33: Vita eterna

Atti 9:31-43

Quando le vedove mostrarono a Pietro le tuniche e le vesti che Dorcas aveva fatto, non lo fecero come una vanagloriosa esposizione delle sue buone opere. L’opera caritatevole di sartoria di Dorcas era semplicemente un’opera dello Spirito santo. A Joppe la gente era costernata che questa opera dello Spirito santo fosse stata interrotta. Con la resurrezione di Dorcas ora poteva continuare. Questo rivelò che l’opera dello Spirito santo non poteva essere distrutta; la vita che viene dallo Spirito è eterna. Le porte dell’inferno, vale a dire il reame dei morti, non prevarrà contro la comunità dei credenti. La vita della comunità cristiana non sarà consegnata alla futilità e all’oblio nel reame dei morti. La vita caritatevole di Dorcas vince la morte e un giorno sarà restaurata a splendore eterno perché proviene dallo Spirito.

Questa è la vera opera di carità: essere preparati a sacrificare la propria vita per amore di Cristo. Tale è infatti la vita vissuta per lo Spirito di Cristo.

Anche la guarigione di Enea, confinato a letto da otto anni, mostra che le nostre vite non possono venire spese nel nulla.

Questi miracoli furono fatti da Pietro, colui che aveva confessato Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio, dopo la cui confessione Cristo aveva dato la promessa che le porte dell’inferno non avrebbero prevalso contro la sua chiesa. La chiesa che tiene stretta questa confessione è invincibile.

          Concetto principale: Per il suo Spirito Cristo concede la vita eterna.

          La guarigione del paralitico. Dopo la conversione di Saulo la persecuzione dei credenti si fermò. Nel frattempo erano state stabilite chiese attraverso tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria. Queste chiese continuarono a crescere. Internamente furono rafforzate nella fede. I credenti vivevano nel timore del Signore; si sottomettevano davanti alla sua Parola e davanti al suo consiglio di grazia ed erano quindi confortati dallo Spirito santo.

Pietro visitava tutte quelle chiese inclusa quella di Lidda. Tra Pietro e quei credenti c’era sempre la comunione della fede. Gioivano nella vita che era stata loro data in comunione col Signore Gesù Cristo per mezzo dello Spirito santo.

A Lidda Pietro incontrò una persona che era stata costretta a letto per otto anni, un uomo di nome Enea. Quest’uomo era condannato ad una vita d’inattività. Ogni evidenza diceva che conduceva un’esistenza futile. Ma ci può essere molto frutto nella vita di una persona che deve sopportare anni di sofferenza se solo si inchina davanti al Signore in fede. Avrebbe potuto essere così anche per Enea. Tuttavia, egli era incapace di prendere parte nella comune relazione sociale. Perciò qui la potente vita dello Spirito santo incontrò l’impotenza che il peccato aveva portato nella sua vita. È evidente che Pietro e la congregazione dei credenti erano consapevoli di questo conflitto.

Nel Signore Gesù Cristo il pieno amore di Dio e pervenuto a noi, un amore che restaura la vita. Pietro perciò disse, in semplice fiducia: “Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto”. Ed egli subito si alzò. Anche lui vide per fede che il Signore Gesù è venuto a darci la vita. Nella sua vita restaurata avrebbe servito il Signore. Questa guarigione fu una rivelazione della potente vita concessaci dallo Spirito santo.

Tali miracoli non avvengono più. Può succedere che dobbiamo soffrire tutta la nostra vita. Ma anche allora dobbiamo aggrapparci con forza alla rivelazione che il Signore Gesù è venuto per darci la vita in tutta la sua pienezza. Allora crediamo nella vita anche quando in qualche aspetto stiamo soffrendo sotto il potere della morte. La vita ha lo stesso avuto la sua vittoria.

Molti residenti di Lidda e del suo circondario videro Enea dopo che era stato guarito. Molti furono confrontati con la potenza della vita come è data dallo Spirito. Come risultato molti si convertirono al Signore.

          La resurrezione di Tabita. Viconoa Lidda c’era la città di Joppe dove viveva una certa donna di nome Tabita, o Dorcas. Questa donna, una credente, faceva molto per i bisognosi. Nella sua vita si sacrificava per gli altri, sebbene non nel senso che perdesse la propria vita nel farlo. Salvare le nostre vite significa arrenderle al Signore e, per amore per Lui, ai nostri simili.

Proprio in quel periodo Dorcas si ammalò e morì. Non la seppellirono subito ma la posero in una stanza al piano superiore. Nessuno poteva immaginare che fosse venuta la fine per questa vita benedetta. In Dorcas avevano visto il frutto di una vita vissuta per lo Spirito. Tutti i santi gioivano della sua vita. Semplicemente non poteva essere vero che fosse stata recisa. La loro fede combatteva in loro, la stessa fede per la quale avevano visto la vita di Dorcas come un frutto dello Spirito.

Poi udirono che Pietro era a Lidda. Avevano probabilmente udito anche della guarigione di Enea. La Parola che Pietro predicava aveva il potere di guarire. Che fosse possibile anche che potesse riportare Dorcas in vita? In ogni caso Pietro doveva venire informato della sua morte.  Non potevano semplicemente rassegnarsi di essere vinti dalla morte senza fare un tentativo di reagire. Perciò mandarono a Lidda due uomini a chiedere a Pietro che venisse il più presto possibile.

Pietro andò con loro immediatamente. Lo accompagnarono nella stanza al piano di sopra dove avevano deposto Dorcas. Le donne, distrutte gli mostrarono le tuniche e le vesti che Dorcas aveva cucito per loro, il frutto di una vita vissuta per lo Spirito. Era questo ora finito per sempre?

Pietro comprese che questa non poteva essere la fine. La Parola datrice di vita protestava dentro di lui contro questa morte. La vita dello Spirito non è solo temporanea e fugace ma eterna. Pietro li fece uscire e si inginocchiò a pregare. Rivolgendosi al cadavere disse: “Tabita, alzati!” Ella aperse gli occhi e si mise a sedere. Poi Pietro la condusse fuori ai credenti di Joppe. Molti testimoniarono la potenza della Parola della vita e si convertirono.

Tutti quelli che vedono in fede sono ulteriormente rafforzati dalla fede. Se viviamo col Signore e ci diamo a Lui e ai nostri simili questa vita non è solo per un tempo che presto passa e finisce nell’oblio. La vita nello Spirito è vittoriosa sulla morte. Prende origine da Dio e un giorno sarà restituita alla gloria. Perciò noi non viviamo invano ma conosciamo lo scopo della nostra vita, che è di portare frutto eterno a Dio. Quel frutto potrà non essere identico a quello di Dorcas ma ogni vita richiede sacrificio. Nel dare la nostra vita per amore del Signore questa viene preservata per sempre.


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