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APOCALISSE 13

ANTI-CRISTIANESIMO IN CHIESA E STATO

 

La direzione della storia è duplice nella sua manifestazione storica. L’uomo apostata avanza verso lo stabilimento di un ordine sociale radicalmente umanista nel quale Dio è abolito e l’uomo è la propria legge e il proprio legislatore. L’uomo apostata opera per creare un paradiso sulla terra senza Dio, legge o moralità. La moralità dell’umanesimo è che l’uomo è la propria legge, e che non c’è nessuna legge morale che provenga da fuori e dal di sopra dell’uomo che possa governare l’uomo. L’uomo rigenerato, invece, opera per ristabilire l’ordinamento-legge di Dio tra gli uomini, di stabilire chiesa, stato e società nei termini della Parola di Dio, e di manifestare il regno di Dio in ogni suo significato. La storia è perciò in tensione tra queste due forze conflittuali, ma la tensione è più che la naturale tensione storica. C’è anche la tensione che l’uomo apostata ineluttabilmente sente in virtù della sua ribellione contro il suo sovrano, il Dio trino. C’è la tensione dell’auto-consapevolezza epistemologica, mano a mano che l’uomo giunge a conoscere se stesso e le proprie implicazioni più pienamente. E c’è anche la tensione del fallimento, quando l’uomo apostata scopre che ogni suo sforzo viene frustrato e gli produce invece disorientamento e vergogna.

In Apocalisse 13, ci viene data con maggiore chiarezza la natura dell’opposizione a Cristo e alla sua Chiesa, e a Cristo e al suo ordinamento giuridico. Una bestia sale dal mare, vale a dire dal mondo non credente, con sette teste e dieci corna, le cui corna, piuttosto che le teste, sono coronate, e con sulle teste nomi di bestemmia. Il fatto che le corna siano coronate, piuttosto che le teste, significa che in questo mondo, il potere è la fonte dell’autorità e sovranità, e l’uomo dà la propria obbedienza non alla leadership legittima, ma al potere in quanto tale. Potenza e forza sono adorati e obbediti in ogni implicazione. I nomi di bestemmia indicano che i governi umani si arrogano l’autorità e la sovranità che invece appartiene propriamente a Dio. Questo è vero non solo di re e dittatori ma anche delle democrazie, con la loro dottrina blasfema: vox populi vox Dei, la voce del popolo è la voce di Dio. Le maggioranze vengono così eguagliate alla giustizia, e appellarsi al di sopra del governo e delle sue corti di giustizia è reso nullo e vuoto: “dio” ha parlato solo attraverso la sua voce approvata, il governo!

La bestia, simbolo del governo umano e dell’impero, di stati e culture anti-cristiane in generale, rappresentava l’Impero Romano dei giorni di san Giovanni, e tutti gli altri ordinamenti anti-cristiani. La bestia rappresenta la totalità di tutti tali imperi nell’antichità e tutti quelli a venire. Le sue sette teste e dieci corna enfatizzano la totalità. In questa immagine è concentrata l’opposizione a Dio dell’uomo apostata. Questa opposizione, più diffusa nell’antichità, diventa più auto-consapevole e più concentrata col progredire della storia. Bowman dichiarò chiaramente il significato di questa figura simbolica, la bestia, scrivendo:

…questa Bestia, il messia del Dragone, rappresenta la cultura del mondo secolare in generale…Che il Dragone abbia dato la sua autorità alla Bestia significa che la cultura del mondo è divenuta il messia di Satana ed è dedicata ad esprimere il suo governo nelle faccende degli uomini, di qui l’adorazione di entrambe le figure [1].

Questo mondo è chiaramente il messia di Satana. Per l’umanesimo l’uomo è il solo salvatore dell’uomo. L’umanista perciò si delizia nel centralizzare il potere nelle mani del governo umano, perché questa è la sua speranza. Le presunzioni della cultura apostata sono la sua gloria e la sua speranza. L’umanista sostiene l’illimitatezza delle possibilità della cultura umana e la sovranità del governo dell’uomo, e dichiara orgogliosamente: “chi è simile alla bestia, e chi può combattere con lei?” (v. 4). Alla bestia viene dato potere da Dio di proferire cose grandi e molte bestemmie per quarantadue mesi (v. 5), attraverso tutto il tempo a lei concesso. Potere le viene dato, inoltre, non solo di attaccare i santi “e di vincerli; e le fu dato autorità sopra ogni tribù, lingua e nazione”, ma anche di attaccare Dio con bestemmie e con insulti (vv. 6-7) C’è quindi un’apparente, esteriore vittoria dell’umanesimo sul cristianesimo.

Ma la realtà della situazione viene dischiusa nei versi 8-10. Quelli che non sono stati salvati dall’ “Agnello che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo” adorano la bestia, cercano salvezza nella cultura umana per mezzo dell’azione statalista, e fanno della vera e propria fonte della loro dannazione la loro speranza di salvezza. Ma ai santi sofferenti giunge questa parola: “Se uno ha orecchi, ascolti. Se uno conduce in cattività, andrà in cattività; se uno uccide con la spada, deve essere ucciso con la spada. Qui è la costanza e la fede dei santi. La corte assoluta e finale dell’Onnipotente rende un pieno e giusto giudizio alle presunzioni della cultura umana e alle opere dell’uomo apostata. Non possono sfuggire: pagheranno fino all’ultimo centesimo.

San Giovanni, al verso 3, parla di una delle teste della prima bestia, ferita a morte, eppure il colpo mortale guarisce, cosicché “tutto il mondo si meravigliò della bestia”. Riassumendo le posizioni di Sir William Milligan, Hengstenberg, e Lenski, Albertus Pieters indicò che:

Poiché la bestia è il simbolo del potere anti-cristiano, la venuta del Redentore nel mondo fu il suo colpo mortale; eppure sembrava continuare. Il colpo mortale è guarito. Ai giorni di san Giovanni era evidente che il bruto non era per niente morto, e questa guarigione della ferita era, senza dubbio, una prova dolorosa per lui e per i suoi amici [2].

La sezione successiva, versi 11-18 ha a che vedere con la seconda bestia, che questa volta saliva dalla terra. Per comprendere il suo significato, dobbiamo renderci conto che i simboli biblici sono fluidi, non stereotipati; alcuni sostengono che il significato dei simboli non varia mai. Certamente non è così. Per esempio, Satana è paragonato ad un leone (1Pi. 5:8), e Gesù Cristo è anche paragonato ad un leone (Ap. 5:5). “Colomba” significa “stupida” in Osea 7:11, ma il significato è “inoffensiva” in Matteo 10:16. “Terra” in Apocalisse 12:16 sta per il mondo non credente perché è messa in contrasto con la donna, cioè la vera Chiesa. Ma in Apocalisse 13, la terra è utilizzata in contrasto col mare; così, il mare è il simbolo del mondo non credente, e la terra qui rappresenta la chiesa non credente. Le due bestie sono perciò lo stato apostata e la chiesa apostata. La seconda bestia è la falsa religione la quale serve la cultura umana e il cui messia è la cultura umana piuttosto che Gesù Cristo. È la falsa religione il cui regno è di questo mondo, la cui salvezza è secolare e sociale. Appare al mondo come un agnello (v. 11), come una Chiesa Cristiana, ma la sua voce è la voce del dragone, di Satana. Esercita la propria autorità (v.12) per uno scopo, subordinare l’uomo alla cultura umana, allo stato, all’umanesimo, e per dirigere le speranze dell’uomo da Cristo alla società, dalla salvezza attraverso l’espiazione di Gesù Cristo alla salvezza attraverso l’azione sociale. Per la seconda bestia, il regno di Dio è questo mondo in tutte le sue speranze e presunzioni umane: è il mondo di Adamo in rivolta, che tenta di costruire una torre di Babele in opposizione a Dio, un singolo ordinamento mondiale senza Dio. E questa bestia esce dalla chiesa ed è la chiesa apostata.

La seconda bestia, questa falsa religione, la cristianità che è moralista e senza Cristo, seduce la gente con grandi prodigi ed una tremenda dimostrazione di potere (vv.13-14). Sembra possedere la potenza di Elia di “far scendere dal cielo fuoco sulla terra in presenza degli uomini”, cioè di far scendere il giudizio su quelli cui si oppone, ma il suo potere non è soprannaturale; non è derivato da Dio ma dalla bestia, dal potere statalista e dalla cultura umana, e il suo obbiettivo non è la gloria di Dio e la sovranità di Dio, ma che gli abitanti della terra facessero “ un’immagine alla bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era ritornata in vita” (v.14). Ciò si riferisce all’adorazione della prima bestia, la cultura umana, lo stato. Il nuovo dio della falsa chiesa è lo stato, col quale è in sodalizio. La falsa bestia, il falso cristianesimo, considera nemico tutto il vero cristianesimo e cerca di forzare tutti gli uomini a conformarsi ad una dottrina centrata sull’uomo, ad una fede centrata sull’ideale di Adamo, l’auto-deificazione dell’uomo. Questo insediamento sul trono dell’Adamo decaduto, comunque, non viene ricercato come una consapevole ribellione contro Dio; maschera se stesso come vera pietà e vera fede; è ora una religione altamente moralista nel fatto che crede nell’opera e nella legge dell’uomo.

Coloro i quali rifiutano di partecipare all’adorazione dell’uomo, quelli che rifiutano di arrendersi alla compiacente soddisfazione dell’uomo con l’uomo e con la società dell’uomo vengono sempre più marchiati come alieni. A tutti quelli che non hanno il marchio della bestia, tutti quelli che non si arrendono all’ordinamento sociale umanista viene rifiutato il permesso di comperare e di vendere, cioè sono oggetto di ostracismo sociale, politico ed economico. Ogni tipo di pressione, sottile o diretta viene impiegata per costringere il vero credente a conformarsi con la Città dell’Uomo ed il credo di Caino. Riguardo al marchio della bestia, ci viene dato di capire che è lo stesso del suo nome o numero (13:17). Al verso 18 ci viene detto che questo è il “numero d’uomo” o più letteralmente “un numero umano”. Il numero è 666. Tentativi sono stati fatti per dimostrare che il numero stesse per Nerone ma questo si può fare solo leggendo e compitando male Nerone Cesare. Ogni generazione ha visto tentativi di dare una lettura al numero altrettanto fantasiosi [3]. Ma Apocalisse ci da una risposta molto semplice: 666 è il numero dell’uomo, il numero umano, innalzato al suo massimo grado. Sette è il simbolo della totalità, della pienezza divina; sei il numero umano. L’uomo fu creato il sesto giorno. Il numero 666 rappresenta l’essenza delle presunzioni messianiche quanto la loro futilità. Al suo massimo è costantemente meno della totalità o sovranità divina. Ne il 6 ne il 66 ne il 666 possono mai diventare 7 o 77 o 777 in se stessi. L’uomo è una creatura e rimane sempre una creatura: i suoi sogni messianici riguardo a se stesso non possono mai cambiare il fatto della sua creaturalità o distogliere da se stesso il giudizio divino che la sua ribellione ed il suo peccato incontrano. Nel verso 14, la fede di questa bestia, di questo falso cristianesimo, è chiaramente rivelato. Per tutto il suo moralismo, crede basilarmente nella “giustizia del potere” o legge della forza ed esalta la cultura umana perché esalta l’uomo. L’auto-esaltazione, sentirsi d’essere giusti in se stessi, e la cieca adorazione del potere sono il retroterra di tutte le dottrine moralistiche. L’umanesimo diventa progressivamente una nuda depravazione, l’uomo confermato nel suo pervertimento. Il moralismo si rivela sempre basilarmente come immoralismo.

 

Note:

1 J.W.Bowman, Drama of the Book of Revelatio, p.85.
2 Albertus Pieters, Studies in the Revelation of St. John (Grand Rapids,Eerrdmans, 1950), p.220.
3 Vedi ad esempio: Oswald J. Smith ; Is the Antichrist at Hand? What of Mussolini? New York. Christian Alliance Pubblishing Co; 1927, Settima edizione, p.24s “Mussolini può non essere l’Imperatore (la bestia) egli stesso, ma se non lo è, egli è certamente una rimarchevole anticipazione di quell’uno che la Bibbia dice che regnerà”. Altri furono ancor più pronti ad identificare Mussolini come la Bestia, ed in ogni generazione tale stupidaggine è stata posta in evidenza.

a N.d.T. L’autore utilizza un modo di dire anglosassone in rima: “Might is right!”


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