RISORSE:

La tolleranza è un espediente usato per introdurre un nuovo sistema giuridico come preludio a una nuova intolleranza. (…) Ogni sistema giuridico deve preservare la propria esistenza attraverso l’ostilità verso ogni altro sistema giuridico e verso i fondamenti religiosi estranei, altrimenti si suicida.”
– R. J. Rushdoony

 

 

I conservatori e la nostra Costituzione queer

(Basato su un articolo di Scott Yenor del 16 giugno 2023 – traduzione e adattamento di Luca Francione) (1)

 

«L’atteggiamento “vivi e lascia vivere”, auspicato dai conservatori e promesso dai progressisti, alla lunga non può reggere. Infatti, il passaggio dalla tolleranza legale alla celebrazione pubblica è perfettamente logico.»

 

Negli ultimi cinquant’anni il Partito Repubblicano americano – come pure i suoi molteplici equivalenti europei – non ha mancato di ribadire a più riprese nei suoi programmi elettorali come la famiglia fosse “il fondamento dell’ordine sociale”, “il nucleo centrale di energia della società” e “il fondamento di una società libera”. Molto inchiostro è stato versato a tal proposito. Miliardi di dollari sono confluiti su questo fronte. Numerose associazioni pro-famiglia sono sorte negli anni. Eppure l’opposizione dei conservatori alla rivoluzione sessuale alla fine non ha sortito effetti significativi. Anzi, le cose col passare del tempo sembrano essere solo peggiorate: i tassi di natalità sono diminuiti, un numero sempre più grande di bambini è nato al di fuori del matrimonio, i divorzi sono aumentati e il dato relativo alle convivenze pure.

L’ampia traiettoria del movimento conservatore sulla famiglia è caratterizzata da una sconfitta dopo l’altra: il femminismo, seguito dalla rivoluzione omosessuale, seguita presto (forse) dalle leggi sui diritti dei trans e del mondo LGBTQ+ in generale.

Sia nel Nuovo che nel Vecchio Continente si è investito molto su quella che poi si è rivelata essere una pericolosa convinzione: quella secondo cui un maggiore riconoscimento giuridico delle istanze espresse dal mondo progressista in materia di cosiddetti diritti civili ne avrebbe in qualche maniera attutito le naturali degenerazioni, salvaguardando in tal maniera la visione del mondo conservatrice a riguardo dell’istituto della famiglia. Ecco quindi che, per esempio, la recente regolarizzazione di varie forme di convivenza in molti paesi europei (in Italia, ad esempio, la legge sulle unioni civili risale al 2016) è stato visto come l’unico rimedio per evitare il “matrimonio gay”. “No alle nozze gay, sì al riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto e omosessuali!” è stato il motto di chi avrebbe voluto organizzare una linea di resistenza fondata sul fallimentare principio del cedere per non perdere.

Ma questa strategia si mostra adesso in tutta la sua fallacia e adesso l’Agenda 2030 (ufficialmente intitolata “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, piano d’azione adottato nel settembre 2015 dalle Nazioni Unite per promuovere lo sviluppo sostenibile a livello globale entro il 2030), per quanto riguarda le istanze della comunità LGBTQ+, ostenta minacciosamente grande determinazione nel voler stabilire l’importanza di “eliminare definitivamente ogni forma di discriminazione e nel promuovere l’uguaglianza di genere e i diritti umani per tutte le persone, indipendentemente dalla loro orientamento sessuale o identità di genere”; ciò avverrà con elargizione di fondi per gli stati che provvederanno ad ancorare i diritti delle persone LGBTQ+ all’interno delle costituzioni nazionali e a favorire un maggiore riconoscimento legale delle “famiglie arcobaleno”. (2)

Eppure, nel passato molti conservatori hanno fatto sforzi sinceri e intelligenti per opporsi ai diritti degli omosessuali. Negli Stati Uniti, per esempio, coloro che erano associati alla Moral Majority di Jerry Falwell negli anni Settanta avevano capito che allentare le proibizioni contro la condotta omosessuale avrebbe portato direttamente alla sessualizzazione dell’infanzia. La campagna “Save our Children” di Anita Bryant in Florida riconosceva che l’emancipazione dell’attrazione per le persone dello stesso sesso avrebbe finito per rappresentare un grosso pericolo principalmente per i bambini. Tuttavia, gran parte del mainstream del conservatorismo si mostrava imbarazzato da questi ammonimenti profetici. Dopo le sofferte vittorie degli anni
Settanta e Ottanta, i conservatori si sono infine accontentati di mantenere gesti e atteggiamenti “fiscalmente conservatori e socialmente liberali”.

I veri conservatori, di vecchia e nuova destra – come pure i cosiddetti sovranisti europei – ritengono che il futuro del Paese dipenda dall’inversione del declino della famiglia, ma a questo punto il declino della famiglia sembra inevitabile, in quanto tale declino ormai pare essere diventato strutturale dei nostri ordinamenti democratici.

Per quanto riguarda il matrimonio, la rivoluzione degli anni Sessanta ha avuto come obiettivo quello di “liberare” gli istinti sessuali dalla procreazione, dall’unione matrimoniale e dalla paternità. A volte questo ha significato una promozione dell’uso di contraccettivi, così da favorire un distacco del sesso dalla procreazione; oppure ha significato la messa in atto di misure scoraggianti la maternità, spingendo le donne a “lasciare” casa dando priorità alla carriera; altre volte ha significato la celebrazione mediatica di forme altre di convivenza e della monogenitorialità (realizzazione dell’autonomia). L’insistenza di queste pratiche, sempre in nome dell’autonomia o della conquista della natura, ha portato ovunque al declino della vita familiare. Questa rivoluzione sessuale in atto coltiva una nuova etica sessuale a sostegno di quella che potrebbe essere definita la Costituzione queer (in contrasto con la nostra precedente Costituzione etero), che è diventata centrale per l’americanismo e la sua classe dirigente, come anche per tutto l’Occidente allargato.

La garanzia dell’autonomia individuale e il superamento della natura sono di casa anche nelle celebrazioni dell’orgoglio LGBTQ+. Il passaggio dai diritti degli omosessuali al riconoscimento pubblico delle identità gay è sempre giustificato in termini di garanzia e di affermazione dell’autonomia personale. Ogni decisione della Corte o di ogni altro parlamento che espande la libertà degli omosessuali in questo ambito viene presa sempre in nome dell’autonomia personale. Lo stesso vale per il rapporto delle persone LGBTQ+ con la natura. Nessun sostenitore delle persone LGBTQ+ riconosce mai che le loro pratiche comportano danni psicologici e fisici. Questi elementi della natura sono sempre attribuiti allo stigma sociale o alla sindrome dello “stress da minoranza”. I danni naturali sono attribuiti all’omofobia e vengono utilizzati per giustificare grandi cambiamenti negli assetti sociali. Il matrimonio monogamico uomo-donna, ad esempio, è stato spesso “riorganizzato” per evitare che le persone dello stesso sesso subissero l’affronto di non vedere affermate le loro relazioni e altri costi sociali. La natura non viene così conquistata, ma il suo ruolo nella vita umana è ridotto a seguire i propri desideri sessuali da parte di coloro che abbracciano la “liberazione” sessuale.

 

La Costituzione queer

Ogni Paese ha quella che potremmo definire la “costituzione sessuale”: un insieme di leggi e opinioni che usano la vergogna e l’onore per modellare e guidare la sessualità. La vecchia “costituzione matrimoniale” era, per così dire, la Costituzione etero, la quale onorava il matrimonio duraturo, monogamo, uomo-donna – e quindi la procreazione – stigmatizzando parallelamente ogni altra forma di unione. Questa Costituzione etero sosteneva una visione del matrimonio che, tra le altre cose, limitava il divorzio e proibiva la fornicazione, la contraccezione, la sodomia e l’adulterio, promuoveva (talvolta) politiche di walfare per la famiglia e I figli e immaginava il matrimonio ai fini della procreazione e dell’educazione della prole. Siamo vissuti sotto una siffatta Costituzione fino agli anni Settanta.

Quella Costituzione non esiste più. Attualmente viviamo sotto la Costituzione queer, la quale afferma sempre più apertamente di rifiutare quella etero. La Costituzione queer è stata sviluppata vincendo battaglie legali al servizio di un più ampio riconoscimento culturale di quelli che una volta erano chiamati “stili di vita alternativi”. Si è passati dai diritti degli omosessuali negli anni Settanta, alla proclamazione del “Gay Pride” come virtù negli anni Novanta, al riconoscimento legale del diritto costituzionale alla sodomia nei primi anni 2000, all’accettazione degli omosessuali da parte dei Boy Scout e delle forze armate, alla costituzionalizzazione del matrimonio omosessuale negli anni 2010, alla protezione dell’identità di genere nell’ambito delle leggi sui diritti civili negli anni 2020. Simili sviluppi, anche se forse in modalità ancora piuttosto disomogenea, si sono osservati anche in Europa. La maggior parte dei Paesi UE ha una legislazione che estende i crimini d’odio all’omotransfobia: in undici ordinamenti degli Stati membri, che diventano 20 se si considerano tutti i paesi del Consiglio d’Europa, non solo si puniscono le discriminazioni sull’orientamento sessuale, ma anche sull’identità di genere. Ovvero proprio quel concetto contro cui, in Italia, si battono le destre e i cattolici. Ad averlo inserito nei loro ordinamenti già da tempo sono invece paesi come Svezia, Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Belgio e Croazia (mentre l’ormai celebre disegno di Legge Zan, lungamente e ferocemente discusso nelle aule parlamentari, tale è dovuto rimanere, a dimostrazione di un benefico “ritardo” tipico della “cattolica” penisola italiana). (3)

Alcuni conservatori hanno combattuto questi cambiamenti. Tuttavia, a quasi tutti alla fine non è rimasto che dare il proprio consenso, lottando contro le nuove estensioni e accettando le sconfitte precedenti.

Al centro della Costituzione queer ci sono due idee: primo, che tutti i comportamenti sessuali, se consensuali, sono uguali e dignitosi; secondo, che l’identità di genere eteronormativa e binaria della società è una gabbia di ferro che ostacola l’espressione e la felicità individuale. La Costituzione queer onora ogni tipo di sesso. Le leggi che limitano la contraccezione, la sodomia e la fornicazione sono, quindi, incostituzionali. Queste modifiche legislative sono solo la prima parte di uno sforzo per normalizzare e poi celebrare il sesso prematrimoniale, il sesso “ricreativo”, gli uomini che fanno sesso con gli uomini, l’immodestia infantile, la masturbazione, il lesbismo e tutte le concezioni del transgenderismo.

L’atteggiamento “vivi e lascia vivere!”, auspicato dai conservatori e promesso dai progressisti, alla lunga non può reggere. Infatti, il passaggio dalla tolleranza legale alla celebrazione pubblica è perfettamente logico. Gli esseri umani sono animali sociali e politici. Molte parti della loro vita si svolgono in privato, ma la società riconosce e applaude comunque le manifestazioni pubbliche di atti privati. In base alla Costituzione, nessuno guarda un marito e una moglie che fanno sesso, ma il pubblico celebra i loro matrimoni e le loro nascite, e il pubblico riconosce la loro proprietà comune. Le nozze stesse sono un riconoscimento dell’importanza del matrimonio per la coppia e per la società in quanto tale. I sostenitori della Costituzione queer volevano e avevano bisogno di questa affermazione pubblica per i loro atti privati. Dalla protezione o tolleranza privata dei “diritti gay”, i sostenitori sono passati all’orgoglio di “uscire allo scoperto”. La mancata dimostrazione di un simile orgoglio è un insulto pubblico, punibile con l’oppressione sociale, con la violazione dei codici dell’odio o peggio. I sostenitori hanno cercato e
ottenuto il riconoscimento legale del matrimonio omosessuale e il diritto di adottare bambini, ma non si sono fermati a questa infrastruttura legale. Perché la Costituzione queer richiede la celebrazione pubblica dell’omosessualità. I programmi scolastici devono essere modificati, in modo da educare i bambini prima che si manifesti l'”omofobia”. Uomini vestiti da donne sessualizzate devono leggere libri per bambini nelle biblioteche pubbliche, per evitare che crescano pensando che il transgenderismo sia anormale. “L’amore fa la famiglia” – piuttosto che una madre e un padre – deve diventare la morale di ogni generazione.

Per quanto riguarda le prossime frontiere: le restrizioni contro i rapporti sessuali degli adulti con i bambini sono state “problematizzate” e ora si stanno erodendo. Anche tra i politici cominciano le richieste di abbassare l’età del consenso e di abbracciare la pedofilia. I tabù dell’incesto vengono già messi in discussione. Il “vivi e lascia vivere” si trasforma in un tremendo “obbedisci o altrimenti…”. Molti attivisti pro-famiglia pretendono che i piatti della Costituzione queer possano essere accettati à la carte senza dover per forza ordinare l’intero menù queer. Al di là della legge e della morale pubblica, la Costituzione queer domina ormai nelle professioni scientifiche, nelle grandi aziende, nel nostro sistema di istruzione, nell’esercito e in innumerevoli altri ambiti.

 

I costi e il percorso

Le leggi e i costumi della Costituzione etero svaniscono laddove la Costituzione queer viene abbracciata, proprio come i sostenitori di quest’ultima si aspettavano. La Costituzione queer ha coinciso con l’incredibile aumento delle relazioni non monogame, l’accettazione pubblica di stili di vita alternativi anche tra i conservatori, la convivenza, la sessualizzazione dell’infanzia e il consumo di pornografia. Ha anche coinciso con il declino dei tassi di matrimonio, della stabilità e durata del matrimonio, della priorità del matrimonio, del carattere necessario per sostenere il matrimonio e dei tassi di natalità. I costi sociali della Costituzione queer sono ampi e profondi.

Al suo livello più profondo, la Costituzione queer eleva il piacere sessuale e l’espressione di sé come beni aventi una presa dominante sul cuore dell’uomo, a discapito della procreazione, dei doveri familiari e della responsabilità genitoriale. La propria identità sessuale diventa ciò che si è. Esprimere il sesso in qualsiasi modo diventa un diritto fondamentale. Tutto l’eros diventa eros sessuale. Affrontare le conseguenze del sesso – tra cui, soprattutto, i figli – diventa un problema di qualcun altro o non è affatto un problema, dato che ci sono sempre meno bambini in giro. Al contrario, secondo la Costituzione etero, il sesso è qualcosa “che si fa”, non “ciò che si è”. La vita sotto questa costituzione incoraggia gli individui a mettere il sesso al servizio di qualcosa di più elevato, come i doveri della genitorialità o la ricerca del proprio posto all’interno di un ordinamento matrimoniale. Quando alle persone viene insegnato che il sesso è ciò che sono, è meno probabile che vedano al di là del sesso dei doveri più elevati. I doveri associati al matrimonio e alla genitorialità necessariamente appassiscono man mano che la Costituzione etero svanisce. Inoltre, la vittoria della Costituzione queer promuove sempre più l’omosessualità. Il riconoscimento della sessualità queer ha fatto molto per dare forma a una nuova cultura queer e non matrimoniale. Oggi più che mai gli americani si identificano come lesbiche, gay, bisessuali, transgender o con altri caratteri sessuali. Sebbene il numero di queste persone rispetto alla popolazione nel suo complesso sia rimasto costante per decenni al di sotto del 4%, questo numero si avvicina al 20% tra le donne di età inferiore ai 25 anni. Le ragazze sono particolarmente sessualizzate e vulnerabili, poiché le ragazze sono particolarmente soggette alle pressioni sociali e ai media. Poiché la nostra cultura le indirizza verso la Costituzione queer, è molto più probabile che la seguano. Questa nuova costituzione della sessualità influenza in qualche misura i pensieri, le parole e le azioni di tutti.

Questo contagio sociale ha effetti profondi sulla felicità individuale e sulla salute sociale. In effetti, le “costituzioni sessuali” non creano i desideri umani, ma svolgono un ruolo importante nel plasmarli. Come un’economia di comando e controllo, i nostri modi reingegnerizzati funzionano male, danneggiando uomini e donne. I tassi di suicidio e di abuso di droghe sono aumentati. La gente è sempre più imbottita di farmaci. Le crisi di salute proliferano, a seconda dello stile di vita. L’aspettativa di vita diminuisce. Il senso della missione personale, incentrata sulla vita familiare, si affievolisce e con esso svaniscono l’ambizione e lo scopo della vita dell’uomo. I bambini si mutilano, su suggerimento dei genitori, dei medici o degli insegnanti. I danni ai bambini transgender sono irreversibili. La società nel suo complesso è meno felice e coltiva meno fiducia e speranza.

 

Modelli per un futuro etero?

Laddove la Costituzione queer vede il sesso non procreativo come superiore (o almeno uguale) al sesso coniugale procreativo, una nuova Costituzione etero affermerebbe che non ci può essere uguaglianza tra il sesso procreativo uomo-donna all’interno del matrimonio e altri tipi di attività sessuale. La società deve onorare il sesso procreativo coniugale uomo-donna rispetto ad altre espressioni sessuali se vuole sopravvivere e prosperare a lungo termine. Solo allora i tassi di natalità cominceranno a riprendersi. Solo allora un amore genuino che trascende il punto di interesse individuale diventerà il collante delle coppie sposate. Solo allora le vite potranno essere rinvigorite da alti scopi che motivino e spronino al sacrificio. Ma questa prospettiva ad oggi sembra essere molto lontano dallo stato delle cose.

I vecchi conservatori per la difesa della famiglia negli ultimi anni sono stati generalmente relegati alla ricerca di ritagli per una vita familiare decente all’interno delle leggi e dei costumi previsti dalla Costituzione queer. Qualche esenzione qui, un po’ di tolleranza per le famiglie là. Questi sostenitori pregano che la natura sia abbastanza forte da resistere ai sussurri imprudenti della Costituzione queer e che molti o abbastanza cittadini siano ancora attratti dal matrimonio “naturale” (come si spera lo chiamino i sostenitori della famiglia), in quanto rispondente a profondi bisogni umani. Forse coltivano la speranza che la Costituzione queer si manifesti come una follia temporanea che si “risolverà” da sola se i queer non si riprodurranno. Ma non è così. I sostenitori della “vecchia famiglia” si sono opposti alla Costituzione queer gridando “Natura!” per decenni. Le cose però non fanno che peggiorare. La natura non è sufficiente per resistere all’imperante Costituzione queer. Non può essere contenuta con mezze misure.

Una rinnovata visione del conservatorismo riconoscerebbe, come successo all’attivismo di sinistra una generazione fa, che non è possibile una coesistenza facile tra una Costituzione etero decente e una Costituzione queer. Di conseguenza, la famiglia deve essere consapevolmente ripoliticizzata. La Costituzione queer, come riconosciuto dalla nuova destra, deve essere rifiutata in toto e sostituita con una nuova Costituzione etero, debitamente modificata per le nostre circostanze, che sostenga il matrimonio uomo-donna, il matrimonio duraturo, il sesso procreativo e la responsabilità genitoriale. Dal punto di vista della Nuova Destra, la Vecchia Destra può aver pur sperato di raggiungere l’obiettivo di una “vita familiare decente”, senza però evidentemente volersi appropriare dei mezzi per raggiungere tale obiettivo.

La Vecchia Destra ha ragione nel vedere che la natura fornisce materiali da cui può nascere una vita familiare dignitosa, ma è il modo di guidare la natura ad essere cruciale. I rivoluzionari queer hanno riconosciuto già molto tempo fa che le passioni e le priorità sessuali potevano essere distaccate dal matrimonio e hanno costruito un’etica queer per riuscire a raggiungere i propri obiettivi. La Nuova Destra deve lavorare con gli elementi costitutivi della natura, ma deve anche dimostrare che la nostra Costituzione queer è fonte di miseria e di declino sociale e che una nuova Costituzione etero sarebbe più umana, promuoverebbe la felicità e creerebbe un tessuto sociale duraturo con al centro il matrimonio uomo-donna.

Quali sono questi elementi naturali? Le differenze tra uomini e donne sono naturali. È un fatto naturale che solo il sesso tra uomo e donna può generare figli. Gli impulsi sessuali sono naturali nel senso che sono spontanei; e sono per lo più, in assenza di una tendenza culturale contraria, verso le relazioni uomo-donna. L’uomo e la donna hanno principalmente psicologie diverse, che li rendono adatti alla vita in comune e alla crescita dei figli e che riflettono una sorta di pesi e contrappesi. L’infanzia è naturalmente uno stato di impotenza e innocenza per gli esseri umani. La famiglia, come il sesso in essa integrato, si basa sulla natura, ma è sempre mediata da leggi. Una “costituzione sessuale” decente terrebbe conto di tutti questi aspetti, puntando a relazioni migliori e più solide per metterle al servizio della felicità umana, dell’eccellenza personale e del bene sociale.

Che aspetto avrebbe una “costituzione sessuale” decente nel nostro contesto? È difficile dirlo, ma le risposte a questa domanda sono incentrate sul rapporto tra stigma e proibizioni legali. In passato, molte civiltà hanno perseguito l’opzione più dura e “dolorosa”, che prevedeva la messa in campo di leggi “decise”, come quelle mosaiche o islamiche, come apparato giuridico necessario per mantenere un vero e proprio stigma contro gli oppositori. Queste tradizioni religiose hanno, quindi, vietato la sodomia, i rapporti tra donne, la sessualizzazione dei bambini e alter varie persone e situazioni che, in una società decente, dovrebbero, in misura diversa, affrontare un vero e proprio stigma sociale basato su dure sanzioni legali. Eppure, oggi è difficile esprimere tali politiche: saprebbero, infatti, di controllo tirannico.

Molte società del mondo – in Africa, Medio Oriente, Europa dell’Est e Asia – hanno intrapreso questa strada o sono in procinto di farlo. In Romani il governo ha cercato di cambiare la Costituzione per bandire i matrimoni tra persone dello stesso sesso e in Ungheria gli omosessuali sono stati dichiarati un pericolo per la famiglia tradizionale. Nelle settimane che hanno preceduto le più recenti elezioni europee il polacco Kaczynski ha orientato la sua strategia sull’omofobia, dichiarando che il futuro della Polonia sarebbe dipeso dalla battaglia sull’omosessualità. Sempre in questo paese, Elzbieta Kruk, del partito “Diritto e Giustizia”, ha affermato: “Dobbiamo difendere la famiglia polacca. Dobbiamo difenderla furiosamente perché [l’omosessualità] è una minaccia alla civilizzazione, non solo per la Polonia ma per l’Europa intera, per l’intera civilizzazione basata sulla cristianità”. (4)

Molte di queste nazioni stanno scegliendo consapevolmente di continuare su questa strada proprio sulla base delle esperienze negative fatte con l’Occidente negli ultimi decenni e le sue degenerazioni. Questa opzione estrema però non è certo congeniale all’opinione pubblica occidentale di oggi e quindi non pare auspicabile o possibile.

Coloro che sperano in una Costituzione pro-matrimonio “tradizionale” possono vedere i fondatori americani come un esempio da seguire. All’inizio, la “costituzione sessuale” americana indirizzava gli uomini verso la paternità e le donne verso la maternità, e indirizzava il sesso verso un matrimonio fruttuoso. Per esempio, l’adulterio era vietato, così come la fornicazione, l’incesto, lo stupro, la poligamia e altre pratiche sessuali e matrimoniali. Le leggi discriminavano comunemente tra uomini e donne, suggerendo loro ruoli diversi. Si pensava che i suggerimenti della cultura andassero a beneficio di entrambi i sessi. Gli uomini possedevano i beni di famiglia a proprio nome, controllavano ufficialmente le finanze familiari ed erano i rappresentanti di voto della famiglia. L’ideale, così com’era, di uomo pubblico-donna privata regnava nella legge e nella cultura. La costituzione sessuale dei fondatori doveva collegare i desideri naturali a una società repubblicana e cristiana che permettesse una crescita naturale e una genitorialità responsabile. I sessi sarebbero stati separati per alcuni aspetti della loro vita quotidiana, ma si sarebbero riuniti per scopi privati comuni. Gli uomini avrebbero avuto sbocchi adeguati nel commercio e nella politica, mentre le donne avrebbero allevato i figli, curato la casa e costruito la comunità.

Rendere normativo il desiderio sessuale procreativo tra uomo e donna significava per la “costituzione sessuale” dei padre fondatori americani stigmatizzare alcuni desideri sessuali. Le leggi contro la sodomia erano presenti in tutti i 13 Stati al momento dell’indipendenza americana. Era considerata “un’offesa di natura così oscura, la cui sola menzione è una vergogna per la natura umana, un crimine non adatto a essere nominato”. Ciononostante, quella legislazione non ebbe mai un’incidenza così forte nella pratica come nella teoria. Pochi malfattori venivano realmente puniti. Quando le punizioni arrivavano, erano molto più dolci di quanto la legge potesse consentire. È chiaro, tuttavia, che il tempo della risoluzione anche un po’ tiepida dei padri fondatori è finito.

Oggi le autorità pubbliche dovrebbero almeno smettere di “stare dietro” alle istituzioni del Gay Pride. Bisognerebbe fare luce sulle istituzioni del Pride. Giornalisti e politici seri dovrebbero far luce sull’infinita propaganda relativa alla Costituzione gay. Indagini approfondite su ciò che lo stile di vita gay fa realmente alle persone dovrebbero essere oggetto di interesse pubblico, proprio come gli sforzi per normalizzare il sesso tra i bambini e per diffondere il cambiamento di sesso stanno iniziando ad attirare l’attenzione della stampa. I giornalisti dovrebbero avere il coraggio di indagare sulle conseguenze di quell’amore così centrale nel Pride. Secondo uno studio, il 28% degli uomini che fanno sesso con altri uomini ha avuto più di mille partner nella vita. La fedeltà non è certo una norma tra gli uomini che fanno sesso con altri uomini. Le relazioni tra lesbiche si interrompono a un tasso molto più alto di quello registrato nel resto della popolazione. Le persone dovrebbero conoscere queste patologie e degenerazioni.

Le proibizioni contro il sesso con i bambini e la sessualizzazione dell’infanzia devono essere mantenute, mentre le nostre scuole pubbliche dovrebbero essere sottoposte a un esame e a maggiore scetticismo per ciò che promuovono. I programmi di educazione sessuale dovrebbero essere sottoposti a una severa supervisione e essere interrotti, poiché causano infinitamente più danni che benefici. Gli Stati dovrebbero rifiutare i finanziamenti per l’educazione sessuale e dovrebbero essere adottate nuove leggi sull’oscenità. Le aziende e i siti web pornografici dovrebbero essere indagati per la loro miriade di mali pubblici come il traffico sessuale, le dipendenze e le vite rovinate.

Il conservatorismo non è riuscito a conservare una società decente, anche se molti tra le sue fila conoscevano la posta in gioco e i reali pericoli. Alla fine ha trovato un compromesso sperando nel meglio. L’esito è stato però quello della produzione e adozione graduale di quella che qui abbiamo chiamato Costituzione queer. Forse non potevano fare diversamente, visti gli assetti di classe della nostra nuova élite manageriale. Diventare un’élite significava, infatti, acconsentire per forza alla rivoluzione sessuale. Resistere a questa rivoluzione significava rimanere irrilevanti. Ma questo accordo è saltato: i conservatori sono ormai fuori dalle classi dirigenti e, ad oggi, hanno finito per essere abbastanza irrilevanti. Per la società, abbracciare la Costituzione queer combina i costi di avere costumi matrimoniali deboli e incentrati sugli adulti con tutti i costi associati direttamente a questa costituzione. Il risultato è stato l’infelicità individuale, il declino sociale e un futuro sterile. Le perversità continueranno ad aumentare, poiché i sostenitori della Costituzione queer si stanno adesso chiaramente concentrando sui bambini, un fatto che loro stessi ammettono apertamente.

Tutti i fondatori di civiltà hanno riconosciuto l’importanza di promuovere una Costituzione etero e di stigmatizzare le sue alternative. Solo un ritorno deciso ad essa, senza compromessi, può invertire il nostro declino.

 

(1) Cfr. https://amgreatness.com/2023/06/16/conservatives-and-our-queer-constitution/1
L’articolo contenuto nel link è tratto da “Conservatives and Our Queer Constitution”, di Scott Yenor, in Up from Conservatism: Revitalizing the Right after a Generation of Decay, a cura di Arthur Milikh (Encounter Books). La presente libera traduzione presenta diverse modifiche atte ad adattarne il contenuto ad un pubblico europeo.

(2) Cfr. https://digitalinnovationdays.com/blog/non-lasciare-nessuno-indietro-i-diritti-della-lgbtq-2community-e-gli-obiettivi-di-sviluppo-sostenibile

(3) Cfr. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/05/20/omotransfobia-le-leggi-in-europa-nella-maggior-parte-3dei-paesi-i-crimini-dodio-sono-estesi-a-orientamento-sessuale-e-identita-di-genere-come-funziona-in-francia-spagna-svezia-germania/6201470/

(4) Cfr. https://27esimaora.corriere.it/19_aprile_12/nuovo-nemico-pubblico-populisti-polacchi-4gay-936d123a-5cf2-11e9-a667-fe16632539a8.shtml


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