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APOCALISSE 20

RESURREZIONE

 

Quando nostro Signore cominciò il suo ministerio, Israele stava aspettando che iniziasse il millennio. Secondo le aspettative Giudaiche, una grande era messianica sarebbe stata introdotta con l’anno 5000 e sarebbe durata 1000 anni. Questa sarebbe stata un’era di supremazia giudaica e di potenza soprannaturale e di abbondanza. Secondo l’Apocalisse di Baruc:

La terra produrrà frutto, uno produrrà 10.000, nella vite ci saranno mille tralci, in ogni tralcio mille grappoli, in ogni grappolo mille acini, e ogni acino darà un core (150 litri) di vino.

Secondo il libro di Enoch:

In quei giorni la terra sarà arata in giustizia… e saranno piantate vigne. Le vigne cha saranno piantate da quel momento in poi daranno vino in abbondanza, e di tutto il seme che sarà piantato da quel tempo in poi ogni misura darà 10.000 [1].

I mille anni derivavano da uno schema per il quale ogni giorno della creazione era come 1000 anni agli occhi del Signore. Secondo gli studiosi giudaici di quel tempo, erano passati 5000 anni e il millennio stava per cominciare. Poiché i primi 1000 anni erano cominciati con l’anno 1, e continuavano fino all’anno 999, il secondo 1000 era stato da 1000 a 1999 e così via, così l’anno 5000 segnava l’inizio del sesto millennio, paragonabile al sesto giorno della creazione. Il millennio, in questa cornice di pensiero era l’era dell’uomo, e il concetto era umanistico fino al midollo.

A motivo di questa attesa, c’erano molti falsi messia pronti ad approfittare della febbrile aspettativa. Ecco pure il perché della forte eccitazione quando Giovanni Battista iniziò il suo ministerio, ed il tremendo entusiasmo popolare per Gesù. Nostro Signore non fece alcun pubblico ed esplicito riferimento alla propria regalità messianica proprio per evitare conclusioni sbagliate da parte della popolazione. Egli spese molto tempo a ridefinire il significato del regno di Dio, non nei termini della speranza millennarista dei Giudei, ma nei termini del suo vangelo e del suo adempimento delle profezie del Vecchio Testamento. Rifiutò la corona offertagli dopo la prima miracolosa moltiplicazione dei pani e dei pesci. In tutti i modi, egli rigettò la speranza messianica millennarista in favore della fede biblica, di cui egli era il compimento.

Ogni pensiero millennarista di oggi è una rivisitazione, un revival delle speranze giudaiche, che non è mai stato accettato dalla chiesa o approvato da alcuna delle grandi confessioni e credi della chiesa. Nella chiesa primitiva, qualche pensiero millennarista era presente come risultato delle influenze giudaizzanti. Con la Riforma, tutti quei chierici Protestanti che andarono dai rabbini per imparare l’ebraico, furono ammaestrati nel millennio nel corso dei loro studi, e per un certo periodo questo filone di pensiero fiorì. La sua rivitalizzazione moderna è dovuta a Darby e a Scofield. Le loro annotazioni bibliche si spingono fino ad affermare che l’opera principale di Gesù fu di stabilire il regno giudaico e, avendo fallito, l’espiazione sulla croce divenne il miglior piano di salvezza di ripiego [2]. Alla fine, secondo Scofield, il piano giudaico sarà restaurato al suo primo posto, col tempio ed il sacrificio ristabiliti. Questo sistema è una negazione pratica della fede cristiana, una rivitalizzazione del fariseismo che crocifisse Gesù, e un’offesa al Salvatore che venne, non per stabilire un regno giudaico, ma quale Agnello ucciso fin dalla fondazione del mondo, a dare la sua vita in riscatto per molti. I giudei continuarono, perfino dopo la caduta di Gerusalemme, a sperare nel loro millennio. Giuseppe Flavio ci da una storia della nazione giudaica per 5000 anni, con ciò echeggiando questa speranza.

Solo in un senso, i giudei avevano ragione. Il tempo era alle porte “Ora, dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù venne in Galilea predicando l’evangelo del regno di Dio e dicendo: ‘Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Ravvedetevi e credete all’evangelo’” (Mc. 1:14-15). Quel regno fu stabilito e venne attraverso la morte e la resurrezione del nostro Signore con la quale il potere di Satana fu spezzato, e il regno di Dio fu introdotto con potenza sul peccato e sulla morte e la sua Chiesa fu fondata cosicché le porte dell’inferno non possono prevalere su di essa. Gesù disse chiaramente “In verità, in verità vi dico, vi sono alcuni qui presenti che non gusteranno la morte, senza aver visto il regno di Dio venire con potenza” (Mc. 9:1. Mt. 16:28, Lc. 9:27). Poiché i discepoli persistettero nel credere alla speranza giudaica, non poterono associare questa venuta del regno con la crocifissione, e furono sconcertati sia dalle sue parole che dal corso degli eventi. Ma, o Gesù era disperatamente in errore, poiché tutti i suoi discepoli sono morti e la speranza giudaica non si è ancora realizzata, o il regno non è ciò che gli uomini dicono sia, ma piuttosto esattamente ciò che nostro Signore proclamò: il suo regno, stabilito con la sua vittoria sul peccato e sulla morte e con quella vittoria estesa per grazia a tutti quelli che per fede vengono a lui. Qualsiasi altra speranza del regno è il sogno di Babilonia. Furono il peccato e la morte ad invadere il regno all’inizio, e furono il peccato e la morte che Cristo distrusse con la sua opera per poter ristabilire il suo regno nella sua potenza e nella sua giustizia.

Il libro di Apocalisse presenta l’era del regno, non come una chimera millenaria, ma come un periodo di lotta, nel quale la Chiesa di Cristo marcia contro il nemico vittoriosamente, col suo Redentore che spossessa le potenze delle tenebre per poter recuperare e re-impossessarsi dell’eredità perduta: la creazione nel suo stato originale. I due aspetti di questa restaurazione devono essere distinti. Primo, la ri-possessione, che Cristo vittoriosamente stabilisce nell’era del vangelo o del regno per mezzo della sua chiesa; questo è il vero millennio, il vero regno di Cristo e dei suoi santi, quando essi conducono uomini e nazioni sotto il dominio di Cristo. Secondo, la ri-creazione, con la quale il cielo e terra riappropriati, col falso profeta, la bestia, e il dragone (o Satana) distrutti e gettati nell’inferno, vengono fatti nuovi, per poter diventare l’eterno cielo e terra che è la dimora del Signore e del suo popolo per tutta l’eternità. Il potere del peccato fu spezzato sulla croce, e la morte fu vinta con la resurrezione. Questa vittoria si manifesta attraverso tutta l’era del vangelo, e la sua pienezza sarà manifestata nel regno eterno di Dio, la nuova creazione. La nuova creazione è sia l’atto finale, sia il procedimento prima di quell’atto. La nuova creazione inizia con la prima resurrezione, cioè con la salvezza di ciascun peccatore, e continua con la sua santificazione. La nuova creazione implica il rendere ogni pensiero, reame di vita, nazione, arte, — prigionieri di Cristo; e significa la restituzione della sovranità a colui che ne ha diritto, il Signore Gesù Cristo. Culminerà nel grande atto, la creazione di nuovi cielo e terra.

Così, Apocalisse 20 è in un senso un riepilogo dell’intero libro. Nei versi 1-6 è proclamato che Satana è stato legato. I riferimenti scritturali dicono che ciò è avvenuto nell’espiazione e resurrezione: Genesi 3:15; Isaia 53:12; Luca 10:18; Giovanni 12:31; Giovanni 16:11, Colossesi 2:15, Ebrei 2:14, vedi anche Luca 11:20-22, I° Giovanni 3:8. Lo scopo della venuta di nostro Signore fu per distruggere le opere del diavolo e per recuperare l’eredità perduta dell’uomo, salvarlo dal potere del peccato e della morte, e di ricrearlo ad immagine di Dio. In Luca 11:20-22, Gesù, rispondendo all’accusa di essere in lega con Satana, rispose che invece: “Il regno di Dio è giunto fino a voi” (11:20), perché l’ “uomo forte” Satana, che aveva governato da Adamo in poi, era ora gettato fuori da “uno più forte” che non solo lo ha vinto, ma anche “gli toglie l’armatura nella quale confidava e ne divide le sue spoglie”. Egli dichiarò inoltre: “Ora è il giudizio di questo mondo ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo” (Gv. 12:31). Paolo disse che Cristo: “Avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di esse” (Cl. 2:15). L’aver cacciato Satana ed averlo legato è stata l’opera della prima venuta di nostro Signore, e Satana è ora legato, nel fatto che “non può più sedurre le nazioni”. Il vangelo opera con potenza in tutto il mondo, finché il suo mandato è adempiuto: “dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo”. In questa era del vangelo, il tempo della prima resurrezione [2], le anime dei fedeli stanno regnando con Cristo. La prima resurrezione significa la nostra salvezza con tutti ciò che implica. Significa la nostra resurrezione dalla vecchia umanità di Adamo, l’umanità perduta e morta degli uomini in rivolta contro Dio e sotto la condanna di morte eterna. Questa resurrezione è descritta in tutte le Scritture come una vera rinascita, come un alzarsi dai morti (Gv. 3:1s.; Ro. 6:1s.; Ef. 2:1s.). È la nostra salvezza qui e ora, e anche oltre la tomba e per tutta l’eternità. La

Nuova Gerusalemme, la nuova creazione, è la nostra casa dal tempo della nostra rigenerazione, e quella nuova creazione ebbe inizio con la resurrezione di Cristo. Cristo è la primizia di quelli che dormono e il grande Redentore del cielo e della terra. “Egli deve regnare finché abbia posto tutti i suoi nemici sotto ai suoi piedi” (1 Co. 15:25) Quel regno è caratterizzato dal rimpossesso di Cristo della creazione affinché possa essere totalmente ricreata. Ebrei 12:22-23 dice chiaramente ai credenti che qui e ora “voi vi siete accostati alla città di Sion e alla città del Dio vivente che è la Gerusalemme celeste”. Noi non abbiamo ancora visto la pienezza di questa nuova comunità dell’umanità rinnovata ma quando entriamo in Cristo, siamo sulla soglia di quella città e di essa cittadini. In breve, il regno è venuto e deve venire.

Nei versi 7-10 vediamo il rilascio di Satana, affinché possa essere distrutto in tutto ciò che presume essere. Ciò significa che l’era del vangelo vede il falso profeta e la bestia distrutti nel loro sogno babilonico, nell’esplicita rivolta di Satana contro il regno di Cristo. La zizzania ed il frumento diventano ciascuno manifesti, poiché il tempo della messe si sta avvicinando. C’è un’auto-consapevolezza epistemologica nel male mentre fa l’ultima sortita contro il Signore attaccando la sua Chiesa. Questo attacco è mondiale. Alcuni vedono una sconfitta dei santi e una vittoria per Satana nei tempi della fine, ma tale interpretazione è possibile solo importando altri passi biblici dentro a questo testo (tutti con riferimento dubbio, visto che possono essere fatti riferire più intelligentemente alla guerra giudaica ovvero “la grande Tribolazione”). Ci viene detto solo di un tentativo, e il tentativo viene ora descritto come tentativo di Satana. Non vengono più usati altri nomi per lui: egli è identificato troppo chiaramente. Gog e Magog, cioè principe e popolo, si uniscono in odio per Dio aperto e dichiarato. Non è più mascherato da cristianesimo, non offre più il paradiso in terra, non offre più nessun pretesto. Nel suo assalto finale è apertamente satanico ed è semplicemente un nudo odio per Dio. Fallisce, e Dio distrugge per sempre il potere di Satana.

Nei versi 11-16, vediamo proclamato il giudizio. Il verso 11 echeggia Salmo 114, che mostra la creazione fuggire davanti all’ira e al giudizio di Dio quando Egli liberò Israele dall’Egitto. Qui vediamo la stessa immagine:

Questa è ovviamente un’immagine del giudizio di Dio sulla sua prima creazione e a tutto ciò che le appartiene. Il tutto sta condannato ai suoi occhi e agli occhi della Chiesa di Cristo che ora vede tutta la creazione e la storia come egli la vede. Giudizio sulla creazione sulla storia deve esserci prima affinché possa esserci posto per una nuova creazione e una nuova storia, quelli della dimora eterna di Dio [3].

L’eco di Salmo 114 è significativo: il Salmo 114 è il primo canto nell’Allel usato nella festa dei tabernacoli, una festività santa che tipizza la raccolta di tutti i popoli nel regno di Dio. L’intero procedere del giudizio nella storia e attraverso la storia, e il giudizio finale ha questo scopo, e di fronte a tutte le sue difficoltà a volte per i santi, il loro grido deve essere. “Lode all’Eterno!”.

Il giudizio culmina con la distruzione del primo nemico dell’uomo, la morte (1 Co. 15:26, 55), e nella seconda resurrezione, cioè la resurrezione dei corpi e la nostra ricompensa eterna. Siamo salvati per fede e siamo ricompensati secondo le nostre opere, e questa ricompensa la riceviamo sia qui e ora nel nostro cammino cristiano, sia nella sua pienezza alla resurrezione.

In questo capitolo compare un punto molto importante. In Ezechiele 39, Gog è completamente distrutto prima dell’era del regno. In Apocalisse, Gog è distrutto dopo i 1000 anni. O il regno di Ezechiele non è lo stesso dei 1000 anni, o nessuno dei due racconti ci da una cronologia, ma piuttosto dottrina. E questo solleva una questione molto pertinente: per troppe persone, lo scopo di una qualsiasi lettura di Apocalisse è per permettere loro di camminare per visione. Essi richiedono una tabella di marcia che dica loro cosa aspettarsi e come camminare a piena vista. Ma la vocazione del cristiano è di camminare per fede, e lo scopo di Apocalisse è di rafforzarci contro il nemico, prepararci alla battaglia, e di camminare in fede che il nostro Signore trionferà, e che la grande opera che ha cominciato, egli la compirà. Come libro per la visione, Apocalisse diventa una frustrazione, come libro per la fede, diviene una gioia ed un conforto.

 

Note:

1 Albertus Pieters: Studies in the Revelation of Saint John, Grand Rapids, Michigan: EErdmans, 1950 p.283s.
2 Per una critica dell’interpretazione di Scofield, vedi O.T. Allis: Prophecy and the Church, Philadelphia, Presbyterian and Reformed Publishing Co.
3 Vedi J. Marcellus Kik, Revelation Twenty,; Philadelphia: Presbyterian and Reformed Publishing Co., 1955, p.3ss. 3 John Wick Bowman, Drama of the Book of Revelation, 143


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