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Il ruolo delle donne

Uno dei problemi cronici dell’uomo è che troppo spesso reagisce invece di agire. I termini e la natura dei problemi della vita sono imposti dall’opposizione piuttosto che da loro stessi, e le azioni sono sciocche.

Fin troppo spesso è stato così riguardo alle  reazioni degli uomini, Cristiani e non-Cristiani, al movimento di liberazione delle donne. I risultati sono a volte penosi. Due esempi saranno sufficienti. In una chiesa, alcune donne si riunivano insieme per studiare le Scritture. Le donne erano di varie età ma con un comune bisogno di conoscere meglio la Bibbia nella sua applicazione ai loro problemi di ogni giorno. La chiesa ordinò la fine degli studi, benché non ne fossero nati dei problemi. L’interesse degli studi non era ecclesiastico, e gli incontri non erano parte dell’opera della chiesa né erano limitati a membri di chiesa. Per nessuna estensione dell’immaginazione si può far dire a qualsiasi testo delle Scritture che proibisca a donne di studiare insieme le Scritture.

In diverse altre chiese le donne vengono tenute in una sottomissione  non Biblica, trattate come bambini, non  come adulti. La Bibbia dichiara che Sara è la moglie modello nella sua obbedienza e sottomissione (I Pt. 3:1-7). Non possiamo comprendere il significato di ciò senza riconoscere il fatto che all’occasione Sara, confidando nella santità della propria posizione, diede ad Abramo un ultimatum (Gen. 16:5; 21:9-13), e Dio dichiarò: “Dà ascolto a tutto quello che Sara ti dice” (Gen. 21:12)  una proposizione che gli uomini raramente o forse mai mai usano come testo per un sermone!

Inoltre, come disse Charles Hodge, riguardo ad Efesini 5:22, l’autorità del marito (o qualsiasi altra autorità umana) non è illimitata. “Si estende su tutti i dipartimenti; ma è limitata in tutti; Primo dalla natura della relazione; e secondo dalla più alta autorità di Dio. Nessun superiore, che sia padrone, genitore, marito o magistrato può renderci obbligatorio o farci fare ciò che Dio proibisce o non farci fare ciò che Dio comanda” (Charles Hodge: Commentary on the Epistle to the Ephesians, p.314f.)

Ma questo non è tutto. La stupidità di fin troppi uomini non è in nessun altra cosa più evidente che nella supposizione che la subordinazione significhi inferiorità. La maggior parte di noi sono stati talvolta, e usualmente il più delle volte, subordinati a uomini molto inferiori. In un mondo caduto questo è di  ordinaria amministrazione. Il mondo comunemente apprezza la posizione di un uomo nei termini di un criterio molto limitato tipo ricchezza, nascita, educazione e simili. Generalmente l’aristocrazia naturale del talento e del carattere non prevale in una società peccatrice! Presumere che la preminenza di posizione e di potere sia preminenza in intelligenza, carattere ed abilità significa presumere che gli uomini che governano a Washington e al Cremlino siano la crema della storia! Tale prospettiva sarebbe pura idiozia ma è un tipo di idiozia che troppi uomini hanno in relazione alle donne.

Un aspetto di questa idiozia, orgogliosamente insegnata come vangelo da alcune chiese e da  pastori è l’assunto blasfemo che il marito è il mediatore tra Dio e la moglie. Le Scritture ci dicono che il marito è il capo della famiglia non un mediatore né un piccolo Cristo. In relazione al Signore marito e moglie sono dichiarati “coeredi della grazia della vita” (I Pt. 3:7); il marito non viene dichiarato l’erede principale, né il percettore di una grazia o saggezza maggiori. Non ci viene detto che le preghiere della moglie sono impedite o nulle se ella non prega attraverso il marito-mediatore. Troppi uomini vogliono una moglie amorevole ed incantevole nel servirli e poi che sia uno zombie silenzioso il resto del tempo! Pietro ci dice che le preghiere di un marito e di una moglie sono impedite se l’uno o l’altra sono falsi rispetto ai loro doveri sotto Dio.

Alcune chiese danno agli uomini una religione scadente e falsa che giustifica tenere in riga una moglie mentre l’uomo è libero di essere il se-stesso-caduto. Gli uomini trovano tale religione molto appetibile!

Quando Dio ordinò il matrimonio, diede anche una proposizione per definirne il significato: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne” (Gen. 2, 24). Questo è l’opposto di ciò che troppi vedono nel matrimonio: La donna è considerata colei che lascia i genitori e si unisce, aderisce, si attacca al marito. Che ella lo faccia è vero abbastanza, ma la Bibbia sottolinea l’ esigenza che l’uomo faccia una rottura e si attacchi alla moglie. Inoltre, Gesù Cristo dichiara che questa è una affermazione di Dio stesso (Mt.19:5). Perché allora  commentari e  predicatori sono muti circa il suo significato? E’ chiaro che il comando viene dato al marito. Non è forse altrettanto chiaro che una centralità molto grande e centrale viene data alla donna, che è la “madre di tutti i viventi” (Ge.3:20)?

L’uomo è fatto di ossa e carne di suo padre e di sua madre, come ha indicato C.A. Simpson in The Interpreter’s Bible, per diventare nell’atto del matrimonio una carne, una comunità di vita con sua moglie. Nell’Ebraico la parola “unire” significa tenersi stretto, aggrapparsi, stare attaccato, essere unito insieme o seguire molto da vicino. Dato questo significato è molto importante che è all’uomo che Dio richiede questo in modo particolare. Poiché il comando è dato all’uomo, l’aspettativa umana sarebbe che la donna deve aderire all’uomo ed aggrapparsi a lui. Dio comunque mette un diverso requisito al matrimonio: l’uomo deve essere unito, o attaccarsi, o aggrapparsi a sua moglie.

Bisognerebbe notare che all’uomo è dato il dominio sulla terra, sui pesci, gli uccelli, gli animali, ed egli condivide l’esercizio di quel dominio con sua moglie (Gen. 1:26-28). Il ruolo di comando dell’uomo è nell’esercizio di quel dominio. Quando Sara chiamava Abramo “signore” (I Pi. 3:1-7), era perché Abramo era il capo nell’esercizio del loro dominio sotto il patto di Dio. In altre parole, all’uomo viene dato il comando su sua moglie nell’esercizio del dominio, non dominio su di lei.

La relazione di un uomo coi suoi genitori è una relazione di sangue. Egli è geneticamente ossa delle loro ossa e carne della loro carne. Questa però è la relazione che egli deve “lasciare” per  “unirsi” a sua moglie, una relazione non di sangue. Questa nuova relazione non-genetica deve lo stesso diventare ossa delle sue ossa e carne della sua carne (Ge. 2:23-24).

Sarebbe pericoloso e falso spingere il punto troppo lontano, o considerarlo più che un importante analogia Biblica, ma l’analogia con la circoncisione c’è. Nella circoncisione, l’organo della generazione viene fatto essere il segno del patto nella sua condizione di circonciso, stando a significare che la speranza dell’uomo non è nella generazione ma nella rigenerazione, una nuova vita nel Signore. La circoncisione, come indicò Gherardus Vos, in Biblical Theology “sta per giustificazione, rigenerazione, più  la santificazione” ( Rom. 4, 9-12; Col. 2, 11-13) (p. 105).

In un certo senso  anche il matrimonio è paragonabile a una nuova vita. I due diventano “una carne,” una nuova comunità di vita. Nei termini di questa unità Paolo usa il matrimonio come tipo dell’unità di Cristo con la Sua Chiesa (Ef. 5:21-33). Attraverso questa analogia ci viene detto  che i mariti devono amare le loro mogli  come Cristo anche amò la chiesa “e diede se stesso per essa”. Questo chiaramente richiede il servizio sacrificale nei confronti della nuova entità di vita: la famiglia. Il ruolo di comando del marito è uno paragonabile a un amore radicale e a un servizio sacrificale, non un potere tirannico. Il Signore l’ha reso chiaro, il primato nelle scritture significa servizio: “il maggiore di voi sia vostro servo” (Mt. 23:11). Nell’episodio del lavacro dei piedi, nostro Signore disse: “Io infatti vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi” (Gv. 13:15). Per l’uomo cercare le benedizioni del matrimonio Cristiano con dottrine pagane dell’autorità è blasfemo.

La famiglia crea così una nuova entità: i due diventano una carne. Due linee di sangue e linee di fede vengono insieme per creare una nuova unione, una che unisce due retaggi culturali. Eugene Rosenstock-Huessy, in The Multiformity of Man (1936) richiamò l’attenzione al fatto che, ai vecchi tempi, la sposa passava dalla casa di suo padre alla nuova casa con una unità di fede e di eredità. “Ella non era esposta alla dottrina, o ai valori, o agli ideali di nessun altro uomo.” Questo è ora completamente cambiato dall’educazione pubblica statale. Lo stato impone molti padri ai figli e figlie di una famiglia; questi insegnano credi e valori antagonistici a quelli delle famiglie degli allievi. Il risultato, dice Rosenstock-Huessy, è una educazione politeistica. “In questo modo, un uomo moderno non sposa la figlia di un uomo, ma l’allieva di molti uomini,” e la stessa educazione politeistica è vera per il giovane uomo.

I risultato è che, invece di creare una nuova entità il matrimonio crea un’altra copia carbone di un modello statalista stampato a macchina e assemblato in fabbrica.  Con l’insegnamento dell’educazione sessuale in queste scuole “pubbliche” tecniche da copia-carbone vengono introdotte nel letto matrimoniale, dove la performance è secondo il modello ispirato dal libro ed in termini della più moderna ricerca sessuologica. Che ne risultino problemi non dovrebbe sorprenderci.

Una delle ragioni in favore della Scuola Cristiana è per preservare la priorità della famiglia nella vita del bambino. La scuola statale taglia alla base la famiglia Cristiana ed è anti-familista è perciò è il terreno peggiore per addestrare al matrimonio.

La famiglia Biblica è per natura orientata verso il futuro. Siccome richiede che ci sia una continuità di fede e di onore, mantiene le radici nel passato. “Onorerai tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra che l’Eterno, il Dio tuo ti dà.” (Es. 20:12) Questo “onorerai” significa continuità e amore. Allo stesso tempo ci deve essere un distacco: lasciare il padre e la madre per unirsi alla moglie. Passato, presente e futuro sono da Dio e sotto Dio.

Il mondo statalista è diverso. Il fine dello stato è il controllo e la restrizione allo stato dei cambiamenti. Anziché l’individuo o la famiglia come fonte d’innovazione, cambiamento ed imprenditorialità, abbiamo lo stato in controllo di tutte queste cose. Però quando lo stato diventa così potente diventa una vasta burocrazia e offre un mondo congelato, preconfezionato, non un futuro.

La famiglia è la vera sorgente del futuro, non lo stato, e la donna ne è la chiave. La scuola statale è una fabbrica per la produzione di cittadini  concepita per produrre persone le cui lealtà sono erose. Nessun legame famigliare lega il prodotto ben istruito della scuola statale. In questo modo tutte le istituzioni competitrici o lealtà famigliari, fede ed eredità culturale sono eliminate. Il risultato è un uomo di massa; tale uomo è facilmente un ribelle, uno scontento, un parassita, ma non sarà capace di far alto che cercare una soluzione statale ai problemi perché per lui nessun altra agenzia ha alcuna statura od offre fattibilità. Egli è un prodotto di fabbrica con reazioni e responsi standardizzati.

La famiglia Biblica però e orientata verso il futuro. Comincia sotto Dio come atto di fede non come una prova, un esperimento nella vita. E’ governata da una fede e da un modo di vivere che lega il passato al presente e al futuro. I nonni e i genitori condividono l’interesse  per il futuro dei figli e per una continuità di fede e di vita. Allo stesso tempo sono interessati che ci sia progresso per i figli.

Qualche economista ha tristemente predetto che la generazione presente e quella che verrà saranno le prime nella storia dell’America il cui standard di vita sarà inferiore a quello dei loro genitori. Se il controllo statalista continua ed aumenta potrebbe benissimo essere vero poiché lo statalismo ricerca un ordine mondiale congelato e preconfezionato, non uno libero.

Le Scritture ordinano all’uomo di attaccarsi o aderire a sua moglie perché la donna pia è la madre della vita. Attaccarsi alla propria moglie significa che uno si attacca o aderisce, o segue molto da vicino, non i propri genitori ma la propria moglie. Attaccarsi alla propria moglie significa che un uomo vede il futuro con lei e nei termini di lei, non nei termini del suo passato, non nei termini dello stato.  Certamente non ci viene detto di attaccarci o di seguire da vicino lo stato, il presidente, il governatore o il primo ministro. Fin troppi uomini sono più sposati con lo stato e le sue promesse che alle loro mogli, e il risultato è quello che potremo chiamare politica orgasmica. La speranza futura è allora politica, non personale.

Il matrimonio è un atto personale fra due persone che creano un “una carne” molto personale sotto il molto personale Dio delle Scritture. Il futuro creato dalla famiglia in Cristo non è l’impersonale mondo-mostro dei pianificatori statalisti ma una libera società nel Signore.

Il mandato del dominio di Genesi 1, 26-28 è seguito dall’istituzione del matrimonio, Genesi 2, 20-24. questi non sono senza relazione. Il secondo implementa il primo.

Il  ruolo di comando dato agli uomini non significa l’accantonamento delle donne. Le epistole Paoline ci dicono apertamente quanto reale ed esteso fu il ruolo delle donne nella chiesa del Nuovo Testamento. Gli uomini che cercano di fare delle donne una semplice aggiunta a se stessi sono stupidi, sciocchi e non agiscono cristianamente. Rifiutano la ricchezza della via di Dio per la povertà del proprio ego. Le chiese che relegano le donne ad un limbo di irrilevanza sono colpevoli davanti a Dio. La subordinazione non significa irrilevanza né incompetenza. Se questo fosse vero, ogni corporazione starebbe meglio se tutto il personale e gli impiegati venissero licenziati e rimanesse solo il presidente del consiglio d’amministrazione! Comunemente significherebbe l’allontanamento dell’intelligenza.

Nei termini delle Scritture il movimento di liberazione delle donne è un nonsenso, ma proprio tale è anche la posizione di troppi uomini di chiesa. Genesi 2:24 ci dice qualcosa che non osiamo dimenticare. Cominciando con la prima coppia, Adamo ed Eva, Dio richiede un lasciare ed un unirsi. C’è un attaccarsi naturale e felice da parte delle donne ai propri mariti, a pii mariti Ma c’è un attaccarsi che è centrale, è comandato da Dio, ed è al cuore del vero matrimonio; ed è del marito a sua moglie.  (Febbraio 1984)

Traduzione by G. M. 2001 Roots of Reconstruction. The place of women. P. 215


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