25: Lo Spirito di comunione

Atti 2

Col Nuovo Testamento venne la dimora dello Spirito nel popolo di Dio. Questo è uno Spirito di comunione con Dio nel suo patto. Per mezzo dello Spirito Gesù ha versato nei nostri cuori l’amore di Dio. È proprio Gesù infatti a produrre quella comunione tra Dio e noi.

È difficile determinare la differenza tra l’opera dello Spirito nel Vecchio Testamento e quella nel Nuovo. La nuova nascita, la fede e l’intero rinnovamento di vita erano altrettanto l’opera dello Spirito nel Vecchio Testamento. Ma nel Vecchio non c’era ancora la dimora di Dio nel cuore per mezzo dello Spirito. Quella dimora era sempre stata solo simboleggiata dalla presenza di Dio nel tempio. Il governo del cuore per lo Spirito era avvenuto solo dall’esterno. Nel Nuovo Testamento, per mezzo dello Spirito di comunione con Dio, il suo popolo ha ricevuto un principio di vita tutto proprio. Questo Spirito non si dipartirà mai più dal popolo. Nella dispensazione del patto, il nuovo ed eterno testamento è venuto. Questa dispensazione del patto non sarà seguita da un’altra sebbene al ritorno di Cristo la nostra vita entrerà in una gloria ancora maggiore. Ora, per mezzo dello Spirito, è venuta una comunione con Dio che rimarrà per sempre.

Lo Spirito di comunione con Dio fu sparso nella congregazione, in tutto il popolo di Dio, non in persone individuali. Il Nuovo Testamento  non porta individualismo. Al contrario, con la dimora dello Spirito, l’unità del popolo in Cristo il Capo è stata confermata e rafforzata. Mentre ciascun individuo partecipa in quel principio-di-vita della chiesa, la vita degli individui all’interno di quella comunione risalta più chiaramente.

C’è ancora un altro aspetto di questa transizione che dobbiamo tenere egualmente presente. Durante il periodo del Vecchio Testamento  la chiesa era stata separata dalla vita delle nazioni che Dio aveva permesso andassero per la loro strada. Ora la chiesa sarà raccolta da tutte le nazioni e tutte le nazioni saranno salvate nel patto. Il patto con Israele non è stato rotto ma è stato aperto a tutte le nazioni talché Israele è diventata una di molte, niente di più e niente di meno di qualsiasi altra nazione. Il popolo degli appartenenti al Signore che ora sono raccolti da tutte le nazioni hanno adesso di nuovo una rivendicazione sul mondo; hanno una rivendicazione sulla vita in tutta la sua pienezza e il diritto di far uso del mondo.

Ai tempi del Vecchio Testamento l’isolamento fu in molti modi una richiesta della legge di Dio. Israele era separato dalle altre nazioni. Il mondo e la vita erano effettivamente impuri come le leggi di purezza rituale erano intese insegnare a Israele. I comandamenti sul digiuno insegnavano alla gente che le risorse del mondo erano andate perse. Ma ora giunge un’altra dispensazione. La chiesa viene raccolta da tutte le nazioni. Per mezzo della dimora dello Spirito nel suo popolo Dio adotta di nuovo tutto il mondo e lo santifica talché in principio l’impurità del mondo è purificata. Mediante la redenzione in Cristo il popolo del Signore ottiene di nuovo il diritto di far uso del mondo intero. Il suo popolo gode ora la libertà cristiana. Anche in questo aspetto il Regno di Dio è venuto.

Siccome la nuova ed eterna dispensazione del patto è adesso venuta, la fine di questa era è stata avvicinata. Questa pienezza dello Spirito reclama a gran voce la completa glorificazione della vita. Noi ora viviamo negli ultimi giorni. Pertanto nella profezia di Gioele il rinnovamento di cielo e terra è direttamente collegato con lo spargimento dello Spirito.

Si possono avanzare una serie di argomenti a favore dell’idea che nel giorno di Pentecoste i discepoli parlarono una lingua, la lingua dello Spirito, e che questa lingua fu udita dalle varie persone come la propria lingua. In questo modo c’è un miracolo di parola da parte dei discepoli e un miracolo di udito da parte dei loro ascoltatori. In concreto c’è, da un lato una meravigliosa rivelazione di unità per mezzo dello Spirito, mentre dall’altro diventa evidente che il rinnovamento portato dallo Spirito tocca l’ordinaria e riccamente variegata vita di questo mondo perché la Parola dello Spirito è compresa dai suoi uditori nella loro lingua d’origine.

          Concetto principale: Con lo Spirito santo l’amore di Dio è versato
                                                  nei cuori del suo popolo.

          Aspettando lo Spirito. Dopo l’ascensione i discepoli attesero il compimento della promessa che avrebbero ricevuto lo Spirito santo. Si radunavano in preghiera ogni giorno. Per ora erano incapaci di affrontare il mondo: avevano bisogno dello Spirito di comunione con Dio. Ciò avrebbe dato loro un potere invincibile. Anche il mondo era ancora impreparato per la loro missione perché Dio aveva concesso ai Gentili di allontanarsi dalla sua luce seguendo le proprie vie. Finché Dio non avesse ri-adottato le nazioni e le avesse incluse nella salvifica benedizione del suo patto gli apostoli non avrebbero potuto predicare al mondo il vangelo della salvezza. Senza lo Spirito promesso da Gesù non sarebbero stati equipaggiati per andare nel mondo.

Dieci giorni dopo l’ascensione i Giudei celebrarono la festa di Pentecoste. Gerusalemme era piena di gente in umore festivo che celebrava la fine della mietitura del frumento. Le prime pagnotte fatte con la farina nuova venivano cotte e portate alla presenza del Signore. In questo modo la gente riconosceva che il raccolto apparteneva al Signore e che è Lui che sostiene la vita. Meditavano anche sull’istituzione del patto di Dio col suo popolo al Monte Sinai, sulla legge del patto data per mezzo di Mosè, e sull’onore che Israele aveva per essere stato chiamato a essere il popolo del Signore.

Nel giorno della festa anche i discepoli erano riuniti insieme a Gerusalemme. Senza dubbio si chiedevano se il Signore avrebbe ora adempiuto la sua promessa e se sarebbe ora stato loro permesso di raccogliere la messe del mondo. Si chiedevano se il mondo sarebbe finalmente stato aperto a loro. Avrebbero visto come la loro vita fosse sostenuta e resa fruttuosa dallo Spirito santo? Che fosse questa l’inaugurazione della dispensazione del patto che avrebbe di gran lunga sorpassato in gloria il patto che Dio aveva fatto col suo popolo al Monte Sinai? Tali pensieri devono essere stati nei loro cuori perché stavano vivendo con grande senso d’attesa.

          La venuta dello Spirito con grandi segni. Non sappiamo precisamente dove i discepoli si fossero riuniti. In ogni  caso era una stanza grande abbastanza per quanti erano. Mentre erano insieme lì, udirono improvvisamente di un forte vento che sembrava irrompere nella stanza. Il rumore riempì tutta la casa. Quello fu un segno molto speciale perché fuori non c’era temporale e il rumore durò solo un momento.

Scoprirono presto che il segno era accompagnato dallo Spirito santo. Dio volle far sapere della sua venuta anche con segni esteriori. Per tali mezzi i discepoli, e anche noi, avremmo più facilmente creduto e compreso ciò che possediamo. Come fu meraviglioso e convincente questo segno! Simboleggiò la forza che lo Spirito applica ai nostri cuori un tempo chiusi a lui e resistenti alla sua influenza. Niente può trattenere questa potenza dello Spirito che opera ovunque in modo invisibile. Lo Spirito vince il cuore più indurito.

Ripresisi dalla sorpresa iniziale videro fiamme sul capo di ognuno come se fossero in fiamme dentro e lingue di fuoco uscissero sopra le loro teste. Ovvio che erano realmente accesi dentro. Lo Spirito dell’amore di Dio era venuto a dimorare in loro. Faceva dei loro cuori e delle loro menti un sacrificio a sé. L’intero loro essere divenne un sacrificio vivente. E poiché era santificato al Signore, era anche purificato. Erano ora uniti al Signore col perfetto legame dello Spirito. Offrendosi al Signore in sacrificio ebbero il privilegio di conoscerlo nel suo perfetto amore nel Signore Gesù Cristo. Essendo giunti a conoscere Dio per mezzo di Gesù Cristo furono adeguatamente equipaggiati a proclamare la sua salvezza. In questo modo divennero una luce nel mondo.

La conseguenza di questo dimorare dello Spirito nei loro cuori divenne immediatamente manifesta. Videro cose che non avevano mai visto prima.  Per lo Spirito videro qualcosa delle profondità di Dio, della magnitudo del suo amore, del suo eterno amore nel Figlio. Ricevettero anche parole per esprimere ciò che videro. Glorificarono Dio per quell’amore con parole che non avevano mai saputo esistessero. Questo superò di molto la loro vita precedente. Fu il miracolo dello Spirito. Eppure, nel Nuovo Testamento è normale per una persona ardere per il suo Dio, essere infiammata per amore. Che abbia perspicacia della profondità dell’amore di Dio testifica del suo proprio amore. Purtroppo, questo normale livello è abbassato di molto dal nostro peccato! Ad ogni modo, è solo attraverso questo amore che una persona consegue il proprio valore ed è realmente umana. Noi non possiamo essere contenti se amiamo e proclamiamo meno dei discepoli. Sebbene manchino i segni esteriori, la nostra vita deve essere altrettanto un sacrificio.

          La folla presa di sorpresa. C’erano in Gerusalemme per la festa molti viaggiatori non Giudei convertiti al giudaismo. C’erano probabilmente anche molti giudei, nati e cresciuti nella dispersione, i quali erano venuti a Gerusalemme a finire la loro vecchiaia nelle vicinanze del tempio ed essere sepolti in terra santa. Erano persone molto devote che cercavano il Dio d’Israele. Evidentemente molti di loro si trovavano vicino alla casa dove i discepoli si erano radunati quando lo Spirito santo fu sparso su di loro. Al rumore del vento la folla si radunò insieme; lì videro i discepoli e li udirono parlare.

Rimasero stupefatti perché udirono i discepoli parlare nella loro lingua natia. Come potevano questi discepoli parlare queste diverse lingue? È probabile che lo Spirito santo abbia fatto sì che i discepoli parlassero una lingua, la lingua dello Spirito, ma allo stesso tempo fece sì che gli ascoltatori la udissero come la propria. Fu un miracolo dello Spirito che diede una poderosa espressione del fatto che creava un’unità tra i popoli.

La moltitudine fu profondamente turbata. Tutti avevano udito le cose più segrete e più stupende della grazia di Dio nella loro lingua. Non si trattò della sacra lingua ebraica della legge e dei profeti come ci si aspetterebbe; le cose profonde di Dio furono fatte loro comprendere nella loro lingua. Furono confrontati direttamente con la grazia di Dio.

Li lasciò completamente esterrefatti; eppure erano gente devota che partecipava alle offerte sacrificali e regolarmente discuteva la Scrittura e pertanto avrebbero potuto aspettarsi il compimento delle promesse della Scrittura! I loro cuori erano talmente poco ricettivi della salvezza che alcuni ammisero di non sapere cosa farne mentre altri derisero i discepoli dicendo che erano ubriachi. Questo è il modo in cui reagiamo per natura quando siamo confrontati con l’opera dello Spirito.

          Entrati negli ultimo giorni. Pietro allora prese la parola e si rivolse alla folla ammonendo la gente per aver aver pensato che fossero ubriachi. Non erano sotto l’influenza del vino ma dello Spirito di Dio. Spiegò che stavano testimoniando il compimento della profezia.

“Ricordate”, disse Pietro, “ciò che Gioele profetizzò. Per mezzo di lui Dio promise che avrebbe versato il suo Spirito, non solo su un particolare gruppo di persone, ma su uomini e donne, vecchi e giovani, padroni e servi. Per questo Spirito tutti sarebbero stati uno, scrisse Gioele, perché tutti avrebbero conosciuto il Signore e testimoniato della sua grazia. Dio si sarebbe rivelato loro per mezzo dello Spirito”.

L’impartizione dello Spirito avrebbe introdotto la fine del mondo. Il messaggio dello Spirito esige il rinnovamento di cielo e terra, un rinnovamento iniziato a Pentecoste. La Pentecoste ha inaugurato la nuova ed eterna dispensazione del patto di Dio. Ecco perché Gioele poteva far seguire la profezia della fine del mondo immediatamente dopo quella del versamento dello Spirito indipendentemente dal lasso di tempo che ci sarebbe stato fra i due. Il sole sarebbe cambiato in tenebre e la luna in sangue. Allora lo Spirito farà irruzione nell’intera creazione e Dio  apparirà al suo mondo.

Quell’irruzione, comunque, è data in principio con questo versamento dello Spirito: ora è giunto il giorno del Signore. Il mondo intero ha raggiunto uno stato di crisi. Ognuno è ora confrontato con la decisione. Chiunque invocherà il nome del Signore in fede, credendo la sua Parola, sarà salvato in questo giorno del Signore.

          Lo Spirito di vita di Cristo. Pietro procedette a dire loro come il vivente Signore Gesù Cristo aveva versato il suo Spirito. Sebbene consegnato alla morte sulla croce, era stato resuscitato secondo il consiglio di Dio. Dio aveva guidato l’evento della morte di Cristo per poterlo resuscitare dai morti. La morte del Cristo non era forse stata profetizzata nella Scrittura? Davide aveva cantato che Dio non l’avrebbe lasciato nel regno dei morti o permesso che il suo corpo si decomponesse. Davide non poteva aver detto questo di se stesso. Davide era stato sepolto, la sua tomba era tra loro. Davide aveva profetizzato del Cristo il quale, secondo la promessa, era suo discendente. Che la profezia di Davide fosse stata adempiuta  era testimoniato dai discepoli che avevano visto Cristo dopo la sua resurrezione.

Similmente, l’ascensione di Cristo era stata profetizzata nei Salmi: “Il Signore ha detto al mio Signore: siedi alla mia destra finché faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi”. Questo Gesù, che essi avevano ucciso, era stato esaltato da Dio a Signore e Cristo. Egli regna nel regno della grazia e guai a coloro che non si sottomettono alla sua grazia in fede.

Tale fu la predicazione del vangelo il giorno di Pentecoste. Quella predicazione proclama gli atti di grazia di Dio con ciò dichiarandoci tutti colpevoli perché tutti noi abbiamo rigettato Cristo. Ora dobbiamo porre la nostra fiducia nel Signore che ha fatto espiazione per i nostri peccati.

          Conversione. Molti furono colpiti da ciò che avevano udito. Videro ciò che Dio con la sua grazia aveva fatto e per contrasto ciò che loro avevano fatto. Che ne sarebbe stato di loro? C’era ancora liberazione per loro?”Fratelli, che dobbiamo fare?” Chiesero. Pietro li esortò a pentirsi, a tornare al Signore che avevano deriso quando avevano posto in se stessi la loro fiducia. Li incoraggiò a porre la loro speranza nella sua grazia e ricevere il perdono per i loro peccati. Pietro si offrì di battezzarli come segno del perdono di Dio. Avrebbero ricevuto lo Spirito santo e sarebbero stati capaci di testimoniare della meravigliosa grazia di Dio proprio come avevano fatto gli apostoli.

In quanto popolo del patto di Dio, essi avevano ricevuto la promessa che la salvezza in Cristo era per loro. Pietro li esortò ad accettare e credere la promessa. Era per salvarli che Dio aveva allungato loro la sua mano. Perché rigettare la sua offerta di salvezza? Pietro li ammonì di non indurire i loro cuori come avevano fatto i loro antenati.

Delle persone presenti molti credettero. Con gioia accettarono il perdono dei loro peccati e furono battezzati. Circa tremila persone furono battezzate dentro una nuova comunità di fede motivata dallo Spirito santo, separati in principio da così tanti altri giudei come loro che continuavano a confidare in se stessi.

          La nuova comunione. (Confronta Atti 4:32-37.) Praticarono una comunione ordinata: al mattino si riunivano presso il colonnato di Salomone nel tempio dove gli apostoli li istruivano nella conoscenza del Signore e della sua grazia; la sera s’incontravano in gruppi più piccoli a casa di membri per rafforzarsi a vicenda nella fede, celebrare la santa cena e pregare. “E il Signore aggiungeva alla chiesa, ogni giorno, coloro che erano salvati”.

La parola predicata degli apostoli era confermata da molti segni; la gente vedeva la guarigione della vita fatta dallo Spirito santo.

A questa comunione appartenevano molti poveri che non erano più sostenuti dalla sinagoga cui erano appartenuti. Queste persone dovevano ora essere sostenute dai credenti i quali lo fecero con gioia. Se c’era alcun bisogno alcuni vendevano un campo o una casa e davano il ricavato ai poveri. Formavano una comunità di condivisione e servizio che è ancora il marchio distintivo di una congregazione seppure tale condivisione non preclude la proprietà privata.

Lodavano Dio e godevano il favore di tutte le persone che non erano ostili ai credenti. Il Signore operò il suo miracolo di conversione nei cuori di molti talché nuovi credenti erano aggiunti ogni giorno alla loro comunione.

Questo marcò la prima congregazione o comunione di credenti, la chiesa madre di Gerusalemme. Da lì la comunità dei credenti si sarebbe estesa su tutto il mondo. C’era ancora molto da fare prima che questo obbiettivo potesse essere realizzato. Tuttavia, questo inizio fu un miracolo dello Spirito santo, un miracolo che continua fino ad oggi. È un miracolo che una chiesa del Signore Gesù Cristo perfino esista! È per mezzo della proclamazione della Parola che lo Spirito santo vuole compiere questo miracolo.


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