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La Via

Se cominciamo il nostro ragionamento con una falsa premessa, elaboreremo la nostra via verso una falsa conclusione o al massimo una difettosa. Un problema persistente, che ha piagato la chiesa, è stata l’influenza della filosofia greca. Talmente tanti dei convertiti greco-romani erano uomini istruiti e di spessore, che il loro ingresso nella chiesa significò pure l’ingresso di presupposti alieni. Un esempio importante è quello di Origene (185/6-253); Origene a quanto pare fu una figura affascinante quando un notevole studioso, ma portò dentro la chiesa alcune strane opinioni. Per quanto concerne la Scrittura, Origene sosteneva la convinzione che non si potesse accettare il senso palese della Scrittura. Nessun uomo intelligente, egli disse,  potrebbe credere, riguardo a Genesi 1, che il primo e il secondo giorno della creazione siano stati giorni normali e letterali senza il sole, la luna o le stelle. Sosteneva anche che fosse “sciocco” credere, nei termini di Genesi 2, che Dio come un contadino “avrebbe piantato un giardino a est di Eden”. Origene credeva che la bibbia ci abbia dato “delle espressioni figurative che indicano certi misteri mediante una sembianza storica e non attraverso eventi effettivi” (Principi, Capitolo III).

Per tali uomini, la “verità” della bibbia non risiedeva nel suo contenuto materiale me nelle idee o principi presentati nella “storia” e dietro la “storia”. Per la filosofia greca, c’erano due tipi di esistenza, materia e idee; l’uomo saggio penetrava il guscio materiale per afferrare le idee o principi, gli universali.

Nella chiesa orientale, quest’approccio fu molto forte. San Gregorio Nisseno (c. 331- c. 396), il fratello minore di Basilio Magno, scrisse La Vita di Mosè nei termini di questa prospettiva. La legge di Dio ricevuta mediante Mosè fu ignorata perché troppo materialistica. Il presupposto di Gregorio era: “La legge non c’istruisce su come mangiare” perché “La Natura è un legislatore sufficiente riguardo a queste cose”. Di conseguenza, perfino la Pasqua era vista nei termini di un significato nascosto. Gregorio fu un capofila nel tipo d’interpretazione ancora popolare in alcuni circoli evangelici; la legge veniva ignorata, ma significati nascosti venivano visti nei colori del tabernacolo e dei paramenti del sacerdote. Gregorio cercò sempre “il significato nascosto” della storia della bibbia, la verità spirituale  dietro le scorie materiali. Da buon greco, la sua fiducia stava nella “guida della ragione”. Persino l’esercito egiziano che inseguiva Israele fu ridotto alle “varie passioni dell’anima a cui l’uomo è asservito”.

La Vita di Mosè di Gregorio ci dice poco di Mosè o della parola di Dio. Ci dice molto di una prospettiva greca della vita spirituale. La bibbia divenne un libro arcano che solo i filosofi potevano interpretare. Era un libro che rivelava significati nascosti che solo le menti elitarie potevano penetrare.

La cristianità occidentale, latina, fu meno infettata da questo modo di pensare e crebbe rapidamente e vigorosamente. Comunque, nel tempo, il revival del pensiero greco contaminò l’occidente. Dal 1100 al 1517, secondo studiosi, si vede l’emergere della spiritualità laica in occidente. Idee precedentemente limitate a qualche gruppo monastico divennero ora popolari, e la dottrina lasciò il posto alla “religione spirituale”. La nuova pietà, secondo Caroline Walker Bynum, in Jesus as a Mother, Studies in the Spirituality of the High Middle Ages (University of California Press, 1982), individuavano ora il dramma e la battaglia spirituale non nella croce, ma nell’intimo dell’uomo. La fede religiosa divenne esperienziale e revivalista. La propiziazione di Cristo fu sostituita dall’approccio esperienziale a Dio dell’individuo. Già nel XIII Secolo, alcune donne predicavano, confessavano suore loro sottoposte, e impartivano benedizioni, e qualche suora reclamava poteri sacerdotali. L’esperienza dava autorità, si sosteneva, intendendo le esperienze religiose. Nel tardo XIII Secolo Gertrude di Helfta parlò a consorelle di Dio come di una “Lei”, dicendo che Dio è una madre. La spiritualità del tempo divenne femminizzata e, come dice la Bynum, si sosteneva che “nell’eucarestia, Dio desse all’anima potere sopra di se stesso”. La Bynum notò che negli scritti di Gertrude “Non c’è riferimento ad un conflitto cosmico tra il bene ed il male, poca attenzione per il diavolo, e poco senso dello strappo ontologico nell’universo creato dalla caduta nel peccato e rammendato in qualche modo dalla resurrezione”.

La chiesa medievale fu distrutta in parte dalla religione spirituale, da uno scostamento, da Cristo e la sua opera finita, all’uomo e le sue esperienze spirituali. La bibbia era diventata un libro per studiosi e pietisti, in cui venivano trovati strati di significato nascosto.

La Riforma evidenziò la bibbia nel suo significato storico e dottrinale, e i risultati furono esplosivi. Tuttavia, fin troppo presto fu ravvivata l’influenza greca. In Inghilterra il potere dei Puritani fu velocemente minato dai Platonisti di Cambridge e la loro religione spirituale. L’Anglicano William Gurnall, in The Christian Complete Armour, vide la vita come un perpetuo combattimento interiore e un’interiore ricerca d’esperienze spirituali. Gurnall visse e morì in un periodo cruciale della storia senza mai prendere posizione per qualcosa. Fu irrilevante per i suoi tempi, e  in dunque per la fede.

Ciò che passa oggi per Protestantesimo ha molto spesso legami più stretti con Gregorio Nisseno che coi Riformatori.

Ultimamente, molte fini persone parlano con eloquenza di restituire all’educazione, alla bibbia, alla politica, “l’approccio basato sui principi”. Echeggiano Origene e Gregorio Nisseno. I principi sono astrazioni. Sono idee che vediamo come “basilari” per qualcosa e che formuliamo, come se l’obbiettivo del pensare fosse un’astrazione. Per quanto farcito di buone intenzioni, questo metodo è anti-cristiano. L’attenzione delle Scritture è su Gesù Cristo: Egli non è un’astrazione né un principio ma Dio incarnato. La nostra vocazione è d’incarnare la parola-legge di Dio in tutto il nostro essere, la nostra educazione, politica, vita famigliare, economia, arti e scienze, e qualsiasi altra cosa. L’ “approccio basato sui principi” è una ritirata non un’avanzamento; trascura l’incarnazione anziché edificarci sopra. Ritorna ad un universalismo greco anziché vedere l’unità dell’universale e del particolare in Gesù Cristo e nel Dio trino.

La storia richiede l’incarnazione, perché la storia è opera di Dio. La storia si è mossa verso l’incarnazione di Cristo, ora si muove al nostro incarnare la sua parola-legge nella nostra vita, e in tutto il mondo, e al suo ritorno.

Poiché la storia richiede l’incarnazione e il suo mandato per noi, quando i cristiani deviano del loro compito, altri lo assumono. E che dei cristiani, con la ricchezza della parola-legge di Dio e la potenza dello Spirito santo, inseguano i (puramente spirituali) luoghi di perdizione greci è pazzia. Il risultato è stato antinomismo e irrilevanza da parte dei greci che occupano i nostri pulpiti.

Altri hanno assunto il compito di fare il lavoro d’incarnazione. Nel 1935, David Friedrich Strauss pubblico in Germania il suo lavoro La Vita di Gesù. Il suo effetto fu rivoluzionario in più di un modo. Strauss divise il Gesù della storia dal Cristo della fede. Il Gesù della storia fu un contadino palestinese di cui sappiamo poco o niente, eccetto che fece una tale impressione sul suo tempo e luogo che furono attaccate a lui ogni sorta di detti, miracoli ed eventi, e fu chiamato divino, benché il reale Gesù non fosse nessuna di queste cose. Fin qui, Strauss non aveva fatto nuove affermazioni di grande importanza. Ciò che fu importante è che Strauss diede espressione a una filosofia hegeliana che egli collegò all’idea di Cristo. Come evidenzia Marilyn Chapin Massey, in Christ Unmasked, The Meaning of The Life of Jesus in German Politics (1983), gli intellettuali europei stanno affermando da oltre un secolo che l’Umanità dovrebbe rimpiazzare Cristo coma la vera divinità. Strauss vide il Gesù della storia come un primitivo precursore di questa idea del vero Cristo — la specie umana, talché “L’Umanità è l’unione delle due nature — Dio divenuto uomo”. Questo “Dio” era lo Spirito nella natura di Hegel, ciecamente all’opera per trovare espressione in una cultura in evoluzione.

Per Strauss, la storia biblica non era vera, Nè era importante. Sono le idee o principi dietro a quella storia ad essere veri. Presa letteralmente, la storia biblica è offensiva perché è soprannaturale. Se le cose avvengono nel modo biblico, cosa che Strauss non credeva, non potevano essere divine, perché il veramente divino è il veramente naturale, al lavoro nel procedimento di evoluzione naturale.

Per Strauss, in edizioni diverse del suo libro, c’erano due possibili incarnazioni di questo dio in evoluzione. Primo, avrebbe potuto diventare identico con l’Umanità, con la gente nel suo insieme, in modo che la vera democrazia sarebbe avrebbe espresso la voce di Dio. Secondo, questo dio naturale avrebbe potuto incarnarsi in un gruppo elitario di Filosofi-Re che governano su uomini inferiori. Entrambe queste forme d’incarnazione sono ben presenti in mezzo a noi oggi.

Infelicemente, alcuni ecclesiastici non hanno nulla da offrire ad un mondo nella morsa di una brutale guerra del male contro Dio eccetto delle omelie sui colori degli arredi del tabernacolo! Origene è vivo e vegeto in fin troppi pulpiti. Origene è ben noto come uno che si è castrato per evitare la concupiscenza; non funzionò! Gli antinomisti si sono tagliati via dalla potenza di Dio e pensano di averci guadagnato.

Origene disse: “Chi oserà dire che la Parola di Dio non sia di alcuna utilità e non contribuisca alla salvezza in alcun modo, ma non faccia nulla di più che parlarci di eventi che sono avvenuti nel passato e che non siano in relazione con noi?” Ecco la chiave: tutto doveva avere una “relazione con noi”, cioè alla nostra esperienza spirituale! Ora, i molti capitoli sulla costruzione del tabernacolo (Es. 24-40) trattano del passato, ma non con la nostra presente situazione o esperienza. Per i figli di Origene, questi capitoli sul tabernacolo devono essere spiritualizzati e sul loro significato esoterico sono stati scritti molti libri e predicati molti sermoni. Ma cosa ci dice la bibbia in Esodo 25-40? Ci dice che il Dio vivente, il Dio con cui abbiamo a che fare, è così preciso nelle sue richieste da non permettere progettazioni creative o innovative della sua Casa. Questo dovrebbe impaurire questi eccentrici capi “spirituali”. Il Dio che è così esigente e preciso riguardo alla sua Casa non permetterà mai etiche innovative, teologie simboliche, comportamenti religiosi creativi. Questo non è un Dio con cui trastullarci usando la nostra immaginazione per inventarci nuovi significati.

Davide vide che non avrebbe potuto combattere la battaglia di Dio nell’armatura di Saul, e neppure possiamo farlo noi.

Gregorio Nisseno, nel suo resoconto di Giosuè e le spie, cita il grappolo d’uva portato indietro dalle spie appeso a una stanga come tipico di Cristo sulla croce e il suo sangue come la “bevanda di salvezza per quelli che credono”. Gregorio eccelse in questo tipo di simbolismo immaginario, e  mise in campo un non piccolo potere intellettuale per questo compito. Ma, mentre Gregorio scriveva, Roma stava morendo. Diversamente da Salviano, egli era poco consapevole di quel fatto. Scrisse La Vita di Mosè nel 390 circa, quando Roma non aveva ancora molto da vivere. Non sorprende che abbia scritto per monaci che si erano ritirati dal mondo. Egli credeva nella dottrina aristotelica della virtù come il giusto mezzo, non nella visione scritturale della virtù come fedele obbedienza alla parola-legge di Dio. Il suo debito maggiore era nei confronti di Platone, col quale egli ricercò il vero in astrazioni.

Ma Gesù Cristo dichiara: “Io sono la via, la verità, e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv. 14:6). Gesù Cristo è una persona, non un’astrazione, un principio o un’idea, ed Egli dichiara che il vero è una persona, Sé medesimo. Noi non possiamo rincorrere le astrazioni ed essere fedeli a Cristo. Egli solo è la Via, la Verità e la Vita.

R.J. Rushdoony Novembre, 1984


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