24: l’organizzazione della Chiesa

Atti 1:15-26

L’elezione di Mattia non fu un errore altrimenti dovremmo concludere che Pietro si sbagliò nell’appellarsi al Vecchio Testamento. Se Pietro vide la fine di Giuda profetizzata così chiaramente nel Vecchio Testamento, giustamente concluse che l’istruzione: “un altro prenda il suo ufficio” (Sl. 109:8) doveva ora essere eseguita da loro. Sebbene successivamente dell’attività di Mattia non sia detto niente non c’è alcuna ragione per pensare che sia stato fatto un errore. Non sappiamo nulla dell’opera della maggior parte degli apostoli. Neppure si può concludere che sia stato fatto un errore dalla successiva chiamata di Paolo. I dodici apostoli dovevano portare l’evangelo ai Giudei per primo mentre Paolo fu chiamato immediatamente e specialmente per la predicazione ai Gentili.

Dall’elezione di Mattia è evidente che gli apostoli considerarono l’apostolato non solo un dono ma anche un ufficio. Quando Giuda cadde nessuno reclamò che solo i rimanenti undici avessero il dono apostolico. Videro nell’ufficio un vuoto che dovevano riempire. È evidente che più persone avevano doni apostolici perché furono proposti due nomi. Uno solo però fu istituito nella posizione. In effetti Pietro fece specifica menzione di un ufficio quando disse: “un altro prenda il suo ufficio”.

Qui Pietro menziona i requisiti per l’ufficio di apostolo. Un apostolo doveva poter testimoniare della resurrezione di Cristo. Ne consegue che l’ufficio di apostolo era un ufficio solo temporaneo.

Gli apostoli si mossero subito a organizzare la chiesa mentre attendevano lo spargimento dello Spirito santo. L’attesa dello Spirito e l’organizzazione della chiesa non sono pertanto in conflitto l’uno con l’altro. Al contrario, possiamo aspettarci l’opera dello Spirito santo solo se ci adoperiamo ad organizzare la chiesa in accordo con la Parola del Signore.

          Concetto principale: Ci si può aspettare l’opera dello Spirito santo mentre si
organizza la chiesa secondo
la Parola del Signore.

          L’ascensione e l’organizzazione della chiesa. Prima della sua ascensione il Signore Gesù aveva promesso ai suoi discepoli che avrebbero ricevuto lo Spirito santo a Gerusalemme. Mentre attendevano, pregarono poiché sebbene avessero la promessa, dovevano lo stesso pregare regolarmente per il suo compimento.

Nondimeno, compresero che la loro attesa del compimento era ben altro che un attendere passivamente. Oltre alla preghiera c’era lavoro da fare.  Il Signore che era asceso al cielo e aveva inaugurato il suo pieno regno cosa voleva da loro? In quanto re della chiesa aveva dato loro autorità nel loro ufficio. Giuda, però, era decaduto. La prima organizzazione della chiesa, istituita da Gesù stesso, era stata assalita dal peccato. Sapevano che questa breccia doveva essere chiusa.

Un giorno in cui erano riunite centoventi persone, Pietro si alzò e prese la parola. Siccome desideravano fare la volontà del loro Re in cielo, la Scrittura del Vecchio Testamento  fu loro aperta. In essa videro la volontà del loro Signore.

“I fatti che riguardano Giuda” disse Pietro, “Erano già stati profetizzati nel Vecchio Testamento. Dio li aveva ordinati in quel modo nel suo eterno consiglio. Ciò non elimina la responsabilità di Giuda. Aveva ricevuto da Gesù alti onori, ma in cambio tradì il suo Maestro. Noi sappiamo che giudizio gli capitò per il suo tradimento. Si impiccò e quando la corda si ruppe cadde nel suo destino di morte. Il denaro di sangue fu usato per acquistare il cimitero chiamato ‘campo di sangue’. Tutti sanno che Giuda morì nel disonore. Del resto era stato profetizzato nella Scrittura. Ma la Scrittura dichiara anche che un altro deve assumere il suo ufficio. Dobbiamo eleggere qualcuno che sia stato con Gesù durante la sua vita terrena, in altre parole, uno che conosca ogni dettaglio della sua vita e che possa testificare specialmente della sua vittoria nella resurrezione”.

Furono di una sola mente e concordarono che si facesse così. Per mezzo dello Spirito vivevano vicini al loro Signore ed Egli rivelò la sua volontà nella Scrittura. C’era una posizione vacante, un ufficio che Cristo, in quanto Re della Chiesa, aveva dotato di autorità. Per l’onore del Signore la breccia nell’organizzazione della chiesa doveva essere chiusa. Il nostro amore per il Signore stimola il nostro interesse per la sua chiesa. Anche nelle questioni ecclesiastiche dobbiamo obbedire la sua volontà, volontà che ci fa conoscere per mezzo della Scrittura.

          L’organizzazione della chiesa e lo spargimento dello Spirito santo. I discepoli conoscevano due uomini che erano particolarmente adatti a questo ufficio, vale a dire: Giuseppe e Mattia. Il Re della chiesa avrebbe dovuto decidere lui stesso chi voleva in quell’ufficio. A quel tempo il Signore faceva spesso conoscere la sua volontà con mezzi speciali. Pertanto pregarono che il Signore indicasse, tirando a sorte, chi dei due avesse scelto. Giuda era andato per la sua strada ed era perito. In modo che ora il Signore scegliesse uno che si sarebbe dato in obbedienza alla sua chiamata, tirarono i dadi. La sorte indicò Mattia. I partecipanti concordarono unanimemente di collocarlo nell’ufficio di apostolo.

In questo modo gli apostoli avevano chiuso la breccia nell’organizzazione della chiesa. In quei giorni, mentre stavano attendendo lo Spirito santo, questa non era cosa di posa importanza. Se all’interno della chiesa non vivevano in completo accordo con la volontà del loro Signore, lo Spirito santo non avrebbe potuto fare la sua opera. Lo Spirito santo deve essere il nostro principale punto focale. Quello Spirito deve creare nuova vita in noi e nel mondo. Nella chiesa, comunque, dobbiamo essere obbedienti. Solo allora possiamo aspettarci il potente operare dello Spirito santo in tutta la chiesa. Non possiamo mai aspettarcelo se andiamo per la nostra strada, infatti, sebbene lo Spirito santo sia stato sparso sulla chiesa, dobbiamo ancora spettarci la sua sempre più potente attività. Anche la nostra vita continua ad essere una paziente attesa dello Spirito


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