RISORSE:

La nascita di Cristo nostro Re

Tra le profezie della venuta di Cristo ce n’è una molto sorprendente in Ezechiele 21:26-27: “Cosi dice il Signore, l’Eterno: «Deponi il turbante, togliti la corona; le cose non saranno piú le stesse: ciò che è basso sarà innalzato e ciò che è alto sarà abbassato. Devastazione, devastazione, io la compirò. Ed essa non sarà più restaurata, finché non verrà colui a cui appartiene il giudizio e al quale io la darò.”

Dio qui dichiara che la corona, cioè le autorità del mondo, saranno rimosse e distrutte. Le cose “non saranno più le stesse” o, si potrebbe tradurre: “il cambiamento è in atto” perché Cristo sarà nato. Con la sua nascita, questo cambiamento significherà  chei beati mansueti della terra saranno esaltati e i potenti saranno abbassati. Dio dichiara che egli “rovescerà” o devasterà tutte le potenze peccaminose del mondo e consegnerà il mondo a Cristo.

Tra il tempo di Ezechiele e la nascita di nostro Signore, tutti i grandi imperi del mondo antico furono rovesciati e distrutti. Gesù Cristo, adorato dai Magi come Dio e Re, dichiarò che il suo regno non è di questo mondo, ma dal cielo, e pertanto sopra tutto il mondo, su uomini e angeli. Dopo l’ascensione di Cristo, san Paolo  ha dichiarato che molto presto sarebbe cominciato un altro grande rovesciamento, uno scuotimento dell’intero mondo di potenze umane tale che “sarebbero rimaste solo le cose che non possono essere scosse” (Eb. 12:27).

Sapendo queste cose, la vergine Maria, nel Magnificat, con gioia profetica vide il significato della venuta di Cristo: era la gloriosa salvezza di Dio, la redenzione del suo popolo, e l’abbassamento dei protervi e dei potenti, e la dispersione dei “superbi nelle immaginazioni del loro cuore” (Luca 1:46-55). Quando il vecchio Simeone prese il bambino Gesù nelle sue braccia, gioì e disse:  “Ora, Signore, lascia che il tuo servo muoia in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che tu hai preparato davanti a tutti i popoli; luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.

(Luca 2: 29-32).

Per celebrare veramente la nascita di nostro Signore, dobbiamo vederlo nella sua gloria, come salvatore, redentore e re. Dobbiamo vederlo come il grande rovesciatore, che fa cadere i superbi e i potenti per dare la terra ai suoi beati mansueti. Dobbiamo vederlo come Colui che è venuto per redimerci dal peso del nostro peccato e della nostra colpa mediante l’espiazione nel suo sangue, e come nostro durevole Signore e sovrano. Dobbiamo vedere la sua venuta come l’inizio della sua certa vittoria, e dobbiamo per fede echeggiare il coro celeste: “I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli” (Ap. 11:15). Allora la gioia del natale sarà realmente la nostra gioia, e la sua nascita la nostra sicurezza di vittoria.


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