10: La gioia della vita

Giovanni 7

La festa dei tabernacoli commemorava il viaggio attraverso il deserto, quando Israele dimorò in tende. Dio li aveva portati dentro il paese in cui scorreva latte e miele. Ora non dimoravano più in regioni brulle ma in un paese ove scorreva acqua viva. Questa gioia era celebrata alla festa dei tabernacoli. Si facevano delle tende, dei capanni, con rami e foglie e versavano dell’acqua davanti alla presenza di Dio come offerta di ringraziamento a lui.

Tuttavia, la celebrazione gioiosa di questa festività si era deteriorata. Sebbene la gente godesse delle buone cose che il paese offriva, questa abbondanza non era vista come un dono di Dio o come prova della sua benignità. In simili circostanze la vera gioia della vita non può essere sperimentata. C’erano invece un’immorale deriva  e licenziosità. Cristo pose fine a tale decadenza. Egli diede l’acqua viva della comunione con Dio e per mezzo di essa, la vera gioia della vita. In chiunque riceva la comunione mediante lo Spirito, la gioia diviene una fonte mediante la quale anche altri sono dissetati.

          Concetto principale: Il Cristo dà la vera gioia della vita.

          L’incredulità dei suoi fratelli. In Galilea l’ostilità della gente aveva raggiunto proporzioni critiche. Ma in Giudea era anche peggio. L’ostilità in Giudea era così intensa che per Gesù non era più sicuro farsi vedere lì.

La festa dei tabernacoli era vicina. A quella festa i Giudei commemoravano il viaggio attraverso il deserto e ringraziavano Dio per la buona terra in cui li aveva portati. Le folle stavano già salendo a Gerusalemme. Anche i fratelli più giovani di Gesù si stavano preparando per il viaggio. Notarono che Gesù non stava facendo preparativi per salire a Gerusalemme perciò gli chiesero se vi sarebbe andato. Segretamente erano piuttosto orgogliosi dei suoi miracoli e della sua grande reputazione. Rincresceva loro che le folle in Galilea avessero cominciato a voltargli le spalle e che Gesù stesso si stesse ritirando. Suggerirono che sarebbe dovuto salire a Gerusalemme e fare un grande miracolo alla festa. Allora i Galilei indecisi si sarebbero di nuovo schierati dalla sua parte e i suoi seguaci a Gerusalemme avrebbero ripreso coraggio.

Non avevano compreso che lui voleva essere il Redentore del popolo e tuttavia rimanere defilato. Non riuscirono a vedere che era venuto per la vera redenzione spirituale del suo popolo. Dovette sopportare anche le incomprensioni dei suoi fratelli. Poiché non credevano in lui Gesù non era al momento in grado di darsi a loro. Più tardi si sarebbe rivelato pure a loro e con ciò la loro fede sarebbe stata risvegliata.

Gesù spiegò ai suoi fratelli che, poiché il suo tempo non era ancora giunto, non poteva accompagnarli alla festa. Senza che lo sapessero, Gesù stava alludendo alla sua morte sulla croce. Non voleva ancora che le cose a Gerusalemme precipitassero. Per quella ragione avrebbe dovuto agire con discrezione perché a Gerusalemme lo odiavano perché testificava costantemente contro il loro legalismo. Tuttavia consentì che vi andassero i suoi fratelli, siccome non avevano abbracciato Gesù, nessuno aveva motivo di odiare loro. Più tardi, quando la festa era cominciata e le strade erano libere, anche Gesù e i suoi dodici andarono a Gerusalemme.

          La legge per la vita. Insegnò ancora una volta nel tempio. La gente si era chiesta dove fosse e se sarebbe venuto alla festa. Erano divisi su di lui, alcuni a favore altri contro, ma nessuno osava parlarne pubblicamente. Tutti avevano notato l’ostilità che c’era a Gerusalemme ma il sinedrio  non aveva ancora pronunciato alcun giudizio.

L’insegnamento di Gesù strabiliò la gente. Com’è che conosceva le Scritture, si chiesero? Non aveva mai studiato sotto gli scribi. Gesù rispose indicando che era stato mandato: aveva ricevuto il proprio mandato da Dio e Dio stesso lo aveva istruito. Se, li sfidò Gesù, ci fossero tra loro alcuni che desideravano adempiere la chiamata di Dio nella loro vita avrebbero dovuto comprendere che il suo insegnamento proveniva da Dio. Avrebbero riconosciuto che lui incarnava la Parola di Dio. Spesso non vogliamo sottometterci a quella Parola e perciò non la comprendiamo.

I suoi ascoltatori non si sottomisero alla Parola di Dio. Si gloriarono invece della legge di Mosè che tra l’altro, non seguivano perché stavano infatti complottando per ucciderlo. I più scelsero di fraintendere Gesù e lo accusarono di essere posseduto. Chiesero di sapere chi, secondo lui, stava cercando d’ucciderlo. Gesù ignorò le loro grida e indicò che erano loro a volerlo eliminare. Disse di portare la vita stessa, la vera vita nel patto di Dio e di aver in quel modo compiuto il significato del sabato. (Vedi Vol. I, pp. 34-35). Lo odiavano perché portava loro la vita ed essi preferivano invece aggrapparsi al loro modo di vivere che conduceva a morte. I loro occhi erano chiusi al patto e al significato del sabato all’interno di quel patto! Per illustrare l’incoerenza del loro legalismo Gesù evidenziò che, secondo la legge di Mosè, i neonati venivano circoncisi in giorno di sabato. Perché dunque escludevano dal sabato la guarigione e il perdono dei peccati?

Alla fine ci fu una differenza di opinioni su di lui. Alcuni giurarono apertamente di eliminarlo. Erano basiti che gli fosse perfino permesso di comparire in pubblico. Si chiedevano se Gesù fosse riuscito a persuadere i capi che era il Messia. Alcuni anziani lo negarono animosamente. La maggior parte dei capi erano convinti che quando il Messia sarebbe venuto, nessuno avrebbe saputo donde venisse. Affermavano che il vero Messia sarebbe stato in mezzo a loro misteriosamente per molto tempo e un giorno sarebbe poi comparso assai inaspettatamente. Ma di Gesù sapevano che veniva da Nazareth. Gesù replicò che non sapevano di dove venisse perché non sapevano che il Padre lo aveva mandato.

L’opposizione si indurì. Molti volevano arrestarlo sul posto. Molti lo odiavano così intensamente eppure nessuno gli mise addosso neppure un dito. Com’era potuto avvenire? Il tempo del suo soffrire e morire non era ancora venuto; perciò il Padre lo stava custodendo.

          Fiumi d’acqua viva. La tensione aumentò. Molta gente comune disse: “Il Messia, quando verrà, farà segni miracolosi più grandi di quelli che ha fatto lui?” Cominciarono a credere in Gesù, un fatto che allarmò i Farisei e li spinse in una empia alleanza coi Sadducei. Avendo deciso di uccidere Gesù mandarono le loro guardie ad arrestarlo alla prima occasione.

I nemici di Gesù erano tutto intorno a lui. La decisione era stata presa, il dado era stato tratto. Sarebbe ritornato a Dio dal quale era venuto. La gente lo avrebbe cercato invano. Avrebbero cercato un Redentore, un Messia, ma non sarebbero riusciti nei loro sforzi perché avevano rifiutato di riconoscere che Gesù era stato mandato da Dio.

La maggior parte dei Giudei non fece alcuno sforzo per comprendere. Beffardamente gli chiesero se sarebbe andato all’estero a fare proseliti. Si rendevano ben conto che questo non era ciò di cui stava parlando; continuarono a interrogarsi perché Gesù li aveva resi insofferenti.

La concitazione raggiunse il suo culmine durante l’ultimo giorno della festa. La gente gioiva della buona terra in cui viveva. Divenne una festa di licenziosità. Non vedevano le cose buone come segno del favore di Dio nel  suo patto. Non godevano la comunione di Dio in quel patto. Come risultato, erano ostili a Gesù che predicava quella comunione e voleva darla loro. Di nuovo Gesù li invitò a partecipare nella comunione di Dio: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva”. Offrì l’acqua viva, la vera gioia della comunione con Dio, comunicata dallo Spirito santo. Quello Spirito avrebbe aperto ai credenti l’intera creazione. Avrebbero goduto il mondo intero come prova della benignità  e della fedeltà pattizia di Dio. Attraverso questa gioia nella vita sarebbero diventati anche una benedizione ad altri perché la gioia sarebbe diventata dentro di loro una scaturigine d’acqua viva.

Di nuovo si levò il dissenso. Alcuni dissero che Gesù era il profeta che avevano atteso. Altri che era il Cristo. Ma altri ancora contraddicevano entrambe le affermazioni argomentando che il Cristo doveva venire da Betlemme e non dalla Galilea. L’atmosfera diventò così carica di recriminazioni che alcuni volevano afferrarlo. Però, nessuno potè mettergli le mani addosso perché il tempo determinato dal padre non era ancora venuto. Ad ogni modo, alla fine lo rigettarono perché la Parola di Dio non aveva fatto loro venir sete per l’acqua viva che Gesù voleva dare.

          Autosufficienza. La delegazione di guardie del tempio ritornò al sinedrio senza aver compiuto la sua missione. Quando fu loro chiesto perché non lo avessero arrestato ammisero che anche loro erano stati profondamente colpiti dai  suoi insegnamenti. Furiosi i farisei chiesero loro se fossero stati anch’essi sedotti da lui. Fu loro detto di stare agli insegnamenti che avevano ricevuto dai loro superiori nessuno dei quali aveva creduto in lui. Non c’è dubbio che gli anziani erano autosufficienti e non avevano bisogno di Gesù. Con arrogante autosufficienza guardavano dall’alto al basso le folle che non capivano la legge e perciò minacciavano di passare dalla parte di Gesù. Gli altezzosi farisei maledirono le persone comuni mentre Gesù stendeva le sue mani verso di loro.

Fortunatamente ci fu un Fariseo che la pensava diversamente. Era Nicodemo che in una precedente occasione era andato da Gesù di notte. È evidente che il suo cuore veniva aperto sempre di più alla parola della vita. Azzardò andare contro i suoi colleghi chiedendo loro se condannare una persona senza averlo prima ascoltato fosse in accordo con la legge.

Ora rivolsero la loro furia contro Nicodemo. “Bravo, prendi le parti di questo Galileo!” Gli dissero sarcastici. “È mai uscito alcun profeta dalla Galilea?” sghignazzarono. La loro arroganza divenne evidente nel modo sprezzante in cui vedevano la Galilea, ignorando il fatto che spesso Dio preferisce gli umili. Senza concludere nulla gli anziani andarono a casa. Il tempo di Dio non era ancora giunto. Tuttavia, per molti farisei il tempo della grazia stava per terminare; nella loro autosufficienza avevano solennemente determinato di rigettare l’acqua viva che Gesù offriva.


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