21: Cristo, il Figlio di Dio

Giovanni 20:19-29

La fede nella resurrezione del Cristo è radicata, non nella sua apparizione, ma nella Parola di Dio. L’apparizione semplicemente conferma che la Parola di Dio è vera. È così che tutti i discepoli, Tommaso incluso, la sperimentarono. Lo stesso concetto si trova nelle parole: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”.

Non è possibile avere una fede meramente storica nella resurrezione di Gesù. La fede nella sua resurrezione implica anche la resurrezione della vita del credente. Questa era una delle ragioni per cui i discepoli, e Tommaso in particolare, da principio non potevano credere. Non credevano che la vita aveva conquistato la vittoria; tennero la redenzione a una certa distanza. Era una cosa talmente grande per loro che non potevano crederla.

Non dovremmo perciò spiegare l’incredulità di Tommaso con la sua disposizione al pessimismo. Al massimo, il pessimismo contribuì a rendere incredulo il discepolo. Di conseguenza, il Signore Gesù non trattò l’incredulità di Tommaso con della terapia psicologica ma lo dichiarò colpevole di incredulità. Nell’esporre l’incredulità come peccato Gesù la vinse.

Gesù fece ripetutamente vedere i segni delle sue ferite. Nel farlo non solo mostrò ai suoi discepoli che era risorto nella carne, fece anche loro comprendere che la sua morte era stata volontaria. Infatti lui aveva vinto. In questo modo la sua morte era stata un’offerta per il peccato. Pertanto, la sua benedizione: “La pace sia con voi!” ricevette per loro il suo pieno significato. Ora anche loro erano risorti.

Avendo creduto potevano anche essere mandati. Per questa missione Cristo diede loro lo Spirito santo, lo Spirito mediante il quale avrebbero portato nel mondo la Parola di Dio. Mediante quella Parola avrebbero perdonato o non perdonato i peccati. I peccati di chiunque avesse creduto in quella Parola sarebbero stati perdonati. La chiesa è ora il portatore di quella Parola, essa stessa creata da quella Parola e ad essa sottoposta, per quella Parola le chiesa deve ora anche perdonare il peccato.

          Concetto principale: La Rivelazione che il Risorto è il Cristo, il Figlio di Dio.

          Resurrezione. Più tardi, nel giorno della resurrezione, i discepoli si riunirono insieme. Maria Maddalena, tra gli altri, aveva visto il Signore Gesù e aveva sparso la notizia della resurrezione. Fu questo a compattare di nuovo insieme i discepoli. Speravano sinceramente che il messaggio di Maria fosse vero ma non riuscivano a crederlo. Se fosse stato vero che il Signore Gesù era risorto anche la loro vita era redenta. Di fatto, il mondo intero era redento. Era troppo meraviglioso per poterlo credere. Che Dio avesse veramente fatto un tale miracolo?

Ancora non riuscivano a crederlo. Perciò non erano ancora diventati vittoriosi. L’intero mondo giudaico sarebbe rimasto ostile, un potere da temere. Che loro avrebbero conquistato il modo giudaico e quello gentile nel nome di Gesù non era ancora qualcosa che potessero immaginare. Stavano ancora vivendo nel timore dei giudei e perciò tenevano le porte chiuse a chiave. In quella condizione non erano preparati per entrare nel mondo; prima avrebbero dovuto essere risvegliati alla fede.

Poi, tutto d’un tratto, Gesù era lì in mezzo a loro. A quanto pare aveva aperto la porta senza che se ne accorgessero. “La pace sia con voi” disse loro, il suo vecchio modo di salutare. Mostrò loro le sue mani e il suo costato: videro i segni della sua sofferenza e morte. Percepirono che non si trattava solo veramente di Gesù risorto nella carne, ma per fede videro il suo trionfo sulla sofferenza e la morte. Videro che aveva sempre saputo della sue resurrezione. Era evidente che la sua morte era stato un atto volontario, un sacrificio per l’espiazione dei nostri peccati. Ora distribuiva loro i frutti del suo sacrificio. Per loro aveva vinto la morte. Ora avevano il privilegio di condividere quella vittoria. Anche loro aveva vinto il peccato e la morte. La loro vita in comunione col Cristo e per mezzo di lui con Dio non sarebbe mai morta anche se avrebbero ancora dovuto morire. Completa felicità li sopraffece quando videro il Signore.  Credettero la parola di resurrezione che aveva loro annunciato tempo prima.

Di nuovo disse loro: “La pace sia con voi!” Dovevano percepire pienamente la pace che portava loro mediante la sua resurrezione. Il saluto non era stato fatto a caso: la pace era effettivamente stata loro comunicata. Se crediamo nel Cristo come Signore risorto abbiamo pace perché partecipiamo nella vittoria sul peccato e sulla la morte.

          Missione. Ora che avevano creduto e che erano stati risvegliati a nuova speranza, il Signore Gesù poteva mandarli nel mondo. Non erano più sopraffatti dalla paura. Avrebbero portato il messaggio a tutti. Perciò disse: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi” (v. 21; cfr Giovanni 17:18). Dalla sua propria missione trasse il potere di commissionare i suoi discepoli. Fu il suo mandato a dare loro coraggio e fiducia. Quello stesso mandato dà a noi un compito nel mondo.

Il mandato ai discepoli, però, fu molto speciale. Per cominciare, loro erano i primi. Poi, il Signore mise la sua Parola direttamente nella loro bocca per mezzo dello suo Spirito santo. Perciò disse loro: “Ricevete lo Spirito santo!”. Come prova del fatto che aveva dato loro lo Spirito santo soffiò su di loro. A motivo di quel segno sarebbe stato più facile per loro aprire i loro cuori in fede per ricevere lo Spirito. Anche questa speciale opera dello Spirito santo, che sarebbe diventato la loro parte, avrebbe dovuto essere ricevuta per fede. Ogniqualvolta avrebbero proclamato la Parola di Dio per lo Spirito santo, uomini e donne sarebbero stati o liberati dai loro peccati da quella Parola o maggiormente condannati. La Parola avrebbe o liberato mediante il perdono o condannato l’uomo alle sue catene.

Che bello che questa parola degli apostoli, la Parola di Dio, non è andata perduta ma è stata preservata nella Bibbia. La chiesa ora deve essere portatrice e proclamatrice di questa parola. Per mezzo della proclamazione  la chiesa perdona o condanna. A chi crede la chiesa proclama che i peccati dell’uomo sono perdonati; a chi rigetta la Parola la chiesa proclama che l’uomo rimane in schiavitù al peccato.

          Rimprovero. Quella sera Tommaso non c’era, forse perché non riusciva a condividere l’eccitamento degli altri per la resurrezione. Non poteva credere una sola parola a questo riguardo, né poteva accettare il fatto che ci fosse redenzione e che la vita avesse compiuto una completa vittoria. Per lui era particolarmente difficile per la disposizione negativa del suo carettere.

Più tardi gli altri discepoli gli raccontarono che Gesù era apparso in mezzo a loro ma lui non lo credette. Concluse che dovevano averlo immaginato. Se non poteva mettere le sue dita nei buchi dei chiodi nel corpo di Gesù non avrebbe potuto credere quella storia. Si fidava solo dei propri sensi, vista e tatto. Non aveva creduto il messaggio circa la resurrezione che Gesù aveva dato durante il suo ministero? Tommaso ancora non riusciva a coglierlo: non poteva immaginare che il peccato e la morte potessero essere  stati conquistati. Era una vergogna che si fidasse dei propri sensi, della vista e del tatto ma non della Parola del Signore Gesù. Veniamo mai alla fede mediante la vista e il tatto? Credere implica sempre  fidarsi della Parola che il Signore ha pronunciato.

La domenica successiva i discepoli erano riuniti di nuovo. Questa volta c’era anche Tommaso. Di nuovo Gesù stette improvvisamente in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso di mettere le dita nei suoi buchi dei chiodi e farsi convinto. Gesù sapeva della sua incredulità! Che rimprovero umiliante per Tommaso! Probabilmente non fu necessario che mettesse le dita nei buchi dei chiodi. Riconobbe la sua vergognosa incredulità, ma vide anche la conferma della Parola di Cristo. Per fede vide Gesù come vittorioso sul peccato e sulla morte. Aveva conquistato quella vittoria perché era Colui che il padre aveva mandato ed era, di fatto, Dio. Adorandolo Tommaso esclamò: “Mio Signore e mio Dio!” Gesù regnava su tutte cose, anche sul peccato e  sulla morte: era veramente Signore. E ciò era possibile solamente perché era anche Dio.

Ma Tommaso confessò Cristo solo perché condivise nella vittoria di Gesù. Per questo esclamò: “Mio Signore e mio Dio!” Se crediamo nella resurrezione di Gesù, anche noi siamo salvati.

Tommaso ebbe bisogno dell’apparizione di Gesù per credere nella Parola del Signore e Gesù lo rimproverò per questo anche dopo che ebbe creduto. Quante persone, invece, disse a Tommaso, avrebbero dovuto credere senza vedere. Questo era ancor più meraviglioso e più glorificante il Signore. E come sono benedetti coloro che credono la Parola di Dio! È suo diritto che lo prendiamo in Parola.


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