32: Chiamato ad essere un alfiere della Parola

Atti 9:1-30

Mettere il titolo “La conversione di Saulo” sopra questa sezione suggerirebbe una descrizione della conversione personale di Saulo. Invece, come disse Cristo ad Anania, Saulo fu chiamato per portare il nome del Signore davanti alle genti. Fu lo strumento scelto da Dio. Fu eletto per essere tale. L’elezione, comunque, non è limitata alla beatitudine eterna ma include elezione a una vocazione attuale. Fu così per Saulo ed è così per tutti gli eletti di Dio. Come Saulo ogni individuo credente è stato chiamato a portare la Parola di Dio al mondo. Ciò non deve farci trascurare ciò che nella chiamata di Saulo fu speciale. Suo compito speciale fu portare il vangelo davanti alle Genti; avrebbe dovuto essere un pioniere per il vangelo al mondo dei Gentili. Saulo, su tutti gli altri, proclamò inequivocabilmente che il patto del Signore era stato spalancato ai Gentili

Al verso 7 leggiamo che  sebbene gli uomini che accompagnavano Saulo udirono la voce, non videro nessuno. Al capitolo 22:9 c’è  scritto che videro la luce ma non udirono la voce. Probabilmente ciò deve essere inteso a significare che mentre videro la luce e udirono un suono non videro la figura di Cristo né compresero le parole.

Il verso 23 dice: “Molti giorni dopo” che si riferisce al soggiorno di Saulo a Damasco. Molto probabilmente dobbiamo collocare il suo soggiorno in Arabia in questo periodo di tempo. Da lì ritornò a Damasco (vedi Galati 1:17). La visita a Gerusalemme fu molto breve, solo quattordici giorni (Galati 1:18-19). Successivamente rimase a Tarso per circa dieci anni.

          Concetto principale: La chiamata dello Spirito a essere un
                                                   portatore della Parola di Dio.

          Ostilità verso il vangelo. Saul continuava a perseguitare la comunità dei credenti a Gerusalemme. Mentre il vangelo veniva proclamato dappertutto e dappertutto conquistava discepoli, Saulo richiese lettere di raccomandazione dal sommo sacerdote per le sinagoghe di Damasco. Damasco, ovviamente, si trovava fuori dai confini della Palestina ma il sommo sacerdote aveva sufficiente autorità sulle sinagoghe dei giudei lì da obbligarli ad assistere saulo nella sua persecuzione dei credenti. Saulo voleva trascinare a Gerusalemme i credenti di Damasco perché vi fossero giudicati.

Saulo intendeva arrestare il vangelo nel suo corso a qualsiasi costo.  Perché era così ostile al vangelo?  Era un uomo molto dotato che era stato educato alla moda Farisaica nella scuola di Gamaliele, un membro della più stretta setta dei Farisei. Ancor più importante era il fatto che era pieno di ardente zelo per la setta e voleva guadagnarsi la salvezza con le proprie opere. La sua intera vita era stata posseduta da quel pensiero. Ed ora il vangelo proponeva il messaggio totalmente opposto che la salvezza, la redenzione della vita è un dono della grazia di Dio. Saulo non poteva tollerare quel messaggio perché negava tutto ciò che lui credeva.

Ma il Signore Gesù aveva grandi progetti per questo Saulo. Avrebbe portato il vangelo ai Gentili e accompagnato la chiesa nel confessare che il patto del Signore era stato spalancato ai Gentili. Sicuramente Saulo non sarebbe stato la nostra scelta ma la chiamata di Dio può rigirare una persona completamente. E non lo stava già rendendo irrequieto? La sua furia contro il vangelo non era forse un tentativo di zittire l’inquietudine interiore e il vuoto del suo modo di vivere farisaico? Gesù più tardi dovette avvertirlo che perseguitando i credenti stava semplicemente facendo del male a se stesso. Era stato chiamato tempo prima: la sua continua resistenza era auto-distruttiva. Era stato presente alla morte di Stefano; aveva letto le Scritture; aveva sentito parlare del Signore Gesù. E tuttavia non aveva voluto sottomettersi e invece continuava a imperversare. Cosa avrebbe dovuto fare Cristo per rigirararlo sottosopra? Come sarebbe stato spezzato e diventato uno strumento nelle mani del Signore?

          L’incontro con Cristo. Quando Saulo e la sua comitiva giunsero nei pressi di Damasco, improvvisamente una luce dal cielo sfolgorò attorno a loro tutti. Saulo cadde a terra e udì una voce che gli disse: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” È evidente che vide anche qualche sorta di figura nella luce perché rispose: “Chi sei tu, Signore?” Al che il Signore replicò: “Io sono Gesù che tu stai perseguitando. Ti è duro recalcitrare contro i pungoli” (Paragona Atti 26:14). La gloriosa grazia del Signore sfolgorava intorno a lui. Più tardi rammenterà che la luce era più brillante del sole. Il sole, dopo tutto, deve la sua luce alla grazia del Signore. Quella grazia supera di gran lunga in gloria quella del sole. Ad ogni modo, per saulo lo splendore della grazia del Signore era raccapricciante perché lui era ostile a quella grazia. Il Signore apparve e si rivelò a Saulo e allo stesso tempo rivelò Saulo a se stesso come il persecutore del Signore. Questo lo stroncò.

Tremante e spaventato chiese al Signore cosa voleva che facesse (paragona Atti 22:10). Allora il Signore lo istruì solo di andare a Damasco dove gli sarebbe stato detto cosa fare. Quando si alzò da terra si accorse di essere accecato; gli uomini che erano con lui dovettero condurlo per mano. Gli altri avevano visto della luce ma nessuna figura; avevano udito un suono ma non avevano capito le parole.  Solo Saulo era stato colpito e accecato perché stava sfuriando contro il Signore anche mentre il Signore lo stava cercando.

A Damasco fu totalmente cieco per tre giorni. Durante quel tempo non mangiò ne bevve. Era completamente distrutto e non riusciva a pensare altro che all’inimicizia che c’era tra il Signore e lui. Il Signore era contro di lui e lui era contro il Signore. Nella sua cecità scoprì se stesso. Si rese conto che di fatto era sempre stato cieco, cieco nella sua opposizione a Cristo e nel perseguitare i cristiani. Durante quei tre giorni pregò per liberazione. Come avrebbe potuto essere riconciliato con Dio? Il brutale trattamento che gli aveva riservato era forse evidenza che il Signore voleva salvarlo e non distruggerlo? Lentamente Saulo deve aver imparato cosa significasse la grazia. In quel momento non aveva la più pallida idea di che tipo di chiamata il Signore avesse in mente per lui.  Prima avrebbe dovuto imparare cosa significhi vivere per sola grazia altrimenti sarebbe rimasto inadatto per il vangelo.

          I suoi occhi sono illuminati. Il terzo giorno il Signore apparve in visione ad Anania, un discepolo di Damasco. Quando il Signore lo chiamò egli rispose: “Eccomi, Signore!” Ciò suggerisce che fosse completamente preparato ad ascoltare e a servire. Se era interamente così, lo vedremo. Il Signore gli comandò di andare sulla strada detta “Dritta” alla casa di un uomo di nome Giuda e chiedere di Saulo da Tarso. Il Signore disse ad Anania che questo Saulo aveva visto una visione nella quale un uomo chiamato Anania gli imponeva le mani perché recuperasse la vista. Avendo udito parlare di Saulo, Anania fece subito qualche obiezione. Anania era pronto ad obbedire fino ad un certo punto. Non si era ancora abituato ai miracoli del Signore. Con pazienza il Signore gli spiegò cosa voleva da Saulo. Aveva scelto Saulo come strumento per portare il suo nome davanti alle genti, ai re e ai figli d’Israele. Saulo avrebbe sofferto molto per il nome del Signore. Il Signore diede ad Anania uno scorcio dentro al suo consiglio e uno sguardo alla vita futura di Saulo. Per mezzo di Saulo il Signore avrebbe adempiuto la sua promessa che i Gentili sarebbero giunti a conoscerlo.

Dopo di ciò Anania andò obbedientemente. Trovò Saulo e gli impose le mani spiegandogli che il Signore lo aveva mandato perché recuperasse la vista e fosse ripieno di Spirito santo. Della scaglie gli caddero dagli occhi ed egli fu guarito. Questa guarigione gli ricordò della sua cecità in tempi passati ma gli disse anche che il Signore aveva rimosso la sua cecità, ovvero la sua colpa. Trattato da fratello nel Signore Saulo credette che il Signore lo aveva cercato, credette che c’era grazia e perdono per i suoi peccati. Fu battezzato a significare il lavacro dei suoi peccati e il suo innesto nella chiesa del Signore. Saulo era diventato un uomo nuovo: poteva udire la chiamata del Signore. Ora si riprese e ritornò alla vita, risorto dai suoi peccati e dalla sua giustizia autonoma.

          Tempo di prova. Dopo la sua conversione Saulo rimase a Damasco per un po’. Subito si mise a proclamare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio, che in Lui ci è apparsa la pienezza dell’amore di Dio.

Questo causò grande sgomento nelle sinagoghe perché i Giudei erano ben al corrente dello scopo della visita di Saulo a Damasco! Man mano che predicava, la grazia di Dio in Gesù Cristo divenne sempre più chiara ed egli provava dalle Scritture che Gesù era il Messia promesso.

Rimase lì un po’ di tempo. Frattanto, fece anche un viaggio in Arabia. Quando ritornò cominciò di nuovo a predicare ma trovò che l’animosità dei Giudei nei suoi confronti era cresciuta al punto che lo volevano uccidere. Stavano di guardia alle porte della città giorno e notte per impedirgli di lasciare la città vivo. Ma una notte i discepoli lo calarono giù dalle mura della città in una cesta e così riuscì a sfuggire. Era ironico che che fosse soggetto alla stessa ostilità che un tempo lui infliggeva ad altri. La sua predicazione fu resa inefficace dal loro odio: non poteva cambiare i loro cuori. Damasco fu una dolorosa prova per Saulo. Tuttavia, deve avergli fatto comprendere ancor di più la grazia elettiva di Dio.

Da Damasco andò a Gerusalemme. Voleva unirsi ai discepoli ma loro non si fidavano. Il suo passato testimoniava contro di lui. Ma Barnaba aveva saputo di ciò che era avvenuto sulla strada per Damasco e di come Saulo aveva predicato Gesù Cristo nelle sinagoghe lì. Perciò lo raccomandò agli apostoli che quindi lo accettarono. Anche a Gerusalemme parlò arditamente nel nome del Signore Gesù. Predicava principalmente ai giudei di lingua greca (gli ellenisti) perché anche lui veniva da fuori. Come a Damasco, anche Gerusalemme complottò per per ucciderlo. Perciò i fratelli lo mandarono via accompagnandolo fino a Cesarea.

Da Cesarea andò andò a casa sua, a Tarso, nell’Asia Minore dove si ritirò per almeno dieci anni. Lì il Signore gli insegnò molte cose per preparalo per la sua chiamata futura. Questo fu il tempo della sua messa alla  prova, della sua santificazione e maturazione. Il Signore aveva determinato tutto questo per lui fin dal principio in modo da poter usare Saulo al suo servizio per portare la Parola ai Gentili. Questo è il modo in cui il Signore conduce tutti quelli che credono in Lui in preparazione per il suo servizio.


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