9: Il pane della vita

Giovanni 6

Non discuterò l’intero contenuto di questo capitolo. Non tratterò con Gesù che cammina sul mare perché è già stato fatto .

La moltiplicazione dei pani rivelò la potenza della grazia, non solo l’onnipotenza di Dio. Ciò che testimoniamo qui è la potenza e l’autorità delegata a Cristo da suo Padre. Proprio come nella sua grazia Dio sostiene e dirige tutte le cose per mezzo di Cristo, così per la stessa grazia egli operò anche questo miracolo. Non fosse stato così, Cristo non avrebbe potuto collegare le sue parole “Io sono il pane della vita” a questo miracolo. La grazia che ci è stata data in lui soddisfa tutti i nostri bisogni. Ai ragazzi deve essere fatta vedere chiaramente la potenza della grazia di Dio in questo miracolo.

          Concetto principale: Cristo si rivela come il pane della vita.

          La potenza della grazia. Dopo essersi rivelato di nuovo a Gerusalemme durante la festa, Gesù ritornò in Galilea. A Gerusalemme gli uomini gli erano divenuti ostili ma in Galilea era seguito da grandi folle. La notizia della sua presenza fece il giro dell’intero territorio.

Grandi folle si riunirono attorno a lui specialmente intorno al tempo della festa di Pasqua. Seguivano Gesù a motivo dei molti miracoli che faceva. Ora Gesù volle ritirarsi dalla folla. Bramava essere solo con i suoi discepoli e pregare sulla collina da solo. Il lavoro era molto pesante perché vedeva che la gente non lo seguiva perché credeva che in lui era giunta la salvezza di Dio ma meramente perché lui era una “speciale attrazione”. Sentì la necessità di rafforzarsi in comunione con suo Padre. Perciò prese i suoi discepoli e attraversò il Mar di Tiberiade (cioè di Galilea) giungendo all’altra sponda. Da lì salì la collina coi suoi discepoli.

Ma la gente lo aveva visto partire in barca e aveva una buona idea di dove sarebbe approdato. Camminarono intorno al lago per incontrarlo dall’altra parte. Mentre il Signore sedeva sulla riva della collina i primi cominciarono ad arrivare. Da quel momento in poi continuò ad arrivare un fiume di gente fino a che la folla crebbe ad una moltitudine di cinquemila uomini. E ancora una volta egli donò loro il suo tempo.

Mentre avveniva tutto questo il giorno passò e cadde la sera. L’ora del pasto serale era passata. Come avrebbero potuto tutte quelle persone tornare a casa senza mangiare? Gesù disse a Filippo, uno dei suoi discepoli: “Dove compreremo del pane perché costoro possano mangiare?” Era impossibile comperare pane sufficiente per tutta quella moltitudine. Dove avrebbero potuto trovarlo in quella regione? Oltretutto, da dove sarebbe venuto il denaro? Il Signore Gesù sapeva le risposte a queste domande; stava pensando qualcos’altro. Vide che il Padre gli stava dando un’altra opportunità di rivelarsi. Ma stava mettendo Filippo alla prova. Sarebbe passato anche per la testa di Filippo che il suo maestro voleva rivelarsi nella potenza della sua grazia? Niente era più distante dalla mente di Filippo. Replicò che otto mesi di paga non sarebbero bastati per acquistare pane per  tutte quelle persone. Benché avesse già visto molte cose la percezione di Filippo era ancora molto limitata. Con gli altri discepoli era esattamente la stessa cosa. Uno di loro, Andrea, aveva cercato di scoprire se la gente avesse portato pane con sé. C’era un ragazzo che aveva cinque pani d’orzo e due piccoli pesci. Ma cosa si sarebbe potuto farne?

Ai suoi discepoli e a tutta la folla il Signore Gesù volle dimostrare la potenza della grazia. Perciò fece sedere la gente. C’era quivi molta erba ed era l’inizio dell’estate. Lì sedettero, cinquemila persone. Gesù stette davanti a loro, prese in mano i cinque pani, ringraziò Dio per il dono del pane e gli chiese di benedirlo. Poi spezzò i pani e fece distribuire i pezzi alla gente dai suoi discepoli. Fece lo stesso coi pesci. Pani e pesci si moltiplicarono nelle sue mani talché tutti furono saziati. I pezzi rimasti furono raccolti e riempirono dodici ceste. Così ci furono più avanzi di quanto c’era all’inizio.

Era avvenuto un grande miracolo, e tuttavia cose stranamente stupende avvengono sempre. Per esempio, come cresce il grano nei campi? Anche quello avviene per la potenza della grazia di Dio. Poiché vuole concederci la sua eterna comunione nel Cristo, Dio fa crescere il cibo dalla terra; e ci mostra la stessa grazia in ogni cosa che fa.

Con questo miracolo Gesù volle dimostrare che Dio nella sua grazia provvede per tutte le cose: si prende completa cura di tutti i nostri bisogni affinché ci arrendiamo alla sua grazia in fede. Allora saremo ben provvisti sia per questa vita sia per quella a venire.

La folla aveva capito le implicazioni del messaggio di Gesù? Certamente furono profondamente impressionati da questo miracolo che fece loro dire che era lui il profeta che era stato promesso (vedi Deuteronomio 18:15-19), ma non vollero affidarsi a lui. Al contrario, volevano piuttosto manipolarlo. Sebbene Gesù rifiutasse di assumere il ruolo di re d’Israele al fine di liberare il popolo dai romani, quello era precisamente ciò che la gente voleva da lui. Lo vedevano come un Davide re-incarnato. Volevano portarlo a Gerusalemme contro la sua volontà per proclamarlo loro re. Me Gesù evitò la folla e salì la montagna da solo a pregare. La folla non aveva ancora compreso che voleva liberarli dai loro reali nemici, cioè il peccato, la morte e satana. Mancarono di capire perché non intendevano arrendersi  a lui.

          Chiunque mangia la mia carne e beve il mio sangue. Gran parte della folla trascorse lì la notte. Il mattino dopo sperarono di vederlo di nuovo. Gesù aveva chiesto ai suoi discepoli di tornare indietro con la barca ma lui era rimasto sul monte. Non c’erano altre barche perciò la gente dedusse che fosse ancora lì. Tuttavia non lo si trovava da nessuna parte. Altre barche sopraggiunsero da Tiberiade ma nessuna di esse portava i suoi discepoli. Alla fine conclusero che se ne fosse andato. All’insaputa della folla se n’era effettivamente andato durante la notte e per il suo strano  e stupendo potere aveva camminato sulle acque e raggiunto i suoi discepoli sulla barca. Poiché la gente non riusciva a trovare Gesù alla fine salirono sulle barche e attraversarono il lago.

La gente incontrò Gesù di nuovo nella sinagoga di capernaum (vedi v.59). Sorpresi gli chiesero come avesse attraversato il lago. Gesù non rispose perché aveva qualcos’altro da dire loro. Sapeva che lo seguivano in giro principalmente per i miracoli; non erano pronti ad accettare lui e l’amore di Dio dato per mezzo suo. Di conseguenza, li ammonì di non preoccuparsi col cibo che perisce ma di concentrarsi invece sul cibo che dura per tutta l’eternità: la comunione con Dio. Mentre un uomo deve lavorare per il suo pane quotidiano questo non dovrebbe essere il suo obiettivo principale nella vita. Quell’obbiettivo deve essere la comunione con Dio, conoscerlo e onorarlo nella comunione. Attraverso quella comunione Dio si interesserà di tutto nella nostra vita. Provvederà per ogni nostro bisogno benché si debba  continuare con il nostro dovere quotidiano.

Così, Gesù chiamò la folla a credere in lui. Essi invece chiesero un altro segno. Altrimenti, dissero, non sarebbero stati capaci di affidarsi completamente a lui. Avevano già dimenticato la moltiplicazione di pani e tutti gli altri segni? No, ma chiesero un segno dal cielo come era stato dato ai loro padri, il segno della manna che era caduta dal cielo. I loro padri avevano creduto a Mosè come risultato del segno ed ora essi promisero di credere in Gesù se anche lui li avrebbe accontentati! Ancora una volta Gesù dovette disputare con loro per insegnare loro a credere. Indicò che non era stato Mosè a dare ai loro padri il pane dal cielo. La manna era semplicemente stata una prova del favore di Dio. La grazia di Dio è il vero pane dal cielo, e quella grazia era apparsa in lui. Era lui il pane dal cielo e non c’era bisogno di segni ulteriori.

Frustrati, scrollarono le spalle. Stava dunque dando da mangiare se stesso? Gesù confrontò immediatamente la loro volontaria mancanza di comprensione. Lo ripetè con linguaggio ancora più forte: avrebbero dovuto mangiare la sua carne e bere il suo sangue. Con questa dichiarazione preluse come sarebbe morto per i loro peccati e avrebbe sparso il suo sangue per loro. Mangiare al sua carne e bere il suo sangue significa credere in lui; ci fa uno con lui, cosicché siamo assicurati della nostra redenzione e del perdono dei nostri peccati.

Però la folla non comprese nulla di ciò che intendeva perché non credevano in lui. Furono offesi e se ne andarono. “Ciò”, dissero, “è impossibile. Chi lo può accettare?”. E, dobbiamo ammetterlo, possiamo comprenderlo solo per fede.

          La crisi. Tutto questo fu parte dell’insegnamento di Gesù nella sinagoga. Borbottando ad alta voce le gente lasciò l’edificio. Tra loro c’erano molte persone che lo avevano comunque seguito.  Volle ancora cercare di tenerseli e disse: “Vi scandalizza che abbia detto che sono sceso dal cielo? Che sarebbe dunque se doveste vedere il Figlio dell’uomo salire dove era prima?” Promise così che avrebbero visto la sua gloria se avessero creduto in lui. Per disarmarli ulteriormente disse che mangiare la sua carne e bere il suo sangue significava che erano parte di lui e avrebbe confermato che avevano accettato per fede la grazia di Dio che era stata data loro mediante il suo patire e morire. Quella grazia e lo spirito dell’amore di Dio era venuto a loro nella sua Parola. Avrebbero dovuto accettarlo se volevano partecipare alla sua vita.

Allo stesso tempo li avvertì che alcuni dei suoi seguaci non avevano vera fede. La fede, dopo tutto, è dono di Dio. E se non si inchinavano umilmente davanti al Padre affinché insegnasse loro ad avere fede, e se pensavano di poter farsi da soli un giudizio sul Cristo, non lo avrebbero mai conosciuto e non avrebbero avuto parte in lui. Disse questo perché sapeva che perfino tra i suoi dodici c’era uno che lo avrebbe tradito.

Rifiutarono di dare ascolto al suo ammonimento. Molti gli voltarono le spalle e non lo seguirono più. A quel punto la crisi era arrivata. La sua opera era stata forse un fallimento? Aveva cercato di raccogliere insieme la folla in fede e questo era il risultato finale! Tra non molto lo avrebbero rigettato. Sarebbe morto sulla croce per espiare i peccati del suo popolo. Altri avrebbero creduto in lui. Il suo messaggio avrebbe più che certamente portato frutto. Sarebbe diventato chiaro che la sua opera non era stata vana.

Nondimeno, il loro rigetto fu per lui un profondo disappunto.  Mise alla prova i suoi dodici discepoli chiedendo loro se anch’essi volessero lasciarlo ma la loro risposta fu di spirito diverso. A nome di tutti Pietro rispose: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Qui Pietro professò che mediante la fede avevano visto il favore di Dio venire a loro. Avevano riconosciuto in lui il pane della vita. Per il Signore Gesù fu un grande conforto. In questi uomini fedeli vide la moltitudine di quelli che un giorno avrebbero creduto in lui, la chiesa che sarebbe stata raccolta per mezzo della loro parola.

Eppure dovette mandare un avvertimento anche a loro: “Non ho io scelto voi dodici? Eppure uno di voi è un diavolo”. Sapeva che Giuda lo avrebbe tradito. Forse Giuda supponeva che la causa di Cristo in Israele fosse destinata al fallimento? Che questo momento abbia segnato l’inizio del suo tradimento? Che Gesù abbia percepito i pensieri di Giuda? Che Giuda se ne rendesse conto oppure no, Gesù sapeva chi lo avrebbe tradito. Ed era uno dei dodici, uno di quelli che aveva ricevuto dal Padre. Giuda, comunque, non si era mai pienamente reso conto o riconosciuto l’onore di quella elezione: non aveva mai visto o riconosciuto la sovrana disposizione di Dio sulla sua vita. Per questo il suo cuore concepì di tradire colui il cui amore gli era giunto così vicino. Specialmente quando egli viene così vicino a noi nella sua parola o lo riconosciamo come pane della vita o lo odiamo. Questo imminente tradimento, comunque, causò al Signore Gesù un aspro tormento, una sofferenza che dovette anche  sopportare  per amore nostro. Infatti, per natura noi tutti lo odiamo, che è il motivo per cui ci mette in guardia continuamente.


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