30: Vittoria sulla magia

Atti 8:5-25

Non ho alcun desiderio di focalizzare sulla figura di Simone il mago. Molto più importante, la Samaria divenne obbediente alla Parola di Dio e pertanto fu liberata dalla magia.

La magia è il tentativo dell’uomo di sottomettersi le potenze divine e usarle per i propri propositi. Non è necessario discutere i vari mezzi usati per raggiungere quel fine ma dovremmo essere consapevoli delle forme di magia che si possono trovare all’interno della chiesa cristiana. Intendo non solo il concetto magico dei sacramenti nella Chiesa Cattolica Romana. Anche amministrare la Parola o pregare possono essere fatti diventare strumenti di magia. E uomini che vorrebbero manipolare Dio, come ad esempio nella loro giustizia legalista, stanno anch’essi praticando la magia. Una tale cosa è un rigetto del patto nel quale Dio ci da la sua comunione per mezzo del suo santo Spirito, una comunione che ci dà la vita.

Nel verso 5 leggiamo come Filippo abbia predicato Cristo ai samaritani. Cristo fu il punto focale della sua predicazione. Probabilmente questa breve descrizione del contenuto del suo messaggio è stata intenzionale. Cristo è l’opposto della magia. La rivelazione di Gesù Cristo non incoraggia l’uomo a controllare le potenze divine ma lo colloca in soggezione alla Parola di Grazia e lo incorpora nel Regno della grazia. Dio è sceso a noi in Cristo e con ciò ci conquista.

          Concetto principale: Samaria è liberata dalla magia
per la Parola
dello Spirito.

          Il vangelo di Cristo e la magia. A causa della persecuzione molti  credenti dovettero fuggire da Gerusalemme. Tra questi ci fu Filippo, che come Stefano, era un diacono. Filippo camminò fino alla capitale della Samaria il cui popolo era composto da un miscuglio di persone aventi antenati Giudei e non. Questi samaritani spesso parlavano del Dio d’Israele che si era rivelato al suo popolo per mezzo di Mosè ma non volevano adorarlo nel tempio di Gerusalemme. Avevano di proposito stabilito la loro forma di culto a Samaria. Era permesso a Filippo predicare il vangelo a questo popolo di razza mista? Deve aver pensato di sì; dopo tutto aveva l’esempio stesso di Gesù.

Samaria era sotto l’incantesimo di un certo mago chiamato Simone che millantava d’essere un redentore. Affermava di poter aprire la via a Dio. Poteva mettere in moto potenze divine e far loro servire la redenzione dell’uomo. Esibiva le sue arti magiche in molte forme che incantavano sempre la gente. Era soprannominato la grande potenza di Dio, il promesso redentore.

Tramite questo Simone, satana aveva i samaritani in suo potere: Simone aveva fatto loro un’incantesimo, erano ammaliati. Se un uomo può mettere le potenze divine al proprio servizio, pensarono i samaritani, vuol dire che ha Dio in suo potere. E quello significava la liberazione della vita! A quel tempo c’erano moti fanatici di questo genere, ma ne abbiamo anche in mezzo a noi. Se potessimo manipolare Dio e fargli fare ciò che vogliamo, e se potessimo essere supremi, saremmo in totale controllo. Per raggiungere quel risultato gli uomini spesso impiegano tutti i mezzi disponibili, inclusa la preghiera.

Però la fede e il vangelo sono qualcosa di interamente diverso. Noi non dominiamo su Dio; Lui domina su di noi nella sua grazia. Fu questo il massaggio che Filippo portò nella capitale della Samaria. Disse ai samaritani come Dio nella sua grazia sovrana era venuto di nuovo a noi in Gesù Cristo. E face un appello che si sottomettessero in fede alla Parola della Grazia. Filippo parlò per lo Spirito santo che a sua volta confermò la Parola per mezzo dei segni e miracoli che Filippo faceva.  La Parola della grazia lottò con la magia, come fa fino ad oggi in tutto il mondo. Riconosceremo Dio come autorità suprema su di noi o lo subordineremo alle nostre macchinazioni?

          Sottomissione in fede. In effetti molti di quella città giunsero a credere. Per ciascuna persona questo richiese un completo capovolgimento, subordinarsi alla grazia di Dio. Chi se non lo Spirito santo può produrre un tale rovesciamento? I nostri peccati ci hanno accecati al punto che i nostri sforzi per liberarci sono destinati al fallimento.

Non che i nuovi credenti, essendosi sottomessi, improvvisamente si sentissero incatenati a legami oppressivi, al contrario e la città fu ripiena di felicità perché essi sapevano che la loro liberazione era realmente giunta. La nostra libertà risiede nella comunione con Dio che otteniamo sottomettendoci fedelmente alla sua Parola. I samaritani ora compresero che  la loro fascinazione con Simone era stata un giogo. Seguire lui non aveva portato liberazione ma schiavitù a peccato e paura. Quando furono battezzati ricevettero il segno che il vecchio uomo, il magia-dipendente era morto e che l’uomo nuovo, il seguace di Cristo era vivo.

Perfino Simone credette e fu battezzato. Abbandonò le sue magie e si sottomise al regno di grazia del Signore Gesù Cristo. Ad un certo punto fu tentato di “comperare” poteri extra, forse come mezzo per aumentare il suo di potere. Se la fede non ci rende totalmente sottomessi siamo tentati di utilizzare i doni dello Spirito per i nostri scopi. In ogni caso, Simone fu battezzato e rimase costantemente in compagnia di Filippo, stupefatto per i segni e grandi miracoli che Filippo faceva. Il suo stupore, la sua fede nella grazia del Signore, erano genuini? O si stava semplicemente ingraziando i discepoli nel tentativo di aumentare la propria influenza?

          Il dono dello Spirito santo. Gli apostoli a Gerusalemme vennero a sapere che la Samaria aveva accettato la Parola di Dio. Gli apostoli non ebbero la minima obiezione a che il vangelo fosse stato predicato lì. Si ricordarono di essere stati in Samaria col Signore Gesù più di una volta. Mandarono Pietro e Giovanni affinché i Samaritani potessero godere la comunione di fede con la congregazione di Gerusalemme.

Quando Pietro e Giovanni arrivarono in Samaria, vennero a sapere che molti avevano creduto ed erano stati battezzati, ma non si era visto niente dello speciale dono di lingue che era stato ripetutamente in evidenza a Gerusalemme. In quella città i credenti frequentemente profetizzavano o parlavano in lingue straniere. Questa era una rivelazione della potente opera dello Spirito in loro che dimostrava come una dotazione dello Spirito santo produceva una completa glorificazione delle loro vite. Se anche i samaritani avessero ricevuto questo dono dello Spirito santo, sarebbero stati uno in spirito con la congregazione di Gerusalemme. Avrebbe fornito la prova che lo Spirito santo operava anche tramite loro. Perciò Pietro e Giovanni pregarono che i Samaritani ricevessero questo dono e imposero loro le mani. Nel farlo così vollero significare la loro solidarietà con l’intera comunità dei credenti e col Capo della Chiesa. Quando i Samaritani si sottomisero lo Spirito santo venne anche su di loro ed essi profetizzarono.

Questi segni speciali furono solo per quel primo periodo di lotta durante la quale la chiesa mise radici. Non avvengono più. Ma la potenza dello Spirito santo che produce fede e stabilisce comunione con Gesù Cristo e relazione con la sua chiesa è con noi ancora oggi. Quella fede contiene la promessa e il desiderio della perfetta glorificazione della vita. In intima comunione con Dio per mezzo dello Spirito santo c’è completa liberazione da magia e superstizione.

          Il giudizio sul mago. Quando Simone vide che lo Spirito santo era stato impartito tramite l’imposizione delle mani degli apostoli offrì di acquistare questo potere.  Vide questa azione come una sorta di magia, il cui segreto poteva essere venduto. Non aveva riconosciuto la sovranità della grazia di Dio. Simone sembrò aver pensato che l’atto di umile sottomissione a Cristo da parte degli apostoli fosse una varietà di magia. Istintivamente vide l’imposizione delle mani come uno strumento col quale appropriarsi di poteri divini. Ma cosa ci fosse realmente lì non poté vedere.

Pietro replicò: “Vada il tuo denaro in perdizione con te, perché tu hai pensato di poter acquistare il dono di Dio col denaro!” Pietro lo rimproverò per mancanza di fede nella Parola di Dio ed evidenziò che il suo cuore era ripieno di amare premeditazioni. Simone cercò di svalutare la grazia di Dio in mero artifizio magico. Avrebbe dovuto fare una completa rottura, pentirsi della sua malvagità e consegnarsi alla grazia di Dio in fede. Pietro lo esortò a pregare per ottenere perdono.

Simone chiese che fossero gli apostoli a pregare per lui, che non gli venisse addosso il giudizio. Se fosse realmente stato scosso dall’ammonizione di Pietro avrebbe gridato a Dio. Non ci è detto se si sia poi convertito. Ma prima che voltiamo le spalle dalla nostra auto-sufficienza e chiediamo a Dio la sua misericordia lo Spirito deve spesso farci passare attraverso il crogiolo.

Dopo aver confermato la predicazione di Filippo gli apostoli ritornarono a Gerusalemme. Sulla via del ritorno predicarono il vangelo in molti villaggi Samaritani. Fu così che la Samaria fu spalancata al vangelo. Il Signore Gesù Cristo aggiunse la Samaria al suo regno di grazia.


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