16: Amore fino alla fine

Giovanni 13:1-17

Il primo versetto di questo capitolo è essenzialmente un’intestazione non solo del passo ma di tutto il racconto della passione. Tuttavia, fa riferimento soprattutto al lavacro dei piedi dei discepoli.

“L’amore fino alla fine” di Cristo è un amore fino alla morte. Pertanto la frase “fino alla fine” non ha un significato solamente temporale. Cristo era disposto a essere completamente consumato per il proprio popolo. Diede il suo tutto ma non ricevette in cambio nulla che non avesse egli stesso prima dato.

Il suo amore veniva sollecitato fino al limite. Questo si riferisce al suo cuore umano che era basato sul suo amore divino, ne era sostenuto e perciò innalzato alla vetta più alta.

Dobbiamo distinguere un triplice significato al lavacro dei piedi. Prima di tutto Gesù ruppe la barriere dell’orgoglio umano assumendo il posto inferiore. In questo modo operò per il mondo il suo atto di liberazione. Secondo, il lavacro dei piedi è un simbolo della purificazione dei nostri peccati quotidiani. E, infine, Cristo dettò un esempio.

          Concetto principale: Nel lavacro dei piedi il Cristo rivela la piena
                                                  estensione del suo amore.

          La sua umiliazione. Ormai il calvario del Signore Gesù era vicino. Volle darsi completamente ai suoi discepoli ancora una volta prima della sua passione. Era come se il suo amore crescesse sempre più forte man mano che la sua morte si avvicinava. Il suo divino amore aumentò l’amore del suo cuore fino al culmine. Volle offrirsi ai discepoli in un banchetto di comunione prima di morire.

L’atmosfera all’inizio del banchetto sembrava tutt’altro che adatta. Quando entrò nella stanza di sopra coi suoi discepoli c’era lì un catino, dell’acqua e un asciugamano ma non c’era un servo a lavare loro i piedi. Chi avrebbe dovuto farlo? Uno dei dodici avrebbe forse lavato i piedi degli altri? Consideravano la cosa non dignitosa per la loro posizione. Discussero piuttosto chi fosse il più importante. Non era raccapricciante che litigassero mentre Cristo bruciava d’amore per loro?

Nessuno lavò i piedi, nemmeno a Gesù. Reclinarono al tavolo coi piedi sporchi e mugugnarono stizziti. Quell’atmosfera di dissapore era sconvolgente alla luce dell’imminente morte di Gesù e improvvisamente Gesù percepì cosa fosse la cosa migliore da fare per insegnare loro una lezione del Regno. Vide i suoi discepoli, e in effetti tutti gli uomini, che cercavano tutti di essere primi perché rifiutavano di inchinarsi davanti a Dio e accontentarsi del secondo o dell’ultimo posto. Se quell’orgoglio non veniva spezzato la razza umana non poteva essere salvata. Fino a quel momento, nessuno dei dodici era disposto a collocarsi dietro agli altri. Allora Cristo riconobbe che era il momento di eseguire il suo atto di redenzione.

Individuò anche Giuda, colui che lo avrebbe tradito, reclinare al tavolo. Davanti a quel tradimento estese il suo amore ancor di più. Se col suo amore non avesse spezzato il potere del peccato sarebbero tutti stati perduti come Giuda. Si rese pienamente conto della sua chiamata ad essere il Salvatore. Il Padre gli avrebbe dato autorità su tutte le cose per salvare il mondo. Quell’autorità la ottenne per mezzo della sua umiliazione. Era provenuto da Dio allo scopo di ottenere quell’autorità e allo scopo di riceverla sarebbe ritornato a Dio.

Mosso da un amore pronto a dare la vita per i suoi, si alzò, si tolse i vestiti, prese l’asciugatoio di lino, versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli. Poi li asciugò con l’asciugatoio di lino di cui si era cinto. Stupiti e svergognati i discepoli lo fissarono. Con quest’atto di umiliazione spezzò il potere dell’egoismo.

Un amore che era pronto a dare tutto senza aspettarsi niente in cambio lo rese capaci di fare questo sacrificio. Un amore così non esiste tra gli uomini ma proprio un amore così era nel suo cuore. Non solo spezzò il potere del peccato ma prese il posto più basso tra gli uomini per poterli salvare tutti, inclusi i più abietti.

          I peccati lavati via. Lavò i piedi di uno dopo l’altro finché giunse a Simon Pietro. Questo discepolo non riusciva più a sopportare l’imbarazzo. Il Signore si sarebbe umiliato per lui? “Signore, tu lavi i pedi a me?” Sbottò. Pietro era chiaramente scioccato dalla auto-umiliazione di Cristo come anche noi dovremmo essere scioccati  quando ricordiamo che fu necessario che Cristo si umiliasse.

Tuttavia, Pietro dovette prima abbassare il capo, come anche noi dobbiamo, malgrado ciò che Cristo fece ci possa sembrare strano. La comprensione verrà successivamente, come Gesù indicò a Pietro. Ma Pietro protestò: “Tu non mi laverai mai i piedi!” Il Signore snidò il cocciuto orgoglio di Pietro dicendo: “Se non ti lavo i piedi non avrai parte con me”. Ma avere parte con Gesù era ciò che Pietro voleva disperatamente, rispose: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo”.

Allora Gesù gli insegnò il significato di quel lavacro dei piedi. “Qualcuno che andasse a un banchetto da qualche parte, di solito si faceva il bagno prima di partire. Per strada i piedi calzati da sandali si impolveravano, ma una volta lavati il corpo intero è pulito. Similmente, voi siete già stati lavati dai vostri peccati, come con il bagno fatto a casa. Dio vi ha perdonato per sempre. Tuttavia. I vostri peccati quotidiani, sporcano la vostra coscienza e interferiscono con la vostra comunione con Dio. Io sarò sempre all’opera per rimuovere quei peccati volta dopo volta in modo che voi possiate vivere in comunione con Dio. E ora siete mondi, benché non tutti voi”. Disse questo perché sapeva chi lo avrebbe tradito. Cosa direbbe il Signore Gesù se fosse qui sulla terra oggi, che infatti è in terra oggi… ?

          L’esempio. Di sopra, al tavolo del banchetto, chiese se avessero capito cosa aveva fatto loro. “Vi ho dato un esempio”, disse. “Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Perché il servo non è più grande del suo padrone, né il messaggero più grande di colui che l’ha mandato e voi siete i miei messaggeri nel mondo”. Ciò valeva per i discepoli e vale anche per noi.

Lavarsi i piedi gli uni gli altri non è la stessa cosa che fare qualche occasionale opera buona.  Dobbiamo essere capaci di servire e imparare a essere ultimi. Sopra a tutto, è la disposizione del nostro cuore a determinare le nostre azioni di servizio. Dobbiamo essere sempre pronti a perdonare e a rompere così il potere del peccato nel mondo.

Gesù concluse dicendo: “Ora che sapete queste cose, siete beati se le fate”. Ma come possiamo imparare a umiliarci? Per cominciare, deve essere spezzato il nostro orgoglio. Il suo amore lo rese capace di umiliarsi ed egli ha mandato il suo Spirito per renderci capaci di fare altrettanto.


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