteriori sussidi. Il matrimonio e la famiglia sono controllati; sempre più la famiglia viene vista come appartenere al reame pubblico e quindi un reame che lo stato deve invadere e controllare.

Roma antica considerava la stessa religione un dominio pubblico e quindi ne dava licenza e la controllava. (La parola stessa liturgia, proveniente dal Greco, significa servizio pubblico. La religione è sicuramente un interesse pubblico, più ancora dello stato, ma non per questo materia per il controllo statale.) Roma, come tutti gli antichi stati pagani, equiparava il dominio pubblico col dominio dello stato, e vedeva tutte le cose come aspetti del dominio dello stato.

Per qualsiasi singola istituzione considerare se stessa come il dominio pubblico è totalitarismo. Tutte le cose pubbliche e private sono nel dominio religioso e sotto Dio. Nessuna istituzione, né la chiesa né lo stato, possono equipararsi con Dio e rivendicare il controllo del dominio pubblico (o di quello privato). Ogni sfera di vita è interdipendente con le altre sfere e tutte sono sotto Dio. Come la matematica non ha il ‘diritto’ di controllare la biologia, neppure la chiesa e lo stato hanno il diritto di controllarsi a vicenda, o di controllare cosa alcuna al di fuori della loro strettamente limitata sfera di governo. 

Ci sono dunque una varietà di sfere di governo sotto Dio. Queste sfere sono limitate, interdipendenti, e sotto il sovrano governo di Dio e della sua legge. Non possono legittimamente eccedere la loro sfera. I legittimi poteri finanziari di tutte sono limitati. Lo stato ha l’esiguo testatico. La decima finanzia tutte le altre sfere di vita.

La decima, bisogna enfatizzarlo, è al Signore, non alla chiesa, una differenza che alcuni ecclesiastici scelgono di ignorare o di trascurare. Questo deruba il credente individuale di ogni diritto di lamentarsi delle cose; attraverso il pio utilizzo della sua decima egli può creare nuove agenzie, chiese, scuole ed istituzioni per far avanzare il Regno di Dio in ogni area di vita e di pensiero. La santità non procede dalle nostre abilità di frignare e di lamentarci della realtà presente, ma dal nostro uso fedele della decima e del potere che Dio ci dà per rifare tutte le cose in accordo con la sua parola.

Dare la decima e agire in modo consacrato, queste sono le chiavi al dominio. Noi siamo chiamati al dominio (Ge. 1:26-28; 9: 1-17; Gs. 1:1-9; Mt. 28: 18-20; ecc.). Il mandato creazionale è il nostro mandato pattizio; la restaurazione dentro il patto per mezzo dell’espiazione di Cristo ci restituisce al mandato di esercitare il dominio e ci da la potenza per effettuarlo.

Aspetti di quel mandato possono essere esercitati attraverso istituzioni, e talvolta devono esserlo, ma il mandato non può mai essere loro arreso. Il mandato precede tutte le istituzioni ed è affidato all’uomo personalmente in quanto uomo (Ge. 1:28). Questo è il cuore della teocrazia come la Bibbia la espone. Contrariamente a quanto spiegano i dizionari, la teocrazia non è un governo da parte dello stato ma un governo sopra ogni istituzione da parte di Dio e della sua legge, e attraverso le attività dell’uomo libero in Cristo portare ogni area di vita e di pensiero sotto il governo monarchico di Cristo.

(Agosto 1980, adattato G.M. 2014)


Altri Libri che potrebbero interessarti