Consumazione

43: La vittoria del Regno

Matteo 24 e 25

La storia del patto di Dio è stata trattata fino alla missione di Paolo a Roma, ma la storia non è completa se non si racconta il completamento di tutte le cose. Questa consumazione non è ancora storia ma un giorno apparterrà alla storia della “età presente”. Pertanto, la storia di questa età presente fino alla consumazione è parte della storia del patto.

          Concetto principale: Un giorno il Regno della grazia avrà la vittoria.

          La sparizione dalla vista del Regno. Un giorno, mentre il Signore  Gesù stava lasciando il tempio con i suoi discepoli, questi gli fecero osservare la bellezza degli edifici del tempio. Come deve essere sembrata terribile ai loro orecchi la sua predizione: “In verità vi dico che non resterà qui pietra su pietra che non sarà diroccata”. Queste parole fecero sui discepoli una profonda impressione. Non appena si furono seduti sul Monte degli Olivi, di fronte a Gerusalemme, gli chiesero quando ciò sarebbe accaduto. Avevano compreso che questa distruzione sarebbe venuta per causa sua perché il giudaismo, che era orgoglioso del proprio tempio, aveva rigettato Gesù. Con la gloriosa venuta del suo Regno il tempio sarebbe stato distrutto. Quella venuta avrebbe significato la fine dell’età presente. Gli chiesero che segni avrebbero preceduto la sua venuta e quando avrebbero potuto aspettarseli.

I discepoli avevano inteso appropriatamente molte cose. Bramavano la venuta del Regno nella sua gloria e desideravano conoscerne i segni. Correttamente, videro anche che questo regno sarebbe risultato nella disintegrazione del giudaismo incredulo e del suo tempio. Nè era interamente errato che pensassero che questo evento drammatico avrebbe introdotto la fine dell’età presente.

Noi possiamo vedere questo fatto più chiaramente sebbene non dovremmo divorziare la distruzione di Gerusalemme dalla fine dell’età presente. Il mondo giudaico si sarebbe disintegrato perché non si era sottomesso al Regno della grazia del Signore. In modo simile, il mondo sarebbe stato distrutto perché sarebbe divenuto disobbediente al suo vangelo. Tuttavia, prima il vangelo sarebbe stato predicato nel mondo intero  come testimonianza a tutte le nazioni. Ma a seguito della disobbedienza del mondo sarebbe venuta la distruzione. In questo modo, la caduta di Gerusalemme avrebbe presagito la fine del mondo presente. Un giorno il Signore sarebbe venuto in giudizio. Cominciò a dire tutte queste cose ai discepoli.

Per certo non tutte le persone del mondo avrebbero creduto nel Regno. Al contrario, falsi profeti si sarebbero proclamati redentori del mondo e avrebbero fuorviato molti. Gli uomini avrebbero cercato salvezza ovunque fuorché nel Regno della grazia di Cristo.

E lo spirito di quel Regno non si sarebbe impossessato del mondo. Le nazioni sarebbero state divise l’una dall’altra. Il mondo sarebbe stato pieno di guerre e rumori di guerre. La gente non avrebbe compreso la giustizia del Regno.

Come risultato, le benedizioni del Regno sarebbero scomparse dalla terra. Il Regno avrebbe dovuto sottoporre il mondo e tutta la sua vita all’uomo e l’uomo a sua volta sottometterlo a Dio in obbedienza di fede. Quella era la pace biblica. Ma nel rigettare il Regno l’uomo sarebbe vissuto nel terrore a causa di terremoti e di epidemie.

Tuttavia, tutto questo avrebbe segnato solo l’inizio della sofferenza. Un nemico giurato sarebbe emerso per sfidare i credenti. La chiesa sarebbe stata perseguitata. Molti dei suoi membri avrebbero apostatato e si sarebbero perfino traditi a vicenda. Gli apostati si sarebbero uniti ai ranghi dei falsi profeti che portavano il loro proprio vangelo.

Siccome la fede sarebbe stata purgata dalla vita del mondo, la malvagità si sarebbe moltiplicata e la vita sarebbe diventata gradualmente più empia. Quasi nessuno sarebbe stato capace di sfuggire a quelle influenze. I credenti avrebbero avuto per le mani un serio combattimento.

Che sarebbe rimasto della rivelazione del Regno nel mondo? Sarebbe stato sempre più difficile credere nel Signore Gesù Cristo come Re di pace. Quanto difficile è già nel nostro tempo! Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

          La grande tribolazione. I credenti hanno il compito di lavorare dappertutto nella vita perché tutta la vita deve essere sottomessa a Cristo e la giustizia del suo Regno deve governare ovunque. Tuttavia, alla fine la vita sarà così completamente satura di peccato che i credenti non potranno più partecipare significativamente alla vita e dovranno ritirarsene. Sarà terribile perché la vita delle persone diventerà impossibile. In particolare i giovani ne saranno grandemente toccati.

Gesù volle predire anche questo affinché i credenti fossero preparati. Predisse come sarebbe stato verso la fine dell’età comparando il comportamento dei credenti al tempo della distruzione di Gerusalemme.

I Giudei si sarebbero sollevati contro i Romani e avrebbero cercato di scuotersi di dosso il loro giogo. Ma quando le legioni romane avessero invaso Canaan, un tempo terra santa, i Giudei non avrebbero dovuto prendere le armi in difesa del loro onore nazionale perché allora sarebbe venuto il giudizio di Dio. Sarebbero dovuti fuggire, disse Gesù, al di là del Giordano, ai monti. Sarebbe stato doloroso, predisse Gesù, e cosa avrebbe riserbato il futuro ai loro figli? Eppure era inevitabile. Potevano solo pregare che la fuga non dovesse avvenire nelle circostanze più difficili.

Sarebbe stato così anche verso la fine dell’età presente. A causa del moltiplicarsi della malvagità la vita sarà oppressiva. Questa oppressione causata dal peccato soffocherà la vita. Specialmente per i credenti, l’esistenza diventerà impossibile e i loro figli non avranno futuro. Ma poiché Dio ama i suoi, abbrevierà quei giorni, le cose avverranno ad un andamento più frenetico di quanto si credesse possibile.

Sfuggire a questa ordalia, però, sarà impossibile. Durante quei giorni la gente dirà cose strane. Diranno che qui o lì Cristo è apparso. Ma quelli che appartengono a Cristo non dovranno credere queste chiacchiere perché quando egli viene sarà rivelato a tutti nello stesso istante, proprio come il lampo è visibile a tutti. Il giudizio riguarda tutti e perciò verrà su tutti.

La crisi sarà terribile se perfino il Signore Gesù è incapace di parlare di qualche sollievo. Il mondo rimarrà in questa oppressione, senza sollievo fino a che lui appare.

          Il giudizio che viene su noi tutti. Immediatamente dopo questa grande tribolazione verrà il giudizio. Cieli e terra saranno scossi. Sole, luna e stelle saranno oscurati. Il mondo intero sarà nel terrore quando vede la gloria del Figlio dell’Uomo. Poi egli raccoglierà dal mondo i suoi eletti.

Gli eletti sono chiamati a prestare attenzione ai segni. Quando in primavera gli alberi germogliano sappiamo che l’estate è vicina. Similmente, dai segni nella storia i credenti saranno in grado di determinare che la venuta del Regno è vicina. Quella venuta sarà prima di quanto ci aspettiamo. Non verranno altre dispensazioni: la chiesa qui sulla terra, che vive nella  presente dispensazione della grazia, rimarrà fino alla venuta di Cristo e del suo Regno. Dobbiamo ricordare queste parole del Signore Gesù perché saranno sicuramente adempiute.

In generale, la gente nel mondo non sarà attenta ai tempi della fine. Somiglierà molto ai tempi di Noè quando le persone vivevano solo per se stesse e furono improvvisamente travolte dal diluvio. Gli uomini saranno indaffarati col loro lavoro come al solito, tanto i credenti che i non credenti, finché improvvisamente avverrà la grande vagliatura che separerà quelli che hanno vissuto per il Signore da quelli che hanno messo se stessi al primo posto. Due uomini lavoreranno nei campi, uno sarà sarà portato via in giudizio mentre l’altro sarà risparmiato. Due donne lavoreranno alla stessa macina: una sarà giudicata, l’altra risparmiata.

Tutto il mondo dovrebbe vivere aspettando trepidamente quella fine! Nessuno conosce né il giorno né l’ora, neppure gli angeli in cielo. La venuta del giudizio sarà improvvisa come un ladro nella notte. Purtroppo, pochi saranno in attesa, avvertì Gesù, eccetto i credenti. Sarà meglio che siano pronti in modo da non esserne spiacevolmente sorpresi!

Il Signore Gesù rinforza i suoi avvertimenti con esempi. Un padrone prepone uno dei suoi servi all’amministrazione della sua casa durante la sua assenza. Un servo responsabile non ha bisogno di preoccuparsi se il suo padrone ritorna inaspettatamente. Lui è sempre pronto. Ma se trascura i propri doveri o imbroglia il suo padrone, il padrone lo punirà più che sicuramente. Similmente, se noi viviamo in obbedienza al Signore saremo sempre pronti per il suo ritorno.

          La prova. Poi il Signore Gesù raffigurò il giudizio stesso. L’autorità per giudicare l’ha ricevuto dal Padre. Cristo separerà i credenti dai non-credenti  proprio come un pastore separa le pecore dai capri quando la sera ritorna all’ovile.

Collocando i credenti alla sua destra dirà loro: “Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo.” Li farà entrare nella gloria del suo Regno dicendo: Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere.” Sulla terra avevano vissuto solo per il Signore Gesù.

Non comprenderanno ciò che dice non sapendo di averlo fatto per il Signore. Certamente non possono vantarsi delle loro azioni. Allora il Signore dirà loro: “tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me.” Per amore di Cristo si sono donati in amore e nel farlo  avevano dimostrato l’essenza del Regno. Non avevano guadagnato nulla nel farlo ma quando avevano visto come Cristo aveva dato se stesso così completamente nel suo Regno si erano donati anche loro. Quella era stata una reazione al suo amore e costituì un’atteggiamento verso la vita completamente diverso da quello che si può trovare nel mondo.

Gli increduli alla sinistra udranno il suo rimprovero che non hanno fatto niente per lui. E quando chiesero quando ebbero l’opportunità di fare qualcosa Gesù replicò che non avevano mostrato amore per gli altri per amore suo. Non avevano dato nulla e non avevano amato nessuno se non se stessi perché avevano rigettato i suoi doni e il suo amore.

Gli increduli affonderanno nell’eterna sofferenza. Induriranno se stessi per sempre nella loro ribellione contro Dio e nel loro rigetto del suo amore. L’ira di Dio arderà contro di loro per sempre. I credenti, che hanno conosciuto la giustizia del Regno, godranno la comunione di Dio per sempre.


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